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Recensione di Warriors Orochi 4 Ultimate

Titolo: Warriors Orochi 4 Ultimate
Genere: musou
Piattaforma: Xbox One
Sviluppatore: Omega Force
Publisher: Koei Tecmo
Data di pubblicazione: 14 febbraio 2020

Un enorme crossover

Come pensate potrebbe essere uno dei più enormi crossover di sempre tra Samurai Warrios e Dynasty Warriors? Se poi aggiungiamo la parolina Ultimate a questo cocktail, cosa pensate possa saltare fuori? Un musou ambizioso, epico e fracassone!

A musou duro

La storia che ha unito Samurai warriors a Dinasty warriors è lunga e tortuosa. Koei Tecmo ci ha messo del suo per renderla più “mitica” (e fumosa); tra episodi stand alone e spin-off siamo alla fine giunti a Warriors Orochi 4 Ultimate che garantisce un godziliardo di personaggi e tonnellate di armi annesse, oltre che una narrazione ancora più ampia (e incasinata). Diretto seguito del capitolo 3, scopriamo i nostri beniamini alle prese con divinità greche e i loro capricci e bracciali Ouroboro in grado di conferire potere smisurato a chi li indossa. Prometeus ne ha sottratto uno e tanto basta per far partire un canovaccio narrativo incentrato su combattimenti tra qualche eroe e una miriade di guerrieri e capitani nemici. Le battaglie vedono contrapposti eserciti appartenenti alle diverse forze in gioco con i contendenti che, come da tradizione commentano e si sbeffeggiano in ogni pugna possibile. Com’è da tradizione il numero soverchiante di avversari e l’immenso roster dei personaggi selezionabili saranno il leit motif che ci permetterà di indulgere nella carneficina. La trama è funzionale solo per mettere in scena il più classico dei musou. Strada facendo ci siamo onestamente persi; dopo qualche oretta, i vari scambi di vedute tra i contendenti diventano mero chiacchiericcio; un rumore di fondo…evitabile.

Non solo spade

Torniamo all’aspetto forse più singolare e più caratterizzato di Warriors Orochi 4 Ultimate: l’immensa varietà di armi, combattenti e “crafting” possibile. Nel gioco, avremo circa 180 personaggi da sbloccare, ognuno con le proprie caratteristiche fisiche e combinazioni di attacchi e skill differenti; avrà armi dedicate, riforgiabili con innesti di gemme e nuove peculiarità offensive e varie fogge. Alcune sono canoniche, come spade, lance o asce, per esempio; altre sono totalmente delle novità (o quasi). Troviamo sciarpe (si, esatto, sembrano stole più o meno lunghe), mazze enormi, ventagli, spade-fruste, giganteschi anelli, palle…e ci fermiamo qui. L’abbondanza è palese e ci trascinerà, lungo tutto il tragitto che ci vede contrapposti al re serpente Orochi e alle sue trame di potere. La curiosità è il motore del gioco: scoprire armi e pattern d’attacco, mosse speciali, combinazioni tra i vari elementi e le armature ci aiuterà a sopportare la piattezza del gameplay che altro non è che muoversi sulle mappe per sconfiggere gli antagonisti presenti. Si noterà subito l’ampia distinzione tra noi, i nemici principali e orde di sgherri tutti uguali tra loro, differenziati solo dai colori; cosi come apparirà palese la scarsa cura adottata per gli scenari, molto ripetitivi e privi di caratterizzazioni o interazione che dir si voglia. Sembrano proprio voler rimarcare l’enfasi proposta per i personaggi chiave. Anche per la giocabilità siamo rimasti a qualche anno fa; tutto semplicistico che fa della “presunta” varietà di guerrieri il proprio cavallo di battaglia, curandosi poco del resto. Il sonoro ricorda molto quanto udito per il precedente capitolo, musichette veloci, “leggere” e mix tra techno e sonorità giapponesi; non dispiacciono ma non aiutano ad immedesimarci in quest’avventura ai confini del tempo in un universo medievale parallelo al nostro. I dialoghi, in giapponese, per quello che possiamo capirci sembrano calzanti ma non masticando la lingua dovremo spesso “distrarci” con i sottotitoli in inglese a video.

La lunga marcia

Dicevamo…cocktail di mitologia e culture di vari periodi, dagli ellenici al Giappone feudale. Tutto ciò potrebbe portare a pensare che anche il nostro incedere incappi nei diversi stili architettonici ma non è così; le arene sono piuttosto scarne e anche l’avventura del manipolo di eroi che sceglieremo si conclude sempre con lo spostamento verso i vari punti con in nemici principali ove dovremo farci largo con la pressione dei vari tasti di attacco per osservare gli effetti speciali delle combo eseguite dai protagonisti. Anche premendo casualmente X o Y, non avremo particolari problemi a continuare; le orde avversarie ci sovrastano come numero, non come intelligenza ma basta premere i tasti per incedere, senza strategie o tattiche particolari. È divertente nell’immediato ma a lungo andare, il gameplay è abbastanza identico a sé stesso, monotono per quanto ricco di esplosioni o situazioni spettacolari. La possibilità di combinare magie ad attacchi e abilità oltre che il crafting delle armi forse non è più all’altezza dei tempi, nonostante sia musou in piena regola. Questo relativamente all’opzione più interessante, la Storia. La modalità Infinity ci mette contro infinite ondate nemiche senza un limite in modo da raggranellare “oggetti” via via più potenti. Idem per la Challenge Mode che con modifiche ai Tesori Sacri permette agli eroi di utilizzare armi non appartenenti alla propria tipologia. La verve in più arriva dalla modalità cooperativa sia online che offline, che indubbiamente aggiunge ore di divertimento extra grazie alle alchimie dell’utilizzo di un compagno amico.

Scomodare i miti

Gameplay vecchiotto e comparto tecnico idem. Titolo godibilissimo per chi non ha mai approcciato un musou o chi ama perdersi tra armi, armature e combattimenti “leggeri”, immediati, senza perdere troppo tempo dietro (assurde) combinazioni di tasti da imparare per procedere nella serie di scontri. Purtroppo è da ormai diverso tempo che la formula è utilizzata e vorremmo qualcosa di nuovo sotto il sole, non un prodotto venduto a prezzo pieno che, volendo guardarlo dal punto di vista del gamer, altro non è che un qualcosa di poco più di un update. La ripetitività delle azioni da compiere (premi X, Y e a turno gli altri tasti) cosi come dei paesaggi e missioni varie che riconducono solo all’eliminazione dei nemici a schermo, “riducono” ulteriormente il voto. Consigliato ai più piccini e, come detto, a chi non ha mai giocato ai precedenti Warriors Orochi.

Pro

  • Tonnellate di armi, armature e personaggi
  • Molto longevo e immediato

Contro

  • Comparto tecnico e gameplay datati, molto ripetitivi
  • Trama pretestuosa ed effimera

VALUTAZIONE COMOPLESSIVA: 6,5

La recensione di Warriors Orochi 4 Ultimate è stata scritta e curata da FranX per GameStorm.it, pubblicata il 01-03-2020

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