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Recensione di Fallout 4

Titolo: Fallout 4
Genere: RPG
Piattaforma: Xbox One
Sviluppatore: Bethesda Game Studios
Publisher: Bethesda Softworks
Data di pubblicazione: 10 novembre 2015

Il prescelto

Finalmente ci siamo. Uno dei titoli che ha generato più hype da quando sono apparse le prime immagini leaked è senza dubbio Fallout 4; non stavamo più nella pelle, infatti, è uno di quei cinque giochi che abbiamo atteso con maggior trepidazione, con la bava alla bocca, contando i dannatissimi giorni che ci separavano all’uscita delle post atomiche avventure del nuovo prescelto. Lo aspettavamo da cinque eterni anni, dopo l’ottimo New Vegas. Bethesda si è fatta attendere, ma alfine ha ceduto alle preghiere dei superstiti dei Vault precedenti ed eccolo qua, tra le nostre mani, pronti a scoprire cosa si cela dopo l’inverno atomico, a Boston.

La guerra non cambia mai

5 anni reali dopo New Vegas, 200 anni “ludici” dopo il capitolo 3. Come per gli altri, la storia vera, inizia dal Vault, il 111 per la precisione, anche se l’assaggio di ciò che ha ridotto il mondo in cenere viene “giocato” per introdurre il sopravvissuto al mondo che lo circonda. Dal 2077 la nostra esistenza è traslata al 2277. I nostri cari non ci sono più, gli amici, i nemici e tutti gli altri hanno fatto la stessa miseranda fine. Nostra moglie è stata uccisa e nostro figlio rapito; il filo conduttore sarà proprio incentrato sui nefasti eventi che hanno sbalestrato il nostro risveglio dal sonno criogenico cui siamo stati sottoposti dalla Vault Tech. Siamo soli, o quasi; il ritorno alla vita è irto di difficoltà, di mostri, di predoni e strani esseri mutati. Si tratta di raccogliere tutti i cocci e farsi strada in questa landa desolata, arida e tutta da scoprire, terra che una volta era il Massachusetts. Intesseremo nuove amicizie, magari amori e sicuramente faide e scontri armati con…chi vogliamo noi. E’ un open world, da vivere, da controllare, ogni scelta è libera (in parte) e non ci sono vincoli morali che impongano al gamer di non uccidere le vecchiette. Il mondo è cambiato, noi siamo cambiati e la fuga dal Vault rappresenta la nostra rinascita, l’esposizione a un ambiente totalmente diverso e spesso radioattivo è la nostra culla che via via si va a modificare regalandoci infinite sorprese e introducendo sempre personaggi e comprimari che in molti casi ci assisteranno accompagnandoci lungo le pericolose e polverose strade di Boston. Dopo i primi incerti passi, presi per mano dal tutorial, abbandonati, implumi, in questo “quando” decaduto, totalmente diverso da come lo conoscevamo e all’oscuro di quello che ci è richiesto. Dopo la guerra, che ha sprofondato l’amato pianeta azzurro, c’è la rinascita.

Vault 111, Sanctuary Hills

Il bozzolo da cui la farfalla si dovrà librare in volo. L’inverno nucleare è terminato e, nonostante il mondo irradiato, si può tornare a godere della luce del sole. Lasciato l’artificiale grembo protettivo, ci accorgiamo subito che il sopravvissuto ha le caratteristiche che noi abbiamo voluto conferirgli ed è in possesso delle prime abilità che le nostre vesti di creatore al momento gli hanno instillato. Il “tuning” iniziale è ovviamente funzionale al criterio che tenteremo di sviluppare una volta liberi nel selvaggio pianeta che avremo di fronte. Operate le scelte comportamentali e fisiche iniziamo subito a calcare il polveroso palco della vita (virtuale) e secondo l’approccio in prima o in terza persona, prepariamoci all’ostilità terrestre e a fare pratica con i comandi e il sistema di mira; la differenza di visuale avrà sempre i pro e i contro: immersiti in prima persona o resa cinematografica della terza? A ognuno il suo, ma non temete, è sempre possibile cambiare una volta in game.
Non volendo ancora abbandonare la sessione creativa, vogliamo menzionare l’editor della cittadella che ci consente di approntare una baraccopoli, ehm, pardon, un avamposto con strutture prefabbricate e pezzi di varia natura per svolgere determinati compiti urbani; ovviamente basta avere i giusti materiali. 
Non è uno strategico, non temete; si tratta solo di ulteriore carne al fuoco per indorare e magari potenziare il già complesso impiantito di Fallout 4: la creazione di una comunità. Ora basta, vi abbiamo tediato a sufficienza con la parte manageriale, è ora di scendere in campo. 

Pip-boy

Non ci siamo scordati del nostro gingillo. Potenziato, magari appena rivisto (anche in chiave app per smartphone) ma c’è sempre e ci da’ numerose opzioni extra mappa quali modifica di armi, gestione dei nostri “posticini” e risorse. I cambiamenti, magari temuti, finiscono qui; il gameplay è praticamente lo stesso, quasi immediato, (con la blandissima fase di tutoraggio iniziale), ma snello e fluido che ci immerge subito nella nuova realtà mondiale. Volendo (o potendo) sceglieremo la fazione per cui parteggiare, ognuna con il proprio spessore narrativo e scelte più o meno etiche da portare avanti, scelte che non ci permetteranno però di restare neutrale a lungo poiché di bivi, appunto, si parla. E’ proprio questo il core del titolo: alla missione principale ne troviamo parallele una selva di secondarie che da subito soverchiano il sopravvissuto fin dal suo apparire sui radar del Commonwealth. Materia grigia e crafting affiancano i requisiti degli incalliti shooters, siccome per proseguire non è sufficiente il solo ammazzare tutti, ma le armi vanno affinate, montate, modificate e rese più efficaci; per farlo sarà necessario darsi da fare scoprendo aree magari nascoste, stringendo alleanze a volte improbabili e affidarsi al/alla compagno/a che ci seguirà lungo il nostro pellegrinare per questa terra corrotta.
Avventura che può essere cosi vissuta come un “normale” FPS oppure impostata quasi strategicamente ogni qualvolta incappiamo in situazioni mortali utilizzando il famoso sistema di puntamento S.P.A.V. che rallenta l’azione per poter mirare con più calma a specifiche parti, secondo una sorta di “turno”, come i vecchi GDR di un tempo. Il mix tra real time e, chiamiamolo, SPAV time è un ottimo, e conosciuto, impianto di gioco, utilissimo allo scopo di purgare il mondo dagli individui ormai contaminati.
Corruzione che si nota nello spirito e nei corpi delle errabonde creature che popolano l’enclave o le bidonville o, ancora, i più improbabili siti; non esiteranno ad attaccarci e, nonostante una certa stupidità di fondo, avranno spesso dalla loro il numero e una letalità più affinata rispetto ai precedenti capitoli. Ogni assalto va quindi preso con le pinze poiché’ il gioco è più sfidante degli altri Fallout. Anche i fantomatici talenti, gli S.P.E.C.I.A.L. vanno quindi scelti con cura: il Commonwealth è irto di pericoli e terribilmente vasto.

Terre desolate

L’incuria grava su praticamente ogni elemento del Commonwealth, dalle roccaforti alle lande ormai brulle e desolate. Tutto lo sfascio sembra essere stato confezionato con superfici composte di materiale plastico, lucido e, a distanza ravvicinata si nota un  livello di dettaglio sicuramente non all'altezza della console; il titolo è in gestazione da molto tempo e la maggior qualità grafica, soprattutto da vicino era dovuta. Chiariamo: non fa schifo ma accorciando le distanze dagli oggetti o persone o architetture, la qualità non eccelsa (come poteva essere quella del Witcher) è palese. L'avventura non ne risente particolarmente ma stona; o forse le attese spasmodiche ci hanno fatto aspettare un gioco che spiccasse anche e soprattutto per lo standard e la cura  elevata  del design.
Allontanandoci un po', le cose migliorano sensibilmente: spesso, troppo spesso, ci siamo fermati a curiosare tra le installazioni fatiscenti, ammirare tramonti su paesaggi sinistri e spettacolari al tempo stesso, lasciando correre lo sguardo fino all'orizzonte cercando sempre qualcosa di nuovo. Avvicinandoci nuovamente, come fossimo una telecamera, oltre al dettaglio, si nota un sistema d’interazioni "particolare": alcune armi lasciano segni, seppur accennati,  altre non riescono neppure a... spostare la polvere sugli stessi oggetti.   Tornando a bomba all'aspetto visivo, rimane il fatto che da sempre apprezziamo le ambientazioni  devastate e ci siamo crogiolati in queste atmosfere che sprizzano desolazione da ogni pixel: lo stile adottato ci "attizza", cosi come il design, un mix tra gli anni 50 e tecnologie future, ormai allo sfascio.  

Radio a transistor

Gli anni 50 sono presenti anche sotto forma di tracce audio, con le impagabili radio a transistor che fanno da meraviglioso raccordo che unisce quell’epoca alla futuribile descritta in Fallout. Gli allegri motivetti lanciati dalle radio saranno sempre presenti: quasi ogni struttura ne sarà provvista; ove non ci sono abitazioni, potremo agganciarci a diversi canali radio che trasmettono tutto il giorno. Il comparto audio è, come sempre, piacevolissimo e il tema portante non lascia indifferenti; a nostro avviso il migliore della saga. Tutto questo non pone in secondo piano la localizzazione e i dialoghi in italiano, doppiati, anzi, vissuti in maniera convincente. 

200 anni sono lunghi

Come il protagonista, anche per noi è passato parecchio tempo da New Vegas. L’hype generato ci ha fatto ansimare per il titolo, forse oltremisura e siamo rimasti scottati. Non neghiamo la sottile delusione per il comparto grafico inferiore alle attese e alle potenzialità della console; non è fatto male ma, a scuola, diremmo che ha fatto il minimo sforzo per non fare brutta figura. Tolti i sassolini dalla scarpa, il titolo resta un “must to have”, giocabilissimo, lunghissimo, divertente e dalle atmosfere apocalittiche sempre affascinanti. La perenne ricerca del figlioletto e dei colpevoli è stata un’ottima scusa per imbastire le gesta del nuovo prescelto che, tra evocative musichette degli anni 50 e una colonna sonora malinconica e tuttavia epica ci sottrarrà molte, moltissime ore ai rapporti sociali poiché presissimi a vedere come va a finire: è un gioco che ci coinvolge e non si lascia mollare facilmente…

Pregi

  • Commonwealth ricco, affascinante e d’atmosfera
  • longevità ai massimi livelli 
  • comparto sonoro evocativo
  • la solita giocabilità (o quasi)

Difetti

  • graficamente si doveva fare di più  
  • qualche “bugghettino” qua e là

VALUTAZIONE COMPLESSIVA: 9

La recensione di Fallout 4 è stata scritta e curata da FranX per GameStorm.it, pubblicata il 16-11-2015

Commenti sulla recensione (2)

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Commenti
avatar di ozzo
18-11-2015
ozzo

da avere al più presto !

0
avatar di G-PqV
18-11-2015
G-PqV

Bellooooooooooooooooo

1
Messaggio non inserito o troppo corto.
 
 

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Fallout 4

  • Immagine della copertina del gioco Fallout 4 per Xbox One

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Valutazione del gioco 9.3

L'ultimo voto è stato 9 dato da RobertoMorellini

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