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Recensione di Ray Gigant

Titolo: Ray Gigant
Genere: Dungeon crawler RPG
Piattaforma: PlayStation Vita
Sviluppatore: Bandai Namco Entertainment Inc., Experience Inc.
Publisher: acttil, llc.
Data di uscita: 4 maggio 2016

Parlando di dungeon crawler viene alla mente un genere di giochi “vecchio stile”, caratterizzati da una grafica tridimensionale poco più che abbozzata, la classica visuale in soggettiva, incontri casuali, personalizzazione estrema dei personaggi, combattimenti a turni e così via. Queste caratteristiche sono rimaste praticamente immutate per decenni, relegando questo tipo di titoli a un pubblico di nicchia o poco più, mentre con notevole sorpresa negli ultimi mesi stiamo assistendo a una vera e propria invasione del genere sulla sempre attiva PSVita, che grazie a loro sembra vivere una seconda giovinezza.

Tra i vari giochi, pressochè standard nei contenuti, spicca invece questo Ray Gigant prodotto dai già noti sviluppatori di Experience (che ci hanno recentemente regalato una produzione simile, Stranger Of Sword City), il quale si discosta leggermente dal canonico tracciato per proporre qualcosa diverso, anche per proporsi a un pubblico meno integralista e quindi potenzialmente più ampio.

La solita invasione aliena

In un futuro prossimo, un giorno che sembra essere come tanti altri, si rivela in realtà drammatico in quanto un’orda di giganti si cala sulla Terra distruggendo le principali metropoli del pianeta. A ben poco serve l’unione degli eserciti delle potenze terrestri, i quali vengono debellati agilmente dagli esseri immondi.

L’unica eccezione che riesce a donare un minimo di speranza è Tokyo, salvata da un ragazzo di nome Ichiya Amazake, capace di sconfiggere uno dei giganti grazie a dei poteri sovrannaturali di cui tuttavia perde il controllo devastando così metà della città che, ironia della sorte, aveva appena salvato. Quindi il protagonista viene recuperato da una associazione che si prenderà cura di lui, insegnandogli il metodo per controllare i suoi poteri.

La trama di questo Ray Gigant non è certo delle più originali, e risulta essere piuttosto prevedibile. Ciò che sorprende però sono la quantità di dialoghi e il focus che gli sviluppatori hanno voluto affidare alla narrativa, aspetto davvero inusuale per un titolo appartenente a questo genere.

Personaggi antipatici

Va inoltre detto che il plot narrativo si divide tra tre personaggi differenti, nessuno dei quali tuttavia si distingue per particolare simpatia e profondità di caratterizzazione. Essi, invece, si distinguono per abilità nel combattimento, per i compagni e per il ramo di evoluzione del personaggio. Quest’ultimo dettaglio mostra un altro elemento che contraddistingue questa produzione dallo standard del genere, in quanto la vastissima personalizzazione che tipicamente delizia i giocatori, qui non riuscirete ad assaporarla, a causa delle limitate opzioni disponibili.

Continuando con le atipicità, va detto che sulla mappa sono indicati tutti i nemici, quindi diventa praticamente impossibile imbattersi in uno scontro casuale. Tra l’altro ciascun nemico è identificato da icone colorate, il cui colore indica l’ammontare di Action Point che verranno consumati ad ogni turno, rendendo di fatto più o meno difficile i combattimenti (rigorosamente a turni).

Tra le novità introdotte va menzionato il meccanismo del peso: mangiando aumenterete di massa corporea che, se da un lato può garantire energia, dall’altro potrebbe rappresentare un impiccio. Da qui nasce la necessità di trovare il giusto compromesso.

 

Musical

Un’altra peculiarità di questo Ray Gigant è rappresentata dallo Slash Beat Mode, una fase di combattimento che assomiglia più a rhythm game piuttosto che a un dungeon crawler, che se portato a termine correttamente vi consentirà di debellare gran parte dell’energia dei nemici.

I combattimenti si rivelano davvero coinvolgenti, imponendovi di adottare strategie utili per attaccare il nemico da differenti direzioni, incrementando quindi il coinvolgimento nelle fasi di gioco.

Peccato solo per un’eccessiva facilità nel potenziare alcuni personaggi nella parte iniziale dell’avventura, che vi porterà a vivere praticamente di rendita durante le fasi successive

Tecnicamente il gioco è valido, probabilmente un gradino sopra la media del genere (che tuttavia non è rinomata per essere quella che spreme al limite l’hardware delle nostre console), se non altro per gli sprites animati (eccezione più unica che rara), piuttosto belli a vedersi. Anche la colonna sonora si merita elogi, capace di accompagnare l’azione senza risultare mai ripetitiva.

In conclusione

Ray Gigant riscopre in chiave più contemporanea il genere dungeon crawer, seppur apportando alcune modifiche e alcuni affinamenti. Il focus sulla narrativa e sui personaggi (non particolarmente riusciti, tuttavia), l’eliminazione degli incontri casuali, una risicata evoluzione del protagonista e del party, un sistema di combattimento piuttosto interessante, e infine lo Slash Beat Mode ne contraddistinguono le principali peculiarità.

Il comparto grafico fa il suo dovere, spiccando dalla media del genere, così come il sonoro, capace di coinvolgere senza cadere nella monotonia.

Pro

  • Combattimenti coinvolgenti
  • Dungeon crawler rivisitato in chiave contemporanea
  • Comparto tecnico sopra la media del genere

Contro

  • Scarsa personalizzazione dei personaggi
  • Personaggi mal caratterizzati

VALUTAZIONE COMPLESSIVA: 7

La recensione di Ray Gigant è stata scritta e curata da monsteruno per GameStorm.it, pubblicata il 12-05-2016

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Ray Gigant

  • Versione psvita in esclusiva digitale
  • Data di uscita:
    03-05-2016
  • Categoria:
    giochi di ruolo
  • Disponibilità per:
    PSVITA
  • Popolarità:
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    Valutazione del gioco 7

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