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Recensione di Dead Cells

Titolo: Dead Cells
Genere: Platform 2D
Piattaforma: Xbox One
Sviluppatore: Motion Twin
Publisher: Motion Twin
Data di pubblicazione: 07/08/2018

Un nuovo tipo di platform

Come ridare nuova linfa a un genere quasi caduto in disuso? Introducendo dinamiche totalmente differenti di quelle provate in passato e implementando una grafica con pixel grossi cosi. È questa la ricetta che i Motion Twin hanno approntato per ritagliarsi il proprio posto al sole.

Intruglio di generi

Potremmo fare la lista della spesa, alcuni termini non piaceranno a tutti; infatti, la prima volta che li abbiamo letti ci hanno fatto storcere il naso, pensando si trattasse nuovamente di un titolo punitivo votato all’annichilimento del giocatore. C’è chi parla di metroidvania, chi di roguelike e chi, ancora di action. Noi lo inquadriamo nel classico “piattaforme a due dimensioni” anche se di elementi che lo distinguono dal genere ce ne sono; innanzitutto si vive una volta sola, terminata l’energia vitale è finita, si comincia tutto dall’inizio e quasi da zero. Ogni partita è diversa dall’altra, cambiano i labirinti e anche la dislocazione dei nemici e degli oggetti/armi da raccogliere non sarà la medesima che in precedenza; ogni nuovo inizio ci priverà, come detto, di quasi tutto ma nonostante questo miglioreremo di volta in volta proprio perché (si spera) sbloccheremo gadget e opzioni che verranno ri-utilizzati dalla nostra dipartita in poi. Questo farà sì che amplierà l’esplorazione delle aree precedentemente interdette oltre che portarsi dietro numerosi potenziamenti che, se selezionati, ci faciliteranno l’attraversamento dei pericolosi dungeon. Dead Cells non è proibitivo né tantomeno punitivo, ogni partita ci permetterà di proseguire sempre un po’ di più ma scordiamoci l’idea di finire il gioco ai primi tentativi. La perseveranza ci toglierà diverse soddisfazioni poiché possiamo inquadrare le avventure del nostro cavaliere come fosse un apparentemente semplice platform 2D senza nemici impossibili da battere o il temuto bullet hell di qualche videogioco. Si salta si lanciano frecce, si recuperano particolari bombe e si passa a fil di spada tutto ciò che si muove. Giocabilità immediata, coinvolgente e anche veloce; i livelli si completano in pochi minuti e impareremo nuove abilità e combo senza mai stravolgere il concetto di dinamicità ed essenzialità. Semplice…

…anche per la grafica.

Pixelloni giganti ci accolgono fin dai caricamenti in una gradevole pixel art graphic evocativa e molto curata, a partire dal nostro cavaliere; un guerriero riportato in vita con una fiamma al posto della testa. Come si nota, anche la trama è cupa, cosi lo sono le atmosfere che non devono trarre d’inganno nonostante ogni elemento sia volutamente “scalettato”. Mostri, avversari, ambientazioni sembrano tutte fatte con i mattoncini ma al tempo stesso si può verificare la buona dose di dettagli trasparire da questa grafica apparentemente grezza. Dal semplice labirinto ci intrufoleremo in anguste fogne o svetteremo sulle torri di un castello; dalle stalle alle stelle, ma sempre con il medesimo design e caratterizzazione dei livelli che a via via diventano più complicati ed estesi anche se forse troppo ancorati agli anni 90. I semplici zombie saranno alternati a creature più complesse (non troppo, però) ognuna con il proprio pattern d’attacco che, una volta appreso ci potrà risparmiare un nuovo inizio. Naturalmente il motore che spinge il gioco non fa fatica visto l’approccio stilistico utilizzato anche se, fatto strano, a volte si blocca per qualche istante; nulla che contribuisce, però a rendere negativa l’esperienza visiva che, superato il primo impatto di ritorno ai 16 bit tutto il resto scivola via liscio come l’olio. Non mancano i giochi di luci ed ombre e le consuete esplosioni per tutti i gusti anche se in diversi casi le ambientazioni sembrano riciclarsi. Sonoramente parlando assistiamo a una colonna sonora cupa, angosciante con effetti speciali nella norma.

Si vive una volta sola

Nonostante prenda in prestito ispirazione da vari capostipiti (a noi, per esempio, ha ricordato anche Rygar) mantiene sempre una propria identità; nonostante la difficoltà non è impossibile e anche se è un titolo del tipo rogue non ci ha indotto in tentazione di spegnerlo subito e, giocandolo, ci ha sorpreso in positivo. La grafica non tragga d’inganno perché è un signor titolo che cresce di volta in volta e, ad ogni partita, si scopre un pezzo di novità; dalle abilità incrementabili per sempre alle mutazioni che durano solo per una partita a tanti aspetti tutti da scoprire. Dead Cells, inoltre è giocabile anche a “morsi”: lo si prende, si combatte un po’ per poi scordarselo finche’ altri titoli più importanti rimpolpano la nostra ludoteca…per poi mettere mano nuovamente al joypad e continuare le vicissitudini del guerriero.

Pregi

  • gameplay veloce e sempre piacevole anche se difficile
  • atmosfera d’effetto

Difetti

  • alcune aree sembrano riutilizzarne altre
  • level design vecchio stampo

VALUTAZIONE COMPLESSIVA: 8

La recensione di Dead Cells è stata scritta e curata da FranX per GameStorm.it, pubblicata il 31-08-2018

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Dead Cells

  • Versione xone in esclusiva digitale
  • Data di uscita:
    07-08-2018
  • Categoria:
    platform
  • Disponibilità per:
    PS4 XONE SWITCH
  • Popolarità:
    0 %
  • xone

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