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Recensione di Child of Eden

Titolo: Child of Eden
Genere: Sparatutto
Console: Xbox 360
Sviluppatore: Q Etertainment
Publisher: Ubisoft
Data di uscita: 17 giugno 2011

Ventitreesimo secolo, l‘umanità ha creato una sorta di internet evoluta, l‘Eden, in cui è racchiusa tutta la conoscenza del genere umano. Al suo interno prende spazio inoltre il progetto Lumi, mirato a dare vita a una intelligenza artificiale vivente, che ridà vita a una omonima ragazza vissuta un paio di secoli prima.
Come spesso accade in questi casi, qualcosa va storto e rischia di mettere a repentaglio l’esistenza della povera Lumi: un potente virus attacca l’Eden e, come potete facilmente immaginare, toccherà a voi scongiurare tale pericolo.
Se state affilando le vostre potenti armi virtuali, intenti a distruggere ogni minaccia nemica, devastare le schiere di esseri ostili e debellarli dalla faccia dell’universo la loro minaccia avete sbagliato approccio: in questo Child of Eden (da qui CoE) dovrete purificare armoniosamente il male mediante l’efficace utilizzo di un potente antivirus, esraendone semplicemente il male.
Questo è l’approccio al gioco raccomandato da Tetsuya Mizuguchi, (autore del gioco e, tra gli altri, anche di Rez e Space Channel 5): la mancanza totale di violenza nel gioco fa sì che le emozioni dominanti che si provano a questo CoE sia serenità e felicità, contrapposte sicuramente all’aggressività, sensazione dominante di gran parte dei titoli oggi in commercio.

Cinque mondi da liberare

Il gioco è uno sparatutto su rotaie, in cui sarete condotti su un percorso rigido lungo il quale affrontare le ondate di nemici. Il gioco è suddiviso in cinque differenti mondi da liberare dal male: si va dall’astratto Matrice all’industriale Passione, senza dimenticare Evoluzione, pieno zeppo di meduse volanti e così via.
Al fine di sbloccare il mondo successivo sarete tenuti a raccogliere un sufficiente numero di stelle, elargite in base alla vostra abilità nell’affrontare le orde di nemici. Potrà capitarvi di dover riprovare più volte un determinato livello in modo tale da sbloccare quello successivo nel caso la vostra prestazione non sia stata sufficientemente brillante.
Le armi a vostra disposizione sono poche, ma efficaci: avrete un primo attacco, che consiste nel passare il puntatore sull’obiettivo e scaricarvi il “siero” liberatore del virus. Potrete inoltre sfruttare l’attacco Tracer, che consiste in una raffica di proiettili purificanti, mentre una volta che avrete riempito interamente la barra di attivazione, avrete infine modo di sprigionare la vostra Euforia, una sorta di bomba capace liberare tutto il male dal vostro schermo.
Ovviamente il gioco non è privo di insidie, che consistono nei siluri sparati dai nemici infetti che, nel caso in cui vi colpiscano, vi sottrarranno uno dei cinque punti vita a disposizione, fino a costringervi a ripercorrere dall’inizio il livello nel caso vi venga privato l’ultimo.

Kinect compatibile

La struttura del gioco sembra tanto quanto convenzionale, ma l’utilizzo di Kinect (o di Move per PS3, a partire da quest’autunno) lo rende un titolo dall’appeal speciale: è indubbio infatti che CoE sia stato sviluppato apposta per dare il meglio di sé con la nuova periferica, rendendo armonica l’impartizione dei comandi, il cui movimento si fonde alla perfezione con gli effetti visivi e sonori sprigionati dal gioco. Le mani saranno lo strumento per guidare il puntatore: un semplice tocco della mano per puntare il nemico, lanciando l’attacco per purificare il malcapitato virus. Agitando invece il braccio scaricherete la furia di Tracer, mentre la deflagrazione di Euforia è attivabile con un battito delle mani.
Ad ogni movimento corrisponderà inoltre una reazione del sonoro (composto dalle musiche elettroniche dei Genki Rockets, la band virtuale dell‘autore) e degli effetti sonori. Il risultato è una sinergia tra movimenti, sonoro e video capace di trasportarvi letteralmente in un’altra dimensione, dando vita a quella che l’autore stesso definisce (non a torto) un’esperienza multisensoriale, un tripudio per i vostri sensi..

Nessun difetto?

Come accennato, il gioco è tecnicamente eccellente, con un comparto grafico e sonoro capaci di inebriare il giocatore durante l’azione.
Un solo difetto penalizza questa creazione, ovvero la scarsa longevità di CoE, che se affrontato da un giocatore esperto può essere tranquillamente completato in un paio di ore. A poco giovano gli extra e le classifiche online, capaci di dare un po’ più di vita al gioco ma nulla più.
Anche l’eccessiva difficoltà di alcuni passaggi (accoppiata alla mancanza degli usuali checkpoints) lo rende di tanto in tanto frustrante.
In conclusione, questo CoE è un bellissimo esempio di cosa si può tirar fuori dalle periferiche di nuova generazione (Kinect e Move), capace di quasi ipnotizzare il giocatore in una sorta di paradiso dei sensi.
Solo la longevità e la frustrazione di alcuni passaggi ne rappresentano i pochi difetti.

Pro

- Effetti sonori e visivi eccezionali
- Esperienza ludica inebriante
- Perfetta

VALUTAZIONE COMPLESSIVA 8,5

CoE è un bellissimo esempio di cosa si può tirar fuori dalle periferiche di nuova generazione (Kinect e Move), capace di quasi ipnotizzare il giocatore in una sorta di paradiso dei sensi.

Solo la longevità e la frustrazione di alcuni passaggi ne rappresentano i pochi difetti.

La recensione di Child of Eden è stata scritta e curata da monsteruno per GameStorm.it, pubblicata il 12-07-2011

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Child of Eden

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Valutazione del gioco 6.6

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