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Recensione di WWE 2K15

Titolo: WWE 2K15
Genere: simulazione sportiva
Piattaforma: Xbox One

Sviluppatore: Yuke’s

Publisher: 2K Games
Data di pubblicazione: 21 novembre 2014

Datemi Hulk Hogan

Per l’Hulkster ci sarà tempo, volevamo richiamare l’attenzione con un nome altisonante, ma forse, per i più giovincelli, sarà meglio annunciare the Rock o John Cena, o il più forte di tutti: Brock Lesnar. Abbiamo ancora impresso gli ultimi match della bestia, dove ha letteralmente massacrato il povero Cena, mai visti degli incontri così schiaccianti, così a senso unico come quello di WrestlingMania e Survival Series di quest’anno. Non stiamo menzionando nomi a casaccio, tranquilli; nemmeno eventi a casaccio. Solo alcuni dei più autorevoli rappresentanti degli “entertainer” che troveremo nel gioco. Com’è tradizione, ci saranno proprio tutti, vecchie e nuove glorie, a patto di avere la costanza di sbloccarli, uno per uno, sostenendo i match in tutte le numerose scelte a nostra disposizione; dalla modalità Carriera a quella WWE Universe, passando per gli incontri che hanno fatto la storia dell’ex-WWF. Di carne al fuoco ce n’è, di contenuti ne troveremo a bizzeffe come abbiamo ormai imparato, a ogni scadenza di WWE 2K. E, senza considerare che c’è sempre l’online. Di ore da spendere in compagnia della console, potenzialmente ne abbiamo parecchie in vista. Ci sarebbe la piccola, insignificante questione del trasformare le potenzialità in realtà, cosa in cui molti sviluppatori falliscono. Ora, le carte ci sono tutte, le speranze anche, soprattutto per chi adora questo tipo d’intrattenimento, quest’ americanata (come i sottoscritti) e non vede l’ora di mutarsi in un muscoloso atleta alto due metri e (fingere di) legnarsi con altri energumeni della sua stessa stazza. 

Nel ring

Numerose le possibilità offerte dal pacchetto confezionato da Yuke’s, dicevamo. Sorvolando la classica Esibizione, spiccano la modalità Carriera che, come dice il nome, vede le vicende incentrate su un solo wrestler, il nostro alter ego cui noi dovremo dar volto e fattezze per spingerlo dalla NXT fino alle più sfolgoranti vette della WWE, scegliendo se impostare un cammino da top face o da monster heel (per chi non mastica wrestling, face=buono, heel=cattivo). Un percorso che avrà una propria storia e sarà costellato dai numerosi eventi PPV tanto cari al popolo dello sportainment più conosciuto. Seconda opzione disponibile è la 2K Showcase, che ci permette di disputare nuovamente alcuni degli incontri che hanno fatto la storia dei combattimenti della WWF/WWE, prendendo le parti di uno dei contendenti sul ring, e, magari, cambiando gli esiti del match. Altra cosa degna di particolare menzione è la WWE Universe che ci fa vivere la stagione sportiva, così come è stata programmata nella realtà, possibilmente facendoci disputare tutti gli incontri, ogni volta con un entertainer differente, giungendo all’evento principe che corona tutte le storyline: WrestlingMania. E poi c’è il comparto online, che ci consente di creare e disputare combattimenti da soli o con altre tre persone, ma la scelta più divertente è sempre quella di sfidare fino a cinque amici, in casa propria, offline. 

Heel o face?

Quale sia, poco importa. Sicuramente la cosa che conta maggiormente è il divertimento e, se non vi è sfuggito il genere, il titolo non è come i precedenti, ma la sua impronta è simulativa. Avete capito bene, la temuta parola si è ripresentata: simulazione. I più accessibili virtuosismi apprezzati negli anni scorsi, si stoppano quasi bruscamente in WWE 2K15: il gameplay viene come rallentato, depotenziato, levato di tutta la verve e il dinamismo che la collana del wrestling ha sempre avuto in favore di una maggiore dose di realismo. La scelta è discutibile, a nostro avviso, seppur si siano avvicinati alla realtà, abbiamo apprezzato poco il cambio di rotta imposto dagli sviluppatori. Ora è tutto più lento, più ponderato e ogni colpo riflette ciò che avviene sull’apron, quello vero: i giganti di questo sport consumano energia, e qui si sente di più, con pause forzate tra un attacco e un altro o eccessivo tempo di recupero dopo alcuni colpi particolarmente potenti. Ci siamo rimasti male, lo ammettiamo. Viste le dinamiche soporifere, ci saremmo aspettati maggior precisione nei comandi, invece no: ci sembra di osservare un leggero ritardo tra un’azione impartita e la sua realizzazione il che, sommato alla poca velocità porta alcuni incontri ai limiti dell'imprecazione! Scherzi a parte, a volte per effettuare la finisher move sull’avversario è richiesta una precisione millimetrica e no, non ci siamo. Idem per i contrattacchi, ove bisogna premere RT per evitare di esser colpiti o di subire una particolare presa: l'80% delle volte è praticamente impossibile rispondere nel giusto istante e sono mazzate! Ultima lamentela che vogliamo muovere agli sviluppatori è l’introduzione di un minigioco a inizio prese in simultanea: avremo un tasto da premere per vincere l’avversario a seconda del quale effettueremo o subiremo la contesa, dopodiché partirà un secondo minigame che, mediante lo stick destro da ruotare, dovremo trovare una sezione dell’area particolare per imporci sull’altro. Lento, molto lento, troppo lento. E l’IA non aiuta il titolo a decollare: soprattutto quando c’è più di un contender sul ring, diverse volte farà “impallare” il lottatore perché non capisce al volo chi attaccare. Il wrestling, almeno sulle console dovrebbe solo divertire, lasciando fuori gli aspetti simulativi e “menosi”, improntando la propria essenza su dinamiche frizzante e spettacolari.

Here comes the pain

In realtà il peggio è passato. Ora si può solo migliorare toccando grafica e sonoro, forse l’aspetto migliore del “pacchetto”. Tralasciando i commentatori a bordo ring, che fanno il proprio lavoro, il comparto che più ci ha colpito è stato l’audio, composto dalle classiche entrate degli atleti (chi non riconosce il motivo di Cena o l’energizzante theme song del compianto Ultimate Warrior) alle più importanti musiche introduttive che vanno dagli Avenged Sevenfold a Wiz Khalifa; un buon motivo per soffermarci maggiormente e perderci nelle schermate delle opzioni e delle customizzazioni dei personaggi. I main character dello sport statunitense sono, come di consueto stati magistralmente ricreati per il nostro ludibrio; alcuni stranamente più fluidi di altri, ma con un roster davvero imponente che racchiude tutti i più importanti atleti della storia del wrestling. Tutto bello, tutto patinato, con i personaggi simili alle reali controparti soprattutto durante le inquadrature ravvicinate si notano le accurate fattezze dei performer,  la scarsa velocità d’azione aiuta non poco l’engine grafico, ma nonostante tutto, continuiamo a notare alcune dinamiche macchinose che ci fanno credere che forse non sia stato ottimizzato a dovere, ma, a parte questa pecca tecnica, il titolo trasuda realismo.

I am a real American

Seee, magari! Ci aspettavamo molto di più dalla nuova fatica di Yuke’s. Obiettivamente la virata verso la simulazione, non apporta i benefici sperati perché è tutto troppo lento e il gioco ne risente. Gli estenuanti caricamenti non aiutano: ci impiega una vita anche a caricare la personalizzazione del nostro alter ego! Detto questo, gli atleti mastodontici, graficamente impressionanti faranno la gioia di grandi e piccini, le musiche intrattengono più del dovuto durante le schermate tra i menu e chi ha la pazienza di aspettare per apprendere appieno i comandi e le dinamiche del titolo resterà abbastanza soddisfatto di WWE 2K15, sia esso un appassionato della disciplina, sia esso un neofita. Noi abbiamo iniziato ad apprezzarlo dopo una ventina di ore. Fate vobis.

Pro 

  • Comparto musicale d’eccezione
  • Tonnellate di lottatori da utilizzare, vecchi e nuovi
  • Dopo diverse ore diventa giocabile

Contro 

  • Dinamiche di gioco troppo compassate e macchinose
  • Caricamenti più lenti ancora del gameplay, modello tartaruga

VALUTAZIONE COMPLESSIVA: 7

La recensione di WWE 2K15 è stata scritta e curata da FranX per GameStorm.it, pubblicata il 19-12-2014

Commenti sulla recensione (2)

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Commenti
avatar di FranX
20-12-2014
FranX

Vero, alcuni sono prevedibili, altri wrestler parecchio meno: c'e' chi si allontana prima di colpire e chi si avvicina, a parte un paio di loro, come detto, ho fatto una fatica del diavolo con le contromosse. A mio parere dura veramente poco lo slot temporale per reagire

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avatar di Jhonny Cooper
19-12-2014
Jhonny Cooper

Vedo parecchie differenze con la versione old-gen, comunque non sono d'accordo che le contromosse siano impossibili come dice l'articolo, anzi dopo poche partite diventano prevedibili grazie ai movimenti che fanno prima di ogni attacco.

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Valutazione del gioco 7.4

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