Titolo: The Last of Us: Left Behind
Genere: Survival / Horror
Piattaforma: PlayStation 3
Sviluppatore: Naughty Dog
Publisher: Sony
Data di uscita: 14 febbraio 2014
Quando un breve DLC ha il potere di riportare alle stelle l’hype di un gioco lanciato otto mesi fa, allora vuol dire che ci si trova davanti sia ad un ottimo lavoro degli sviluppatori sia ad una buona campagna promozionale. Left Behind offre un pezzo mancante di quel magnifico mosaico narrativo creato da Naughty Dog. Nei panni di Ellie ci troveremo a confrontarci con umani e infetti in un susseguirsi di salti temporali (tra presente e flashback) che permetteranno non solo di integrare le vicende della trama principale ma anche di approfondire il sentimento e la psicologia dietro ad una quattordicenne, carismatica e forte, ma troppo giovane perché possa conoscere il mondo pre-epidemia. Questo permette di vedere lo scenario apocalittico da una prospettiva diversa e, per alcuni tratti, inedita. Può sembrare semplice analizzare un simile scenario drammatico con occhi, mente e cuore di chi ha vissuto una vita “normale”, ma provate ad immedesimarvi in una persona nata all’interno di uno scenario già devastato da cordyceps, spore, runner, clicker, umani senza scrupoli e così via. Per Ellie, quello che per un’adolescente pre-apocalisse dovrebbe essere normale, non lo è (e viceversa), e tutto ciò lo si avverte nel viaggio emotivo di questo DLC. In questo senso s’inquadra anche la figura di Riley (la sua migliore amica) che all’inizio di Left Behind ritorna da lei dopo esser scomparsa per più di un mese.
Senza voler aggiungere dettagli su una trama emozionante ma piuttosto breve, andiamo ad analizzare il gameplay. Ovviamente trattandosi di un contenuto extra non potevamo aspettarci stravolgimenti, però, gli sviluppatori hanno voluto aggiungere qualcosa di caratteristico. Innanzi tutto Ellie, come già sperimentato nel gioco base, non è Joel. Infatti, la giovane ha in equipaggiamento un coltello e non deve “craftarlo” ma non può utilizzare bastoni, mazze, o simili; questo porta ad un approccio diverso ai combattimenti corpo a corpo. Inoltre, in alcune fasi, è possibile scatenare il conflitto tra umani ed infetti che andranno ad eliminarsi a vicenda, offrendo così una differente possibilità per affrontare situazioni rese complesse dal gran numero di nemici.
Sulla scia di The Last of Us, anche Left Behind offre una qualità grafica impressionante. L’impatto visivo è spettacolare grazie ad animazioni curate nel dettaglio, texture ottime e ad una gestione superlativa del comparto luci ombre. Ad aumentare il realismo contribuisce una bellissima interpretazione ed un doppiaggio da oscar. Qualche appunto si può fare sull’audio dei dialoghi che, con impostazioni default, a volte è troppo basso. Ovviamente si può eliminare il “problema” regolando i diversi volumi nelle impostazioni.
Left Behind è un “male necessario”. Male, perché si tratta comunque di una spesa di 15 euro per un contenuto extra, in altre parole qualcosa che anni fa ci sarebbe sembrato assurdo ma che adesso rappresenta una “politica aziendale” piuttosto (troppo) diffusa. Necessario, in quanto stiamo parlando di un DLC che non si allontana dalla magnificenza del gioco originale: se avete amato TLOU, Left Behind non potrà mancare nella vostra carriera video ludica.
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