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Articolo videogiochi del 11-06-2016

Recensione di The Witcher 3: Wild Hunt, espansione Hearts of Stone

Abbiamo giocato e recensito Hearts of Stone, la prima vera espansione di The Witcher 3: Wild Hunt

Quando abbiamo giocato The Witcher 3: Wild Hunt, abbiamo elogiato il lavoro effettuato da CD Project RED nel creare probabilmente il miglior titolo RPG Fantasy della storia videoludica: una trama matura e corposa, raccontata magistralmente, che può vantare diversi momenti toccanti, romance e plot twist mai banali, uniti a una gestione artistica fenomenale, sono gli elementi che hanno permesso alle avventure base dello Strigo di ottenere il titolo di Game of The Year.

Il team di sviluppo polacco non ha deciso di vivere di rendita ma ha continuato a coccolare i propri fan e a supportare la propria creazione, arricchendola e tentando di intervenire dove era necessario, spesso riuscendo nell’impresa. Non dimentichiamoci, infatti, che l’armatura del gioco era tanto bella quanto ammaccata in diversi punti, a causa, ad esempio, di qualche bug di troppo, di una gestione della fisica non ottimale e di un combat system che non rappresenta certamente la migliore manifestazione nel panorama videoludico.

Ma, da bravi artigiani, i ragazzi di CD Projekt RED hanno continuato a battere il ferro dove necessario, e con la prima grande espansione a pagamento, Hearts of Stone, sono riusciti sia a perfezionare il proprio prodotto (grazie ad una mega patch) che ad arricchirlo con un extra che vale sicuramente le “monete” che sono richieste per farlo proprio. Parliamo di un costo di 9,99€ per una quantità di ore di gioco, circa 15, che sono ben maggiori anche di quelle di alcuni titoli completi.

Il team di sviluppo ha in più dato la possibilità ai giocatori che non hanno un livello adatto (almeno 33/35) alle nuove sfide, o che non hanno completato le missioni originali, di iniziare Hearts of Stone con un Geralt pre-impostato e pronto per le avventure dell’espansione.

Allo stesso tempo permangono alcuni problemi riscontrati in Wild Hunt che, alle volte, visto anche il continuo ripetersi di determinate situazioni, sono risultati piuttosto pesanti.

Vediamo ora insieme cosa funziona e cosa no, in queste nuove avventure dello Strigo.

La storyline di Hearts of Stone si dimostra, fin dai suoi primi momenti, originale rispetto alle avventure raccontate in Wild Hunt. Si nota, infatti, fin da subito che CDPR, non ha voluto cavalcare l’onda del successo del gioco base ricalcando situazioni già viste o semplicemente espandendo il filone narrativo dei personaggi di The Witcher 3.

I giocatori si trovano davanti, invece, a vicende non solo inedite ma anche caratterizzate da un sentimento di sfondo e da una morale differenti rispetto al passato. Che cosa succede quando prendi un carismatico Witcher e gli affianchi due personaggi tanto affascinanti quanto enigmatici, perfettamente caratterizzati e plausibili nelle loro “stranezze”? Cosa succede se dal passato, più precisamente dal primo The Witcher, fai tornare la splendida Shani? Beh, è semplice, il risultato di tutto questo non è un’accozzaglia di elementi nuovi, creati dal team solo per guadagnare “dollaroni” con l’espansione. Si tratta, bensì, di una nuova storia, profonda, varia e avvincente in tutte le sue componenti, che s’intrecciano in una ragnatela di eventi abilmente strutturati. Non vogliamo rovinarvi la trama ma almeno vi introduciamo i suddetti personaggi. Shani ve l’abbiamo già nominata: le vicende di Geralt si affiancano fin da subito a quelle dell’affascinante dottoressa dai capelli rossi e, ovviamente, quando tra gli ingredienti abbiamo lo Strigo e una bella donna, il risultato non potrà andar molto lontano da una storia d’amore, intensa o meno che sia. Scoprirete, da soli e con il progredire nell’espansione, l’entità di questo nuovo gioco di sentimenti.

Le altre due figure chiave sono Olgierd e Man of Glass (Maestro di Specchi) che sono introdotti semplicemente accettando un incarico dalla relativa bacheca. La missione viene così aggiunta automaticamente nel menù e nella mappa del mondo di gioco. Riteniamo che la caratterizzazione di questi due personaggi e tutte le loro sfaccettature siano da scoprire pad alla mano, per questo, non volendovi anticipar nulla, possiamo solo dirvi che il gomitolo della main-quest del DLC si dipana in modo intrigante e si lascia scoprire, missione dopo missione, senza mai rivelar troppo, o troppo poco. Inoltre, non aspettatevi un semplice Gerald VS Mostri: lo Strigo, in Hearts of Stone, ha a che fare anche con situazioni non convenzionali per un Witcher quali aste, feste di nozze, rapine, animali parlanti, mondi all’interno dei dipinti, etc.

Molto meno convincenti ci sono sembrate le missioni secondarie e le nuove side-quest sparse per il mondo che si riducono quasi sempre all’affrontare un gruppo di nemici, che siano umani o mostri, al fine di ottenere qualcosa in cambio: un oggetto, il proseguimento della stessa quest e così via. A lungo andare questo tipo d’intrattenimento ci è sembrato pesante, di certo inferiore (e non di poco) alla quest-line principale.

Da un punto di vista delle aggiunte proposte, Hearts of Stone pur basandosi quasi esclusivamente sulla mappa originale del gioco, offre qualche nuova zona creata con un lavoro artistico ancora una volta ottimale.

Sono inoltre presenti nemici inediti tra cui temibili e affascinanti creature, non semplicissime da affrontare, che ci hanno talvolta costretto a molteplici tentativi prima di poter aver la meglio su di loro.

Il Witcher può contare anche su un nuovo mercante, un esponente degli Oferiani del Velen, che, in cambio del giusto corrispettivo in denaro (quello di Geralt non il vostro, state tranquilli), permette di modificare l’equipaggiamento, spade e armature, con particolari abilità che diventano man mano più utili con il progredire nelle avventure dell’espansione. In questo modo, è possibile ottenere delle abilità che rendono più efficaci sia i segni, sia le mosse dello Strigo e che possono facilitare un determinato approccio al combattimento piuttosto che un altro, in base al proprio stile di gioco.

Non è, però, tutto rose, fiori, e cuori di pietra. Nella pur buonissima creazione di CD Projekt RED abbiamo trovato qualche imperfezione. Il combat system è rimasto pressoché analogo con un’intelligenza artificiale che, anche a livelli proibitivi, porta i nemici ad agire in aree circoscritte e in modo confuso. Il risultato è il verificarsi di situazioni frustranti dal punto di vista della credibilità dello scontro. Anche la fisica è, come già notato nell’opera originale, non all’altezza della bontà complessiva del titolo, così come la gestione della telecamera, il lock-on e i movimenti di Geralt, troppo frenetici e legnosi.

Tecnicamente Hearts of Stone non introduce modifiche sostanziose. Come detto sopra, il mondo di gioco è, in sostanza, lo stesso e le nuove zone sono create con la stessa qualità artistica di quelle già presenti, scongiurando così il pericolo di una sensazione di incoerenza estetica. Allo stesso tempo permangono diversi problemi tipici di Wild Hunt, quali un calo di frame in situazioni di molti elementi caricati su schermo, il pop-up delle texture in lontananza e altri bug generici. Ad esempio abbiamo dovuto riavviare il game a causa di un Geralt incastrato tra pareti invisibili, o impossibilitato a immergersi in acqua nonostante la missione lo richiedesse.

I nuovi personaggi sono realizzati molto bene, in primis Olgierd (il David Beckham di The Witcher -NdR-) e il suo gruppo di uomini dal look Hipster/Vichingo. Anche Shani è riproposta in tutto il suo splendore, mentre il Maestro degli Specchi è delineato in modo enigmatico anche nel suo aspetto.

Per quanto riguarda il comparto audio, sono state introdotte nuove musiche e il doppiaggio, pur mostrando qualche problema di sincro, è nel complesso buono.

In sintesi:

Hearts of Stone non è una semplice espansione. Non stiamo parlando del classico contenuto extra tagliato dal gioco originale e riproposto in seguito come DLC. Le nuove avventure di Geralt dimostrano uno studio e un lavoro importanti da parte del team di sviluppo. Tralasciando la ripetitività delle missioni secondarie, la trama principale è avvincente e merita assolutamente di essere giocata, soprattutto perché nasconde morali e situazioni non convenzionali per il Witcher. Anche se il gameplay a tratti può stancare la voglia di scoprire la storia dietro Hearts of Stone non farà di certo pentire i videogamers che hanno apprezzato Wild Hunt e hanno deciso di acquistare a scatola chiusa un’espansione che vale assolutamente i 9,99€ ai quali viene proposta .

VALUTAZIONE CMPLESSIVA: 8

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