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Recensione di Halo Reach

Titolo: Halo Reach
Genere: FPS
Console: Xbox 360
Sviluppatore: Bungie
Publisher: Microsoft games studios
Data di uscita: 14 settembre 2010

Probabilmente pochi di noi si stanno rendendo conto di vivere un momento storico. Nessun riferimento alla situazione politica nazionale e/o internazionale: la singolarità riguarda il mondo videoludico, in particolare il passaggio di consegne della serie Halo dalle capaci mani degli sviluppatori Bungie a quelle di Microsoft.

Di avvicendamenti di questo tipo ne abbiamo visti numerosissimi, caratterizzati da esiti più o meno positivi. Ciò che tuttavia rende speciale questo momento è l’oggetto che sta passando da una mano all’altra: sin dal suo esordio, avvenuto nel 2001 all’inizio dell’era Xbox, Halo ha saputo guadagnarsi il tutolo di Killer Application con la K maiuscola, diventando icona e simbolo della console di casa Microsoft, nonché uno dei principali autori del successo online della console dalla grande X.

Con il prosieguo degli anni Halo si è trasformato da singolo successo a saga da avere a tutti i costi, sfatando così anche il mito che sostiene che è difficile ripetersi dopo un primo trionfo.

Ora siamo arrivati al canto del cigno. Non sappiamo ancora cosa ci aspetterà nel futuro, ma per fortuna oggi siamo qui a parlare dell’ultimo prodotto posto sugli scaffali prima del congedo degli sviluppatori di Bungie.

Reach

Il titolo la dice lunga agli appassionati della serie: Reach, infatti, è una delle colonie di umani, in particolare quella da cui è partito il progetto Spartan. Il calendario segna l’anno 2552, una sorta di flashback per chi ha giocato all’intera serie, al fine di chiarire alcuni aspetti non precedentemente trattati dalla trama degli altri episodi.

Siamo nel mezzo dell’attacco dei Covenant, i quali stanno conquistando a ritmo sfrenato tutti gli insediamenti della UNSC. E ora tocca a Reach doversi difendere (o almeno tentare, in quanto è nota a tutti la triste sorte del pianeta) e le speranze sono riposte tutte in un gruppo di guerrieri super addestrati: il Noble Team. Il gruppo è composto da soldati caratterizzati da abilità molto diverse tra di loro: ad esempio Carter è l’esperto di tattiche militari, Kat, Jorge si trova a suo agio con armi pesanti, Jun è il cecchino del gruppo e così via. Ad essi si aggiunge un altro misterioso personaggio (comandato da noi), Noble Six, di cui si sa solo che è l’unico superstite di un altro gruppo di Spartan, e si è distinto in battaglia.

Tutti questi personaggi impareremo a conoscerli in profondità durante la narrazione, la quale tra l’altro riesce nell’intento di trasmettere al giocatore la sensazione di caos della battaglia: all’inizio sarete coinvolti in missioni che sembreranno fini a se stesse (ad esempio abbattere un cannone, raggiungere la base, difendere la postazione conquistata) a testimonianza della fase di disperata difesa che affronterete all‘inizio dell‘avventura. Poi il ritmo cambierà, gli umani prenderanno in mano le redini della battaglia con una strategia messa insieme per cercare di contrastare l’avanzata aliena, dando anche maggior significato alle vostre missioni.

A conclusione del paragrafo narrativo va detto che il lavoro fatto è estremamente valido, capace di coinvolgere, commuovere e far percepire la gravità della situazione, facendovi credere a tratti di assistere a un lungometraggio di Hollywood.

Campagna in single player

La campagna single player si compone di 10 missioni, che porteranno via le solite 8 ore sindacali nei livelli di difficoltà intermedi, che saliranno a circa 10 qualora sceglieste i livelli più impegnativi.

I livelli sono diversificati, alterneranno battaglie in campo aperto a lunghi e tortuosi corridoi, tra paesaggi di rara bellezza che includono cascate, boschi montani, aree nebbiose, zone artiche, senza dimenticare futuristiche città.

Il gameplay è quello di sempre con un sistema di controllo che ormai è diventato punto di riferimento per il genere (ad eccezione delle sessioni di guida, caratterizzate dall’uso di entrambi gli stick analogici, davvero poco precisi) e una varietà assicurata dalle diverse strategie di combattimento che dovrete utilizzare a seconda della fase di scontro: soprattutto nei livelli più impegnativi evitare di rifugiarsi dietro ai ripari per evitare il fuoco nemico e dimenticarsi di utilizzare i medi pack significa andare verso morte certa.

La scelta di Reach come teatro della battaglia offre inoltre un’ulteriore variante al gameplay, in quanto giustifica la presenza di molti più veicoli sul territorio, permettendovi inoltre di prendere in mano il volante di muletti, camion e mezzi civili che potrete utilizzare anche per investire direttamente i nemici. Tra le novità dei veicoli a disposizione (questa volta militari) vanno menzionati il Revenant (un Ghost biposto) e il Rocket Hog (una jeep con lanciarazzi). Peccato che quest’ultima la apprezzerete soltanto a metà, in quanto sarete esasperati dalla scarsa abilità al volante dei vostri compagni, incapaci di proseguire lungo la strada mentre voi vi divertite a scagliare ai quattro punti cardinali i missili della vostra arma.

A completare lo scenario di novità vanno menzionati anche gli accessori della vostra armatura, che contemplano la corsa (per pochi istanti), l‘armatura del guardiano (per protezione superiore), il jet pack (che avrà un livello dedicato stile platform), il camouflage (che vi renderà parzialmente invisibile), la bolla scudo (che crea una zona franca al fuoco) e l‘ologramma (capace di creare controfigure vaganti per il campo di battaglia). La vostra armatura riuscirà ad ospitarne uno solo alla volta, obbligandovi quindi a scegliere con cura l’accessorio in funzione del momento.

Varietà

A completare la descrizione dello sforzo fatto dai programmatori per donare varietà al gameplay vanno menzionati (oltre alla sezione in stile platforming con jet pack, già anticipata) un paio di livelli ideati per essere affrontati a bordo di veicoli, senza contare la missione astronautica (zero-G).

Passando ai difetti, un piccolo nn neo della campagna in single player è rappresentato dall’impostazione data al gameplay: l’obbligo di impersonare un singolo soldato (piuttosto che la rotazione dei sei membri) rende l’esperienza di gioco limitata. La sensazione, inoltre, è quella che ciascun elemento del team lavori per sé, senza nessun accenno di coordinamento. Questa percezione, ovviamente, sparisce se siete affiancati da amici mediante xbox live.

Una nota di merito va assegnata all’AI dei nemici, che non finirà di stupirvi grazie a varietà di attacchi e tecniche utilizzate per sopravanzarvi. Peccato solo per un piccolo difetto, che consiste nella loro incapacità di percepire la vostra presenza se non siete nel loro campo visivo, nemmeno nel caso in cui gli state scaricando un caricatore addosso da lontano: la loro reazione sarà inverosimilmente nulla.

L’arsenale a disposizione è stato scelto accuratamente al fine di evitare di trovarsi in mano l’arma definitiva, regalando eccessivo vantaggio (soprattutto in prospettiva multiplayer), mentre è stato deciso di bocciare la possibilità di impugnare due armi contemporaneamente, che difficilmente rimpiangeremo più di tanto. Riaccogliamo, invece, la pistola del primo episodio, mentre diamo il benvenuto al lanciagranate al plasma, quello Spartan e così via,

Come da consuetudine, ciascuna arma arrecherà uno specifico danno ai nemici in funzione della loro razza (e del loro livello), incrementando la strategia del gioco.

A complicare invece le cose ci pensano i teschi (attivabili all’inizio delle missioni), che incrementeranno il livello di sfida (e i crediti guadagnati a fine missione), che vanno dalla scomparsa del mirino dallo schermo alle varie modifiche dell’AI nemica, senza dimenticare l’esplosione di coriandoli in caso di colpo alla testa e così via. La presenza dei teschi rappresenta un toccasana per la giocabilità del titolo.

 

Tecnica e affini

Graficamente il gioco si presenta con un motore grafico rivisto quasi da zero, al fine di risolvere tutte le pecche evidenziate in Halo 3 (animazioni, volti e textures soprattutto), che qui sono state puntualmente risolte. Strutture, paesaggi e ambientazioni, veicoli e tutti gli elementi che compaiono su schermo sono di una bellezza davvero notevole, caratterizzate da textures davvero dettagliatissime e belle a vedersi, garantendo inoltre un orizzonte vastissimo.

Anche i personaggi sono stati ricoperti di attenzioni: ora sono vestiti da armature scolorite, armi molto più dettagliate (con riflessi e graffi), senza dimenticare le loro animazioni davvero belle a vedersi.

Peccato solo per le ambientazioni interne, un tantino sotto la media, per un anti-aliasing un tantino accentuato e per qualche cedimento del frame rate, soprattutto quando sullo schermo si ammucchiano decine di elementi animati.

Altrettanto lodevole la colonna sonora, che non si discosta dall’eccellenza assaporata negli altri episodi della serie.

Ma il vero cuore di questo titolo è rappresentato dall’esperienza online, fino a 16 giocatori contemporaneamente: 9 mappe base con 12 modalità di gioco (tra cui i classici deathmatch, capture the flag, cacciatore di teste, ma anche novità come le corse con veicoli e zombie, tutte estremamente personalizzabili, con la possibilità di scegliere durata, numero e difficoltà di ondate di nemici e così via) garantiranno alla comunità di videogiocatori online un divertimento praticamente infinito.

A tutto ciò si aggiunge la fucina, dove potrete creare le vostre mappe con tutti gli elementi comparsi nell’intera saga (che potrete acquistare coi crediti accumulati nelle missioni), per poi condividere il vostro risultato in rete per altre sessioni di puro divertimento.

Per la conclusione vi rimandiamo allo specchietto della valutazione complessiva.

Pro

- Multiplayer fenomenale
- Tecnicamente splendido
- Single player ottimo…

Contro

- …anche se non eccezionale
- Qualche calo dif rame rate

VALUTAZIONE COMPLESSIVA: 9,5

Halo Reach rappresenta il degno congedo di un team di sviluppo che ha reso grande la saga, appassionandoci da una decina d’anni.

Mentre la campagna single player, pur rappresentando un ottimo lavoro non è il meglio in assoluto oggi in circolazione, il multiplayer non mancherà di contagiare la comunità di videogiocatori di tutto il mondo annientando il loro tempo libero. In altre parole, un gioco da avere a tutti i costi.

La recensione di Halo Reach è stata scritta e curata da monsteruno per GameStorm.it, pubblicata il 26-09-2010

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Halo Reach

  • Immagine della copertina del gioco Halo Reach per Xbox 360
  • Data di uscita:
    14-09-2010
  • Categoria:
    sparatutto
  • Disponibilità per:
    X360
  • Popolarità:
    5.06 %

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Valutazione del gioco 3.5

L'ultimo voto è stato 9 dato da Answood

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