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Recensione di Eternity: The Last Unicorn

Titolo: Eternity: The Last Unicorn
Genere: Action RPG
Piattaforma: PlayStation 4 (testata), Xbox One, PC
Sviluppatore: Void Studios
Produttore: 1C Entertainment
Data di uscita: 5 Marzo 2019

Arriva la Primavera... andiamo a Nord

I Giochi di ruolo vanno a braccetto con la mitologia nordica fatta di druidi, nani, vichinghi ed elfi. Proprio due esponenti delle due sopracitate razze (che Tolkien, forse più di tutti, ha aiutato a comprendere ed apprezzare alla cultura pop attuale) sono i protagonisti di Eternity: The Last Unicorn.

Si tratta di un Action RPG sviluppato da Void Studios ed edito da 1C Entertainment che andiamo ad analizzare nella versione per Playstation 4;  ricordiamo, però, che il titolo in questione è disponibile anche per Xbox One e PC su piattaforma Steam.

Elfi e Unicorni

La storia è ambientata in un lontano e remoto passato in cui i primi elfi hanno raggiunto il Regno di Alfheim. Una volta giunti qui La Sacra Dea Marea fa loro dono di quattro unicorni i quali entrano da subito a far parte degli elfici figuri, al punto da condividere le gioie e i dolori a livello empatico. Questo particolare e forte legame tra elfi e unicorni fa sì che i primi ottengano l’immortalità ma, un giorno, una terribile maledizione porta alla scomparsa degli unicorni. Solo un esemplare riesce a sottrarsi ad essa ma, purtroppo,  con il leggendario corno spezzato. Stando ad antichissime pergamene solo il tocco di un giovane elfo puro può guarire il mitico animale e salvare con esso l’intera stirpe di elfi.

Ora, al di là delle simpatie “elfi si/elfi no”, la storia narrata ha un certo fascino che ovviamente risiede nella lore generale la quale viene raccontata molto bene tramite pagine e pagine di pergamene. Il problema maggiore risiede nella totale assenza della localizzazione in italiano e questo, per alcuni, può essere motivo di insofferenza nonché un deterrente all’acquisto.

Un altro punto sensibile è la telecamera fissa. Gli sviluppatori hanno optato per questa soluzione per creare un certo effetto nostalgia che però, diciamolo, non era poi così voluto. Un conto è giocare un titolo come Resident Evil Reboot o Resident Evil Zero in cui le inquadrature fisse servono ad alimentare ansia e timore ad ogni angolo, un altro discorso è il non potersi guardare attorno in un titolo dall’ambientazione fantasy. Immaginate di giocare un Action Adventure come Zelda o Skyrim senza avere la possibilità di osservare ciò che vi circonda: orrore e raccapriccio. Va da sé che spesso anche il solo esplorare diventa un’impresa non da poco, per non parlare dei combattimenti.

Eternity: The Last Unicorn utilizza un combat-system che richiama in parte quello di un Souls (specialmente dei primi) risultando, quindi, un po’ meccanico e “pesante”: il giusto equilibrio tra schivata e attacco è, di conseguenza, importantissimo, almeno inizialmente. Infatti, proseguendo e prendendo familiarità con il sistema di controllo, la difficoltà si abbassa parecchio prendendo così le debite distanze dalle fatiche di From Software.

Si è scelto di non dare al giocatore la possibilità di gestire la parte RPG dell’alter-ego che può, di fatto, solo craftare quanto di utile ritiene senza però controllare la crescita del personaggio tramite la libera distribuzione di punti forza, fortuna, etc.

Il gioco risulta straniante da giocare durante le prime ore ma con il tempo lo si può riuscire ad apprezzare, mantenendo la consapevolezza di avere tra le mani un prodotto il cui gameplay risulta legnoso e impreciso.

È possibile passare tra i due personaggi principali, la elfa Aurehen e il vichingo Bior (personaggio di cui faremo la conoscenza nelle prima fasi di gioco -NdR-) e ognuno di essi, naturalmente, possiede skill e background differenti.

Acido...acida...

Anche tecnicamente il game non convince. Da pochi giorni è stata rilasciata una patch che ha corretto vari bug e soprattutto ha ricalibrato la saturazione dei colori (setting a cui il giocatore non aveva accesso -NdR-) prima eccessivamente “acida”, ma nonostante questo il risultato generale è troppo grezzo e non è difficile notare texture stiracchiate e anche male. Le animazioni sono piuttosto legnose e manca totalmente un minimo di mimica facciale nelle cutscenes.

Anche il doppiaggio risulta superficiale e privo di espressività. Le musiche, piacevoli al primo approccio, risultano col tempo ripetitive e anonime.

In sintesi:

Purtroppo Eternity: The Last Unicorn fa dei difetti la sua colonna portante. Partendo dalla scelta infelice di non lasciare al player, in un titolo Action RPG del 2019, la possibilità  di gestire la telecamera, decisione che influisce negativamente soprattutto nelle fasi di combattimento. Si passa, poi, per un doppiaggio superficiale e sciatto. Tecnicamente, infine, va bene il richiamo alla Old School, però questo lo si può fare utilizzando anche tecniche più attuali. Nel complesso ci siamo trovati davanti a 10-12 ore di avventura che richiedevano, in modo evidente, una maggior attenzione in fase di sviluppo. Peccato perché la lore non è niente male.

Pregi:

  • Storia di fondo ben scritta e interessante.
  • Old School ...

Difetti:

  • Tecnicamente è davvero da rivedere.
  • ... ma è più un male.

VALUTAZIONE COMPLESSIVA: 5,5

La recensione di Eternity: The Last Unicorn è stata scritta e curata da G-PqV per GameStorm.it, pubblicata il 02-04-2019

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Eternity: The Last Unicorn

  • Versione ps4 in esclusiva digitale
  • Data di uscita:
    05-03-2019
  • Categoria:
    giochi di ruolo
  • Disponibilità per:
    PS4 XONE
  • Popolarità:
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  • ps4

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Valutazione del gioco 6

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