GameStorm

Articolo videogiochi del 01-02-2018

Purezza Infantile, Coscienza Adulta e Console War

Una analisi su cause ed effetti della Console War. Cerchiamo di capire assieme, quando e perché s'inizia a fare la 'Guerra fra Console'

“Ci sono cose da fare ogni giorno:
lavarsi, studiare, giocare,
preparare la tavola,
a mezzogiorno.

Ci sono cose da fare di notte:
chiudere gli occhi, dormire,
avere sogni da sognare,
orecchie per non sentire.

Ci sono cose da non fare mai,
né di giorno né di notte,
né per mare né per terra:
per esempio, la guerra.”
(Gianni Rodari)

Le parole di Rodari, di certo, intendono un concetto più profondo e terribile della guerra, quella che continua ad esistere, senza sosta, portando morte e distruzione. Escludendo le molteplici implicazioni politiche e socio-economiche, la prerogativa fondamentale di un conflitto è la presenza di due o più “fazioni” con convinzioni e ideali differenti. Il medesimo presupposto, nel nostro “piccolo” e, di certo, più spensierato ambiente, quello videoludico, è alla base delle cosiddette Console-War.

In sostanza, fin dall’alba dei tempi, l’essere umano ha sempre cercato di avallare le proprie scelte, in qualsiasi campo, talvolta con motivazioni plausibili, altre meno, “corrotto” dal proprio irrefrenabile orgoglio: “È mio, ho scelto così perché è meglio del tuo”.

Cerchiamo di capire, quando e perché s’inizia a fare “Guerra di Console”.

Provate a tornare indietro nel tempo. Siete a una festa di compleanno del vostro compagno delle scuole elementari. Lui ha il Nintendo e, tra le risate date la caccia alle anatre di Duck Hunt e fate a gara per scegliere l’ambito Mario al posto di Luigi. Ci si diverte e rientrate a casa, dove ad aspettarvi c’è il vostro SEGA Master System, o il Commodore 64 (o magari nulla, non tutti avevano la fortuna di avere una piattaforma da gioco personale), senza l’idea di aver utilizzato una periferica “inferiore” alla propria. Insomma, la purezza di un bambino non gli permette di percepire il media videoludico nella sua totalità, vero, ma gli consente di goderselo per quello che dovrebbe essere: distrazione e divertimento.

Con la crescita, però, le lezioni della vita e il contesto sociale vanno a incidere su tale purezza: il valore dei beni posseduti e le differenze con quelli altrui assumono un peso emotivo più concreto. Nonostante l’erba del vicino rimanga sempre quella più verde, tendenzialmente, si viene portati a pensare che la propria scelta debba essere quella migliore… Ed ecco che l’amico con il Super Nintendo inizia a vantarsi, criticando il tuo MegaDrive, o viceversa. Diatribe che si ripetono anno dopo anno, a ogni generazione videoludica: insomma, una gara a chi ce l’ha più grosso, il processore.

In teoria questo dovrebbe portare con sé degli aspetti positivi: una sana “competizione”, presuppone anche una maggiore cultura personale sull’argomento; se ci si vuole vantare di qualcosa, è opportuno sapere bene di cosa si sta parlando.

In pratica, invece, si traduce in un tedioso frazionismo, spesso su toni accesi e condito da tanta ignoranza. Il tutto esasperato dai social e dalla conseguente possibilità, offerta a chiunque, di dire la propria.

Vedere aziende che si sfidano tra conferenze e annunci, talvolta anche a suon di sfottò, è normale: il mercato non è fatto solo di passione ma, come saprete, ruota intorno ai soldoni. È anche un buon segnale, spesso sintomo di progresso tecnologico.

Assistere ad infantili e scurrili litigi tra leoni da tastiera è meno piacevole e, soprattutto, totalmente inutile.

Facendo riferimento all’attuale generazione, è ovvio che le differenti piattaforme siano in possesso di pregi e difetti: le prestazioni di un PC, l’immediatezza di una console, le esclusive Sony, le qualità di Xbox One X, le funzionalità ibride di Nintendo Switch, sono solo alcuni dei “cavalli di battaglia” tanto sbandierati sul web.

Ma è davvero necessario? Perché perdere quel prezioso tempo libero in discussioni sterili invece che dedicarlo proprio a quella passione per cui tanto “lottate”?

Tornando all’origine del nostro discorso, per vivere al meglio il mondo videoludico è importante avere una coscienza adulta, soprattutto vista la presenza di videogames in grado di trasmettere emozioni mature e, talvolta, in grado di oltrepassare la quarta parete al pari di altri media.

Di pari passo, sarebbe ideale mantenere, un minimo, quell’ingenua purezza infantile, divertendosi con la propria “macchina da gioco” e con quella che non lo è (non la andate a rubare… Magari fatevi invitare da un amico…).

Con queste parole, non vogliamo fare la morale a nessuno, ben consapevoli che trovarsi all’interno di una console-war, facendosi trascinare dalle emozioni, è piuttosto facile.

Vogliamo semplicemente, senza alcuna presunzione, dare ai nostri lettori un consiglio per godersi al meglio un prodotto che dovrebbe allontanare lo stress e non alimentarlo.

“Se proprio la gente vuole fare la guerra, che faccia una guerra a colori, e dipinga di notte le città degli altri in rosa e in verde”.
(Yoko Ono)

… Del resto, su Splatoon si può già fare, no?

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