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Recensione di Maize

Titolo: Maize
Genere: avventura grafica
Console: Xbox One
Sviluppatore: Finish Line Games
Publisher: Finish Line Games
Data di pubblicazione: 12 settembre 2017

Pop corn

A cavallo tra il periodo di calma e l’inizio della stagione videoludica, arriva tra capo e collo un improbabile avventura di un orsacchiotto tra il mais. Detta cosi sembra buffa, invece…invece è proprio quello che dovrebbe essere, un prodotto spensierato e assurdo, Maize è una riedizione per console del titolo da poco approdato nel mondo PC.

Mistero misterioso

Ci svegliamo in un campo di grano e in lontananza ci sembra di scorrere alcune pannocchie camminare via. Siamo frastornati, lo ammettiamo. I contorni sono da classico horror, invece man mano che ci addentriamo tra i campi di grano, seguendo un tortuoso (e forzato) percorso, via via che tentiamo di capire chi siamo, cosa cavolo stiamo facendo lì, scopriremo in realtà un’avventura assurda, fuori dalle righe e sicuramente con toni più leggeri di quanto sospettato alle prime battute. Da percorso dell’orrore, la nostra scampagnata, si trasformerà in uno strampalato pellegrinaggio non sense, ove le pannocchie saranno forse la sola cosa che avrà maggior significato. Da una silente, disabitata fattoria ci sposteremo in laboratori bizzarri, pieni di ammennicoli fantasiosi e totalmente fuori posto e tali rimarranno fino alla fine, ove avremo la tanto agognata spiegazione del perché’ e del percome.

Vladdy bear

Noi e il nostro orsacchiotto a passeggio per la base sotterranea, qual miglior occasione per…subire i suoi insulti, in russo? No, davvero, la trama è totalmente non sense e più ci s’inoltra nell’avventura, più apparirà evidente l’assurdità delle situazioni in cui ci imbatteremo. Avessimo giocato una ventina d’anni fa a questo titolo, sarebbe stato il classico punta e clicca, ora ha perso la staticità delle schermate ma sempre di quel genere si tratta. Le dinamiche ci vedono impegnati a raccogliere tutti gli oggetti che ci vien permesso prendere e combinarli per gestire al meglio i diversi puzzle che ci troveremo a ostacolarci, proprio come succedeva ormai n-mila anni fa. Alcuni enigmi si sbloccano con articoli che nulla hanno a vedere con la situazione e sarà sufficiente provare ogni cosa in nostro possesso per proseguire; il gameplay è veramente basilare e rispetto ai punta e clicca di vecchio stampo c’è solo il movimento del muto protagonista. Non aspettiamoci nulla di particolarmente sofisticato: ci si muove a 360° si raccolgono cose e si prova a utilizzarle nelle diverse locazioni, avanzando da uno stage all’altro; sessioni che in precedenza erano bloccate da scatole di cartone e che misteriosamente spariscono con le soluzioni di alcuni rompicapo.

3 pannocchie, un orsacchiotto e 1 Cornacabra

L’atmosfera che permea il gioco, grazie al non sense della storia può ricordare i grandi classici, indimenticati, della Lucasfilm; per il resto la direzione artistica si smarca bene riguardo alla trama (assurda) e i personaggi, alcuni davvero sopra le righe, come quella macchietta del Cornacabra e la caratterizzazione delle tre pannocchie dall’accento british, o, ancora, del nostro tenero coccoloso orsetto sboccato. I dialoghi sono strampalati ed esilaranti, in inglese e, fortunatamente, in nostro aiuto troviamo i sottotitoli (in tutte le lingue fuorché in italiano) e l’ottima interpretazione può essere quel burst in più per farci continuare la scoperta della storia. Il parlato è forse la sola cosa degna di nota a livello sonoro perché le musichette risultano stucchevoli già dopo qualche tempo, ma rientrano negli standard mediocri del titolo. Infatti, anche a livello grafico non abbiamo da esultare con textures cubettose e ambientazioni statiche, per nulla interattive e abbastanza simili tra loro. La qualità media del livello tecnico è bassa e ci rimanda indietro nel tempo di qualche anno ma possiamo anche soprassedere, in fondo si tratta di un indie game per cui non ci aspettiamo certo un tripla A.

Pop corn

L’aspetto bislacco e i dialoghi divertenti sono sicuramente il combustibile che ci permettono di seguire l’avventura fino alla fine che avverrà tuttavia dopo solo qualche ora di gioco. Non c’è altro da segnalare che sia degno di menzione perché il gameplay risicatissimo e l’implementazione tecnica ci riportano indietro nel tempo di parecchi anni e, complice le dinamiche non certo sincopate ne’ vivaci, l’azione rischia di stagnare e risolversi con un trial di diversi oggetti nei posti giusti per proseguire con l’evoluzione del gioco. Non avrebbe guastato una maggior libertà di manovra che non sia vincolata al trovare l’oggetto corretto per usarlo nel posto esatto; questa è cosa di troppo tempo fa, appunto.

Pregi

  • strampalato e spiazzante
  • dialoghi azzeccati e divertenti

Difetti

  • poco longevo
  • tecnicamente “indie”

VALUTAZIONE COMPLESSIVA: 6,5

La recensione di Maize è stata scritta e curata da FranX per GameStorm.it, pubblicata il 01-10-2017

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Maize

  • Versione xone in esclusiva digitale
  • Data di uscita:
    12-09-2017
  • Categoria:
    avventura
  • Disponibilità per:
    PS4 XONE
  • Popolarità:
    0 %
  • xone

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Valutazione del gioco 6

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