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Recensione di Giga Wrecker Alt.

Titolo: GIGA WRECKER ALT.
Genere: 2D Puzzle Platformer / Metroidvania
Piattaforma: PlayStation 4 / Xbox One / Nintendo Switch (testata) / PC
Sviluppatore: Game Freak
Produttore: Rising Star Games
Data di uscita: 30 Aprile 2019 (PlayStation 4), 2 Maggio 2019 (Xbox One / Nintendo Switch)

Dagli RPG a turni ai Metroidvania

Pokémon, Pokémon e ancora Pokémon: chiunque abbia mai posseduto una console Nintendo da una ventina d’anni a questa parte sa perfettamente che, quando si tira in causa Game Freak, si finisce inevitabilmente per parlare dell’eterna saga dedicata ai mostriciattoli tascabili, una serie dalla mole così imponente da non aver permesso alla software house, negli anni, di dedicarsi ad altri progetti. Dal 1996 ad oggi, infatti, Game Freak non ha sfornato molti titoli diversi dai classici RPG a turni (e relativi spin-off) appartenenti ad uno dei filoni più importanti della Grande N. GIGA WRECKER ALT rappresenta, per moltissimi aspetti, una delle eccezioni più eclatanti che la software house nipponica potesse mai commettere.

Ciò per tutta una serie di motivi; innanzitutto, il titolo non è un’esclusiva per console Nintendo, andando dunque a stuzzicare l’attenzione di una vasta platea di videogiocatori, siano essi in possesso di un PC o di una qualsiasi console di ultima generazione. In secondo luogo, si tratta di una delle rarissime divergenze dalla serie Pokémon: la Terra invasa dagli Ajeet, i suoi abitanti e la narrativa che caratterizza GIGA WRECKER ALT. sono quanto di più lontano sia concepibile rispetto ai canoni riservati alla serie storica di Nintendo. I casi in cui Game Freak si sia spinta così lontano dagli attuali canoni, esclusi i titoli sviluppati e rilasciati prima del fatidico 1996, si contano davvero sulle dita di una mano.

Terzo - e probabilmente più importante - punto di distanza è senz’altro la tipologia di gioco, che va ad inserirsi nel ricco e mai troppo esplorato contesto dei Metroidvania, titoli che, ispirandosi al leggendario Castlevania: Symphony of the Night, tentano di arricchirne o svecchiarne la formula, con risultati più o meno riusciti. A tal proposito, GIGA WRECKER ALT. rientrerà nella compagine dei videogame più azzeccati del genere o, piuttosto, si accoderà a quei giochi che, per un motivo o per un altro, non sono riusciti ad eccellere?

You’re gonna getwrecked, son

Terra, un futuro più o meno remoto. Gli Ajeet, degli spietati robot provenienti dallo spazio, hanno raso al suolo il pianeta, mettendo al contempo in ginocchio la popolazione terrestre. I pochi sopravvissuti, in perenne fuga dalla minaccia robotica, convivono col terrore di essere scoperti, catturati e, infine, giustiziati dall’invasore. Reika, una giovane ed esile ragazza, sta per subire proprio questo triste destino: catturata dagli Ajeet e rinchiusa in una cella, non può far altro che contare le ore ed i minuti che la separano dall’inevitabile.

All’improvviso, una misteriosa figura femminile fa irruzione nella sua cella: pensando di rivolgersi alla sua liberatrice, Reika non esita a ringraziare. Resta però pietrificata nell’apprendere che la sua salvatrice ha fatto ingresso nella cella col solo scopo di ucciderla, in quanto la sua bontà potrebbe portare l’intera razza umana verso l’estinzione. Sopravvissuta all’aggressione, vedendosi però privata di un braccio, Reika accetta l’aiuto di un enigmatico professore che sostiene di poterla salvare da morte certa. La ragazza si ritrova, suo malgrado, dotata di un braccio meccanico che le garantisce dei misteriosi poteri, per merito dei quali può, ora, affrontare la minaccia Ajeet e difendersi da eventuali nuovi aggressori.

La trama di GIGA WRECKER ALT, per quanto interessante, soffre di una narrazione piuttosto pigra, ulteriormente appesantita dal classico story-telling targato Game Freak: ad immagini statiche di discreta fattura, accompagnate dagli immancabili sottotitoli, si affiancano i classici intermezzi dialogati composti da caselle di testo e ritratti, in modo non dissimile (ad esempio) rispetto a quanto si è potuto già apprezzare nei vari capitoli della serie Pokémon Mystery Dungeon o, restando nel solco del genere, proprio in Castlevania: Symphony of the Night, sorvolando sull’assenza di doppiaggio. Storicamente, però, il punto forte dei Metroidvania risiede, più che nella trama, nell’ormai rodato e consolidato gameplay caratteristico del filone.

Una donna con una palla così

E GIGA WRECKER ALT., da questo punto di vista, dimostra l’impegno profuso da Game Freak nello svolgere i compiti per casa. Piuttosto che limitarsi semplicemente a riproporre un classico RPG misto a platformer con ampi margini di esplorazione, la casa sviluppatrice ha ben pensato di rimuovere parte della componente fortemente ruolistica del titolo (pur preservandone una sottile implementazione sotto forma dell’albero abilità garantito alla nostra Reika dal suo nuovo braccio meccanico) aggiungendo, però, una miriade di puzzle basati sulla fisica.

In sostanza, grazie ai nuovi poteri garantiti dalla protesi meccanica, Reika sarà in grado di sbriciolare e fare a pezzi massi e nemici di piccole dimensioni, accumulandone poi detriti e nanomacchine per formare una sfera (tramite la pressione del dorsale destro), che aumenterà di dimensioni a seconda di quanti massi e nemici la protagonista avrà fatto a pezzi al momento dell’accumulo. Questa sfera di detriti è forse la più versatile arma a disposizione di Reika, che può servirsene per colpire e annientare qualsiasi robot avversario, a patto che questi sia più piccolo rispetto alla sfera stessa. Dopo pochi minuti di gioco, inoltre, viene sbloccato un potenziamento che permette alla protagonista di compattare la sfera di detriti in un cubo, utilizzabile tanto come piattaforma per poter superare alcune sezioni di platforming, quanto come vera e propria zavorra per la risoluzione dei vari puzzle disseminati per le aree di gioco.

Nelle quattro vaste macro-aree (pensate in pieno stile Metroidvania, con diverse sezioni interconnesse e separate da porte e meccanismi che aspettano solo l’interazione del giocatore per poter essere sbloccate ed attraversate), sono infatti disseminati diversi enigmi in cui sarà necessario far oscillare alcune piattaforme o, magari, far cadere nella giusta posizione una grande formazione rocciosa, o ancora proiettarsi in volo tramite l’utilizzo di particolari piattaforme.

Il gameplay, però, non è tutto rose e fiori: l’attraversamento delle varie macro-aree, così come le fasi di combattimento e le diverse sezioni puzzle sono minate alle fondamenta da un sistema di controllo che, per quanto semplice ed intuitivo sulla carta, finisce per risultare poco preciso e, spesso, più “scivoloso” di quanto si possa desiderare. Non saranno pochi i momenti in cui ci ritroveremo sul fondo di un dirupo o infilzati da un tappeto di spine per aver mancato un semplicissimo salto sbagliando il tempismo, ritrovandoci costretti a ricominciare da zero un enigma complicato e che, magari, era già stato abbondantemente risolto. Oltre ai comandi “scivolosi”, non possiamo non soffermarci sulla visuale di gioco, a volte davvero troppo ampia per essere considerata davvero usufruibile in modalità portatile. L’unione tra il sistema di controllo, non proprio preciso, e l’ampia visuale ha comportato un lieve ed artificioso incremento della difficoltà, cui si accompagna una piccola dose di frustrazione.

Si aggiungano, a questa piccola dose di frustrazione, altre meno minuscole dosi dovute all’implementazione di una formula trial and error nella risoluzione dei puzzle, in cui il più insignificante degli errori comporta il suicidio della nostra eroina al solo scopo di ricominciare il puzzle, e l’assenza di un sistema di salvataggio automatico, con save-point manuali che, per quanto ben disseminati lungo il percorso di gioco, non riescono a sostituire la comodità di un salvataggio attivabile dal giocatore in qualsiasi momento.

Fondali bidimensionali che più bidimensionali non si può

Unity è un motore grafico piuttosto versatile e capace di gestire senza troppi problemi titoli dalla mole grafica non indifferente (come, ad esempio, il recente Escape from Tarkov). Non è una sorpresa, dunque, che GIGA WRECKER ALT. si comporti piuttosto bene anche su Nintendo Switch, mantenendo un frame-rate stabilissimo e una buona pulizia d’immagine sia in modalità Docked che in Portatile.

Ciò detto, nonostante la direzione artistica del titolo sia, in molti casi, piuttosto interessante (come si può evincere, ad esempio, dal design di alcuni nemici presenti nel gioco), è il vero protagonista del gioco, ovvero l’ambientazione esplorata, a soffrire di uno dei sintomi più gravi e uno dei crimini più imperdonabili in qualsiasi Metroidvania: la monotonia. Per fondali e tiles utilizzati, complice probabilmente la vastità delle stesse macro-aree, queste finiscono per sembrare piuttosto simili e per dar forma ad una monotonia di fondo e ad una ripetitività nelle ambientazioni che accompagnano il giocatore per buona parte della sua avventura. 

In sintesi:

GIGA WRECKER ALT. è senza ombra di dubbio un titolo interessante. La sola premessa del gioco, il suo essere un Metroidvania sviluppato da una software house che, finora, ha quasi sempre e solo sviluppato RPG a turni, non può far altro che destare l’attenzione di qualsiasi videogiocatore di vecchia data.

La curiosità non può far altro che aumentare una volta presi in considerazione due elementi, molto interessanti, messi a disposizione da Game Freak: la presenza di puzzle basati sulla fisica e le diverse peculiarità in termini di interazione con l’ambiente e sistema di combattimento introdotte dal braccio meccanico della protagonista sono elementi, da soli, in grado di fornire una boccata d’aria fresca a un genere che ha alle spalle quasi trent’anni. Purtroppo, alcune imperfezioni a livello di gameplay minano alle fondamenta la piena godibilità del titolo, andando ad infierire al contempo sulla pazienza del giocatore.

Il comparto tecnico, in generale di buona fattura, non mette particolarmente alla prova l’hardware di Nintendo Switch, in grado di mostrare a schermo immagini sicuramente più impegnative da renderizzare. La visuale ampia impiegata in alcune fasi di gioco comporta, in modalità portatile, una sostanziale semi-ingiocabilità del titolo, andando artificiosamente ad aumentare la difficoltà del gioco. Si tratta di un difetto che va ad annullare il “fattore Switch”, la possibilità di usufruire indistintamente del titolo sia su schermo televisivo che in piena mobilità. Ciò considerato, sommando all’equazione il prezzo di listino di 24,99€ e le dimensioni contenute, ci limitiamo a consigliare l’acquisto di GIGA WRECKER ALT. agli appassionati del genere disposti a sorvolare su alcuni aspetti pur di mettere mano a un Metroidvania sì, interessante, ma non privo di difetti, difetti in grado di mettere a dura prova la pazienza del videogiocatore.

Pregi:

  • Un Metroidvania dalle premesse interessanti.
  • Gameplay storico rinfrescato da alcuni elementi di novità…
  • Comparto grafico discreto e frame-rate solido.
  • Il titolo è giocabile senza troppe differenze in modalità Docked e Portatile…

Difetti:

  • …ma minato alle fondamenta da un sistema di controllo poco preciso.
  • Sequenze di trama lente e pigramente raccontate.
  • …ma alcune scelte tecniche rendono il gioco artificiosamente più difficile in modalità Portatile.

VALUTAZIONE COMPLESSIVA: 6,8

La recensione di Giga Wrecker Alt. è stata scritta e curata da KentuckyFriedG per GameStorm.it, pubblicata il 30-04-2019

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Giga Wrecker Alt.

  • Versione switch in esclusiva digitale
  • Data di uscita:
    03-05-2019
  • Categoria:
    platform
  • Disponibilità per:
    PS4 XONE SWITCH
  • Popolarità:
    0 %
  • switch

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