GameStorm

Articolo evento del 05-11-2019

Come godersi la Blizzcon 2019: Virtual Ticket, tanta birra, stanze panoramiche e amici alticci

Giunti a conclusione di questo grande evento è giunto il momento di trarre qualche conclusione!

Siamo ormai giunti al termine della Blizzcon 2019, evento tanto ricco di annunci e novità (oltre che di ottime dimostrazioni di forza e prove di abilità delle squadre che si sono contese il titolo e la medaglia di bronzo della Overwatch World Cup in questo weekend) da aver, in qualche modo, giustificato la gigantesca mole di sacrifici sorretta da tutti i presenti in quel di Anaheim, California. La sveglia ad orari improponibili, le ore di coda all’ingresso, le interminabili attese che hanno preceduto la cerimonia di apertura: questi e diversi altri inconvenienti sono stati ricompensati con annunci (ormai profetizzati da diversi giorni sul web, ma in ogni caso) davvero degni di nota. Diablo IV, World of Warcraft: Shadowlands, Hearthstone: Descent of Dragons e, soprattutto, Overwatch 2 hanno sicuramente saputo mantenere alta l’attenzione lungo tutta la cerimonia di apertura e ripagare i fedelissimi e festanti fan di Blizzard di tutti gli sforzi sostenuti per essere fisicamente presenti alla conferenza

Sforzi che noi, però, non abbiamo dovuto sostenere. Lo staff di GameStorm ha infatti avuto la possibilità di seguire la Blizzcon dal confort della propria casa, per gentile concessione di un biglietto virtuale da parte di Blizzard. Ciò, però, non necessariamente implica l’aver seguito la conferenza nel modo più ortodosso possibile: a casa, col PC fisso collegato al nostro fidato modem per la fibra ottica, in glorioso 1080p senza alcun tipo di stutter, magari con l’headset saldamente ancorato alla testa per poter commentare e condividere, con i nostri amici su Discord o TeamSpeak, le ultime novità e dichiarazioni di un’azienda, vuoi o non vuoi, nell’occhio del ciclone. Per quest’edizione della Blizzcon, il sottoscritto ha deciso di complicarsi leggermente la vita, complici due amici pendolari, un Bed and Breakfast centralissimo e l’originaria volontà di godersi un ponte del primo novembre un po’ diverso dal solito. 


La cornice della nostra ultima edizione del Blizzcon.

Quello che doveva essere un tranquillo weekend nella ridente periferia costiera della provincia di Latina si è trasformato in una vera e propria corsa contro il tempo: causa alcuni problemi organizzativi, nel giro di un paio d’ore mi sono ritrovato a riscattare il codice, scarpinare fino alla mia abitazione al solo fine di recuperare il mio fidato laptop universitario (che, forte del suo Pentium Silver N5000 dalla mostruosa frequenza clock di 1.1 GHz, si è dimostrato versatile tanto nel raccogliere appunti quanto nello stilare recensioni per questo stesso portale), raggiungere nuovamente il B&B scelto per il pernottamento, correre su per sei piani di scale e approntare alla bell’e meglio, tra cavetteria HDMI, smartphone in hotspot e il glorioso pannello Hisense da 32” fornitoci in dotazione con la stanza, una postazione tutto sommato niente male. 

Nel frattempo, i due fidati colleghi videoludici sono corsi al supermarket più vicino (ed è un vero miracolo che, alle 17:30 di venerdì primo novembre, ce ne fosse uno ancora aperto) per procurarsi i due pilastri centrali dell’intera esperienza: mezzo chilo di Pringles e tre litri di Bavaria 8.6 (birra che compensa il saporaccio con l’alta gradazione alcolica, perfetta per le serate in allegria). Alle 18:45, ora italiana, tre giovani nerd decidono di chiudere tutte le tende, ignorare la splendida vista offerta dalla stanza panoramica, aprire la prima lattina da mezzo litro e concentrarsi sullo streaming della conferenza, offerto da Blizzard in glorioso 1080p… a 2 FPS. 

A quanto pare, il povero N5000 non riesce a riprodurre senza sforzi la diretta della Blizzcon, inciampando e stentando finché, finalmente, non decidiamo di porre fine alle sue sofferenze abbassando la risoluzione. E abbassandola ancora. E ancora, ancora, fino a raggiungere quel che il client Battle.net indica come “288p”, ma che appare fin troppo definito per essere tale. “Ma probabilmente sarà la compressione”, commenta S., uno dei due colleghi. “Staranno usando un algoritmo che lascia l’immagine pulita e libera da artefatti”. La mia risposta, “bugia”, non si lascia attendere ed è seguita da un sonoro sorseggio di luppolo fermentato: mancano pochi minuti alle 19, lo stream è finalmente stabile, siamo comodamente spaparanzati sul letto matrimoniale a sorseggiare birra e divorare Pringles, l’aria condizionata sta assolutamente facendo il suo dovere. Ed è in questo clima di assoluto comfort che, finalmente, la Blizzcon 2019 ha inizio. 


La nostra reazione al trailer di Diablo IV.

Ovviamente, complici la birra ed il clima misto tra aspettativa e, oserei dire, quasi intimità, diversi momenti della conferenza sono stati accompagnati da sonore battute e numerosissimi commenti a caldo. Il teaser trailer di Diablo IV è stato oggetto prima di alcune incomprensioni (“sarà una nuova IP?”), poi di improvvise epifanie (“è Diablo dai, non potrebbe essere altrimenti”), di speculazioni sul design dei personaggi (“ma non è l’attore che interpreta Baelor in Game of Thrones quello?”) e, infine, da commenti di apprezzamento tanto sullo spaccato di trama presentato nel trailer, quanto sul gameplay mostrato nel segmento immediatamente successivo. Assieme a Diablo IV, anche il primo mezzo litro di Bavaria è andato. Sarà probabilmente anche per questo motivo che l’atmosfera nella stanza si è scaldata non poco con l’annuncio della nuova espansione di World of Warcraft: Shadowlands. 

Dopo aver apprezzato il trailer in CGI e aver ribadito il nostro disinteresse per il MMORPG più giocato al mondo, è stato il turno di Descent of Dragons, la prossima espansione di Hearthstone. Ed è qui che anche l’ultima goccia di Bavaria ha cominciato a sortire i propri effetti: mentre il sottoscritto inveiva contro le novità introdotte con Galakrond e la meccanica Invoke (“ecco, ora si sbilancia tutto a favore delle carte nuove. Ancora una volta”), L. cominciava ad accusare alcuni disturbi dell’equilibrio mentre S. si limitava a riderci dietro. Fortunatamente, ciò non ci ha in alcun modo impedito di godere a pieno del meraviglioso trailer in CGI che ha accompagnato l’annuncio di Overwatch 2, annuncio che ci ha visti in un primo momento urlare di hype e, nei successivi, ponderare la decisione col cuore in una mano e il portafogli nell’altra. E con diverse lattine vuote che giacevano inermi sul pavimento. 



Il momento esatto in cui il nostro fanboying per Mei ha prepotentemente molestato la quiete dell’intero edificio.

Al termine della cerimonia di apertura, certezze e dubbi sui titoli annunciati si sono susseguiti, complice l’alcol, in un dibattito piuttosto articolato. Dopo aver ripreso possesso del portatile per appuntare quanto appena visto nel corso della conferenza, si è chiusa una piccola e magica parentesi di questo 2019. L’esperienza vissuta col Virtual Ticket non è assolutamente identica a quella vissuta in prima persona in quel di Anaheim, ma può assolutamente essere resa più interessante con espedienti simili a quello appena descritto. Il prezzo del biglietto virtuale produce il proprio valore non tanto nella possibilità di seguire la conferenza in sé e per sé, né nella selezione di oggetti in game che, pur interessanti, non devono essere visti come il motivo principale per cui acquistare il biglietto. Perché ciò che ha effettivamente reso speciale questa Blizzcon non è la conferenza in sé, né gli annunci, né le skin o i dorsi ottenuti con l’acquisto del ticket. L’aver trascorso con due assidui giocatori di Overwatch una serata all’insegna della condivisione, della birra e della celebrazione del videogioco e, soprattutto, del videogiocatore è ciò che, alla fine, ha reso giustizia a questa piccolissima Odissea. Un sentito ringraziamento va dunque alla Blizzard per averci permesso di seguire la Blizzcon 2019 dalla comodità di un B&B al sesto piano, in compagnia di una bella birra e, soprattutto, di amici videogiocatori.

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