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Recensione di Sine Mora EX

Titolo: Sine Mora Ex
Genere: shooter
Console: Xbox One
Sviluppatore: Grasshopper Manufacture
Publisher: THQ Nordic
Data di pubblicazione: 8 agosto 2017

Senza indugio

Quasi assopiti a causa della calura agostana, semi narcotizzati dalla mancanza di novità, come un fulmine a ciel sereno irrompe un vecchio titolo shooter, molto apprezzato la scorsa generazione di console: Sine Mora (dotato ora del suffisso Ex). Cinque anni dopo l’uscita del primo episodio conserverà il medesimo appeal? Scopriamolo!

Proiettili a go go

La cosa che balza subito all’occhio, dopo la presentazione simil cartoonistica, è l’inusitata quantità di spari, raggi, blaster, missili, ecc, ecc che riempie lo schermo e costringono i piloti a ghirigori pazzeschi per evitare l’impatto. In gergo viene chiamato bullet hell, ma noi preferiamo restare fedeli ai vecchi canoni tanto amati, da R-Type o Salamander o, ancora Xenon o i numerosi incasinatissimi spara e fuggi per neo geo e lo chiameremo shooter in orizzontale. Con un balzo temporale, torniamo ai giorni nostri, o quasi, fino all’avvento di Sine Mora, per la precedente tornata di console che ci regalò uno sparatutto rinnovato, sempre caotico ma con fondali spettacolari che spesso, va detto, ci strappavano più di una vita perché il nemico ci sorprendeva a rimirarli, con una gragnuola di colpi che puntualmente andava a segno. Il fattore EX ci ripropone il vecchio titolo, riveduto con i nuovi standard grafici e, per chi si fosse perso l’altro, la possibilità di avere tra le mani un nuovo vecchio classico degli shoot’em up, che può far breccia nei cuori dei casual gamers cosi come in quelli più dedicati.

Corsa contro il tempo

Il tempo è il nostro miglior alleato e peggior nemico; non c’è la canonica barra energetica a contrassegnare la nostra salute, sarà il tempo residuo a farci capire quanto siamo vivi e…per quanto. Subendo colpi lo ridurremo, abbattendo nemici lo aumenteremo. Il riferimento del titolo è proprio in funzione degli indugi che non dovremo avere per proseguire. Per rimandare il fatidico game over, nel tempo, scopriremo un esagerato numero di tipi di arma da fuoco e relativi effetti secondari, attivabili, che sono incrementati raccogliendo i bonus relativi in seguito alla distruzione dei vari aviogetti, idrogetti, vermi, ragni meccanici e compagnia bella che ci verranno scagliati contro. Ogni mezzo ha il proprio bagaglio bellico più o meno efficace, incrementabile e caotico come le numerose folate nemiche che ci “pioveranno” contro. L’unica cosa che accomuna i diversi velivoli è la possibilità di rallentare il tempo per tentare improbabili slalom tra i proiettili che ci sibilano intorno e spesso occupano quasi tutta l’area di gioco e nel casino che si crea oltre a sperare in upgrade del nostro sparo, un po’ di fortuna non guasta perché basta un colpo per perdere tutti i potenziamenti e doverli inseguire per lo schermo. Questo avviene sia se ci avventuriamo lungo i capitoli della modalità Storia che per quella Arcade. La differenza è che la prima introduce uno storyboard che raccorda i vari capitoli e che abbiamo sovente skippato perché desiderosi di abbattere aerei nemici. Non abbiamo capito granché e faticato a seguire i dialoghi abbastanza farneticanti, siamo onesti, ma carpito solo che i Layil ce l’hanno a morte con gli Enkie perché questi hanno il potere di rallentare il tempo. Anche i discorsi, in inglese, ci ritornano al tema dell’odio tra i miliziani e i loro schiavi; fortunatamente tutto questo giova, indirettamente, a noi gamers poiché il conflitto si estende per mari e monti portandoci a visitare innumerevoli paesaggi di diversa natura, tutti stupendamente realizzati. La trama si dipana per ogni dove, affronteremo il nemico anche sottacqua o attraverso anguste caverne, ognuno contraddistinto da particolari tipici e con una diversificazione del gameplay seppur minimo. Seguire l’azione frenetica e soffermarci sui fiabeschi scorci che scorrono via veloci, dei quali, spesso, ci accorgiamo solo in un secondo momento, è un’impresa non da poco: vogliamo gustarci anche il magnifico aspetto visivo del titolo, non solo la giocabilita’. Particolari apparentemente inutili come i bossoli dei proiettili che schizzano via una volta esplosi o le fragorose deflagrazioni delle parti che compongono i boss ci lasciano intuire quanto, il livello di cura e di dettaglio posto a Sine Mora Ex, sia alto.

Gioco a due

Con calma, ci arriveremo. Dicevamo che il tempo è il cardine sul quale si poggia l’intero gioco, la possibilità di frenarlo per evitare colpi o attaccare è quindi un corollario al concetto del titolo, ma una volta terminata la barra per manipolare gli istanti avremo solo i nostri riflessi a salvarci da una prematura morte, lungo questo shoot’em up in orizzontale. Un buon vecchio sparatutto, rivisitato per tenere il passo e con un godzilliardo di armi primarie e secondarie a nostra disposizione per aiutare i ribelli Enkie ad abbattere il sovrano dei Layil, Nessa. Quadro dopo quadro, affronteremo intense sessioni aeree o sottomarine, nelle quali dovremo disimpegnarci dai frenetici avversari, che ci scateneranno addosso l’impossibile per culminare con l’affrontare i boss di fine livello e di metà stage che rappresentano l’apice della difficoltà, per un crescendo pirotecnico. Qui, le cose, si fanno veramente toste poiché di vite ne perderemo sempre dato l’elevata difficoltà nell’affrontarli. La costruzione dei giganteschi mecha la dobbiamo alla creatività del progettista di Neon Genesis Evangelion, giusto per farvi capire il dettaglio grafico che avremo sotto gli occhi. Tornando a parlare del difficile, ma divertente gameplay, ci soffermiamo sulla Storia che è quella che ci occuperà per la maggiore, le restanti opzioni, a nostro avviso, lasciano il tempo che trovano. Ebbene se affrontiamo le peripezie Enkie in solitaria, difficilmente arriveremo al termine della “narrazione”; con un amico, però, le cose cambiano drasticamente. In due, il titolo, è molto più abbordabile e chi utilizzerà la seconda navicella, un pod, sarà indistruttibile ma privo di power up e con comandi differenti rispetto al velivolo principale. Potrà fungere da scudo e continuare ad attaccare ma, una volta colpito, anch’esso contribuirà alla riduzione del tempo a disposizione per terminare lo stage e, non abbiam capito come mai, esploderà al termine di ogni sessione per poi tornare in quella successiva. Cosi fino alla fine del gioco.

Tempus fugit

E siamo giunti alla fine tutto d’un fiato, cosa che sicuramente non ci è riuscita giocando. Cosa c’è da dire di nuovo? Beh, il fatto che ci mancassero gli shoot’em up è assodato; la bravura degli sviluppatori di rendere attuale un genere che andava forte, troppo tempo fa è anch’esso appurato una volta ai comandi del velivolo. La grafica coloratissima e dettagliata e un titolo abbastanza originale e godibile ha di contro il solo aspetto che molte volte è incasinatissimo e schivare i colpi è impossibile; Sine Mora Ex aggiunge al proprio carnet di pro/contro una difficoltà di base molto elevata che per alleviarla va giocato in cooperazione di un amico che, in locale, ci supporti utilizzando il pod. Sia agli amanti degli spara e fuggi che ai non addetti, consigliamo questo gioco, una piccola perla incastonata nell’assopito Agosto; se non altro per traghettarci verso l’autunno che si prospetta caldo di nuovi titoloni.

Pregi

  • divertentissimo da soli, in due è ancora meglio
  • paesaggi mozzafiato

Difetti

  • in solitaria è quasi impossibile

VALUTAZIONE COMPLESSIVA: 8

La recensione di Sine Mora EX è stata scritta e curata da FranX per GameStorm.it, pubblicata il 25-08-2017

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