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Articolo videogiochi del 22-10-2019

Recensione di Destiny 2: Ombre dal Profondo

Una nuova espansione per Destiny 2. E' arrivato Ombre dal Profondo

Titolo: Destiny 2: Ombre dal Profondo
Genere: FPS, looter-shooter
Piattaforma: PlayStation 4, Xbox One (testata), PC
Sviluppatore: Bungie Studios
Publisher: Bungie
Data di uscita: 1 ottobre 2019

Sulla Luna senza Activision

A circa due anni di distanza dal lancio di Destiny 2, e dopo le espansioni La Maledizione di Osiride, La Mente Bellica e il corposissimo (e ottimo) “I Rinnegati”, Bungie sforna il nuovo “Shadowkeep”, per noi Ombre dal Profondo.

Si tratta del primo grande extra aggiunto al gioco base post “divorzio” tra Bungie e Activision reso disponibile nel medesimo giorno in cui, tramite la versione free-to-play “New Light”, viene concesso a tutti i giocatori di intraprendere la via dei Guardiani.

Una Nuova Luce, esattamente, non è semplicemente il titolo dell’edizione gratuita, ora disponibile anche su Steam (e non pià sul client originario Battle.net), ma suona quasi come una promessa.

Dopo aver acquistato i diritti di pubblicazione del franchise e senza il supporto dei vari team dell’ex produttore (Vicarius Vision, Beenox e High Moon Studios), infatti, il team statunitense ha scelto una “rivoluzione-soft” con l’obbiettivo di non interrompere la continuità con il passato ma allo stesso tempo di allargare a dismisura il bacino di utenza, orientandosi più verso un sistema più simile agli MMORPG. Un azzardo che potrebbe sfornarne tanti nuovi affezionati e spingerli ad espandere l’esperienza di gioco con i contenuti a pagamento attuali e futuri, in primis Ombre dal Profondo.

A giudicare dall’enorme affluenza dei primi giorni (che ha portato qualche problema nella stabilità dei server) le premesse per una nuova vita dell’opera ci sono tutte. I contenuti che riportano i Guardiani sulla Luna sono, però, sufficientemente accattivanti per una “nuova luce” duratura o si tratta di un fuoco di paglia? Quale sarà il suo “Destino”?

Tra nostalgia passata e nuovi misteri

Ombre dal Profondo, da un punto di vista narrativo, si propone come un nostalgico collegamento con il primo Destiny, tanto da riproporre, per i nuovi player (o qualora vogliate creare un nuovo personaggio), la medesima missione iniziale del precedente capitolo. Intrigante per i veterani, quasi controproducente per chi si avvicina alla serie solo ora: una volta terminato il nuovo/vecchio “prologo” il Guardiano inesperto potrebbe restare spaesato, può accedere a tutti i contenuti di Destiny 2 ma non è guidato nel “come farlo”. Il rischio di attivare una sequenza disordinata di eventi è alto e va a penalizzare la comprensione del ricco e affascinate universo di gioco creato da Bungie, della lore. Il nostro consiglio, per godersi al meglio l’opera anche dal punto di vista narrativo, è di procedere con estrema calma, almeno nelle fasi iniziali, curiosando il più possibile tra gli hub, visitando i PNG di punta: con un po’ di pazienza, è possibile rivivere tutto Destiny 2 con la giusta consequenzialità.

Arrivando così a Shadow Keep con l’opportuno background, si possono vivere con maggior consapevolezza anche le nuove vicende sulla Luna, collegate ad uno dei personaggi iconici del franchise, l’ex Guardiana Eris Morn.

La nuova minaccia, risvegliata proprio dalla sua curiosità, si incarna negli Incubi, temibili manifestazioni delle paure dei Guardiani. Questi non sono altro che vecchi alleati, ma allo stesso tempo noti e temibili nemici conosciuti durante tutto l’arco narrativo della serie: Crota, Dominus Ghaul e il Fanatico Fikrul (come da prassi, insieme a nutriti eserciti resi più potenti dall’Oscurità). Quale mistero è celato dietro al Criptoglifo, alla Fortezza Scarlatta e all’imponente struttura di forma piramidale? Qui entra in gioco il Guardiano che, di supporto a Eris Morn e in collegamento con altri PNG di spicco come Ikora, ha il compito di indagare e combattere una minaccia che rischia di estendersi anche oltre il Satellite Terrestre.

Articolata su una serie di imprese (finalizzate, ad esempio ,all’ottenimento di parti di armatura necessarie per accedere alla Piramide) la main-quest è, però, troppo frequentemente intervallata da sezioni obbligatorie di farming sul suolo Lunare (e non solo): missioni “secondarie” ripetute rallentano il ritmo della narrazione e il climax di eventi (circa 6 ore di campagna) porta ad una conclusione debole e priva di spiegazioni ben definite, mancanza solo in parte colmabile con uno studio più approfondito della lore. Certo, parliamo di stile e scelte di racconto su cui Bungie ha basato l’intero franchise ma non possiamo non evidenziare un notevole passo indietro, a livello di pathos, rispetto a “I Rinnegati”.

La sensazione generale, è di aver assistito ad un’introduzione di un progetto più grande, che non ad una vera e propria campagna autoconclusiva.

Il post end-game, seppur valido e piuttosto corposo, non aggiunge nulla in termini di sceneggiatura. Ogni impresa effettuata dai Guardiani al termine della missione “Ombre dal Profondo” è a sé stante, che si tratti dell’attività “Offensiva Vex”, delle “Cacce all’Incubo” o dell’incursione “Giardino della Salvezza”.

Ho bisogno di più potere

Da un punto di vista ludico, con Shadow Keep le novità sono numerose e di grande impatto. Innanzi tutto, ogni guardiano “riparte”, con il medesimo equipaggiamento ottenuto fin a quel momento, da un Potere di Luce di 750, soglia minima per prendere parte alla maggior parte delle attività principali “base”, tra cui, ovviamente la campagna. Si tratta, però, solo dell’inizio: il nuovo Sistema di Armature 2.0, riprendendo alcune meccaniche dal primo Destiny, si muove verso caratteristiche più ruolistiche da MMORPG.

Bungie ha optato per la reintroduzione dei parametri Intelligenza, Forza e Disciplina che influenzano i vari tempi di ricarica e cool-down delle abilità corpo a corpo, delle granate e della Super.

Vi è poi un meccanismo di potenziamento dell’equipaggiamento su dieci gradini di “energia”. Questi slot possono essere riempiti con una grande quantità di mod/perk, il cui beneficio è tanto maggiore quanto è alto il livello di energia richiesto. L’arma o il pezzo dell’armatura che ottiene l’upgrade fino al decimo step diventà Prodigioso (come gli elementi visti in passato che, però, richiedevano un lavoro di farming tutt’altro che immediato).

La conseguenza di tale meccanismo, è una maggiore versatilità nella creazione delle build: ora, potenziare il proprio Guardiano per permettergli di rendere al massimo nel PvP, nel PvE o anche, nello specifico, contro determinati nemici, richiede uno studio più attento ma consente risultati più soddisfacenti.

È doveroso, però, sottolineare che questa impronta più specifica e articolata potrebbe anche scoraggiare chi di Destiny ha sempre preferito il suo animo da looting-shooter rispetto a quello ruolistico.

Un’altra considerazione è relativa al farming dei componenti dell’armatura: se ogni “leggendario” può essere modificata sul lato perks utilizzando gli slot di energia, vien di conseguenza che i drop ad essi legati ottengono un ruolo essenzialmente estetico. Assumono, invece, estrema importanza i bottini relativi alle mod, ai materiali (alcuni piuttosto rari) e alle armi, che saranno fondamentali per la creazione di una build perfetta.

In merito al Potere, il soft-cap di “Ombre dal Profondo” è il 900. Raggiunto questo, si può procedere con il completamento di tutte le nuove attività “più ostiche” che progressivamente forniscono armamenti potenti, fino al 950, primo hard-cap. Il secondo hard-cap tiene in considerazione il ritorno del Manufatto correlato al rinnovato programma stagionale. Questa rivisitazione dell’Artefatto già presente nel primo Destiny permette di associare al Guardiano ulteriori mod e di incrementare il Livello di Luce fino a 960 e addirittura oltre.

Anche per quanto riguarda il nuovo sistema di Ricompense Stagionali le scelte di Bungie si avvicinano maggiormente a quelle relative ai Battle-Pass del genere MMORPG: in versione gratuita o premium, sono articolate su 100 livelli e garantiscono premi ad ogni level-up. Anche le attività della stagione si suddividono in gratuite e riservate ai possessori del pass (ad esempio “Offensiva Vex”).

Al termine di ogni stagione i progressi di questa scala si azzerano e, di pari passo, viene resettato il discorso relativo al manufatto, con l’introduzione di uno nuovo, con differenti possibilità di evoluzione della build (perks e mod rinnovati).

In termini di gameplay è stata introdotta anche la “finisher”, una mossa attivabile con la pressione dell’analogico destro quando il nemico ha già subito una sufficiente quantità di danno (è eseguibile nel momento in cui compare il relativo indicatore sopra l’avversario) e “pagando” una determinata quantità di energia della Super. Sebbene questa mossa non comporti dei frame di invulnerabilità e possa lasciar esposti agli attacchi, è possibile abbinarla a dei potenziamenti che ne incentivano l’utilizzo (attivazione dell’invisibilità, ricarica dell’energia, etc.). Si tratta, quindi, di un’intrigante novità che offre ai Guardiani una variante in più nelle fasi di combattimento ravvicinato (oltre ad essere visivamente spettacolare).

Come abbiamo già accennato, una volta terminata la campagna Shadowkeep, sia che si tratti di PvE che di PvP l’offerta ludica è abbastanza ampia (anche se inferiore a quanto proposto da “I Rinnegati”): nuovi assalti con impostazione della difficoltà su quattro livelli, le Cacce all’Incubo (anche in modalità eroica), il Giardino della Salvezza, l’Invasione Vex e il ritorno di Lord Saladin e dello Stendardo di Ferro. Il tutto è estremamente collegato all’ottenimento di Taglie, Imprese e Pietre Miliari e alle conseguenti ricompense.

Riciclo, aggiunte e restyling

La scelta di Bungie di ritornare sulla Luna è allo stesso tempo carismatica sul lato nostalgico quanto comoda in termini di sviluppo. Se la riproposizione di assets provenienti dal primo Destiny lascia un iniziale senso di Déjà Vu, è anche vero che il lavoro del team è ottimo nel riproporre (con tinte più dark) e arricchire zone come la Tomba del Mondo, la Bocca dell'Inferno, etc., espandendole con nuovi e mai banali settori perduti, e con le evocative location dell’imponente Fortezza Scarlatta e dell’inquietante e maestosa Piramide Nera.

Grazie, inoltre, ad una ottima proposizione delle ambientazioni e nel level-design del Giardino Nero per il Raid e l’Offensiva Vex, a cutscenes sempre di grande impatto visivo, possiamo promuovere a pieni voti la direzione artistica di Shadowkeep.

Tecnicamente, problemi di stabilità del server iniziali a parte, Destiny 2 Ombre dal Profondo si mantiene sugli standard buoni a cui ha già abituato, con qualche caricamento di troppo in-game e tempistiche di loading generalmente elevate.

Soundtrack, effettistica, doppiaggio e sceneggiatura delle sequenze filmate sono degni di nota, seppur, come già detto il carisma complessivo rimanga al di sotto della proposta di “The Forsaken”.

In sintesi:

Ormai indipendente dallo Spettro di Activision, Bungie ha scelto di dare una Nuova Luce a Destiny. Sebbene Ombre dal Profondo sia, sul lato contenutistico e qualitativo, inferiore alla precedente grande espansione “I Rinnegati”, è evidente il tentativo del team di sviluppo di rinnovare il franchise su molteplici aspetti. Questo corposo DLC, principalmente per via delle novità introdotte sulla gestione dell’equipaggiamento, sulle meccaniche di gameplay e sul nuovo sistema di ricompense stagionali, fornisce all’opera un’impronta ruolistica più tipica di un MMORPG. A questa deriva contribuiscono anche la versione free-to-play (che comprende tutti i contenuti di Destiny 2 ad eccezione di Shadowkeep, anche se è possibile esplorare la luna e i suoi eventi secondari) e la possiblità di cross-save che, insieme, puntano ad espandere notevolmente il bacino di utenza. In conclusione, Ombre dal Profondo, “riciclando” e arricchendo una delle location più iconiche di Destiny, si pone come punto di continuità e di svolta allo stesso tempo: si presenta non solo come un valido contenuto aggiuntivo ma anche come fondamenta per una IP ora meno vincolata alle direttive e alle scadenze imposte dei piani alti, più libera di incarnare le idee e il percorso evolutivo di Bungie.

Pregi:

  • Un’espansione importante, fondamenta per stagioni di nuovi contenuti.
  • Le novità al sistema di gestione dell’equipaggiamento e armi sono intriganti...
  • Un’impronta più da MMORPG...
  • Un buon lavoro di restyling e aggiunte che punta sull’effetto nostalgia...

 

Difetti:

  • La campagna principale di Shadow Keep è breve e lascia molti misteri irrisolti.
  • ... ma superato il soft level-cap i progressi necessari per le missioni più ostiche sono lenti.
  • ... che potrebbe scoraggiare chi punta più sul looting-shooter.
  • ... si avverte il riciclo di mappe e nemici.

 

    VALUTAZIONE COMPLESSIVA: 8

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