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Recensione di Yomawari: Midnight Shadows

Titolo: Yomawari: Midnight Shadows 
Genere: Survival Horror
Piattaforma: PlayStation 4 
Sviluppatore: Nippon Ichi
Produttore: Nippon Ichi
Data di uscita: 27 ottobre 2017

L'horror "puccioso" che non ti aspetti

In un denso panorama di titoli horror, genere ultimamente sempre più in voga sopratutto in ambito videoludico, moltissime software house si sono dimostrate degne di trasmettere (chi più, chi meno) al giocatore quell'accattivante senso di paura/disagio che, anche dopo aver spento, la console continua a turbare lo stato d'animo del player. Gli esponenti della categoria horror-games abbracciano diverse tipologie di media, da quelle a tema psicologico, basti pensare a Silent Hill, passando per scenari apocalittici ed esperimenti da laboratorio in stile Resident Evil, per finire con i gettonatissimi Hide and Seek alla Outlast, dove fuggire sprovvisti di armi è l'unica soluzione per sopravvivere. Rimaniamo proprio in questo ambito, perché il titolo in questione si inserisce, a modo suo, nel genere “nascondino”: il protagonista non è un soldato super corazzato, né tanto meno è fornito di un arsenale per far fronte alle situazioni angoscianti che condizionano il suo progredire nelle vicende narrate.Yomawari: Midnight Shadows, ad esattamente un anno dal rilascio del primo capitolo, continua così il percorso intrapreso dalla software house Nippon Ichi. L'episodio d'esordio, intitolato Night Alone, è stato rilasciato solo su Steam mentre, ora, anche i giocatori di console PlayStation 4 e PS Vita potranno cimentarsi con le atmosfere creepy, condite da una graziosa e ingannevole grafica pixellosa, di Midnight Shadows .

Cappuccetto rosso e blu nel bosco

Yui e Haru, sono due dolci bambine delle elementari, amiche fin da piccolissime, contraddistinte, nell'estetica del game, solamente dai colori dei due grandi fiocchi che portano sulla nuca. Sono gli ultimi giorni delle vacanze estive e Haru è malinconica per via dell'imminente trasferimento della sua best friend in un'altra città, insieme ai suoi genitori. Quale motivo migliore per assistere entrambe ai giochi pirotecnici per un'ultima sera? La via del ritorno però non si rivela così tranquilla, e le ragazze vengono inseguite ed aggredite da misteriose creature che vagano per il bosco. L'una in cerca dell'altra le giovani si trovano, così, a fronteggiare quella che sembra una città infestata dai fantasmi: la luce è forse l'unica loro salvezza. Cosa ne sarà delle due amiche? Nulla è come sembra, il concept di Yomawari  Midnight Shadows è imprevedibile quanto interessante.

Nonostante questo sia un sequel, lo riteniamo senza dubbio godibile anche per coloro che non hanno giocato il precedente: il team di sviluppo sembra aver rinfrescato il vecchio capitolo con una storia nuova e un gameplay leggermente migliorato.

Il filone narrativo si divide tra le prospettive di entrambe le ragazze, che man mano si intersecano con l'avanzare della trama andando a completare un puzzle che all'inizio sembra incomprensibile. In particolare, vestiamo i panni di Yui che, appresa la scomparsa della sua amica, si dedica alla sua ricerca, aiutata dal cane di Haru, Chako.

Proprio il tenero amico a quattro zampe si rivela utilissimo nell'esplorazione, guidandoci e suggerendoci vie e nascondigli fondamentali per sopravvivere nell'oscurità.

La semplicità spesso è l'arma vincente

Il gameplay di Yomawari non è di certo tra i più complessi del panorama videludico attuale, ma è perfettamente in linea con l'intento di farci concentrare al meglio sui dettagli del mondo di gioco. Fuggire, nascondersi e camminare lentamente per non farci scorgere dai nemici è la chiave per andare avanti. La nostra unica arma è una torcia che all'inizio potrebbe anche sembrar futile ma che, con il progredire della "missione", si rivela un vero e proprio salvavita. Alcuni nemici, infatti, sono spaventati dalla luminosità, e se centrati dal fascio della torcia si immobilizzano, permettendo al giocatore di aggirare l'ostacolo. Altri invece possono essere visualizzati solamente alla luce, evitando così di scontrarcisi e di finire in un sicuro game over.

La difficoltà del gioco sta, quindi, nell'essere abili a schivare perfettamente i fantasmi, perché anche il minimo contatto porta alla morte istantanea del personaggio. La meccanica di trial and error ci accompagna per tutto il gioco e, difatti, è inserita proprio per bilanciare la semplicità del gameplay. Ad avvertire della vicinanza di un nemico è il battito del cuore che, gradualmente, si fa sempre più ritmato, facendo vibrare il pad così da trasmettere al giocatore il senso di oppressione della protagonista. La meccanica coinvolge anche la barra della stamina che si consuma se si avanza velocemente, ancor di più quando ci si trova vicino ad un nemico.
Fortunatamente, però, la cittadina rurale teatro di tali vicende è ben fornita di utili nascondigli come cartelli pubblicitari e cespugli che permettono di passare inosservati agli occhi dei vari demonietti più o meno aggressivi. È quindi necessario imparare dagli errori, capendo e memorizzando i comportamenti dei mostri, al fine di snocciolare la tattica più appropriata ed evitare di finire in una copiosa pozza di sangue.

Un ulteriore elemento interessante è rappresentato dai collezionabili, oggetti sparsi qua e là, pagine di giornale narranti macabre vicende, elementi equipaggiabili come amuleti protettivi tipici della tradizione giapponese, e sassolini da poter lanciare per distrarre i nemici. Le monete, da offrire alle statue Jizo sono, invece, essenziali per salvare la partita: se si è sprovvisti, non è possibile registrare i progressi; per fare un paragone è un po' ciò che accadeva nei primi Resident Evil con i nastri d'inchiostro e le macchine da scrivere. 

Macabro Pixel Art

Lo stile grafico adottato è nettamente in contrasto con le tematiche del gioco, ma è proprio questo strano connubio a rivelarsi decisamente spaventoso. Il vagabondare in queste strade deserte con una visuale isometrica, accompagnati soltanto dal suono dei propri passi, crea una tensione palpabile per tutta la run. La direzione artistica è notevole: i personaggi, i paesaggi e i mostri tipici del folklore giapponese sono interamente disegnati a mano. Proprio questi ultimi trasudano un grottesco quanto inquietante senso di follia. L'ambientazione è tipica delle periferie nipponiche, dove villette a due piani, bellissimi giardini zen, e templi shintoisti creano una perfetta sensazione di tranquillità, minata però dagli eventi paranormali, tema portante del titolo.

Non ci sono musiche di accompagnamento durante il percorso, proprio ad enfatizzare il solo suono dei passi, che cambia, inoltre, a seconda del terreno su cui si cammina e, sopratutto, il "silenzio" è fondamentale per percepire le presenze che albergano questa cittadina spettrale. I suoni ambientali sono la vera colonna sonora, i rantoli degli spettri, le urla straziate in lontananza, il tetro gracchiare dei corvi. Tutto risuona alla perfezione nel contesto malato e delirante di questo gioco, che riesce pienamente nei suoi intenti.

In sintesi:

NIS America ha sempre cercato di portare in occidente titoli di provenienza nipponica, molto spesso di nicchia, riuscendo bene anche stavolta. Chi ha amato il precedente capitolo sicuramente apprezzerà anche questo, riprovando analoghe sensazioni ed emozioni. La struttura è rimasta la medesima, così come le meccaniche e le atmosfere. Inoltre, anche chi non ha avuto l'opportunità di giocare al primo, può recuperare tranquillamente Yomawari: Midnight Shadows, in quanto le storie non sono collegate. Se le meccaniche trial and error, la lingua inglese, e l'ansia da horror game non vi spaventano, vi troverete tra le mani un ottimo titolo la cui longevità si attesta intorno alle 10 ore.

Pregi:

  • Artisticamente sublime.
  • Perfetto connubio di stile e tematiche horror.
  • Comparto audio da brivido.

Difetti:

  • Pochissime novità rispetto al predecessore.
  • La trama non è di immediata comprensione.
  • A volte frustrante.

VALUTAZIONE COMPLESSIVA: 7,5

TRAMA/CONTENUTI: 7 / 10

GAMEPLAY: 7 / 10

COMPARTO TECNICO/ARTISTICO/SONORO: 8,5 / 10

La recensione di Yomawari: Midnight Shadows è stata scritta e curata da Morgana90 per GameStorm.it, pubblicata il 26-10-2017

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