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Recensione di One Piece: Pirate Warriors 4

Titolo: One Piece Pirate Warriors 4
Genere: musou
Piattaforma: Xbox One (versione testata), PlayStation 4, Nintendo Switch 
Sviluppatore: Omega Force
Publisher: Bandai Namco
Data di pubblicazione: 27/03/2020

Vecchie conoscenze

Il mese scorso gli Omega Force, hanno rilasciato sempre il numero 4, ma della serie Warriors Orochi. Per noi fu il classico compitino fatto per strappare una sufficienza. Tornano alla carica col nuovo musou al servizio della rinomata creazione di Oda, One Piece, la saga piratesca delle imprese di Cappello di Paglia che ha visto i natali nelle più disparate opere e trasposizioni videoludiche. Andiamo a vedere se rispetto al crossover “alternativo”, gli sviluppatori, hanno tirato fuori dal cappello un bel coniglietto bianco.

Da Alabasta a Wano Country

Con gli episodi stanno per raggiungere quota mille gli sviluppatori hanno però deciso di soffermarsi su alcuni archi narrativi in particolare, probabilmente per restare su personaggi e storie più conosciute (e più amate, come quella di Barbabianca ed Ace). Inutile ricordare che assisteremo a una summa di eventi ripercorrendo solo i momenti più salienti delle diverse narrazioni; non è previsto il background che ci fa conoscere i numerosi personaggi con i quali intrecceremo le nostre vite o li utilizzeremo. Chi ha familiarità con l’opera si troverà sicuramente avvantaggiato e opterà per le proprie preferenze. Come avremo modo di vedere, la storia la perdiamo un po’ per strada a causa dei numerosi intermezzi non sempre “agili” ma pieni di scambi di vedute che in alcuni casi non proseguono automaticamente ma dobbiamo interagire per continuare lo spiegone. Morale, a parte i video che riprendono le vicissitudini apprezzate nell’anime, il resto lo abbiamo sempre saltato. Non ci siamo persi nulla riguardo il motivo della riproposizione della saga da Alabasta in poi; si tratta solo dell’ennesimo pretesto per scendere in campo e spazzar via più nemici possibile con i numerosi eroi di One Piece.

Warriors Orochi

Sorpresi? Noi un po’ meno; poco tempo fa è stata la volta dell’ultimo musou e ora quasi fosse stato fatto un cut&paste del genere, arrivano anche le nuove fatiche della ciurma di Cappello di Paglia. Anche in questo caso il titolo è visto in ottica appassionati, sia del genere che del manga, con parecchi contenuti, diverse opzioni ma avente solo un unico comune denominatore: è già stato visto e fatto. Come per tutti gli altri, la giocabilità è immediata ed è sufficiente alternare i tasti predisposti agli attacchi per innescare le combo e le mosse speciali che possono (e devono) essere perfezionate e migliorate tramite un enorme albero delle abilità e della crescita dei personaggi. Gli upgrade, incrementabili con i Berry (moneta del gioco) e le medaglie raccolte si dividono in un’alberatura comune a tutti i personaggi e due ulteriori mappe dei talenti, per ogni pirata che utilizzeremo. Si prosegue con la curiosità di provare le caratteristiche dei conosciuti personaggi e testarli in corso d’opera. Le missioni ci porteranno a perlustrare tutte le mappe senza aggiungere varietà nelle stesse che non sia spazzare via i nemici. Alla lunga da assuefazione, però; è come se ci venisse la voglia di far diventare blu ogni area rossa. A differenza di Warriors Orochi 4, il titolo sembra un po’ più ispirato e più ricco di dettagli nonostante il gameplay non offra sfumature che non siano l’abbattere gli avversari. Sarà il fatto di poter usare tutti gli amati beniamini di One Piece, sarà perché il sistema di combattimento sembra più raffinato e offra un’azione veloce e varia nonostante le tonnellate di nemici privi di intelligenza che ci attaccheranno sfruttando solo il gran numero. Attaccando i vari mariuoli, siano essi della Marina o dei pirati, riempiremo le differenti barre idonee a scatenare gli attacchi speciali e creare una coreografia di super mosse letali. Spesso salta fuori un Capo “qualcosa” da sconfiggere (poca roba), o qualche nemico più classico e più tosto, che potremo agganciare e malmenare finche’ scudi ed energia non saranno ridotti a zero.

Per un pugno di Berry

Mantenere il lock on sugli sgherri più tosti comporterà molte volte la perdita dell’inquadratura, specie a ridosso di muri. Le lacune della telecamera si erano già viste in Warriors Orochi 4 e purtroppo non sembra essere stato fatto nulla per ottimizzarne la gestione. Più in generale siamo sempre in leggera sofferenza per i movimenti della visuale che vanno ritoccati spesso e non sempre focalizzate sulla miglior resa possibile. Alcuni personaggi, come Usopp, avranno inquadrature peggiori e di più difficile correzione: bisognerà spesso agire sullo stick destro per aggiustare il tiro. Motore grafico, oltre al problema della visuale non lamenta altre magagne. Nonostante compaiano tonnellate e tonnellate di persone in movimento, tutto gira fluidamente senza intoppi. I personaggi sono fedelmente riprodotti, ognuno con i diversi costumi, sbloccabili, in corso d’opera; il pacchetto mosse è vario e soddisfa anche i palati più critici. L’avventura di Ruffy (o Luffy o come lo si vuole chiamare) risulta piacevole e con un abbondante numero di coreografie, sempre restando in tema effetti speciali mantenendo sempre fede al fumetto/manga. A differenza dell’ultimo Warriors Orochi, godiamo di una interazione con in fondali molto maggiore e più appagante; saranno parecchie le strutture da ridurre in rovina riempiendole di colpi anche se i crolli non saranno qualcosa di particolarmente raffinato. Il doppiaggio…beh, quello è un’altra cosa. Sembra convincente, sembra, ma siamo limitati dalle nostre conoscenze in giapponese, pari allo zero.

Quel qualcosa in più

L’ultimo paragrafetto lo vogliamo dedicare ai diari “complementari”. Dicevamo: il Diario Narrativo è quello che abbraccia la storia narrata in questo titolo e ci permette di giocarlo in solitaria o in compagnia di amici in locale o sparsi per il mondo. A questo si affiancano il Diario Libero che ci fa riprovare le stesse cose viste precedentemente con la possibilità di utilizzare ogni personaggio sbloccato, in estrema libertà anche d’ordine. E poi c’è il Diario del Tesoro con scenari graduali e missioni re-inventate; l’uso del gioco online, qui è ambiguo in quanto molto poche ci daranno la facoltà di ingaggiare battaglie in quattro compagni contemporaneamente, con la maggior parte di esse immaginate per la coppia.

Tutti all’arrembaggio

Volendo fare alcune concessioni, ci è piaciuto più di Warrior Orochi, l’”antagonista” della stessa software house. Sarà il feeling diverso o l’implementazione che seppur vecchiotta sembra più divertente; sarà perché One Piece è più apprezzato. Il gioco, nonostante sia estremamente ripetitivo, non si fa fatica a portare avanti, nonostante alcune limitazioni tecniche (qualcuno ha detto telecamera?). Adatto ai fan, adatto a chi approccia al mondo dei musou per la prima volta o ai piccini; potenzialmente adatto a chi vuole occupare parecchio tempo, chiuso in casa, per dimenticare un po’ gli affanni del maledetto virus che sta impestando la nostra amata penisola.

Pro

  • Giocabile e divertente come al solito
  • Crescita dei personaggi interessante

Contro

  • Ripetitivo, datato e caricamenti lunghi
  • Telecamera “complicata”

VALUTAZIONE COMPLESSIVA: 7,5

La recensione di One Piece: Pirate Warriors 4 è stata scritta e curata da FranX per GameStorm.it, pubblicata il 06-04-2020

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