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Recensione di Batman: Arkham Knight

Titolo: Batman: Arkham knight
Genere: azione
Piattaforma: Xbox One

Sviluppatore: Rocksteady

Publisher: Warner Bros

Data di uscita: 23 giugno 2015

Un’ultima volta

Una partenza cupa, mesta, malinconica. Dovendo accommiatarci dal crociato di Gotham, non potevamo che non assoggettarci alla sua personale visione del mondo, della sua città, in uno stato di crepuscolo continuo e infinito. Il cavaliere oscuro è finalmente tornato, più luminoso che mai (scusate l’ossimoro) per concludere l’epica battaglia contro il male, iniziata molto tempo fa per culminare contro tutti (o quasi) i villains che gli hanno reso la vita difficile. Un sentito grazie ai ragazzi di Rocksteady per aver ripreso il timone, dopo la semi-sbandata del titolo precedente.

Il Joker…

…è morto. Nessuno spoiler, tranquilli. L’acerrimo nemico di Batman, come scopriremo subito, è passato a miglior vita, ma non temete, lo troveremo più vivo e arzillo che mai (nella testa di Bruce). L’eredità lasciataci è tuttavia peggiore di quanto potessimo immaginare: dopo un periodo di calma, con gli atti criminosi ridotti ai minimi termini (in seguito agli eventi successi nel capitolo Arkham City) e la città tornata ad essere “vivibile”, la metropoli, a partire dalla notte di tregenda di Halloween è divenuta terra di conquista di nuove cordate criminali, tra cui spicca lo Spaventapasseri che ha forzato la mano con una tossina in grado di creare gravi stati di alterazione portando gli uomini alla follia.
Oltre sei milioni di cittadini vengono cosi fatti evacuare da Gotham, lasciandola preda delle bande criminali comandate da Crane, appunto, e da diverse altre teste tra cui annoveriamo il Pinguino, Due Facce e il nuovo misterioso avversario: il Cavaliere di Arkham. Pochi sono gli uomini di legge rimasti a contenere l’ondata nefasta delle gang padrone della città; pochi e male armati, succubi della potenza tecnologica e numerica mostrata dai gangster.
Nuova linfa vitale, infatti, è stata apportata dal fantomatico Cavaliere, nuova nemesi di Bruce Wayne, che, dal nulla, compare con un esercito addestrato e preparato sia dal punto di vista fisico che tattico. Come se ciò non bastasse, fanno la comparsa, droni e carri armati a cingere in una stretta mortale l’ormai moribonda città. Qualcuno deve fermare la dilagante follia, qualcuno dovrà sacrificarsi per il bene superiore: Batman. Non sarà solo, però, in questo lungo viaggio attraverso demoni personali e reali; avrà sempre al suo fianco un piccolo manipolo di eroi che non mancheranno di dare il proprio contributo alla causa, cominciando dall’inseparabile Alfred e terminando con Fox, passando per Nightwing e Robin e un paio di coprotagonisti che non vi diciamo per non svelarvi troppo.

Crusader Vs. Knight

Il filo conduttore è sempre un cavaliere, o paladino, o crociato che sia. Il nemico è ora molto simile all’alter ego di Bruce Wayne, sia come tecnologia sia costume, leadership e mistero che aleggia intorno a lui. Ci sarà anche un crociato, nel mezzo, che magari raccoglierà il testimone dell’eroe dark…ma questa è un’altra storia.
Ci vorrebbe ben più di una recensione per parlare di questo titolo, colmo di easter eggs e riferimenti a personaggi ed eroi della DC; ma lasciamo da parte tutto, altrimenti vi annoieremmo prima ancora dei comm(iati)enti finali.
Focus sul paladino mascherato e tutto quello che gli gravita intorno.
Le ipertrofiche gesta che porteranno Batman ai saluti finali, ora hanno un elemento in più, ormai sbandierato da ogni media: l’automobile! La batmobile che alla bisogna si trasforma in un corazzato tank, via di mezzo tra la Thumbler vista nella trilogia di recente memoria e la classica auto pilotata dal Caped Crusader di Tim Burton. Un mezzo capace di spostare gli equilibri e modificare il canonico gameplay al quale eravamo abituati, marchio di Rocksteady.
Le dinamiche non seguono più la scia dei combattimenti abbinata alla fase esplorativa, tipica dei primi tre precedenti episodi, ma si spostano più marcatamente sull’aspetto legato alle quattroruote e conflitti a suon di missili e raffiche di mitragliatori montati sugli autoblindo. E’ stato un azzardo mischiare un comparto solido e rodato a uno meno incentrato sulle arti marziali, totalmente (o quasi) orientato agli inseguimenti con la batmobile. L’introduzione ha comportato anche la modifica degli enigmi dell’Enigmista, ricalibrandoli per sfruttare il potente autoveicolo. Questa ventata d’aria fresca ha portato nuova linfa al genere, aumentando a dismisura la varietà delle missioni che si potranno seguire dando ancor più libertà d’azione a noi, appassionati gamer. 

E’ un’auto? E’ un tank? E’ il meglio!

Ci manca solo il batwing e poi, possiamo dire di avere tutto il mondo-Bat tra le mani. Freddure a parte (e non c’è Mr Freeze in giro), ci vorrà l’ovvio periodo di apprendistato per imparare i rudimenti del mezzo, poiché non sono lineari così come si può immaginare ma risultano giusto un po’ macchinosi: si accelera con un grilletto, ma si frena con un pulsante; c’è da prenderci la mano ma il processo è abbastanza fuorviante. Meno complicata la versione carro armato, dotato di una mobilità estrema, senza bisogno di utilizzare diversi pulsanti per accelerare/frenare, ma pilotato solo dagli stick del pad.
Messo da parte il discorso auto, ritroviamo l’amato free flow system dei combattimenti a mani nude, con alcune nuove introduzioni quali combo ambientali o l’ausilio della nostra potente batmobile e le abituali sessioni esplorative cui gli immancabili gadget ci aiutano a svelare le scene del crimine. Splendidi e cervellotici come sempre riscontriamo i puzzle di un mai domo Enigmista, deciso fino all’ultimo a far prevalere il proprio intelletto cosi come la possibilità d’incappare in sub-quest dedicate a guest star particolari; vogliamo menzionarvi solo un paio di nomi: Man-Bat e Azrael.
Come si può intuire non sarà difficile sforare le 20 ore di gioco perché di “attività” da svolgere e di contenuti ce ne sono a dismisura. Il divertimento è assicurato proprio perché, oltre a malmenare i “poveri” malavitosi, scegliamo la chiave di lettura del titolo; opteremo per un’avventura su strada oppure perseguiremo principalmente la pista degli enigmi? Una giocabilità ad ampio respiro, è il caso di dirlo, degno finale col botto della tetralogia dedicata al miglior detective del mondo.

Gotham City

La città è splendida, nel suo declino. Non siamo masochisti, ma c’è un certo appagamento visivo, ammirandola dall’alto, scendendo in planata e osservando via via tutti i dettagli della guerriglia urbana che costellano gli edifici. I toni crepuscolari conferiscono un’aura oscura che solo chi ha il cuore di tenebra saprà assaporare a dovere. Scherzi a parte, nel complesso la metropoli gode di panorami mozzafiato, perfettamente integrati nelle architetture dark, gotiche, conosciute ormai da tutti. I toni scuri, la pioggia continua (a qualcuno ricorda Blade Runner?) enfatizzano questo scorcio di mondo al massimo. Il design della city è minuzioso e molto curato, così nei palazzi, così nelle colorazioni e ambientazioni da giungla urbana. Passando il tempo, la stessa Gotham subisce gli influssi nefasti degli scontri, cade a pezzi, è ferita e noi ne siamo gli artefici: il grado d’interattività è elevato; possiamo fare a pezzi colonne, vetrine, cancelli, muri e ci fermiamo qui perché la lista è lunga. La batmobile è un bulldozer e travolge muretti come fossero stuzzicadenti; ogni elemento sembra essere intaccabile dai colpi e dalle sportellate ricevute durante gli inseguimenti; i personaggi poi sono stati splendidamente ricreati (forse il solo Enigmista poteva esser realizzato meglio). Le donne presenti sono delle vere gnocchi (scusateci :) ) e non c’è la sola catwoman a rubare la scena!
Durante il gioco, così come negli inseguimenti più concitati, il motore grafico ha sempre mosso tutto senza patemi, fatto salvo per alcune volte in cui lo schermo si è “congelato” per un istante. Ragazzi, questo è il Batman che abbiamo sempre voluto, graficamente massiccio e cattivo, ogni volta ritoccato e rimesso a nuovo e, in questa sua ultima, decadente avventura, è il meglio che ci potessimo aspettare. Gotico, crepuscolare e tenebroso; tutto sembra essere condizionato dall’animo (malato) del crusader, provate ad appollaiarvi sul doccione più alto della metropoli e, semplicemente, gustatevi lo spettacolare panorama, una via di mezzo dalla Gotham by Nolan e quella di Burton. Ammirate i dettagli e le insegne che spiccano ovunque, i rimandi agli eroi della DC e ai personaggi della stessa casa…troverete anche un ristorante italiano!  

Epico

Anche il soundtrack non si discosta dall’aggettivo che possiamo usare per riassumere, con una sola parola, il Batman di Rocksteady. L’ambientazione è quella ormai conosciutissima, con sparuti gruppetti di criminali che commentano gli eventi in corso con coloriti discorsi e un fitto “sottobosco” rumoroso tipico delle grandi città: vetri infranti, stridii di gomme quando i tamarri partono a razzo con le auto, saracinesche divelte…la routine, insomma. A questi si aggiunge l’ottimo, convincente doppiaggio degli attori, soprattutto di chi presta la voce al Joker, sempre divertentissimo e pazzo e, dulcis in fundo, le musiche: epiche, appunto. Ricalcano tutte la trama sonora che abbiamo apprezzato in Arkham City, pur non raggiungendo tali vette (a nostro parere) rappresentano un elemento di successo del titolo perché incarnano anch’esse i toni solenni, eroici, del paladino contro tutti e ci fan gonfiare il petto quando le suoniamo ai malviventi. Godibilissimo il sound quasi gregoriano, ogni volta che interagiamo con Azrael, il cavaliere di Saint Dumas, tanto per dirne una. Anche in questo caso, il nostro consiglio è di scaricarle e darle in pasto al nostro lettore mp3, magari durante una corsetta…

La conclusione di una saga

Non lo nascondiamo, è uno dei titoli che abbiamo atteso maggiormente, quali sfegatati fan del cavaliere oscuro e videogiocatori incalliti. Tutti i nostri desideri sono stati soddisfatti, anche se le gesta, le dinamiche di gioco virano più sulla Batmobile che sui famosissimi pestaggi cui eravamo abituati. Alla fine, doveva terminare. Purtroppo non si poteva portare avanti per altri episodi, anche se… limitiamoci ad apprezzare, a goderci l’ultima fatica di coloro che hanno contribuito al rilancio di Batman; assaporiamone le mille sfaccettature e il gameplay che spazia dall’avventura al beat’em up alle corse (modello Chase HQ, per intenderci). Assimiliamo con gioia violenta la sensazione quasi fisica dei pestaggi e, magari, sediamoci ad ascoltare le musiche che ci accompagneranno per le oltre 20 ore di gioco; dosatene i tempi, o finirà sempre troppo presto e poi…e poi bisognerà cercare qualcos’altro, con il rimpianto di averlo terminato definitivamente. Grazie Rocksteady!

Pregi

  • enigmi di E. Nigma
  • pestaggi che danno l’impressione di fare veramente male 
  • giocabilita’ e trama degna del miglior Batman
  • impatto visivo cinematografico

Difetti

  • configurazione pulsanti batmobile non ottimale  
  • è finita un’era

VALUTAZIONE COMPLESSIVA: 9,5

La recensione di Batman: Arkham Knight è stata scritta e curata da FranX per GameStorm.it, pubblicata il 01-07-2015

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