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Recensione di Saint Seiya Brave Soldiers

Titolo: Saint Seiya Brave Soldiers
Genere: Picchiaduro Beat 'em up
Piattaforma: PlayStation 3
Sviluppatore: Dimps
Publisher: Namco Bandai
Data di uscita: 21 novembre 2013

I vantaggi del fascino dei Saint.

I titoli dedicati al mondo della saga dei Cavalieri dello Zodiaco hanno il vantaggio di essere circondati da un alone di fascino, di poetica bellezza, che li fa risplendere di una luce dorata in particolare agli occhi di chi a partire dagli anni 80’ è cresciuto assieme alle avventure di Pegasus (Seiya) e degli altri eroi in armatura. Possiamo, per stare in tema, definire questo fascino come se fosse l’armatura di un gioco che, pur facendo dei passi avanti rispetto ai predecessori, mostra comunque più di un punto debole da “attaccare”. Allontanandoci dai temi poetici e dalle metafore, caratteristiche tipiche del doppiaggio dell’anime in italiano, andiamo a vedere in modo più approfondito il lavoro dei ragazzi di Dimps.

Dal santuario agli inferi. Tutte le saghe, o quasi, presenti nella modalità Saint Chronicle.

Saint Seiya Brave Soldiers racchiude tutte le serie presenti  nel manga originale di Masami Kurumada. Per chi fosse completamente newbie del settore, i Saint o i Cavalieri dello Zodiaco, sono un gruppo di ragazzi giapponesi, Seiya (Pegasus), Shiryu (Sirio), Hyoga (Crystal), Shun (Andromeda) e Ikki (Phoenix) allenatisi per diventare guerrieri consacrati alla Dea Atena rincarnata nella fanciulla Saori (Lady Isabel). Fin dai tempi del mito, i Saint, addestrati di generazione in generazione, lottano per proteggere la Dea, l'umanità e il pianeta Terra dagli attacchi delle altre divinità, vestendo speciali armature sacre chiamate Cloth che rappresentano le 88 costellazioni moderne. 

In Brave Soldiers i giocatori potranno rivivere le avventure affrontate dai mitici guerrieri contro la minaccia di Arles e dei Cavalieri d’Oro nella saga del Santuario, di Nettuno e dei Cavalieri dei Mari nella saga di Nettuno, e di Hades e dei suoi Specter nella saga di Ade. E’ invece assente la saga di Asgard e dei God Warriors che, pur non facendo parte della serie originale ed essendo quindi una raccolta di episodi filler, rimane comunque di grande fascino e gli appassionati avrebbero gradito che fosse finalmente trasposta anche in versione video ludica e non nuovamente snobbata.

Tralasciando questa mancanza nella modalità storia, chiamata Saint Chronicle, i combattimenti saranno collegati da degli intermezzi narrativi non proprio esaltanti. In questi, i modelli statici dei cavalieri vengono accompagnati da sequenze di testo che, in modo piuttosto sintetico ma abbastanza fedele, riportano le vicende, gli eventi e i dialoghi principali della serie; alle volte, vengono mostrate delle immagini originali del cartone. Ci saremmo aspettati qualcosa di più in termini di animazione e di coinvolgimento “visivo”: i meno pazienti e i fan che conoscono già tutti gli avvenimenti, tenderanno a skippare queste fasi con velocità pari a quella del fulmine di Pegasus. Combattimento dopo combattimento, si sbloccheranno diversi elementi e numerosi guerrieri, all’inizio bloccati, da utilizzare poi nelle altre modalità. 

I doppiaggi sono solamente in lingua originale (sottotitolata) mentre sono assenti quelli in italiano. Questo rappresenta un arma a doppio taglio: se infatti la maggior parte delle volte la lingua giapponese si addice perfettamente a questo tipo di avventure animate, è anche vero che la controparte italiana, realizzata in modo ottimo, era alla pari se non superiore all’originale.

Una discreta longevità grazie alle modalità secondarie.

Oltre a dar la possibilità di rivivere la storia dei Cavalieri tramite la Saint Chronicle, Dimps, ha avuto la brillante idea di inserire una serie di modalità secondarie che si lasciano giocare con piacere. 

In particolare risulta interessante la Galaxy Wars mode, che riprende lo stile della Guerra Galattica, un torneo che vedeva sfidarsi i Bronze Saint come Pegasus e Co. al fine di stabilire il più valoroso tra i guerrieri, quello degno di ricevere in premio l’armatura d’oro di Sagitter. Qui, i giocatori effettueranno dei combattimenti 1vs1 nell’arena caratteristica della competizione, con telecronaca e “indicatori di danno” in stile televisivo, proprio come avveniva nella serie animata. Anche in questo caso vincere il torneo porterà a sbloccare contenuti diversi, come filmati,  modelli 3D, carte, sfere, personaggi etc. E’ inoltre possibile effettuare l’allenamento, sfidare la CPU o un amico in locale, o combattere online contro avversari di tutto il mondo. 

Per quanto riguarda invece le “sfere cosmiche”, si tratta di particolari oggetti che permetteranno di modificare i parametri dei vari personaggi del gioco. Vi saranno diverse tipologie di sfere cosmiche: bronzo per i Cavalieri di bronzo, argento per i Cavalieri d'argento, oro per i Cavalieri d'oro, blu per i Cavalieri di Nettuno, viola per gli Specter di Hades, verdi per gli dei e bianche per tutti i personaggi. I cavalieri potenziati possono essere utilizzati sia offline che online.

Gameplay simile alle pagine di un manga: piatto.

Il titolo si distacca dal genere “musou” del predecessore, o per lo meno ci prova, spostandosi più verso quello che dovrebbe essere un beat ‘em up. La prima impressione è positiva, ovvero quella di avere tra le mani un titolo divertente, ben strutturato, fedele all’anime/manga e caratterizzato dalla presenza di una buona dose abilità, combinazioni, parate e mosse speciali. In realtà, è sufficiente qualche battaglia per accorgersi che il tutto è reso praticamente inutile da una gestione della IA nemica abbastanza piatta. I players verranno infatti spinti ad adottare una metodica che, se pur efficiente, risulta piuttosto ripetitiva e ai limiti della noia. 

I comandi di attacco si dividono nei classici attacchi deboli e forti, da concatenare per creare delle combo (quasi uguali per tutti i characters). A questi si aggiungono gli Attacchi Speciali, gli Attacchi Big Bang (ABB), le prese e gli Attacchi Impetuosi. Per eseguire alcuni dei suddetti sarà necessario ricaricare, tramite il tasto L2, la barra del Cosmo, suddivisa in quattro segmenti: un attacco speciale, o una schivata rapida, ad esempio, ne consumeranno solo un quarto del totale, mentre un ABB ben tre quarti. Nel complesso però la scarsa caratterizzazione dei personaggi, a livello di intelligenza artificiale, rende il gameplay piatto e poco diversificato. 

Il numero di personaggi giocabili è alto. Oltre i 55 se si contano i lottatori diversi ma anche le “armature” differenti relative alle varie serie del manga. Per alcuni, saranno presenti anche più di 3 armature: V1, V2, V3 e God Cloth ad esempio. Anche in questo caso però il cambiamento è quasi esclusivamente estetico e le mosse dei personaggi, nonostante il cambio di “veste” rimangono pressoché identiche.

Un cell shading più che buono ma……

Da un punto di vista estetico, la grafica in cel-shading, permette di dar vita a dei personaggi giocabili realizzati in modo ottimo. Anche le animazioni risultano piuttosto fluide e non si notano quei fastidiosi rallentamenti che erano presenti in alcune delle fasi più concitate del capitolo precedente. Ad essere pignoli, c’è da rilevare come in alcuni casi l’anti-aliasing non lavori in modo ottimale e come i colori in risultino a volte leggermente “spenti”, a causa di una gestione del fattore “luci e ombre” non proprio perfetta. 

Decisamente insufficiente è stata  invece la realizzazione delle ambientazioni: povere, vuote, poco interattive, di piccole dimensioni e con texture di bassa qualità: per definirle in una sola parola potremmo dire “banali”.

Il comparto audio è invece decisamente buono, sia per quanto riguarda le musiche che per le voci; meno entusiasmanti gli effetti sonori di esplosioni, scontri, etc.

In sintesi

Saint Seiya Brave Soldiers è un titolo che sembrava più promettente rispetto a Saint Seiya: la Battaglia del Santuario. In realtà il risultato è quello di un picchiaduro ancora incompiuto, con elementi di gameplay tipici del genere musou, che non si sposano al meglio con l’idea di un beat ’em up vero e proprio. Se non fosse per il fascino indiscusso dell’opera di Masami Kurumada probabilmente rimarrebbe invenduto sugli scaffali dei negozi. D’altro canto, i contenuti fedeli alla saga, il roster e le armature disponibili, lo rendono piacevole soprattutto se, con un pizzico di nostalgia, si vogliono rivivere le avventure di Pegasus e dei cavalieri di Atena o se si è amanti dei dettagli riguardanti armature etc. Nel complesso, però, si poteva fare decisamente meglio.

Pregi: 

  • Fedele alla serie originale.
  • Una buona longevità, grazie alla Saint Chronicle mode che racchiude tre saghe e alle sfide Online.
  • Numerosi personaggi, molti inediti (nel mondo video ludico) e tante armature.
  • Modelli dei Saint ben realizzati e ben animati.

Difetti:

  • Gameplay piuttosto sempliciotto e ripetitivo.
  • Ambientazioni decisamente insufficienti.
  • IA artificiale pessima.
  • Qualche problema di Aliasing.

VALUTAZIONE COMPLESSIVA: 7

La recensione di Saint Seiya Brave Soldiers è stata scritta e curata da Gabriele.Eltrudis per GameStorm.it, pubblicata il 03-12-2013

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Saint Seiya Brave Soldiers

  • Immagine della copertina del gioco Saint Seiya Brave Soldiers per PlayStation 3
  • Data di uscita:
    22-11-2013
  • Categoria:
    picchiaduro
  • Disponibilità per:
    PS3
  • Popolarità:
    0.09 %

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Valutazione del gioco 7.7

L'ultimo voto è stato 7 dato da RobertoMorellini

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