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Recensione di NBA 2K21

Titolo: NBA 2K21
Genere: Sportivo
Piattaforma: Xbox One
Sviluppatore: Visual Concepts
Publisher: 2K Games
Data di pubblicazione: 04/09/2020

Dall’anno 2K ad oggi

All’alba dei tempi, eccezion fatta per il calcio, EA regnava incontrastata su ogni tipo di sport digitale; attorno all’anno 2000, però, si “sveglio’” la 2K Sports immettendosi direttamente in quel mercato. Passo dopo passo sono riusciti a rosicchiare sempre più credito in ambito basketball fino a spodestare la regina dei produttori, facendola abdicare e conquistandosi, incontrastati il trono della pallacanestro americana annullando, di fatto, NBA Live. Negli ultimi anni il brand cestistico più in voga è sicuramente il NBA 2K.

I believe I can fly

Da Space Jam, che forse ha dato il via al connubio cinema-basket ad ora, con un nuovo capitolo della serie cinematografica in programma, avente ora come protagonista Lebron James, e anche un nuovo gioco cestistico che vede come portabandiera il numero 0 dei Portland Trailblazers, Damian Lillard. Si sa, ormai i titoli sportivi escono con cadenza annuale, facendo perdere un po’ di magia a favore della serialità delle uscite; questo titolo in particolare per via del triste periodo pandemico che stiamo tentando di lasciarci alle spalle, più che una novità potrebbe essere un aggiornamento del precedente 2K20 che ci proietta in ottica next gen: forse per apprezzare appieno la nuova fatica dei Visual Concepts bisognerebbe provarlo sulle nuove potenti console previste per i prossimi mesi. Il nuovo capitolo può risultare interlocutorio per vari aspetti, quindi; il COVID da una parte, che in qualche modo ha limitato la produzione e lo stesso campionato NBA e la doppia natura del gioco che deve abbracciare l’odierna generazione di macchine e la nuova, come detto, in procinto di essere lanciata. L’utilizzo dello stesso motore grafico seppur con gli ovvi restyling e rostese dello scorso anno è principalmente legato alle due motivazioni di base.

Dalla strada alla palestra

Preamboli terminati. Iniziamo a dedicarci a qualcosa di sicuramente più interessante: il gioco in sé. Un menù ridisegnato ci introduce alle diverse anime di NBA 2K21; ce n’è per tutti i gusti a cominciare da partitelle veloci in strada (Blacktop) o partite tra leggende o, ancora, incontri tra le varie franchigie del campionato, sempre da imbastire velocemente. Magari servono il giusto per sfidare gli amici a casa o in rete e farsi le ossa oppure ammirare, ancora una volta, le vecchie glorie, coloro che hanno lasciato il segno in questo sport, sfidarsi con squadre storiche o il meglio del meglio delle proprie compagini. E questo è giusto l’antipasto che spiana la strada a competizioni più interessanti e potenzialmente molti più avvincenti (o frustranti, se siete schiappe come noi). Altra traccia molto interessante riguarda il più canonico dei campionati americani ove potremo optare per un team della Eastern Conference o della Western, con l’ovvia stagione comprensiva dei play off da portare a termine. Rimanendo in tema campionati, troviamo l’allettante opzione My Team ove condurremo una franchigia tutta nostra dalle stalle, possibilmente, alle stelle con tutte le sfaccettature manageriali che affiancano la gestione tecnica, tattica e…ludica. L’ultima, interessante, “anima” del corposo panorama offerto dal titolo e’ la Carriera, una storia che nasce dall’ovvia periferia, con un ex giocatore di football che viene motivato e spinto dal proprio coach, interpretato dall’attore Djimon Hounsou (qualcuno lo ricorderà come Lo Stregone, in Shazam!) che, da buon mentore guiderà i passi del nostro rookie alter ego prospettandoci un futuro più luminoso di quello di nostro padre…terminiamo qui per evitarvi spoiler ma non mancheranno le scelte off game e i colpi di scena.

Sul campo

Indossate le scarpette, scopriremo che non sarà una passeggiata. Alla nostra ignoranza in merito alle posizioni in campo e schemi tattici (non va scordato che siamo calciofili a oltranza) si aggiunge una curva di apprendimento molto lunga, costellata di numerosi fallimenti, soprattutto per chi, come noi, poche volte si è cimentato con il basket digitale. Oltre alla comandistica in generale (sorgerà il dilemma, meglio utilizzare il secondo stick oppure i canonici tasti per il tiro?) bisognerà sicuramente ripassare il regolamento poiché alle numerose infrazioni che inspiegabilmente commetteremo senza saperlo, eviteremo inutili imprecazioni e nervosismi. Quindi, il primo scoglio da superare sono le regole dei falli e le posizioni da tenere sul parquet, successivamente andranno digeriti le dinamiche di gioco che, diciamolo, varieranno sensibilmente dalla modalità carriera a quella più globale dei team a quella più “leggera” delle sfide sui campetti di cemento. Dopo numerose ore spese a imparare e migliorarsi si potrà prendere confidenza con tutti i vari match e declinazioni di questo sport, sia online che offline…con frustrazioni connesse. Il gameplay è vario, anche se a primo acchito non sembra; tutte le sfumature verranno apprezzate solo con il tempo (tanto tempo) ed è indubbio che strizza l’occhio principalmente agli appassionati per via dei vari tecnicismi e delle conoscenze degli atleti, quasi indispensabili per poter imbastire un dream team in grado di portarci alla vittoria o, più semplicemente per scegliere la compagine della nostra squadra del cuore, consapevoli dei punti di forza e di quelli deboli. Proprio per via della nostra cultura calcistica, è uno dei primi scogli da superare però, soprassedendo alle nostre scarse conoscenze in materia ci troviamo tra le mani un gran titolo infarcito di strategia e con una IA interessante, in grado di adeguarsi molto bene alle tattiche e schemi proposti e che nelle prime ore di gioco non manca di frustrarci per via della nostra scarsa velleità in marcatura e del numero impressionante di contrasti vinti e difese agguerrite. Giocabilità che tende all’arcade, molto tecnica e con qualche punta, forse, di imprecisione: per i tiri capita spesso che anche avendo il giusto tempismo la palla sbatta sul ferro e non entri MAI, una volta toccata la parte metallica del canestro. Sempre all’inizio avremo terribile difficoltà a fare un bello slam dunk da far tremare i palazzetti, anzi, giocheremo come un cestista dell’oratorio…però, una volta superato l’impasse, se si ha pazienza, si aprirà un mondo nuovo.

Pallone a spicchi

Detta così sembra di avere tra le mani un’arancia, ma il dettaglio tecnico al quale ormai siamo abituati, piacerà a tutti. Le consuete, ovvie, distinzioni dello stile di corsa, dell’oggettistica degli atleti sono ormai un default per noi e la cosa non ci dispiace; i vari intermezzi, come le introduzioni delle superstar o i filmati della storia (in My Career) sono sempre fatti egregiamente cosi come i rettangoli di gioco e tutti gli orpelli che contraddistinguono i famosi cestisti e la loro stazza. Certo, il pubblico sembra sempre un po’ imballato ma è solo un di più, il feeling dei campi o campetti ubicati nelle differenti aree statunitensi resta sempre convincente cosi come la numerosa varietà di azioni e finalizzazioni di gioco che offrono spesso nuovi contesti, molti dei quali accompagnati da urletti, schiamazzi della folla ammirante e commenti dei telecronisti. Anche l’audio, infatti, fa la sua egregia parte in tutto questo e possiamo dire che l’unica pecca (a voler essere severi) è il parlato in lingua inglese. Restando in tema sonoro, annoveriamo la sempre piacevolissima colonna sonora composta di numerosissimi pezzi attuali che ci terranno compagnia durante il nostro incedere tra i menù o nei lunghi caricamenti.

Schiacciata a due mani

Ci siamo dilungati forse troppo e restiamo in attesa di vedere il vero NBA 2K21 su next gen; il voto sembra basso rispetto a quanto scritto finora ma ci sono diversi bug che hanno compromesso la valutazione. A volte durante i cambi la telecamera si fissa su un giocatore e resta così bloccata senza muoversi per troppo tempo e la cosa che ha più infastidito è che per la carriera bisogna iscriversi; compilando la parte deputata alla mail (non è mai istantanea, mancando la tastiera) accade che tale mail non arrivi mai obbligando a ripetere questa sessione più volte. Ed è molto fastidioso. Il resto pur essendo forse la simulazione sportiva più azzeccata, al momento, sembra essere un’espansione del precedente titolo, seppur con vari restyle, la classica mole di contenuti e poche novità aggiunte. Chi è già in possesso di NBA 2K20 si dovrà porre le giuste domande dal momento che NBA 2K21 è venduto a prezzo pieno.

Pro

  • Stupenda simulazione sportiva
  • Colonna sonora
  • Gameplay alla lunga appagante

Contro

  • Diversi bug
  • Quasi un aggiornamento del precedente…
  • …venduto a prezzo pieno

VALUTAZIONE COMPLESSIVA: 7

La recensione di NBA 2K21 è stata scritta e curata da FranX per GameStorm.it, pubblicata il 25-10-2020

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