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Recensione di Destiny

Titolo: Destiny
Genere: MMORPG / Shooter
Sviluppatore: Bungie
Publisher: Activision
Data di uscita: 9 settembre 2014

Un gioco DESTInato a far parlare di se: ecco lo shooter RPG in tema Sci-Fi firmato Bungie.

Sono tanti i generi a cui può appartenere un videogame: RPG, shooter in prima e terza persona, action, hack‘n’slash, stealth, simulatore, platform, MMORPG, etc. Poche volte si è però visto un risultato ottimale quando, nel pentolone videoludico, si mescolano più “categorie”. Bungie con Destiny riprende le scelte fatte, ad esempio, da Gearbox Software con la serie Borderlands: uno sparatutto “first person” con elementi RPG. 

In realtà l’idea degli sviluppatori è stata più ampia, ovvero quella di creare uno Shared World Shooter, che permettesse ai players di tutto il mondo di vivere e soprattutto condividere le emozioni fantascientifiche offerte dal titolo. 

Una campagna pubblicitaria importante, i premi ottenuti all’E3 e un conseguente Hype enorme, hanno sicuramente influenzato l’opinione pubblica del pre-lancio, e non sempre questo rappresenta un punto a favore. Le aspettative sono un’arma a doppio taglio e con il gioco di Bungie questo è più vero che mai: ci sono titoli che si amano o si odiano, mentre Destiny, lo ami, lo odi, o stai addirittura nel mezzo a cercare inutilmente di capire se ti piace o meno. Può sembrare un’esagerazione, ma questo è proprio quello che traspare dall’opinione pubblica e non c’è un parere assoluto o predominante.

Ci siamo presi il nostro tempo per recensirlo, per evitare di trarre conclusioni frettolose e pilotate dall’entusiasmo iniziale. Si tratta, infatti, di un gioco piuttosto vasto che è impossibile analizzare in poche ore di gameplay.

Guardiano, svegliati, prendi il pad e combatti l’oscurità.

La trama del titolo Bungie non è certamente una delle più originali e articolate di sempre, ma nella sua linearità si mantiene comunque piacevole e viene proposta al giocatore senza troppe complessità. 

I player sono catapultati fin dalle prime battute di gioco in un affascinante contesto fantascientifico. 

“L’arrivo del Viaggiatore mutò ogni cosa”. 

Sulla terra, progressi tecnologici portarono alla conquista del sistema solare, alle colonie su Marte e su Venere: tutto ciò significava la vita su mondi diversi e lontani e la nascita di una nuova era, “prospera e rigogliosa”. Il Viaggiatore aveva però un vecchio antagonista: l’Oscurità raggiunse la terra e portò devastazione azzerando, o quasi i progressi fatti dalla razza umana. Non esistono memorie di quanto accaduto, ma di certo la vita non si estinse.

“Nei nostri giorni più bui umani, exo, insonni trovarono il Viaggiatore. Costruimmo la Città, affrontando innumerevoli guerre per il mantenimento della pace. Fu allora che nacquero i guardiani”.

Il player è quindi catapultato nel 2714, dove uno spettro (un piccolo robot intelligente) risveglia il personaggio che avevamo in precedenza creato, appunto un Guardiano, e, con un breve prologo/tutorial per conoscere i comandi hanno inizio le avventure del gioco. 

Raggiunta la “Torre all'interno della Città” la trama sarà integrata missione dopo missione, recuperando le memorie perdute a causa dell’Oscurità.

Insomma si tratta della classica contrapposizione eterna tra bene e male, riproposta in tema sci-fi e con pretesti e narrazione senz’altro seducenti.

Open World RPG Shooter MMO: mettere insieme il tutto in modo ottimale non è semplice.

Mettere insieme molti generi video ludici, alcuni abbastanza “lontani” tra loro, in un unico game è sicuramente complicato. Il risultato ottenuto da Bungie è buono ma, in generale, sistema di gioco di Destiny, risente (in parte) di questo intrigante ma ostico mix. Andando per gradi proviamo ad analizzare i singoli elementi che compongono il puzzle completo.

Partiamo da un punto debole del titolo: il sistema di editing del personaggio. 

Oltre al sesso, è possibile scegliere fra tre razze: Umani, Insonni (figli degli umani “mutati” dopo essersi rifugiati nelle profondità dello spazio), ed Exo (robot coscienti e pensanti). 

Anche le classi sono tre: titani, cacciatori, e stregoni. Ogni classe è ovviamente associata a determinate proprietà e a delle abilità peculiari, alcune osservabili fin da subito altre che verranno rese disponibili con la crescita del proprio Guardiano.

La gestione dell’estetica lascia, però, molto a desiderare. E’ inutile negarlo: ogni amante di RPG, vuole creare il proprio personaggio al dettaglio, per renderlo unico, a maggior ragione quando poi lo si deve gettare nella mischia di un multiplayer massivo online. Destiny non offre questa possibilità e la caratterizzazione del guerriero che si controllerà per tutto il gioco è davvero minimale. 

La software house americana ha invece fatto un buon lavoro in altri campi tipici dei giochi di ruolo: ovvero le abilità delle classi e l’equipaggiamento. In particolar modo risulta riuscita l’associazione dei due elementi suddetti con il level-up. Il player così è coinvolto nella ricerca della configurazione ideale per il proprio Guardiano: non troppo complessa ma mai banale, da studiare per bene nei dettagli se si vuole progredire al meglio nelle fasi livellaggio.

A questo si aggiunge la possibilità di ottenere oggetti rari nel corso delle missioni, alcuni da “decriptare” all’interno della città. I profili di equipaggiamento ed armi sono accattivanti e ben diversificati e si suddividono in non comuni, rari, esotici e leggendari.

Inoltre la personalizzazione è arricchita dalla possibilità di scegliere una sottoclasse a partire dal livello 15, con nuove abilità in grado di modificare le statistiche del proprio alter ego. Il ventesimo livello rappresenta invece il level-cap ottenibile con i punti esperienza, ma sarà comunque ampliabile fino al ventinovesimo grazie al raccoglimento delle rarissime “particelle di luce”.

Pur avendo caratteristiche di RPG però il gameplay di Destiny è fortemente impostato sullo shooter e su quelle meccaniche che, nel tempo, Bungie ha ottimizzato rendendo celebre negli anni la saga di Halo. E’, infatti, ottimo il connubio dei vari elementi necessari per creare uno sparatutto degno di nota: l’alta credibilità del movimento del personaggio con l’arma in mano, la gestione del peso di questa, la caratterizzazione degli armamenti, gli attacchi ravvicinati, le mosse speciali di ogni classe e la buona IA dei nemici nelle sparatorie sono tipici marchi di fabbrica del team di sviluppo americano. Il doppio salto, un leggero sistema di auto-aim (mira assistita) e gli spostamenti tramite veicoli spaziali rendono il gioco ancora più diversificato.

Quanto visto fin ora si meriterebbe la lode ma nella nostra esperienza di gioco più volte ci siamo ritrovati a dirci: “c’è qualcosa che non va”. Più andavamo avanti più tale domanda si faceva insistente. La risposta l’abbiamo capita anche troppo presto: quello che avevamo ammirato veniva, infatti, schiacciato dal peso della ripetitività. La campagna, affrontabile sia in single player sia in co-op online, propone in modo ossessivo analoghe situazioni di gioco, con il conseguente risultato di rendere le fasi PvE (player vs environment) noiose anche dopo poche ore di gioco. Nemmeno la diversificazione dei nemici (oltre 20 differenti) e gli accattivanti scontri di fine livello servono a rialzare l’adrenalina del player, che presto si trova a sbadigliare nel bel mezzo di un concitato scontro a fuoco.

Nelle fasi più avanzate del game walkthrough, specialmente nelle prime missioni di ogni nuovo pianeta, il titolo prova a proporre qualcosa di nuovo, soprattutto perché gli avversari hanno caratteristiche e punti deboli differenti; ben presto però si ricade il quella ciclicità che finisce per stancare presto.

Riteniamo quindi che si tratti di un vero peccato, di un potenziale enorme che è stato veramente poco sfruttato. 

Il comparto multiplayer competitivo è rappresentato dal “Crogiolo” e rappresenta un affascinante extra per chi, dopo aver completato le varie missioni della campagna, ha un Guardiano abbastanza potente da lanciarlo nella mischia del PvP (player vs player). Anche in questa sezione abbiamo osservato delle imperfezioni, come un netto sbilanciamento armi tra i giocatori più livellati e i meno livellati (anche se è normale che in GDR sia così) o, ad esempio, kill contemporanee per via di danni caricati in ritardo. Rimane comunque un’esperienza di gioco divertente per gli amanti degli FPS.

La bellezza del lontano, statico, universo.

Da un punto di vista tecnico Destiny offre nelle fasi iniziali un colpo d’occhio impressionante che diventa anche meglio con lo svilupparsi della trama e con la scoperta delle varie location. Le immagini sono pulite e dettagliate, nonostante la quantità di mappa caricata contemporaneamente sullo schermo. Il gioco luci e ombre è allo stesso modo ben realizzato e molto credibile, così come gli effetti particellari. Il frame rate è stabile sui 30fps e anche le fasi più concitate sono riprodotte in video senza alcun rallentamento.

E’ però un peccato che ambientazioni così affascinanti siano però troppo statiche e che il motore fisico non venga utilizzato per gestirne le interazioni con il nostro personaggio.

Per quanto riguarda il sonoro siamo su livelli decisamente alti: sia la soundtrack che i doppiaggi, originali e italiani, sono di pregevole fattura. Il campionamento degli effetti sonori è ugualmente ottimo. Le musiche inoltre hanno il merito di rendere meno “noiose” le fasi ripetitive di cui abbiamo parlato in precedenza. 

Da segnalare la presenza delle voci di Peter Dinklage e del suo doppiatore Gaetano Varcasia, interpreti dello spettro che assiste il protagonista nel corso del gioco.

In sintesi

Le aspettative che la community aveva riposto su Destiny erano enormi. Bungie non ha deluso offrendo un titolo diverso, lontano e allo stesso tempo vicino a meccaniche note. In realtà il buon mix di generi realizzato dagli sviluppatori è notevolmente ridimensionato dalla ripetitività di un titolo che, se non fosse per gli elementi RPG e per una soundtrack incredibile, avrebbe un effetto soporifero. Ciò nonostante è un gioco che merita di essere acquistato e che potrebbe rappresentare le fondamenta per un possibile capolavoro futuro.

Pregi:

  • Buon mix di più generi video ludici.
  • Fasi shooter frutto della grande esperienza di Bungie con Halo.
  • Comparto tecnico molto affascinante ma…
  • Il multiplayer competitivo è divertente ma…

Difetti:

  • Troppo ripetitivo.
  • Editor del personaggio veramente povero.
  • …la fisica e le interazioni con l’ambiente sono in sostanza nulle.
  • …solo se si raggiunge il Level Cap. 

VOTO COMPLESSIVO: 7.5

La recensione di Destiny è stata scritta e curata da Gabriele.Eltrudis per GameStorm.it, pubblicata il 29-09-2014

Commenti sulla recensione (2)

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Commenti
avatar di G-PqV
01-10-2014
G-PqV

Se leggi tutta la recensione capisci il perché della sintesi. Il "soporifero" è dovuto alla ripetitività di alcune situazioni che però prese singolarmente sono piacevoli. E' il loro riproporsi in modo estenuante a renderle "noiose" e a lungo andare proprio narcolettiche eheh... Però ciò non toglie che il gioco merita l'acquisto e nel complesso si vede un potenziale enorme che potrebbe essere sfruttato meglio: imparare dagli errori per ottenere un possibile capolavoro futuro. E sottolineo futuro.

2
avatar di ciaccolory
30-09-2014
ciaccolory

"...il buon mix di generi realizzato dagli sviluppatori è notevolmente ridimensionato dalla ripetitività di un titolo che, se non fosse per gli elementi RPG e per una soundtrack incredibile, avrebbe un effetto soporifero. Ciò nonostante è un gioco che merita di essere acquistato e che potrebbe rappresentare le fondamenta per un possibile capolavoro futuro".... mi pare una sintesi un po' contradditoria in termini....soporifero o meritevole e potenziale capolavoro?

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