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Recensione di Skellboy

Titolo: Skellboy
Genere: Hack ‘n Slash
Piattaforma: Switch (Testata) / PC (non ancora disponibile in Italia)
Sviluppatore: Umaiki Games
Produttore: Umaiki Games 
Data di uscita: 30 gennaio 2020 (Switch), 2020 (PC)

Un eroe pelle ed ossa. Anzi, solo ossa. 

Umaiki Games è un piccolo team tedesco con ben sei anni di attività alle spalle. In questo lasso di tempo la squadra, composta da quattro ragazzi, ha messo in sviluppo “solo” quattro titoli. Si tratta di piccoli giochi dall’alto potenziale, certamente non privi di difetti, ma comunque in grado di stuzzicare le orecchie del videogiocatore medio, grazie ad un art-style spesso interessante, musiche coinvolgenti e idee (tanto in sede di trama e dialoghi, quanto in tema di gameplay) davvero ben concretizzate. 
Si tratta (o meglio, si tratterebbe, in quanto apparentemente ancora in fase di sviluppo) di titoli che, bene o male, ricalcano proposte già presenti sul mercato da diversi anni: Zirkonia, ad esempio, è un RPG con combattimento tattico a turni sulla falsa riga di Fire Emblem, mentre Santria parrebbe essere una moderna incarnazione del classico Earthbound. Tuttavia, i titoli in questione non sono ancora disponibili su alcuna piattaforma: immediatamente giocabile su Nintendo Switch, alla modica cifra di 20 euro, è invece Skellboy, il protagonista di questa review. Il titolo, in linea con gli altri proposti da Umaiki Games, sembra porsi come una combinazione di elementi già visti altrove: si tratta di un’avventura hack ‘n slash dalla grafica che strizza l’occhio a produzioni come Minecraft, Terraria e similari (pur proponendo inquadrature simili a quelle proposte dai classici Paper Mario su Nintendo 64 e GameCube) e dalla musica nostalgica e dal marcato sapore old, old gen. 

“Skeletons in your closeeet, Itchin’ to coome outsiiide” (-cit.)

Il sole sorge ancora una volta sul ridente regno di Cubold. La vita di tutti i giorni continua, imperterrita nel suo ripetersi pacificamente, finché un giorno, destinato a vivere nell’infamia, il mago di corte viene improvvisamente scaricato dalla principessa. Il suo cuore è spezzato, ma ancora perfettamente capace di provare rabbia: il mago, dunque, si coalizza con spiriti poco raccomandabili e, complici un po’ di arti oscure, decide di vendicarsi nel solo modo che conosce: riportando in vita i morti e lasciando che, insieme agli orribili mostri del passato, tornino ad infestare le terre di Cubold. Il mago, però, ha accidentalmente risvegliato un antico eroe di nome… Skippy. 
Il giocatore indosserà i panni dell’eroe dall’improbabile nome, attraversando il regno di Cubold e sfruttando l’innata capacità dei morti riportati in vita: non avendo esattamente bisogno di alcuna delle parti del proprio corpo, Skippy potrà “barattarle” con i cadaveri dei propri nemici, divenendo una vera e propria macchina di morte e distruzione al servizio del regno o, se il caso lo richiede, anche un sosia piuttosto decomposto della principessa. 
La trama di Skellboy è, prevedibilmente, piuttosto semplice, un mero pretesto per spingere il giocatore a proseguire nell’avventura. Quel poco che c’è, però, palesa un forte contenuto sarcastico, scherzoso, costantemente trasfuso in un tono tendente al demenziale edulcorato. I pochi dialoghi, disponibili via testo, non si prendono mai troppo sul serio e, anzi, scadono spesso e volentieri nella comicità spicciola ed infantile (come quando, ad esempio, verrà suggerito al giocatore che l’ingresso del primo dungeon è accessibile gettandosi a capofitto da una sporgenza tramite la ripetuta affermazione “DON’T. JUMP. DOWN.”) che, alla fin fine, è un po’ il guilty pleasure di chiunque sia intenzionato effettivamente a mettere le mani su questa tipologia di prodotto. Skellboy è, spesso e volentieri, self-aware. Finirà per rompere la quarta parete, gettarsi a capofitto nella comicità da due soldi e tentare, come può, di invogliare il giocatore a spingersi un po’ più avanti nell’avventura. E il bello è che, molte volte, ci riesce anche. 

“Questa mano po’ esse fero e po’ esse piuma. Oggi è piuma” (-cit.) 

La vera portata principale di ogni titolo indie è, ormai è risaputo, il gameplay. Considerato il budget ristretto con cui i piccoli team si ritrovano purtroppo a lavorare, è in quest’area che viene spesa la maggior parte delle energie al fine di creare un prodotto che sia il più interessante possibile, in grado di spingere il giocatore al suo completamento. In Skellboy, le premesse lanciate dalla trama si traducono, in sede di gameplay, in modo piuttosto interessante: Skippy può equipaggiare i resti dei nemici caduti in battaglia, ottenendo alcuni vantaggi tattici su alcune tipologie di nemici. Una volta indossata la testa del primo nemico incontrato nel gioco (lo Zomboid), ad esempio, tramite la pressione del tasto X il giocatore sarà in grado di ruggire. Sembra inizialmente una meccanica fine a sé stessa ma, se impiegata nel mezzo di un’orda di Zomboid ancora erranti, il ruggito li costringerà a rispondere a propria volta: ciò lascia l’orda nemica vulnerabile per qualche secondo, completamente scoperta e pronta a venire affettata dall’amorevole spada (o matita, o anche clava: nel gioco sono presenti più di venti armi diverse) brandita da Skippy. 
Proseguendo nel gioco, Skippy acquisirà ulteriori punti ferita, il che fortunatamente finisce per stemperare leggermente la tensione che accompagna le fasi iniziali di gameplay, durante le quali il giocatore ha a disposizione un solo punto ferita e, una volta colpito, verrà teletrasportato completamente guarito allo spawn-point più vicino, rappresentato da una lapide (pittoresco, nevvero?). Questo sistema di respawn si rivela, nelle fasi intermedie nel gioco, piuttosto frustrante. Se in fase avanzata sarà possibile tele-trasportarsi da una lapide all’altra per attraversare il vasto mondo di Cubold, nelle fasi intermedie, votate magari all’esplorazione, il giocatore rischia di addentrarsi in una data regione della mappa e cadere vittima di un NPC troppo aggressivo prima di aver raggiunto un nuovo spawn-point. Si aggiunga l’assenza di una mappa o anche solo di una mini-mappa nell’HUD ed è facile intuire come quella di Skellboy è una ricetta pronta a sfornare una gran quantità di frustrazione. 
Ciononostante, il titolo è piuttosto coraggioso nel fornire un mondo di gioco che, man mano, si apre maggiormente davanti agli occhi del giocatore. Skellboy appare, inizialmente, molto lineare e, col tempo, finisce per spaesare il giocatore. Il brusco cambio di marcia rende il gioco decisamente più appetibile, ma finisce per rendere le fasi iniziali di gameplay piuttosto blande, con il giocatore che finisce per ritenerle, magari, non necessarie o troppo restrittive, un po’ come un tutorial indesiderato. 

Art-Style che monopolizza il piccolo schermo di Switch.

Pur essendo una produzione indipendente, Skellboy si dimostra particolarmente curato dal punto di vista estetico. La costruzione degli ambienti, la scelta cromatica in termini di palette, l’uso di texture in pixel art combinato con uno shading tutto sommato efficiente restituiscono un mondo colorato, vibrante e dalle atmosfere vivaci. 
Il piccolo schermo di Nintendo Switch è, forse, il mezzo migliore possibile per fruire di titoli del genere: il mondo di Cubold gode dell’assenza di scalettature in modalità portatile, complice una risoluzione nativa coadiuvata da un leggero filtro Anti-Aliasing in post-processing. In modalità docked, il titolo non fa fatica a raggiungere la fatidica risoluzione nativa in 1080p, mantenendo questi livelli senza sacrificare troppo le prestazioni. Questo, almeno, nelle prime fasi di gioco, in cui la linearità del titolo non va a pesare esageratamente sulle componenti hardware della piccola ibrida di Nintendo. 
La situazione cambia drasticamente con il passaggio alle aree aperte: la vastità delle aree e il gran numero di nemici a schermo può causare frequenti e fastidiosi crolli nel frame-rate che, nel tentativo di mantenere il gioco fluido, si traducono in forti rallentamenti del gameplay. Si tratta di una soluzione non dissimile da quella già impiegata da altri sviluppatori nel remotissimo passato: a fronte di ritardi nell’elaborazione, si preferisce non impiegare il frame-skipping al solo fine di mantenere il frame-rate costante. I frame di animazione in ritardo, dunque, non vengono saltati, ma elaborati e mostrati comunque: è questo a causare il rallentamento del titolo in situazioni del genere. Sfortunatamente, non basta un comparto musicale davvero ben studiato, in grado di strizzare impunito l’occhio a diversi titoli per le gloriose ammiraglie degli anni ’80 e ’90, per risollevare le sorti del titolo: il comparto tecnico di Skellboy, per quanto inizialmente molto godibile, paga il prezzo di un’ottimizzazione non molto efficiente su Nintendo Switch. 

In Sintesi:

Skellboy è un interessante esperimento di Umaiki Games. Il titolo, disponibile sul Nintendo eShop alla modica cifra di 20 €, mette il giocatore nei panni di Skippy, antico eroe ormai morto, ma tornato in vita grazie ad un oscuro incantesimo che ha lasciato diverse creature non morte a vagare per il regno di Cubold. Sarà nostro compito riportare la pace nel regno, sconfiggendo le creature e ponendo fine alla folle risurrezione massiccia posta in essere dal mago di corte. 
La trama del titolo è piuttosto leggera, sia in termini di contenuto che in termini di tono. Scherzosa, self-aware e piuttosto sempliciotta, essa è un mero pretesto per spingere il giocatore in direzione di un gameplay solido, ma non abbastanza da giustificare il prezzo pieno dell’opera. 
Complici alcune dimenticanze in termini di game design (l’assenza di una vera e propria mappa e un sistema di respawn piuttosto “cattivo” bastano, da soli, per dare vita ad una lunga serie di rage-quit) e alcune magagne tecniche (che causano dei rallentamenti piuttosto imbarazzanti) su Nintendo Switch , è piuttosto difficile giustificare il prezzo di lancio di Skellboy. Certo, altre produzioni ancor più imbarazzanti sono state vendute a prezzi più alti, ma il consiglio resta quello di attendere una patch e, magari, uno sconto. 

Pregi:

  • Trama dai toni leggeri e scherzosi. 
  • Un gameplay interessante capace di tenere vivo l’interesse del giocatore…
  • Comparto tecnico piuttosto appagante…

Difetti:

  • … ma minato alle fondamenta da scelte di design non esattamente condivisibili.
  • … penalizzato da performance spesso sotto la media. 

VALUTAZIONE COMPLESSIVA: 6,5

La recensione di Skellboy è stata scritta e curata da KentuckyFriedG per GameStorm.it, pubblicata il 04-02-2020

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Skellboy

  • Versione switch in esclusiva digitale
  • Data di uscita:
    30-01-2020
  • Categoria:
    giochi di azione
  • Disponibilità per:
    SWITCH
  • Popolarità:
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