Titolo: Ash of gods: Redemption
Genere: RPG a turni
Piattaforma: Xbox One
Sviluppatore: AurumDust
Publisher: AurumDust
Data di pubblicazione: 31 gennaio 2020
Richiami visivi di un pregevole rpg indie se ne vedono fin dalle prime scene e riportano alla mente ambientazioni norrene. Gli sviluppatori di questo nuovo gioco di ruolo sono russi: restiamo sempre in terre fredde, nordiche e dure. Sarà diverso il taglio dato a questa nuova epopea fantasy? scopriamolo
Un oscuro medioevo, dominio di vichinghi, maghi, cavalieri e dei è sconquassato dalla Mietitura; un’ecatombe devastante causato da divinità (mai) dimenticate che hanno messo in scena un genocidio senza precedenti. Nella cittadina di Albius, apparve il Mietitore, cancellando quasi per intero la popolazione e cambiando per sempre la vita di Thorn, di sua figlia Glenda e, purtroppo anche della moglie. Altri Mietitori fecero la loro comparsa nelle terre di Terminus con esiti altrettanto catastrofici. L’inizio fu rapido e pochi esseri potranno (tentare di) opporsi e, anche tra quel manipolo di eroi ne spiccheranno di particolari ma in alcuni casi la loro morte potrà essere definitiva, nonostante la storia vada avanti. La trama è banalmente sintetizzata in poche righe che racchiudono la sostanza di quello che troveremo ad affrontare una volta fatto partire il gioco con personaggi che scopriremo solo progredendo ma la troppa verbosità dei dialoghi tenderà a farci saltare il più possibile per lanciarci nell’azione e sicuramente ci perderemo conversazioni che potranno rivelarsi utili: il titolo è stracolmo di bivi e situazioni che vengono innescate durante le chiacchierate. Magari prestando attenzione a non premere troppo velocemente sulla “A” del joypad, anche non se ne potrà fare a meno; la voglia di azione prevarica noiose letture delle interazioni fra le persone.
Nonostante abbiamo messo “dialoghi” per ultimo, la cosa che ci ha maggiormente (infastidito) colpito sono proprio le conversazioni. Esasperanti, prolisse e non evitabili totalmente; purtroppo molte di loro indurranno a bivi, comportamenti etici e morali differenti a seconda della nostra scelta. Come approccio avrebbe potuto rendere bene ma sono troppo invadenti, a nostro avviso; dopo un paio d’ore abbiamo iniziato a scegliere qualcosa di consono alla nostra personalità ma, forse, ben lungi dal capire (e leggere) appieno ciò che ci si poneva di fronte. La storia, per quanto semplice, piacevole come concetti iniziali prende subito una brutta piega, sia per via degli eventi narrati che forse alla verbosità di quanto detto. Abbiamo però potuto apprezzare, se non altro, il taglio grafico conferito al titolo; per dirla alla moda, sembra di sfogliare una visual novel. Piacevolissimo il design voluto dagli sviluppatori, molto fumettoso, artistico in certi versi nonostante risulti semplice e privo di particolari orpelli grafici, tipici dei giochi AAA. Per alcuni versi sembra essere tornati alle prime avventure testuali, con grafica semi fissa di sfondo e dinamiche ben lontane dall’esasperata frenesia dei tempi moderni. Dicevamo, grafica piacevole, storia altrettanto (fatte le opportune considerazioni) e mappa enorme nonostante non sia liberamente esplorabile e molti percorsi prima o poi si ricongiungono in uno, principale. Cosi come la quest principale e quelle secondarie; da portare a termine sicuramente con la favella, condita da una buona dose di sessioni cappa e spada fantasy.
Ogni cosa andrà ponderata, ragionata all’ennesima potenza; dal consumo delle pietre magiche (Strix) alle scelte da fare, anche se apparentemente banali perché avranno un peso nella storia. Nonostante abbracci più personaggi, è naturale ribadire il concetto già espresso che alcune morti non sono recuperabili e i combattimenti, a turni, ove in molte situazioni ci troviamo a destreggiarci tra nemici più numerosi di noi, faranno propendere l’ago della bilancia verso premature dipartite. Per fortuna si può configurare il livello di difficoltà e delle stesse battaglie, automatizzandole, ma mai rendendole più veloci perché’ ad ogni mossa va bilanciato il consumo di energia e vitalità. (noia) Per rendere più interessanti i combattimenti e la strategia gli sviluppatori hanno introdotto le Carte da Battaglia, schierabili in cinque per volta, caratterizzate da un mix di bonus e malus di cui dovremo farci carico. Siamo ben lontani dalle pugne furiose e dinamiche degli rpg di più nuova concezione; obiettivamente non sentivamo la mancanza di un gioco di ruolo cosi pedante, ponderato e da studiare prima di poter apprezzarne le velleità. I dialoghi prolissi, tediosi aiutano poco; l’unico aspetto che ci ha piacevolmente colpito è la colonna sonora che non sfigurerebbe nemmeno su titoli più “altolocati” e di massa; epica con richiami che sconfinano in sonorità celtiche e fortunatamente non annoiano mai. Ci sarebbe inoltre la sessione dedicata il gioco online ma, cavolo, il sistema di turni è già noioso cosi di per sé…
A nostro avviso è poco adatto ai tempi moderni; lezioso, lento e con dinamiche di troppo tempo fa può far storcere il naso a chi è alla ricerca di un prodotto da prendere e usare subito. La trama matura le ottime musiche e la grafica semplice ma piacevole, aiutano a digerire meglio il gioco che trova nella verbosità dei dialoghi uno scoglio per molti difficile da superare. Sicuramente i puristi, i tecnici dei gdr a turni apprezzeranno Ash of gods: Redemption; gli altri e’ meglio che virino su altri lidi. Non potevamo, però, non apprezzare lo sforzo tentato da questo indie game dando un voto d’incoraggiamento.
La recensione di Ash of Gods : Redemption è stata scritta e curata da FranX per GameStorm.it, pubblicata il 25-02-2020
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