Un anno fa avevamo recensito Spintires MudRunner, un curioso titolo che si potrebbe definire una simulazione integralista di fuoristrada, in cui avevamo esplorato in lungo e in largo le steppe dell’ex Unione Sovietica a bordo di curiosi mezzi pesanti di produzione, appunto, dell’est europeo e/o dell’U.R.S.S. Il titolo ci aveva sorpreso per la sofisticata fisica del terreno, capace di deformarsi ad ogni nostro passaggio, mantenendone memoria durante tutta la partita, donando un notevole spessore tecnico al gioco.
A un anno di distanza accogliamo l’espansione American Wilds, la quale aggiunge due mappe di stampo prettamente statunitense (Mount Logmore e Grizzly Creek), denominatore comune anche per i nove veicoli aggiuntivi che potrete guidare in questo Spintires MudRunner: American Wilds.
Partiamo dalle nuove ambientazioni, che a detta degli stessi sviluppatori sono ispirate alle zone impervie tipiche del Montana, North Dakota e Minnesota, le quali si distinguono dai paesaggi che abbiamo apprezzato nel gioco base, se non altro per una maggiore estensione di strade asfaltate (ma con anche tante fangose mulattiere in cui potrete impantanarvi a vostro piacimento) con tanto di cartelli stradali a indicare il limite di velocità rigorosamente in mph, così come le zone abitate caratterizzate dalle tipiche case che siamo abituati a vedere nei telefilm americani.
All’avvio del gioco, tuttavia, vi accorgerete di una brutta sorpresa: solo Grizzly Creek sarà inizialmente disponibile, mentre la seconda mappa dovrete guadagnarvela a suon di progressione lungo il gioco al fine di poterla solcare con i vostri pneumatici.
I mezzi con cui vi potrete sbizzarrire nell’esplorare e nel portare a compimento gli obiettivi delle missioni vedono alcune new entry “made in USA” marchiati Ford, Chevrolet, Hummer e così via, includendo fuoristrada leggeri (si fa per dire) e più imponenti camion per il trasporto di legname e materiale da una parte all’altra della mappa.
Per il resto si tratta dello stesso gameplay, un mix di esplorazione delle aree di gioco e completamento degli obiettivi previsti dalle missioni, il tutto arricchito da una forte connotazione simulativa che rende un task apparentemente semplice come potrebbe essere vai dal punto A al punto B, una vera e propria impresa. La presenza del fango, infatti, è capace di trasformare una apparentemente innocente mulattiera in una vero e proprio inferno, rendendo il tutto molto complicato se non impossibile.
Tecnicamente il gioco è sempre molto convincente per la conformazione del terreno e la rappresentazione dei veicoli, con particolare attenzione alla dinamica che porta il fango ad appiccicarsi alle ruote e ad essere centrifugato e sparato in aria una volta che riuscirete a prendere una certa velocità (e non capiterà spesso), senza contare di come le vedrete pulirsi passando in mezzo all’acqua.
Ottimi anche gli effetti particellari, gli schizzi dell’acqua, gli effetti luminosi del ciclo giorno/notte e così via, effetti che tuttavia non hanno visto migliorie rispetto alla versione apprezzata un anno fa.
Peccato invece per la gestione della telecamera, sempre totalmente manuale come nel gioco originale, qui ulteriormente complicata dall’imponenza dei veicoli americani che occupano letteralmente lo schermo impedendovi di guardare di fronte a voi, mentre la vista dall’abitacolo si rivela sempre poco ispirata, tanto da apparire datata anche un paio di generazioni di console fa.
Si notano anche alcuni rallentamenti dovuti ai caricamenti delle aree nel caso in cui viaggiate ad alta (si fa per dire) velocità, come a bordo dei fuoristrada leggeri.
Recriminiamo infine l’assenza di novità riguardanti il gameplay: avremmo apprezzato l’inserimento di obiettivi differenti rispetto a quanto apprezzato nel gioco in versione base, al fine di donare maggiore varietà al gioco, invece ci troviamo a compiere le stesse azioni a bordo di nuovi veicoli e in nuove aree. Peccato
Spintires MudRunner: American Wilds è una espansione che riprende quanto di buono proposto nel gioco base per estenderne l’area di azione a due nuove mappe collocate nelle selvagge aree del Nord America, il tutto a bordo di una decina scarsa di nuovi veicoli.
Le nuove aggiunte estendono la longevità del titolo, ma manca nell’apportare vere e proprie novità in termini di gameplay, il quale rimane esattamente lo stesso, con gli stessi obiettivi. Peccato, perché qualche novità in più sarebbe stata auspicabile.
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