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Recensione di Saints Row: The Third Remastered

Titolo: Saints Row The Third Remastered
Genere: Open world
Piattaforma: Xbox One
Sviluppatore: Volition
Publisher: Deep silver
Data di uscita: 22 maggio 2020

GTA o Mafia?

Chi non hai mai tentato di confrontarlo con i due mostri sacri del genere? È meglio di o è peggio di? Forse GTA gioca partita a sé stante, per il resto ogni paragone ci sta negli occhi di chi…paragona. Ognuno avrà il proprio vinto e vincitore; noi proveremo a capire se questa versione remastered ha un senso oppure no.

Old gen

La trama è sempre quella di una decina di anni fa che vede i Saints a capo di un vero e proprio colosso mediatico, osannati come star mondiali. Nonostante fama e popolarità non manchino decidono di rapinare la banca della città e da lì tutto va a rotoli, sconfitti dalle forze speciali e imprigionati. Inizia così il nuovo vecchio terzo capitolo della serie. Tranquilli, emergeranno subito i dettagli del fallimento e della repentina incarcerazione; dietro tutto c’è una nuova potente organizzazione criminale, la Syndicate, capitanata dal boss francese, ehm pardon, belga Philippe Loren e arricchita dalle diverse fazioni criminali presenti a Steelport come i Morning Star, i Luchadores, gli STAG o i Dekers. Proporranno ai nostri “beniamini” di cedere parte delle attività e introiti per proteggerli; naturalmente il diniego sarà secco e le reali vicissitudini dell’iniziale trio inizieranno proprio a bordo dell’aereo dei Syndicate. Il nuovo inizio sarà difficile e ci vedrà via via raccogliere membri strampalati e affettati come il più vecchio “pimp” della città o un colorato luchador; ognuno con la propria strampalata storia alle spalle e i suoi personali motivi di rivalsa: tutto fa brodo per il leader dei Saints. Sempre in ottica trama, ci sarà il filo conduttore della sconfitta dei criminali e nuovo regno per i Third Street Saints che ci vuole in cima alla piramide e per farlo dovremo imbatterci in numerosissime missioni secondarie, una più fuori di testa dell’altra, per guadagnare rispetto e denaro, naturalmente.

(qual)cosa è cambiato

Di sicuro, però, non il gameplay. Per quello siamo rimasti fermi a tempo fa, con una city ai nostri piedi, letteralmente da conquistare sottraendola al dominio delle tre fazioni antagoniste. Scopriremo una città pulsante, molto viola, e con una mappa carica di numerosi punti d’interesse ove possiamo andare per reclamare la nostra fetta di bottino, acquistando attività o sconfiggendo la gang locale. Come in passato saranno numerosi i mezzi per raggiungere il luogo prefissato e in molte occasioni ci sposteremo come si faceva un tempo, asfaltando tutti e tutto, come fossimo ripiombati in Carmageddon. Il gioco è rimasto politicamente scorretto e non si pagherà dazio se sbattiamo le vecchiette fuori dall’auto o investiamo inermi pedoni. È fatto cosi, delirante e fuori di testa apposta. Siamo liberi di fare quello che vogliamo e gli automezzi a disposizione ce lo permettono, anzi, sono fatti apposta per sconquassare le strade (o i cieli). La guida è immediata, serve un po’ la mano per i veicoli aerei, per il resto risulta tutto molto immediato. Ci si sposta di missione in missione facendo più danni possibili alle cose o persone o (finti) alieni e in più si guadagnano punti “rispetto”. Purtroppo alcune manovre non sono fluidissime e girarci e prendere la mira richiederanno istanti preziosi per la nostra vitalità; forse sono rimaste movenze un po’ troppo macchinose in alcuni frangenti come l’essere circondati e faticare a mirare ai vari aggressori per via della legnosità della telecamera. Quello presente in più, qui e adesso sono i DLC emessi in seguito, come il b-movie sugli alieni (Gangstas in Space) o il fuori di testa Genkibowl VII oltre al terzo che non vi diciamo per tenere un po’ di suspense. Come per le macchine, anche il parco armi è ampio e variegato; annovera tutte quelle classiche con aggiunte di mezzi d’offesa futuribili o improbabili tra oggetti sessuali giganti o spara api o, ancora, lancia polpi per il controllo della mente. In fondo siamo facilitati a fare tabula rasa anche per via dell’I.A. obsoleta che tende ad ammassare (anzi, assembrare, visto il periodo, è la parola corretta) nemici nello stesso punto. Ci si diverte senza ombra di dubbio, però ci sono alcune situazioni intricate che non vengono risolte al meglio per via di compenetrazioni impossibili o hit box non precise.

Cosa è cambiato

La grafica. Si, si siamo brutali e diretti. È cambiato solo quello, con un restyling e rimessa a nuovo delle texture che rivestono ogni scheletro digitale, dalla città alle cose e ai personaggi. Però, è bene chiarire, non raggiungiamo di certo il livello di dettaglio e pulizia degli ultimi giochi: si notano subito certi particolari squadrati o parti di design “semplicistici”. Sono stati introdotti nuovi effetti luce, meteo che varia dinamicamente e rinfrescato praticamente tutto per adattarlo il più possibile all’occhio moderno, ma la base è sempre quella. Stupende le esplosioni, molto curate, come detto, le situazioni metereologiche o gli effetti volumetrici luminosi (ci sono piaciuti in particolar modo i neon) ma il dettaglio dell’ultimo GTA (giusto per fare nomi) è tutt’altra cosa. La metropoli è viva, accesa di notte nei vari colori (violacei) e disturbata anche da tuoni e fulmini; certe statue mostrano cromature prima sconosciute però si paga dazio con numerosi bug o crash del sistema: una volta su tre abbiamo dovuto resettare l’xbox poiché impallata. Non ricordiamo se in passato succedeva lo stesso, ma questo può essere evidenza di un’ottimizzazione dell’engine fatta non al meglio; abbiamo parecchie situazioni con un numero elevato di gente ed esplosioni contemporaneamente a schermo ma se la struttura è medesima con “incollate” sopra le nuove textures, come può succedere? Relativamente ai cambiamenti, non ricordiamo la colonna sonora del Saints Row: the Third originale, tuttavia quella presente in QUESTO Saints è davvero stupenda, con alcune pietre miliari della musica ed altri numerosi brani di varia natura, dal rap al metal davvero importanti. Meriterebbero tutti di finire nella nostra collezione di mp3 personale.

Minestra riscaldata?

Ok, ok, forse usiamo parole forti, pero’...ne sentivamo il bisogno? Certo, il terzo episodio è forse stato il più riuscito, quello che ha preso una propria impronta, ma riproporlo nuovamente adesso anche se rinfrescato nell’aspetto non ci scalda il cuore più di tanto anche se sembra meno plasticoso che la precedente versione. Divertente, anche se con meccaniche in alcuni casi ancora legnose, non all’altezza di tempi moderni; caustico e scorretto (per i temi e le azioni proposte). Colonna sonora senza tempo; inoltre chi l’ha già provato non avrà nuovi stimoli e, per finire, imperfetto, funestato da alcune pecche grandi e piccole. In un periodo asfittico come questo ci sta anche, anzi, è il benvenuto perché ci permette di spassarsela alla leggera, ma fosse uscito in tempi meno “bui” l’avremmo apprezzato lo stesso? Chissà…

Pro

  • Completo di DLC, molto longevo
  • (molto) fuori di testa e “leggero”
  • Colonna sonora strepitosa

Contro

  • Il peso dell’età si vede e chi lo ha già giocato non ha nulla in più da scoprire
  • Parecchi bug

VALUTAZIONE COMPLESSIVA: 7

La recensione di Saints Row: The Third Remastered è stata scritta e curata da FranX per GameStorm.it, pubblicata il 16-06-2020

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