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Recensione di Tom Clancy's Rainbow Six: Vegas 2


Titolo: Rainbow Six Vegas 2
Piattaforma: Xbox 360
Genere: FPS Tattico
Sviluppatore: UbiSoft
Publisher: UbiSoft
Data di uscita: 20-03-2008

Circa sedici mesi dopo aver potuto assistere al deludente finale di Rainbow Six Vegas, ci viene data l’opportunità di presenziare (e partecipare in prima persona, grazie alla potenza dei videogiochi) a quanto la fervida mente di Tom Clancy ci ha riservato in quella che sulla carta sembra essere la naturale prosecuzione del precedentemente menzionato gioco, proprio per il titolo che sfoggia in copertina: Rainbow Six Vegas 2 (d’ora in poi sintetizzato R6V2).
In realtà i fatti narrati non cominciano laddove erano stati interrotti coi titoli di coda del prequel, bensì cinque anni prima nel periodo dello storico incontro tra Bishop e Keller, per proseguire quindi attraverso i blitz volti a sconfiggere i soliti gruppi terroristici a cui ci ha abituato la serie R6.
All’inizio di questa nuova avventura vestirete i panni di Bishop, a cui sarete tenuti a dare un volto (tra i pochi disponibili) negli istanti iniziali di approccio al gioco, così come dovrete sceglierne l’equipaggiamento e la tipologia di mimetizzazione.
Dopo questa fase preliminare di definizione della vostra controparte videoludica potrete immergervi immediatamente nelle varie modalità di gioco presenti, tra le quali figurano la campagna, la caccia ai terroristi e le sfide multiplayer.


 

In campagna

La campagna in single player, nonostante la vera essenza del gioco sia quella delle sfide online, si rivela piuttosto curata e longeva, grazie a una esperienza di gioco che vi terrà impegnati per una giornata lavorativa (le canoniche otto ore).
Già dalle prime pressioni del grilletto vi renderete conto come il gameplay sia rimasto praticamente immutato dalla scorsa apparizione su console: le uniche novità degne di nota sono il pulsante dello scatto e il sistema di acquisizione punti ACES. Il primo altro non è che la possibilità di far percorrere rapidamente brevi distanze al vostro avatar, ma non deve assolutamente essere interpretato come un metodo per rendere il gioco più arcade (o meno realistico), bensì si tratta di un utile strumento per raggiungere un riparo nel più breve lasso di tempo possibile, tentando di minimizzare il rischio di essere ridotto come una forma di Emmenthal, e quindi riprendere a distribuire piombo così come eravate abituati. Vi accorgerete, infatti, di come tale tasto vada utilizzato con estrema cautela, esattamente come la serie PES ci ha insegnato a fare con l’analoga funzione.
Maggiore attenzione merita il sistema di attribuzione dei punti esperienza ACES (Advanced Combat Enhancement and Specialization), che prendono nota delle vostre prestazioni non solo quantitativamente, bensì anche qualitativamente. Esistono infatti tre categorie, ciascuna suddivisa in venti livelli, in cui potrete progredire avanzando di grado, sbloccando nuove armi e potenziamenti fra le esistenti e, grazie ai punti esperienza, anche protezioni e nuove mimetiche.
La prima di tali categorie è stata battezzata Close Quarter Battles, per la quale dovrete destreggiarvi nelle sparatorie a corto raggio, uccidere nemici cogliendoli alle spalle, colpire terroristi sparando alla cieca da dietro un riparo e così via. La seconda prende il nome di Assault, per la quale sarete tenuti (come suggerisce il nome stesso) ad assaltare i nemici appostati utilizzando esplosivi, trapassarli sparando attraverso le sottili pareti di legno e così via. La terza (e ultima) si chiama Marksman e richiede che vi destreggiate in difficili colpi alla testa e uccisioni dalla distanza con il fucile da cecchino.
La novità riguardante tale sistema di acquisizione di punti è che, nel caso di un progresso in una delle modalità presenti (ad esempio proprio la campagna in single player), tali avanzamenti nella carriera saranno disponibili anche in tutte le altre, compreso l’online.
L’ultima novità di rilievo consiste nella scomparsa del radar posto in alto a destra, sostituito da un sistema a scansione che tuttavia avrà durata limitata, quindi dovrà essere utilizzato con il contagocce. Rimane, disponibile, invece, la mappa tattica, con indicati i nemici individuati dai vostri commilitoni.

 


 

Solo in due

La campagna, tuttavia, non è fatta solo di single player, bensì potrete essere raggiunti da un vostro amico giocante ad affiancare gli altri due gregari. Purtroppo qui si nota il passo indietro rispetto al prequel, in cui il numero di giocatori che potevano partecipare era quattro, ma è stato necessario per non essere costretti a penalizzare la qualità grafica del gioco come invece avveniva un anno e mezzo fa.
Un altro grave difetto lo si nota nel ruolo che ricopre il secondo giocatore, il quale non avrà nessuna possibilità di interagire con i due soldati controllati dalla CPU, nemmeno in caso di morte del giocatore principale. Tale difetto lo si sarebbe potuto evitare perlomeno consentendo al secondo giocatore di assumere ad interim le veci dell’host, oppure almeno suddividendo equamente i subordinati tra i due giocatori.
Va detto che a parte il sistema di acquisizione punti la campagna non offre nulla di nuovo rispetto a quanto avevamo apprezzato l’anno scorso, e se questo è tutto sommato un bene (in quanto non è stato stravolto un gameplay perfettamente funzionante), bisogna comunque confessare che dopo quasi un anno e mezzo di astinenza ci si aspettava qualcosa in più.
La modalità caccia ai terroristi si distingue invece per l’estremo senso di sfida che riesce a trasmettere: scelta la mappa entro cui operare, la quantità di nemici da abbattere e il livello di difficoltà, vi troverete nuovamente in mezzo alla mischia (da soli, con tre soldati governati dalla CPU o con tre amici) a distribuire piombo ai vostri oppositori. Anche qua, tuttavia, non mancano i difetti, questa volta legati al modo in cui vengono proiettati i nemici sul campo di battaglia: vi accorgerete, infatti, che talvolta sarete abbattuti da nemici che vi erano “sfuggiti” giusto dopo aver ripulito una certa area, in quanto nascosti chissà dove. In realtà non si erano nascosti mentre voi eravate intenti ad abbattere chiunque occupasse una certa stanza, bensì semplicemente non esistevano e sono comparsi a causa del respawn, sistema scelto per far apparire i terroristi, scelta che penalizza un tantino il realismo dell’esperienza di gioco.

 


 

La vera essenza del gioco

Ma la vera essenza di questo titolo è la modalità multiplayer, grazie alla quale la longevità si dilata a livelli inimmaginabili. Avrete a disposizione una dozzina di mappe (tra cui alcune riciclate da vecchi episodi), tutte ben studiate e capaci di offrire un adeguato numero di accessi alle varie aree in modo da rendere l’esperienza ludica sempre unica.
Sono presenti inoltre un paio di nuove modalità: Demolition e Team Leader. La prima consiste nel piazzare una bomba in un predefinito luogo, impedendo inoltre alla squadra avversaria di disinnescarla. Nella seconda invece viene eletto un leader per ciascuna squadra, la cui uccisione causa l’impossibilità di rinascita ai compagni di squadra. Il leader, tuttavia, è dotato di un notevole potere in quanto ogni uccisione effettuata per mano sua è definitiva (quindi non si rinasce dopo essere stati abbattuti da lui) e, nel caso in cui raggiunga il punto di estrazione prestabilito, aggiudica alla sua stessa squadra la vittoria.
Se dal punto di vista del gameplay, questo R6V2 si dimostra comunque all’altezza del suo nome, bisogna tuttavia dire che dal comparto grafico ci si aspettava qualcosa in più: è vero, si notano delle textures maggiormente curate e alcuni miglioramenti grafici, i personaggi sono ben realizzati, così come le loro animazioni, è aumentato il livello di interazione con le ambientazioni (ora anche più varie, includendo zone industriali, magazzini, teatri...) ma va altresì detto che i civili peccano in dettaglio grafico, le ambientazioni e i fondali potrebbero essere realizzati meglio, si notano alcuni rallentamenti e la sparizione dei cadaveri è un mancato tocco di classe che poteva essere davvero evitato. In sostanza, il livello grafico non è migliorato sensibilmente da quanto mostrato dal prequel, che già un anno fa non si collocava certo ai massimi livelli.


 

AI scarsa

Anche l’AI dei personaggi non giocati è non propriamente perfetta: giusto per fare alcuni esempi, vi accorgerete come i vostri gregari vi spingano se vi trovate sul loro tragitto, così come i nemici si mostrino talvolta ben piazzati, nascosti dietro a ripari che li rendono particolarmente ostici da abbattere, così come altre volte si lasceranno sorprendere in piedi in attesa di essere crivellati dal vostro mitragliatore, o possono non accorgersi che vi state calando con la corda nel centro di una stanza, appoggiando i piedi a un paio di metri di distanza da loro.
Il sonoro, invece, si compone di ottimi effetti e di musiche che enfatizzano opportunamente le fasi di gioco. Una maggiore attenzione poteva essere rivolta al doppiaggio dei personaggi, spesso protagonisti di ripetizioni anche fastidiose.
In conclusione questo Rainbow Six Vegas 2 si rivela certamente un titolo appagante grazie al gameplay collaudato e perfettamente funzionante, ma ci si aspettava certamente qualcosa di nuovo dopo una pausa di riflessione durata quasi un anno e mezzo.
In ogni caso è un gioco da avere sia per gli appassionati del genere, sia per i neofiti.

PAGELLA


Gameplay: 8

Un gameplay vincente non si cambia. Questa deve essere stata la parola d’ordine detta e ripetuta durante tutta la fase di sviluppo di questo R6V2, che ha portato a un altro titolo appagante, ma privo di novità.

Sonoro: 8

Il sonoro è all’altezza del nome del prodotto, con musiche capaci di enfatizzare le varie fasi di gioco, ma con doppiaggi dei personaggi secondari troppo ripetitivi.

Grafica: 7

Il livello grafico non è migliorato sensibilmente da quanto mostrato dal prequel, che già un anno fa non si collocava certo ai massimi livelli.

VALUTAZIONE COMPLESSIVA: 8

I quasi sedici mesi a disposizione non sono stati investiti opportunamente nel ricercare novità da apportare a un ottimo titolo, vanificando quindi la possibilità di avere tra le mani un vero capolavoro.



La recensione di Tom Clancy's Rainbow Six: Vegas 2 è stata scritta e curata da monsteruno per GameStorm.it, pubblicata il 20-04-2008

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Tom Clancy's Rainbow Six: Vegas 2

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