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Recensione di Warhammer 40.000: Inquisition - Martyr

Titolo: Warhammer 40.000 Inquisitor -Martyr
Genere: Action RPG
Piattaforma: Xbox One
Sviluppatore: NeocoreGames
Publisher: BigBen Interactive
Data di pubblicazione: 23 agosto 2018

Van Helsing nello spazio?

Gli autori delle incredibili avventure del cacciatore di vampiri e del gioco di ruolo di re Artù impostano una nuova esperienza che fonde l’azione al genere RPG e la inserisce nel mondo di Warhammer 40000. Uscito in precedenza per PC, tocca a noi, possessori di console, provare a vestire i panni dell’Inquisitore.

Inquisitori a go go

Il titolo dice già tutto: saremo inquisitori. Dal buio periodo di qualche secolo fa, ci proiettiamo a un oscuro periodo tra diversi millenni nel futuro; cosa cambia? Gli esseri che dovremo purificare a partire dal mausoleo orbitante, l’astronave Martyr ubicata in qualche anfratto del settore Caligari. La trama è sostanzialmente racchiusa in quanto scoperto dopo la primissima missione che ci porterà attraverso il metallico relitto per fare pratica e spiegare a grandi linee il compito che ci attende nello spazio profondo: epurare i mutanti. E cosi nel quarantesimo millennio un uomo super potenziato, un dio, dopo una lunghissima guerra, viene indotto a una specie di coma e, grazie ai suoi immensi poteri psichici, impedire cosi a una razza aliena di soggiogare l’umanità. L’Inquisizione è un élite segreta, agli ordini di questo dio, con lo scopo di eradicare ogni eretico che minacci cosi l’autorità imperiale e annientare gli umani. Si, ovvio, abbiamo sintetizzato al massimo il concetto ma come scoprirete anche semplicemente impersonando una delle tre classi disponibili, si tratta di avanzare e annichilire tutto quello che si presenta al nostro cospetto con l’obiettivo ultimo di tenere la nostra razza al sicuro.

Malleus Maleficarum

Il martello delle streghe. Le megere, ora non ci sono più, ma nel 40000 ci sarà qualcos’altro e noi saremo la falange armata degli Inquisitori dell’Impero; abbiamo da scegliere il nostro ordine di provenienza (Hereticus, Xenos o Malleus) e quindi vivremo come un crociato, un assassino o uno psionico. Cosa non si fa per l’Imperatore! Dalla scelta iniziale verremo subito gettati nell’azione, sui ponti della Martyr, ove impareremo i rudimenti del nostro credo (cioè come si gioca) e dove possibile apprenderemo qualcosa in più sulle nostre missioni; la prima, infatti, è introduttiva e serve a presentare alcuni personaggi e a “creare” il nostro hub che si arricchirà via via. Se da principio sembrerà un banale clone di Diablo o Torchlight proiettato nello spazio, successivamente mostra un proprio carattere, il proprio taglio da action RPG che lo differenzia, senza mai, va detto, far gridare al miracolo o rinnovare i canoni del genere. Di cose da fare, sul ponte di comando, ce ne saranno moltissime, tant’è che si rischia di fare confusione tra crafting di armi, armature e abilità psioniche; va preso un po’ per volta. E’ vero che una volta sul campo si tratterà per lo più di avanzare e uccidere tutto quello che si può, la varietà d’azione è poca qualunque sia il tipo di missione seguita: ci si teletrasporta nell’area della galassia interessata, si scende in campo e si blasta tutto quello che c’è da uccidere/distruggere e nel frattempo su raccoglie ogni cosa disponibile per poi essere utilizzata/venduta/riciclata una volta rientrati in plancia, al sicuro sulla nostra nave madre. Le nostre classi di Inquisitore sono composte da tre sottoclassi con la propria fitta alberatura tipica del genere; per lo più sono skill passive che vanno associate all’armamentario da equipaggiare che è contraddistinto da una varietà esagerata, come i talenti sbloccabili. Fatte tutte le scelte e tornati sulle aree di battaglia, scopriremo il classico RPG d’azione tendente all’hack’n slash, con l’introduzione di un semplice sistema di coperture da sfruttare a seconda del personaggio interpretato, con lock-on su nemici più vicini che facilitano la trasposizione da mouse a joypad. Del resto si tratta di avventurarci lungo le mappe presenti ed eliminare ogni nemico ci si pari di fronte; avversari che al massimo ci inseguiranno per un po’, evitando di aggirarci o innescare tattiche particolari: baseranno tutto sul proprio numero o sulla potenza spropositata di alcuni mini boss presenti. Per agevolarci avremo quasi completa gestione della telecamera che però limita la visuale non potendone modificare l’angolazione, ma solo il livello di zoom o farla ruotare attorno a noi tentando di anticipare i nemici non appena scorti sulla mappa di gioco. Tornando ancora a bordo della nostra astronave possiamo optare per allenarci contro avversari sparsi in rete o accedere a missioni in cooperativa locale o online, con tre giocatori al seguito, per superare missioni parallele alla campagna principale; sono previste anche sessioni di sfide 1v1 o 2v2.

Martyr…io

Purtroppo il lato del gameplay non è l’unico rimasto indietro con i tempi; toccando anche gli aspetti più tecnici emergono alcune lacune forse frutto di poca ottimizzazione del porting da PC a console. Fingendo di sorvolare sui caricamenti estenuanti, per mappe non proprio enormi, il problema principale si manifesta a livello grafico, con cali di frame rate paurosi e blocchi di qualche istante che rovinano l’esperienza già minata da una ripetitività importante. La cosa buffa è che la perdita di fluidità non avviene soltanto alle prese con orde bestiali, quindi in presenza di un nutrito numero di elementi in movimento, ma succede anche durante micro sequenze di raccordo o banalmente ogni volta che verremo teletrasportati su una nuova area di gioco. Magagne grafiche che si riflettono anche sul design delle mappe, soprattutto in ambienti planetari che, risultando spesso confusi, creano impacci al gamer, magari bloccato su un’asperità da nulla nel bel mezzo di una violenta battaglia; si faticherà a distinguere ostruzioni strutturali dalle coperture. È forse questo l’aspetto che ci ha maggiormente infastidito poiché le zone di guerra non sono immense e le diverse connotazioni orografiche, i diversi elementi in movimento (cioè noi e i mostri) non godono sicuramente di qualità eccelse, sia a livello di stile che di dettagli grafici. Si poteva fare ovviamente di più; anche zoomando al massimo noteremo che il design non gode di particolari ricercati, gli alieni possono essere ritenuti simili tra loro, seppur differenziati da grandezza e foggia differente, ma nulla che ci tolga dalla testa la sensazione di un titolo fatto con lo stampino che protrae (gli stessi) elementi per tutto il gioco. Fortunatamente il comparto audio è migliore, la colonna sonora è decisamente più accattivante e stentorea; soprattutto l’inizio è degno della nostra raccolta musicale da ascoltare e riascoltare. Dialoghi (in inglese) convinti e, nonostante le frasi ripetute alla noia dell’Inquisitore (fight fire with fire su tutte), non possiamo lamentarci ulteriormente del sonoro, sicuramente aiutato, come detto dalla traccia di apertura del nuovo capitolo di Warhammer 40000.

Fight fire with fire

Inutile negarlo, troppe sono, a nostro avviso, le lacune del gioco che venduto a prezzo pieno mette in mostra maggiormente i propri difetti. Ci aspettavamo un titolo più curato, non un prodotto che, tecnicamente, fa l’occhiolino a un gioco indie (in cui affondano le radici degli sviluppatori). Se Van Helsing poteva godere di luce propria, cosi non si può dire per questa nuova incarnazione del mondo Warhammer 40000 che tenta di miscelare elementi alla Diablo e Torchligt, ma lo spazio che proprio che si ritaglia è forse solamente dovuto al marchio del quale è l’ultimo capostipite. È vero che è giocabilissimo, si apprende facilmente e se ci si crede si può godere di un’ottima sezione dedicata al crafting e alle transazioni, ma è terribilmente ripetitivo qualunque sia il tipo di missione. E alla fine torniamo all’aspetto grafico che avrebbe fatto colpo qualche anno fa ma ora si perde nel mare magno delle produzioni action RPG e non ne esce se non annaspando tra i flutti dello scadente frame rate. Se siete appassionati acquistatelo, altrimenti…

Pregi

  • buona colonna sonora
  • molto giocabile e longevo…

Difetti

  •  …ma ripetitivo, con caricamenti lunghissimi
  • engine grafico datato e in alcune occasioni perde colpi
  • funziona solo connessi alla rete

VALUTAZIONE COMPLESSIVA: 6,5

La recensione di Warhammer 40.000: Inquisition - Martyr è stata scritta e curata da FranX per GameStorm.it, pubblicata il 09-09-2018

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Warhammer 40.000: Inquisition - Martyr

  • Immagine della copertina del gioco Warhammer 40.000: Inquisition - Martyr per Xbox One
  • Data di uscita:
    23-08-2018
  • Categoria:
    strategia
  • Disponibilità per:
    PS4 XONE
  • Popolarità:
    0 %

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