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Recensione di The Elder Scrolls Online: Greymoor

Titolo: The Elder Scrolls Online: Greymoor
Genere: MMORPG
Piattaforma: PlayStation 4 (testata), Xbox One, PC
Sviluppatore: Zenimax Online
Publisher: Bethesda
data di rilascio: 26 maggio 2020

Hey, you! You're finally awake. 

Stavi cercando di attraversare il confine, vero? Sei incappato nell'imboscata imperiale, proprio come noi e quel ladro laggiù. Chiunque affermi di non conoscere queste due ormai leggendarie linee di testo mente. Mente oppure, in rarissimi casi, non ha mai giocato a The Elder Scrolls V: Skyrim, l'RPG di Bethesda rilasciato nel videoludicamente lontano 2011 e che rifiuta di morire, venendo ancora oggi venduto nei negozi in edizione riveduta e corretta, rilasciata sulle console di attuale generazione. Il perché è presto detto: il gioco ha ormai acquisito un certo cult status essendo uno dei titoli più iconici della passata generazione di console, per merito delle sue ambientazioni piuttosto ispirate (anche se i dungeon hanno lasciato molti giocatori con l'amaro in bocca) e di una colonna sonora davvero memorabile. 

Tutto ciò è valso all'ormai vecchiotto titolo una certa dose di nostalgia che, nel 2020, vede allegramente venire incontro l'ultimissima espansione per il non così fortunato MMORPG di casa Bethesda: The Elder Scrolls Online. Rilasciato nel 2014 su PC e immediatamente canzonato da critica e pubblico per un motore grafico non esattamente all'avanguardia, problemi di connessione ai server e una mole di contenuti ritenuta, da molti, non all'altezza delle aspettative - il tutto offerto in cambio di un abbonamento mensile - il titolo ha tentato, un'espansione alla volta, di recuperare terreno e ritagliarsi un certo spazio in quella ristretta nicchia rappresentata dall'utenza dei giochi di ruolo massivi online. Non si trattò certo di tentativi purchè sia, svolti limitandosi a consegnare il compitino, anzi: l'espansione Morrowind ha ricevuto una caldissima accoglienza dalla critica e dall'utenza, così come le successive Summerset ed Elsweyr. E così, un'espansione dopo l'altra, è il turno di Greymoor, che fornisce ai giocatori una più che valida scusa per far ritorno lì dove il rinnovato successo della storica saga ha avuto origine: Skyrim (e vi risparmiamo l'ennesima battuta su come Todd Howard sia riuscito, in qualche modo, a rivenderci Skyrim 2). Sarà un piacevole ritorno al luogo in cui tutto ha avuto inizio oppure, magari, il momento di togliersi di dosso i fatidici nostalgia goggles? Scopriamolo insieme. 

Soooono il Coooonte Dddraaaaaculaaaah!

Eppure, la tentazione di fare battute sull'ubiquità del quinto capitolo della saga era molto forte già alla primissima cutscene del gioco, che vede il personaggio da noi creato svegliarsi a bordo di un carro che ha appena attraversato il confine di Skyrim. Fortunatamente, la cutscene prende presto una direzione diversa e il nostro eroe viene messo fuori gioco e imprigionato insieme a Fennorian, il vampiro che ha disturbato il nostro sonno pronunciando l'ormai iconica frase. Sarà nostro obiettivo dunque fuggire dal carcere e, tra una quest e l'altra, porre fine ad una cospirazione che rischia, ancora una volta (o meglio per la prima volta, essendo The Elder Scrolls Online ambientato in epoca precedente rispetto al primo capitolo), di mettere Skyrim in ginocchio. La trama offerta da Greymoor, che accompagnerà il giocatore per 10 o 20 ore di gioco (a seconda che abbiate già un personaggio di tutto rispetto e siate interessati esclusivamente alla questline oppure l'espansione rappresenti il vostro punto d'ingresso nell'MMO di Bethesda) gode di dialoghi ben scritti e ben doppiati, a patto di scendere a compromessi con una delle caratteristiche che, dal 2014, continua ad accompagnare il gioco: la totale assenza di lingua italiana che potrebbe, per molti, rappresentare una barriera all'ingresso non indifferente. 

Per chiunque abbia già cominciato a gironzolare per Tamriel prima della release di Greymoor, l'espansione è foriera di ottime notizie: oltre alla nuova main quest, interamente ambientata nella zona occidentale di Skyrim, è stato introdotto un nuovo sistema di rinvenimento delle Antiquities (che vedrà il giocatore divenire un vero e proprio archeologo, impegnato a scavare e spolverare oggetti in appositi minigiochi al fine di assicurarsi un loot cosmetico non indifferente), una nuova Trial a 12 giocatori, nuovi dungeon pubblici, diversi covi e una miriade di quest secondarie. Volendo portare a compimento ogni singola attività proposta dall'espansione, si finirebbe per perdere la concezione stessa del tempo. Alla lista si aggiungerebbe un aggiornamento della Linea Abilità della sotto-classe Vampiro, ma questa è stata resa comunque disponibile per tutti i possessori di The Elder Scrolls Online.

Quest'ultima è, insieme al sistema delle Antiquities e alla sotto-classe complementare del Licantropo, la principale novità attinente al gameplay (che, per il resto, non è poi troppo diverso da quello già implementato nella versione originale del titolo, la cui recensione è già disponibile a questo indirizzo). Ora è finalmente possibile intraprendere un'intera main quest e, col senno di poi, anche quelle delle altre espansioni e del gioco base, interpretando un vampiro o un licantropo senza che ciò diventi un peso, essendo queste due classi finalmente supportate da uno sviluppo soddisfacente e da un sistema di progressione capace di rendere questa scelta soddisfacente per il giocatore. 

Proprio come in Skyrim, ma Online.

Giocare a Greymoor finisce per provocare una profondissima sensazione di dejà vu e il merito di tutto ciò va alle scelte artistiche operate a livello di ambientazione. La regione occidentale di Skyrim è molto simile a come i giocatori di vecchia data la ricorderanno, forse fin troppo simile. La città di Solitude presenta lo stesso layout del quinto capitolo, eppure l'espansione è ambientata un millennio prima degli eventi che vedranno il Sangue di Drago scontrarsi contro Alduin. E non si tratta di una sola e semplice eccezione. Le differenze in termini di ambientazioni tra Greymoor e Skyrim, al di là dell'ovvia differenza in termini di shading ed illuminazione, è tutta nei limiti che The Elder Scrolls Online deve auto-imporsi per sua stessa natura, trattandosi di un MMORPG. Gli edifici sono più spigolosi, la vegetazione leggermente più spoglia, le strutture un po' più semplici: ciò però non significa che la Skyrim occidentale proposta da Greymoor sia un pugno nell'occhio, anzi.

In diversi momenti, il titolo riesce davvero a farsi valere mettendo in mostra un'illuminazione niente male e diversi effetti ambientali che, pur non facendo gridare al miracolo, risultano piuttosto convincenti per un MMO delle dimensioni di The Elder Scrolls Online. Vero è che, purtroppo per Bethesda, ormai anche su console lo standard è stato rialzato dalla release di Black Desert Online e altri titoli dal dettaglio grafico al momento irraggiungibile per titoli di questo genere e con questo engine. Va detto, però, che l'engine di The Elder Scrolls Online appare impiegato, in Greymoor, nel modo più intensivo possibile e spremuto fino all'ultima goccia. E gli effetti di ciò sono abbastanza percepibili: il framerate, su PlayStation 4 Slim, è in diverse situazioni piuttosto ballerino, faticando ad assestarsi su livelli stabili. 

In Sintesi: 

The Elder Scrolls Online: Greymoor è un'espansione davvero zeppa di contenuto che, pur non introducendo numerosissime novità in termini di gameplay, compensa questa mancanza con l'introduzione di un'enorme mole di contenuti in grado di tenere impegnati i giocatori più volenterosi ben oltre le venti ore dichiarate. La nuova main quest strizza inizialmente l'occhio ai fan di vecchia data, senza mai scadere nel becero fan service o limitarsi a scopiazzare dal quinto capitolo senza introdurre nulla di veramente nuovo. Il side content proposto, in termini di dungeon, covi - raid veri e propri - e altri eventi può tenere impegnate i team che scelgono di approcciarsi a The Elder Scrolls Online in modalità prevalentemente cooperativa per parecchio tempo. 

Le modifiche al sistema di progressione della sotto-classe Vampiro la rende, insieme a quella Licantropo, finalmente una valida alternativa a quelle già impiegate finora per portare a termine le diverse quest, principali o secondarie che siano. Dal punto di vista grafico, The Elder Scrolls Online: Greymoor suscita sensazioni miste: da un lato, la regione occidentale di Skyrim è esattamente come la ricorderà la stragrande maggioranza dei giocatori del quinto capitolo. Dall'altro, le forti limitazioni imposte dalla natura dell'MMO di casa Bethesda porta a diversi compromessi tecnici e il motore grafico, spremuto fino all'ultima goccia, fatica a restituire un framerate stabile sulle console in versione base o slim. L'espansione resta comunque consigliatissima per chiunque sia alla ricerca di nuove avventure in quel di Tamriel o desideri mettervi piede, online, per la prima volta. 

Pregi:

  • Una mole di contenuti non indifferente, in grado di intrattenere persino il giocatore più navigato; 
  • Finalmente riscoprirsi Vampiri o Licantropi non sarà più un'esperienza controproducente. 
  • La regione di Skyrim proprio come la ricordavate...

Difetti:

  • Framerate instabile;
  • ... al netto delle limitazioni intrinseche dell'engine. 

VALUTAZIONE COMPLESSIVA: 7

La recensione di The Elder Scrolls Online: Greymoor è stata scritta e curata da KentuckyFriedG per GameStorm.it, pubblicata il 24-06-2020

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