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Recensione di Zombi

Titolo: Zombi
Genere: FPS
Piattaforma: Xbox One (digitale)
Sviluppatore: Ubisoft
Publisher: Ubisoft
Data di pubblicazione: 18 Agosto 2015

Una “U” in meno

Qualche anno fa, lo stesso titolo, Zombi U era uscito per Wii U; il gico uscito al lancio della console, sviluppato proprio per quel tipo di hardware e concepito per spingere le masse ad acquistarla/i. Com’era intuibile, spopolò (altrimenti non saremmo qui a parlarne) e creò proseliti anche se non privo di difetti, anzi. Ubisoft ne ha smussato gli angoli e ci ripresenta l’apocalisse zombi con alcuni ritocchi tecnici, più che altro ovviando l’assenza del touch screen delle nuove macchine. Andiamo a scoprire se sono riusciti nell’impresa, oppure se annaspano sotto la linea di “galleggiamento” stabilita dalle innumerevoli produzioni concorrenti, in ambito non morti.

Una Londra mai vista

A nostra memoria, non ricordiamo la city inglese cosi fatiscente e pericolosa; almeno, non in una produzione ludica. La metropoli (e noi immaginiamo anche la terra) è vittima di una catastrofica epidemia; l’unica forma di (non) vita che sembra essere presente è quella infetta dei morti viventi. Camminatori. Mangiacarne. Zombi. Apprendiamo termini nuovi a ogni serie tv/film. I sopravvissuti vivono allo sbando, in sparuti gruppetti nel continuo tentativo di evitare di passare tra le fila degli ex-umani…e noi siamo, naturalmente, uno di quei miracolati. Il mondo, come lo conoscevamo, è finito. Tutte le persone che una volta facevano parte della vita quotidiana sono state spazzate via, tramutate in famelici, mostruosi predatori. Sembriamo ormai allo sbando quando un uomo, più “sgamato” di altri, mediante vista da grande fratello, ci indirizza (o, per lo meno, tenta di farlo) verso un futuro meno pericoloso, verso un luogo che (forse) sarà la nostra salvezza. In soldoni è questa, l’ormai abusata trama, lo storyboard con cui dovremo fare i conti e che, bene o male dovremo assoggettarci per giungere ai capitoli finali. Nulla di nuovo, niente che possa stagliarsi dai cliché cui siamo ormai abituati e farci gemere di piacere. Dimentichiamoci anche i filmati introduttivi: il fil rouge del titolo è imperniato sul mondo malato in cui viviamo e con cui dovremo fare i conti; la razza umana è ormai alla deriva, da qui, forse la scelta “registica” di mostrare la storia solo mediante giornali sgualciti, lettere trovate qua e la, documenti improbabili…tutto volontariamente confuso.  Una sorta d’incerto purgatorio per arrivare…

…all’inferno

Antiche trame, vecchie profezie risalenti a quattro secoli prima degli eventi, sembrano emergere, dal nulla, leggendo i giornali; una nuova piaga ha preso piede, pestilenza che richiama alla memoria il periodo oscuro, divorato dalla peste. Anche questa è sopravvivenza, o meglio, questa è sopravvivenza! Scampato al misterioso contagio, non ci resta da far altro che seguire la vocina, fidarci, sperando di trovare qualcosa di utile per terminare questi morti che non ne vogliono sapere di rimanere tali. Ci scopriremo deboli, soverchiati da una forza molto più grande di noi, quasi inermi di fronte a queste fameliche orde; costretti a essere braccati e con le munizioni sempre contate. Le armi contundenti sono buone se presi uno ad uno, a volte nemmeno sufficienti e abitualmente, dopo le fasi iniziali, d’approccio, al gameplay, tutto subisce una sferzata verso la difficoltà senza avere abbastanza kit medici da stipare nel già esiguo zainetto. Non mancheranno infatti aggressioni di intere orde non-morte, “camminatori” dotati di poteri speciali (misteri della fede) e continue saranno le sortite malefiche, alle nostre spalle. Rivisti, naturalmente i comandi, che non sfigurano nemmeno per la nostra console e riveduta e corretta ogni modalità multigiocatore: infatti non è prevista! Tutto è precario, labile, incrinato (e ripetitivo; le meccaniche sono identiche per tutta la durata del gioco): basta poco per salutare questo mondo e fare parte della schiera che stiamo combattendo. Una volta morti, vestiremo i panni di un altro sopravvissuto. Semplice, coinciso e drammatico; perché il dramma? Beh, perderemo quanto di buono faticosamente guadagnato lungo il nostro (breve) incedere. Questo e’ quello che accade qualora decidessimo di seguire la storia; se optiamo per una modalita’ differente, la scelta ricade sulla “Sopravvivenza” perche’ una volta morti, si e’ morti. Per sempre. Non si torna in gioco con un altro personaggio…va beh, torniamo a noi. Difficoltà innanzitutto, buon level design che non annoia, anzi, ci permette di scoprire sempre qualcosa di nuovo, e cosi dicasi per l’atmosfera che permea tetra, ogni singolo passo della nostra avventura, ma…

…questa Londra è già stata vista

Sicuramente altri media l’hanno dipinta meglio; quello che ci troviamo tra le mani narra di una Londra più cupa che durante la rivoluzione industriale, più mefitica che mai che, fatto salvo il sistema di luci, la stabilità del frame rate sui 30 fps, il resto ci fa’ storcere il naso e digrignare i denti e no, non stiamo diventando zombie. Interattività imprecisa, compenetrazioni “strane” e misteriosi glitch fanno da triste cornice a un’implementazione grafica insufficiente, presa direttamente da una console di stravecchia generazione. Sembrava già datata su WiiU, ma ora è decisamente arcaica e compromette negativamente il giudizio finale. Certo, l’atmosfera è “densa”, tesa e terribilmente oscura, capire se sia cosa voluta o meno, a questo punto, ci risulta difficile, vogliamo pensare che sia stato fatto apposta; ci piace, ma tutte le cose a schermo, dagli zombi ai personaggi a video sembrano essere fatti con squadra e righello: le curve sembrano essere sparite e le animazioni appaiono parecchio meccaniche. Abbiamo apprezzato le catacombe e la contrapposizione di un Buckingham Palace stupendo ma vuoto, che sembra vivesse di ricordi dei tempi che furono, o la Torre di Londra, anch’essa disfatta e triste e il Tamigi, più inquinato che mai. Le classi sociali inserite inevitabilmente nel titolo, a partire dalla guardia della regina che fa capolino sulla cover, aggiungono apparentemente una ventata d’aria fresca per risultare stantia una volta notate i mediocri modelli poligonali. Fortunatamente, il sonoro tetro e il doppiaggio eccellente (non vi citiamo un famoso doppiatore solo perché siamo bastardi) contribuiscono un pochino a risollevare le sorti del comparto tecnico.

ZombiU

Non ci giriamo intorno: siamo amanti di questo tipo di giochi, ma il titolo si salva per via del periodo in cui viene proposto, ovviamente asfittico in termini di nuovi prodotti e per il prezzo dannatamente abbordabile. Questi aspetti per nulla secondari, a nostro parere, lo innalzano su un livello discreto, perché la “mina” sganciata dalla grafica ridicola (sembra un porting tale e quale) è difficile da superare, anche se si è appassionati per le "zombicalissi". Ambientazioni cupe, localizzazioni londinesi interessanti, non ricevono giustizia da questa riedizione che ha perso per strada alcuni elementi caratterizzanti l’opera prima su WiiU. Atmosfere terribili, va bene, titolo impegnativo, ok, ma a nostro avviso non giustificano la mediocrità quanto il costo di Zombi e il periodo di stallo in cui viene proposto. Consigliato a chi è appassionato del genere e chi non vuole investire cifre importanti per assistere ad una Londra  invasa dai mordicarne.

Pregi

  • nuova apocalisse zombie…
  • …arrivata in un periodo povero di giochi
  • prezzo decisamente invitante

Difetti

  • grafica molto, troppo, datata
  • non regge il paragone con altri titoli simili
  • trama debole e pretestuosa

VALUTAZIONE COMPLESSIVA: 6,5

La recensione di Zombi è stata scritta e curata da FranX per GameStorm.it, pubblicata il 17-09-2015

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Zombi

  • Versione ps4 in esclusiva digitale
  • Data di uscita:
    18-08-2015
  • Categoria:
    survival / horror
  • Disponibilità per:
    XONE PS4
  • Popolarità:
    1.61 %

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Valutazione del gioco 6.3

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