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Recensione di Murder by Numbers - The Irregular Corporation

Titolo: Murder by Numbers - The Irregular Corporation
Genere: Visual novel, puzzle.
Piattaforma: Nintendo Switch
Sviluppatore: Mediatonic
Produttore: The Irregular Corporation
Data di uscita: 6 marzo 2020 

Era il lontano 2001 quando in Giappone spuntava sul mercato Gyakuten Saiban, uno strano gioco per Game Boy Advance su un aspirante avvocato e le sue vicende tra strani omicidi, lotte in tribunale alla ricerca della verità e un dark humor decisamente fuori dal comune. Arrivato poi in Occidente su Nintendo DS come Phoenix Wright: Ace Attorney, fu il padre di una lunga saga che ha largamente contribuito a rendere popolari in tutto il mondo le visual novel, oltre a produrre ben cinque sequel, due serie di spin-off, un crossover, una serie anime, un film in live action, infiniti meme a tema e addirittura una partecipazione in Marvel vs Capcom. Sempre su Nintendo DS nel 2007 arrivava un’altra saga a tema investigativo, dall’impostazione più rilassante e incentrata non sul tribunale ma sugli enigmi di ogni tipo, anch’essa di grandissima fortuna e diffusione: le avventure del professore (e gentiluomo) Hershel Layton. Due saghe estremamente influenti dalla cui ormai consolidata eredità nasce Murder by Numbers, visual novel creata dall’inglese Mediatonic per The Irregular Corporation, che prendendo a piene mani unisce l’investigazione al gioco chiamato nonogram, chiamato più comunemente picross: un matrimonio che nessuno si aspettava, ma che funziona inaspettatamente bene.

“Picross, credo che questo sia l'inizio di una bella amicizia”

Il picross, per chi come il sottoscritto vi si approcciasse per la prima volta, è un tipo di rompicapo chiamato anche “dipingere coi numeri” in cui bisogna annerire le caselle di una griglia, incrociando i numeri sul bordo dello schema, fino a creare un disegno compiuto pixellato. Una sorta di incrocio tra campo minato, sudoku e quegli enigmi della Settimana Enigmistica in cui bisogna annerire gli spazi per formare la figura. Molto più spaventoso a dirsi che a farsi: le regole sono semplici, e il gioco fa un lavoro decisamente migliore nello spiegarle tutte durante il tutorial. Chiunque potrà dunque approcciarsi al titolo senza avere alcuna esperienza a riguardo, grazie anche alla difficoltà progressiva degli schemi. In modo non dissimile da Layton prima di lui, ogni passo nelle indagini comporta trovare e risolvere nuovi enigmi, con la differenza che qui saranno sempre schemi di picross, senza alcuna variazione al di là della quantità di caselle (si parte da semplicissimi 5x5 e si arriva al pattern complesso più comune, il 15x15). Il giocatore può capire da qui se il titolo fa per lui: se non apprezza il picross, meglio rivolgersi altrove. Ma chi ha la passione per l’enigmistica si troverà risucchiato in un rilassante ma inevitabile “un altro e poi basta” fino alle quattro del mattino. Lo dico per esperienza. Di contro, chi sia già avvezzo e cerchi schemi molto complessi con cui mettersi alla prova probabilmente non resterà soddisfatto, visto che il livello di sfida non sarà mai troppo alto.

“Fermate i soliti sospetti”

Un gioco di enigmistica quindi, ma la cui seconda anima è la narrazione, trattandosi di una visual novel. La trama si svolge a Los Angeles nel 1996, capitale delle stelle di Hollywood, del vizio, del crimine, e di robot retrò smarriti. La protagonista Honor, attrice di serie TV improvvisamente trovatasi senza lavoro, incontra un piccolo robottino danneggiato, privo di memoria e di varie funzioni di base. Decide dunque di aiutarlo a scoprire le sue origini, ma nel frattempo la squadra appena formata si ritroverà invischiata in una lunga serie di sanguinosi omicidi, con Honor che si scoprirà capace detective in erba seguendo le tracce di suo padre e SCOUT a fungere da assistente, nonché interfaccia per il giocatore. È qui che il picross entra in gioco: il database del robot è danneggiato, dunque ogni indizio che troverà andrà disegnato in 8-bit attraverso uno schema.

L’elemento investigativo è però ridotto all’osso, avvicinando il titolo più a una visual novel in senso stretto: l’esplorazione è guidata e lineare, non sarà possibile perdersi nella mappa o saltare indizi lungo strada, e le poche volte che il giocatore verrà messo di fronte a una scelta multipla nei dialoghi ci sarà sempre data la possibilità di selezionare tutte le opzioni, o di riprovare finché non si troverà quella giusta. Un pro perché elimina la tipica frustrazione delle normali avventure grafiche, che in mancanza di indicazioni precise si riducono spesso a un “pixel hunting” in cerca dell’oggetto mancante, ma allo stesso tempo un contro perché non sarà mai il giocatore a risolvere davvero i casi. In linea con il mood rilassante del gioco, il game over non è nemmeno preso in considerazione, a differenza della saga di Ace Attorney, in cui le sezioni in tribunale potevano significare grossi guai per il protagonista e il suo cliente.

Nonostante questo limite, la trama risulta comunque più interessante e matura di quanto lo stile “puccioso” del piccolo robot faccia intendere. I colpi di scena sapranno spiazzare sia la protagonista che il giocatore, la soluzione più ovvia non sarà quasi mai quella giusta. I quattro casi (e relativi omicidi) di cui si compone il gioco coincideranno anche con un’indagine di più ampio respiro che porterà pian piano a scoprire il passato misterioso di SCOUT, delineando un cast di personaggi non vastissimo ma comunque gradevole, nonostante la predominanza di insopportabili facce da schiaffi, spesso per esigenze di trama e su cui per fortuna potremo prenderci la giusta rivincita. Importante notare che oltre alla violenza anche lo humor e altre tematiche contribuiscono a rendere il gioco PEGI 12.

La velocità dei dialoghi può essere impostata nelle opzioni, ma anche la velocità media di default ha un problema: alle volte i personaggi che parlano si sovrappongono, non dando il tempo di leggere la prima frase prima che sparisca, il che rende pressoché inutile l’opzione rapida, in particolare per chi mastica poco l’inglese visto che è l’unica lingua disponibile! Un problema forse minore che però si somma alla mancanza di un log di testo nel menu che consenta di rileggere i dialoghi, una delle varie piccole mancanze dell’interfaccia fin troppo spartana.

Una storia a singhiozzi

Murder by Numbers funziona quindi, riuscendo a unire in modo sensato l’investigazione all’enigmistica, ma funziona bene quanto i suoi antenati? Sì, ma non sempre. Da una parte la trama è interessante, ma non ha mai raggiunto le vette emotive della trilogia storica di Ace Attorney, considerata dai fan il modello aureo del genere, né ne ha mai sfiorato la follia e originalità, preferendo rimanere ancorata a un certo realismo: escludendo SCOUT non vi sono altri elementi di fantasia, creando una certa dissonanza per fortuna un po’ appianata negli ultimi capitoli. Dall’altra il gameplay loop può risultare stancante: a differenza degli enigmi di Layton, che spesso portano via a malapena qualche secondo, ogni schema di picross può necessitare di vari minuti per essere completato, specie se si è poco esperti o si fa qualche errore lungo strada, costringendo a cancellare tutto e ricominciare daccapo (e a proposito di ricominciare, servirebbe proprio un tasto per resettare o uscire dallo schema). Questo porta a un ritmo della narrazione fin troppo spezzettato, risultando a tratti faticoso: è difficile stare dietro a un’indagine serrata quando un colpo di scena impiega mezzora ad arrivare!

A venire in aiuto in questi casi ci sono tre opzioni, utilizzabili in qualunque momento durante gli enigmi come i “picarati” di Layton. La prima consente di evidenziare in viola quali righe o colonne possano essere risolte, la seconda completa una parte dello schema in automatico e la terza controlla se ci sono errori. La prima è gratuita e sarà lo strumento più prezioso per tutti i giocatori, le altre due ridurranno i punti ottenuti alla fine dell’enigma. Questi punti sbloccano ulteriori schemi opzionali, consultabili nel menu e ordinati per difficoltà. Portarli a termine sbloccherà uno dei quattro ricordi segreti di SCOUT, uno per capitolo. I puzzle non hanno niente di diverso rispetto al solito, ma le memorie, brevi dialoghi ambientati nel laboratorio, offrono un paio di spunti interessanti sui personaggi. Se si volesse vedere tutte queste memorie (senza ricorrere a YouTube!) è consigliabile non usare mai gli esosi aiuti durante l’avventura, in quanto raggiungere il grado S a fine capitolo richiede un punteggio pressoché impeccabile.

“Suona la nostra canzone, Sam”

La scelta della visual novel è quasi ovvia visto la natura di gioco a basso budget. Come già detto il gioco risulta un po’ spartano, con modelli statici che cambiano giusto espressione sul viso, ma tutto questo non va a pesare troppo sulla resa grafica, aiutata da fondali ben fatti e modelli dei personaggi espressivi e caratterizzati. Personalmente ho preferito giocare quasi sempre in modalità portatile, che chiaramente dona all’immagine una nitidezza maggiore (anzi, tutto il gioco sembra pensato per i 720p della Switch), ma anche la modalità docked non ha mostrato sbavature di sorta. Molto belle in particolare le varie illustrazioni che accompagnano alcune scene importanti e l’animazione introduttiva.

Le rilassanti musiche sono composte da Masakazu Sugimori, già noto per il suo lavoro proprio sui primi Ace Attorney (di cui ha composto le tracce più note) oltre che Ghost Trick, Viewtiful Joe e il crossover Phoenix Wright/Layton. Nonostante la qualità del lavoro va notata però la ripetitività, in quanto quasi tutti gli schemi avranno sempre la stessa traccia. Il resto degli effetti sonori è decisamente ridotto all’osso, le voci completamente assenti. Scelte comprensibili visto il profilo a basso budget del titolo, ma che ha reso di gran lunga preferibile mettere in sottofondo YouTube e podcast mentre risolvevo gli schemi, senza paura di perdermi granché. L’audio in particolare è soggetto ad alcuni piccoli bug, ma nulla che un ricaricare la partita non abbia risolto immediatamente.

Conclusioni

Murder by Numbers è una visual novel un po’ spartana che sa però compensare le sue mancanze con una buona storia, tantissima personalità e decine di schemi che vi terranno occupati molto a lungo. Farà contenti sia i fan del poliziesco sia quelli dell’enigmistica, ma allo stesso tempo la sua natura strettamente di nicchia significa che è meglio informarsi bene prima dell’acquisto. Provate un paio di schemi online, e se vi piace risolverli allora acquistatelo senza alcuna remora.

Pregi:

  • Più di venti ore di puzzle e storia
  • Trama interessante
  • Buon character design
  • Un degno erede di Ace Attorney
  • Vi innamorerete del picross

Difetti:

  • Molto ripetitivo
  • Ritmo singhiozzante
  • Un po’ troppo spartano
  • Qualche bug minore
  • Solo in inglese

VALUTAZIONE COMPLESSIVA: 8

La recensione di Murder by Numbers - The Irregular Corporation è stata scritta e curata da DavideSecondoMulas per GameStorm.it, pubblicata il 20-03-2020

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Murder by Numbers - The Irregular Corporation

  • Versione switch in esclusiva digitale
  • Data di uscita:
    06-03-2020
  • Categoria:
    puzzle
  • Disponibilità per:
    SWITCH
  • Popolarità:
    0 %
  • switch

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