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Recensione di The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel III

Titolo: The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel III
Genere: Japanese Role Playing Game
Piattaforma: Nintendo Switch (Testata) / PlayStation 4 / PC
Sviluppatore: Nihon Falcom
Produttore: NIS America
Data di uscita: 30 giugno 2020 (Switch)

Una leggenda risalente

Chiunque abbia posseduto (o ancora possegga, magari sepolta in qualche cassetto) una PlayStation Portable sa benissimo quanto spesso questo piccolo gioiellino si sia ritrovato ad ospitare veri e propri capolavori del genere J-RPG: si pensi alle versioni rivisitate di Final Fantasy III e IV, all’ottimo Phantasy Star Portable, ai diversi capitoli della serie Ys e ai titoli di punta del genere (quelli che avrebbero giustificato, da soli, l’acquisto della portatile Sony), Final Fantasy VII: Crysis Core e Kingdom Hearts: Birth By Sleep. L’enorme mole di giochi di ruolo ha, nel corso degli anni, fornito agli appassionati più di qualche valida ragione per appropriarsi di una PSP e, complici anche le varie revisioni hardware rilasciate nel tempo, non c’erano veramente più scuse. Nonostante Nintendo DS continuasse a vendere il doppio e a spopolare tra la popolazione casual, PlayStation Portable era la console da possedere per un po’ di sano core gaming in portatile.

Per una sfortunata combinazione di fattori, però, la portatile di casa Sony cominciò ben presto a perdere mordente e nel 2011, quando ormai si cominciava già a discutere sui diversi leak relativi alla fantomatica PSP2, qualsiasi ragione dietro l’acquisto di una PSP, nuova o usata che sia, diveniva sempre più flebile. Qualsiasi titolo etichettato come must have aveva ormai una certa età, il gioco online stava per essere soppiantato dai nuovi sistemi e gli ultimi titoli third party consistevano in port spartani che tentavano, in qualche modo, di imitare la controparte disponibile per PlayStation 3 e Xbox 360. È in questo quadro non esattamente incoraggiante che, il 4 novembre 2011, apparve nei negozi europei The Legend of Heroes: Trails in the Sky.

Apprezzatissimo da critica e pubblico, il primo titolo della serie Trails (inserito nel più longevo e semi-sconosciuto, almeno in occidente, franchise The Legend of Heroes) divenne presto uno dei titoli di punta del sistema e cominciò a posizionarsi sul podio nelle diverse liste di videogiochi consigliati ai possessori di PlayStation Portable, consentendo all’ormai vecchia e stanca console di casa Sony di tornare ancora una volta alla ribalta prima di vedersi sostituita, all’interno dei negozi, dalla propria erede di lì a pochi mesi. Di lì in poi, la serie Trails continuò a veder nascere propri installments su diverse piattaforme e oggi, per la prima volta, un capitolo rilasciato esclusivamente in Giappone e successivamente a livello globale per PlayStation 4 e PC è approdato anche sulla console ibrida di casa Nintendo. The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel III è già stato calorosamente accolto dalla critica, con un Metascore di 82/100, nella sua versione PlayStation 4. Dunque, per la prima volta, chi vi scrive ha veramente pochi dubbi sulla qualità intrinseca del titolo in sé. Ciò che importa, dunque, è come Nihon Falcom abbia portato il titolo su Nintendo Switch, al netto di quali sacrifici e – soprattutto – con quali risultati. Shall we?

Storie antiche e dove trovarle.

The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel III prende le mosse – prevedibilmente – lì dove si è concluso il precedente capitolo. Trattandosi di un sequel diretto questa affermazione potrebbe apparire come un’ovvietà e sì, per certi versi., lo è. Lo è per le versioni PlayStation 4 e PC del titolo, per il semplice motivo che i primi due titoli della trilogia Cold Steel sono disponibili e facilmente reperibili su entrambe le piattaforme. L’assenza dei due titoli dal parco titoli di Nintendo Switch, però, potrebbe essere percepita come un ostacolo insormontabile da chiunque abbia intenzione di avvicinarsi per la prima volta alla serie e sia intimorito dalla necessità di recuperare due J-RPG dalla durata tutt’altro che esigua per poter fruire appieno dell’’unico capitolo disponibile sull’ibrida della grande N.

Fortunatamente, come diversi sequel appartenenti alla corrente generazione (tra cui Devil May Cry V, ad esempio), Trails of Cold Steel III fornisce dei comodi riepiloghi relativi alla trama dei primi due terzi della trilogia. Suddivisi in capitoli, si fa fatica a definirli riassunti per via dell’enorme mole di contenuti di cui il giocatore può fruire attraverso un comodo sottomenu facilmente raggiungibile dal menu principale. Nonostante la praticità intrinseca di quest’opzione (nonché il suo costo contenuto), resta consigliabile aver già giocato Trails of Cold Steel e il suo sequel prima di affrontare il terzo capitolo, in modo tale da seguire con maggior coinvolgimento le vicende dei protagonisti.

Il terzo capitolo ha inizio diciotto mesi dopo gli avvenimenti del prequel. Rean Schwarzer è stato appena nominato istruttore del Thors Military Branch Campus alla giovanissima età di venti anni. Dopo una breve sequenza tutorial, Rean incontra i suoi colleghi, gli allievi della Classe VII e comincia a prendere confidenza con il villaggio di Leedes, all’interno del quale è sito il Campus. Di qui, la Classe VII e Rean si sposteranno a mezzo treno per visitare le diverse città di cui si compone l’Impero Ereboniano, diviso da una sanguinosa guerra civile. La trama di Trails of Cold Steel III tende ad impegnare il giocatore sul lungo periodo e il completamento della quest principale può richiedere fino a quaranta ore di gioco, anche di più se il giocatore sceglierà di portare a compimento le numerosissime quest secondarie a disposizione.

Se è vero che le prime ore di gioco possono risultare piuttosto lente nel proprio snodarsi, il titolo non fa fatica a prendere velocità nelle successive, con una trama che si intreccia in sviluppi piuttosto interessanti. Nel corso della campagna, i nuovi alunni della Classe VII avranno occasione di rapportarsi con i vecchi allievi della medesima, protagonisti dei primi due capitoli della trilogia: è facilmente comprensibile, dunque, perché si consiglia caldamente di consultare per lo meno il riepilogo fornito da Trails of Cold Steel III all’interno dell’apposito sottomenu. Piccola nota a margine: il gioco non è disponibile in lingua italiana. Sarà necessario masticare un po’ di sano inglese per portare a termine senza remore la campagna.

“How about a round of Gwent?”, but with a Persona accent.

Meccanicamente parlando, The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel III è un J-RPG davvero solido. Come i precedenti capitoli della serie, anche nel terzo capitolo è presente un sistema di scorrimento temporale che segue il calendario scolastico (in modo non dissimile da quanto avviene nella fortunatissima serie Persona), con il giocatore che dovrà dividere il proprio tempo tra le attività scolastiche, tra cui rientra anche un po’ di sana vita sociale con i nuovi allievi della Classe VII, e le investigazioni sul campo, che ci vedranno impegnati nell’esplorazione di appositi dungeon in cui ci si pareranno davanti mostri di ogni sorta. Non mancheranno poi diversi minigiochi opzionali, tra cui Vantage Masters, gioco di carte collezionabili ispirato all’omonimo titolo di Nihon Falcom rilasciato nel videoludicamente lontanissimo 1997.

Il sistema di combattimento poggia sul classico sistema a turni (i membri del party potranno attaccare, usare oggetti, Arts o Crafts), con un Party composto da 4 allievi, condito da alcune meccaniche interessanti, tra cui un Break System (simile a quanto già visto in Final Fantasy XIII con il sistema Crisi o in Octopath Traveler, in cui è presente un sistema omonimo, all’interno del quale l’attaccare ripetutamente un nemico ne comporta la diminuzione delle difese fino ad immobilizzarlo per un dato periodo di tempo, all’interno del quale il nemico stesso subisce al contempo maggiori danni) e i Brave Orders (che consentono al capitano del party di dare ordini a tutti i membri contemporaneamente, garantendo una serie di buffs che, in determinate situazioni, possono davvero cambiare le sorti della battaglia). Alla fine di ogni combattimento, ovviamente, il giocatore otterrà un loot più o meno consistente. Come in qualsiasi J-RPG, potrà trattarsi di pozioni, equipaggiamenti o, addirittura, oggetti puramente cosmetici.

Il gioco può essere tranquillamente fruito in modalità portatile senza timore di incorrere nel forte limite imposto dalla batteria della console: Nihon Falcom consente al giocatore, tramite la pressione di un tasto, di abilitare una Turbo Mode con cui rendere più rapidi gli spostamenti, i combattimenti e persino i dialoghi e le cutscenes. L’impiego della Turbo Mode, ovviamente, riduce i tempi di completamento del gioco.

Perfetto per Switch Lite, meno mordente sul TV.

Se trama e gameplay non hanno subito alcun tipo di downgrade, purtroppo è proprio dal punto di vista grafico che, su Nintendo Switch, The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel III mostra un po’ il fianco. Il titolo si muove in 720p a 30 FPS sia in modalità Docked che in modalità portatile e non ci è sembrato di scorgere differenze sostanziali tra le due modalità di gioco. Stando così le cose, è facilmente prevedibile come il gioco sia decisamente più godibile in modalità portatile, non solo per la comodità intrinseca di quest’ultima, ma anche perché a parità di qualità grafica, il piccolo schermo di Nintendo Switch rende molto più difficile coglierne le imperfezioni tecniche.

Rispetto alle altre versioni del titolo, su Nintendo Switch sono ovviamente presenti texture meno definite, una tecnica di filtraggio delle medesime più scadente e un filtro anti-aliasing meno efficace. Al netto di questi sacrifici, però, il frame-rate resta su livelli solidi e difficilmente si distaccherà in maniera abbondante dal target di 30 FPS. Il gioco è ancora più apprezzabile, da questo punto di vista, su Nintendo Switch Lite: lo schermo ancora più piccolo cela con meno difficoltà le imperfezioni tecniche e aiuta il gioco a fornire un miglior colpo d’occhio generale. Il titolo, anche nelle sue incarnazioni su piattaforme ben più prestanti, non è esattamente un technical achievement, ma resta comunque esteticamente piuttosto accattivante.

In Sintesi:

The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel III è l’ultimo capitolo in una delle più longeve e travagliate serie di J-RPG ad essere mai apparse su una console portatile. Forte di un nome solido, frutto di diversi capitoli che hanno saputo cogliere nel segno, almeno quanto il suo gameplay, il titolo si appresta ad approdare anche sulla piccola ibrida di casa Nintendo.

La trama del titolo muove dalle premesse fornite sul finire del secondo capitolo della serie Cold Steel: Rean Schwarzer è ormai istruttore della Classe VII nel Branch Campus di Thors e dovrà rapportarsi con gli altri colleghi e con i suoi nuovi studenti, impegnati nell’esplorazione del vasto impero Ereboniano. Trattandosi di un sequel diretto, si consiglia la fruizione dei due titoli precedenti o, quantomeno, dei riassunti forniti nell’apposito menu, prima di affrontare la trama del terzo capitolo.

Il gameplay riprende gli elementi classici del genere J-RPG a turni e diversi elementi vincenti già visti in altri titoli (tra cui il Break System e i Brave Orders). Gli appassionati del genere non faticheranno ad apprezzare il titolo anche se, su Nintendo Switch, il comparto grafico non eccelle per dettaglio visivo, essendo tarato per girare senza troppi cali di frame in 720p a 30 FPS.

Pregi:

  • Trama longeva ed interessante…
  • Gameplay solidamente innestato nella tradizione J-RPG a turni.
  • Comparto grafico convincente in modalità portatile…

Difetti:

  • … con ritmi decisamente lenti nelle prime ore di gioco.
  • Il suo essere un sequel diretto può scoraggiare i newcomers.
  •  … che però perde di mordente in modalità Docked.

VALUTAZIONE COMPLESSIVA: 8

La recensione di The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel III è stata scritta e curata da KentuckyFriedG per GameStorm.it, pubblicata il 22-07-2020

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