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Recensione di Shining Resonance Refrain

Titolo: Shining Resonance Refrain
Genere: JRPG
Piattaforma: PlayStation 4
Sviluppatore: Media.Vision
Produttore: SEGA
Data di uscita: 10 luglio 2018

Per la prima volta in occidente

La serie Shining non è affatto nuova agli appassionati di JRPG del Sol Levante: con i suoi svariati capitoli (il primo addirittura per Mega Drive) ha spesso variato la natura dei suoi giochi spaziando dai dungeon crawler ai picchiaduro, sino a tornare ai più classici action RPG. Purtroppo, però, come spesso accade con certi titoli, molti di questi rimangono confinati in Giappone e la saga Shining non fa eccezione; infatti, nessuno dei precedenti capitoli è stato mai localizzato, fino ad oggi con Shining Resonance Refrain, uscito originariamente su PlayStation 3 nell’ormai lontano 2014, ed era rimasto saldamente confinato al mercato nipponico. Grazie alla versione Refrain, invece, anche i giocatori occidentali possono godere di un titolo tanto di nicchia quanto caratteristico e interessante.

Sviluppato da Media.Vision e pubblicato da Sega, Shining Resonance Refrain arriva su PlayStation 4, Xbox One, Nintendo Switch e PC portando con sé una marea di novità; la remastered, infatti, introduce tantissimi contenuti aggiuntivi, la modalità Refrain che vi spiegheremo più avanti e un’ottimizzazione e un restyling grafico necessari per un gioco che, comunque, porta sulle spalle quattro anni.

Draghi e Ragnarok

Shining Resonance Refrain affonda le sue radici nel fantasy più classico popolato da Draghi e creature ultraterrene con richiami alla mitologia norrena. Questo “peculiare” connubio si rivela fin da subito avvincente: le due tematiche risultano ben amalgamate e danno vita ad una trama ricca di riferimenti fantasy nonché storico/mitologici.

Per millenni la Terra Sacra di Alfheim è dominata da una potente creatura, Deus, che mantiene l’ordine e l’equilibrio del mondo tramite il suo potere. Elfi e draghi hanno vissuto intere epoche in totale armonia, comunicando tra loro con le rune. La pace nel mondo viene sottratta proprio da Deus, attraverso la sua decisione di creare un nuovo mondo distruggendo quello esistente. Gli elfi allora si dividono in due parti: chi continua a sostenere Deus nel suo progetto di distruzione, e chi rimane fedele ai draghi. La guerra dura finché Deus non viene finalmente sconfitto ma ad un prezzo molto caro che implica una lenta e lunga ripresa. Alfheim, infatti, ne esce devastata, i draghi vengono decimati e i pochi elfi sopravvissuti hanno cominciato pian piano una vita normale. Con il passare dei secoli il ricordo della guerra chiamata Ragnarok diviene una leggenda degna di un libro di storia. La terra di nuovo fertile attira gli umani, che grazie alla rinascita fondano l’imponente regno di Astoria.

Yuma è il protagonista della storia e in lui è racchiuso il potere dello Shining Dragon, un’immensa virtù che lo trasforma in un drago vero e proprio. Diventa una succulenta preda per dell’impero di Lombardia che vuole diventare più potente sfruttando la sua forza. Viene rinchiuso in una prigione che fa esperimenti sugli esseri viventi con capacità fuori dal comune.

Sonia Blanche, esperta spadaccina e principessa di Astoria (regno rivale) organizza una spedizione per salvare Yuma e farlo diventare più consapevole del grande peso che porta sulle spalle, proprio per porre fine ai conflitti tra regni.

Musica e Magia

Il filo conduttore di tutta la storia ruota attorno alle leggende sui draghi e alla magia: i Dragoneer (coloro in grado di comunicare con i draghi) hanno a disposizione delle armi chiamate Armonics, che somigliano in tutto e per tutto a degli strumenti musicali e che, oltre ad essere suonati, sono in grado di danneggiare i nemici.

Non tutti i personaggi del party sono Dragoneer, ma ciò non intacca la loro importanza nel combattimento e nella trama stessa.

Lo stile prettamente action ricorda molto la saga di Tales of, in quanto vengono proposte battaglie semi-aperte, in delle arene dai confini invisibili ma limitate. Il movimento del personaggio è libero e offre al giocatore la possibilità di cambiare personaggio per sfruttare tutte le peculiarità di ognuno, dando ordini invece agli altri che agiranno in totale autonomia.

Gli attacchi normali consumano AP, la cui barra è sempre ben visibile sotto al personaggio controllato e che si ricarica facendo riposare il personaggio qualche secondo, come una sorta di stamina, mentre le tecniche particolari e le magie consumano MP, ricaricabili tramite oggetti o incantesimi di recupero. Alternare le varie mosse e sfruttare al massimo le abilità permette di incatenare combo azzeccate capaci di ridurre in pezzi il nemico in breve tempo. Ogni tecnica è assegnabile tramite un tasto precedentemente impostato nel menù e, avanzando di livello, se ne apprendono di nuove, sempre più potenti ma anche maggiormente dispendiose in termini di MP.

Oltre alle scenografiche abilità a disposizione dei membri del party la ciliegina sulla torta è rappresentata dal potere di Yuma: utilizzano un’elevata quantità di punti magici è in grado di trasformarsi in drago, di rompere le difese nemiche e di sferrare colpi molto potenti; l’unica pecca è che sfruttando spesso quest’opzione si rischia di attivare la modalità Berserk, aumentando sì la potenza d’attacco ma colpendo in maniera incontrollata tutto e tutti, compresi gli alleati.

Ad alleviare la situazione di pericolo però possono pensarci gli altri membri del party che, intonando delle canzoni (l’abilità B.A.N.D), garantiscono degli effetti benefici su Yuma, riportandolo alla normalità.

Modalità Original  Refrain?

Quello che si chiedono in molti avviando il gioco è: che differenza c’è tra le due versioni?

La modalità Original non è altro che il gioco uscito su PS3 nel 2014 nel quale s’inizia la storia con Yuma che viene salvato da Sophia e Kirika e che si scontra con la bella quanto tenebrosa Exella e la sua schiera di draghi. Lei e Janis non faranno mai parte del cast in questa versione, né si potranno sbloccare le loro scene extra o i loro finali.

Nella versione Refrain invece abbiamo la possibilità di avere entrambi nel party (cosa che nella versione originale giapponese era possibile solo tramite l’acquisto di DLC) e con grande sorpresa ce li troveremo proprio nelle fasi iniziali di gioco. Avere due potenti personaggi nel party non può che fare piacere; tale game-mode aggiunge scene extra ma rischia di creare un minimo di confusione iniziale, specialmente in riferimento al combattimento contro un’Exella che poi ricompare tranquillamente in città e con cui si può come nulla fosse accaduto (suggeriamo di completare la prima run su Original per poi passare su Refrain, così da capire meglio i retroscena di questi fatti).

Indipendentemente dalla scelta, la trama non subisce grosse variazioni e sta al giocatore scegliere, in base a quanto detto sopra, la modalità che maggiormente lo affascina.

Colori scintillanti e seni prosperosi

Una delle particolarità dei giochi di stampo nipponico è quella relativa alle generose forme delle protagoniste femminili e anche in questo prodotto di certo non si sono risparmiati. Oltre a questo, che farà sicuramente felici molti maschietti e non solo, il character design è senza dubbio bello da vedere; intrigante nello stylish dei personaggi, molto dettagliato e colorato.

Ognuno è forte di un look particolarissimo, grazie ai disegni dell’abilissimo fumettista disegnatore Tony Taka, e decisamente accattivante in ogni aspetto, dal taglio di capelli al vestiario che ne caratterizza al massimo anche la personalità.

In questa versione sono anche disponibili moltissimi costumi extra che spaziano dalla sexy cameriera francese, alla divisa scolastica passando per i completi in perfetto stile idol giapponese, ce n’è per tutti i gusti insomma.

Il titolo è stato completamente ripulito e ottimizzato in HD; ogni modello, infatti, ora vanta di una risoluzione 1080p, le ambientazioni e le luci sono una goduria per la vista, ancor di più in questa veste grafica totalmente rinnovata per l’occasione. Le note stonate sono i cali di frame nei momenti più frenetici delle battaglie, un po’ fastidiosi ma non eccessivamente invasivi e la telecamera ballerina: può capitare spesso sopratutto in luoghi angusti di incastrarsi in qualche angolo senza avere una visuale adatta per gestire al meglio le fasi di combattimento.

Le animazioni sono decisamente buone per un titolo che ha sulle spalle ben 4 anni e, nel complesso, il rinnovamento di questa versione è evidente ed apprezzabile. Chiaramente non si deve gridare al miracolo visto che si tratta di un gioco uscito per la vecchia generazione di console.

Please don’t stop the Music

Il comparto audio non poteva che essere all’altezza della situazione, essendo il gioco in sé basato sulla musica. Le tracce audio sono tutte estremamente godibili e adatte in ogni situazione.

È possibile, inoltre, andando avanti col gioco, sbloccare nuove melodie e canzoni per la B.A.N.D da eseguire in battaglia, rendendo il tutto sempre più vario e gradevole alle nostre orecchie.

Nella versione Refrain è stato eseguito un ottimo doppiaggio in inglese, con voci già sentite in altre produzioni di questo genere, basti ascoltare Kirika e riconoscere sin da subito colei che ha dato la voce anche a Caroline e Justine di Persona 5, più altri abili doppiatori che hanno prodotto una riuscita recitazione in inglese. I puristi del doppiaggio giapponese possono essere altrettanto soddisfatti in quanto è stato svolto un buonissimo lavoro anche in lingua originale.

Relazionando…

Un altro aspetto molto simpatico è la possibilità di instaurare rapporti con gli altri membri del party, a nostra scelta. Come succedeva con Persona e tanti altri esponenti del genere, è possibile invitare qualcuno ad uscire per una chiacchierata e incrementare così il livello di amicizia, o più. Questo però significa anche indebolire il rapporto con gli altri, sta quindi ai player decidere con chi vuole relazionarsi di più, sbloccando, quindi, scenette di dialogo extra e altro ancora. Appuntamenti davanti al falò, altre sequenze filmate e nuove missioni secondarie, vanno ad arricchire un gioco già vasto come Resonance Refrainl, rendendolo ancor più interessante e variegato.

In sintesi:

Shining Resonance Refrain è quel gioco che non deve mancare ad un appassionato di giochi di ruolo alla giapponese, nonostante sia leggermente datato non deve essere lasciato sugli scaffali. Con la sua trama matura e l’ottima longevità (sulle trenta ore ma anche di più se vogliamo portare a termine le molte missioni secondarie), questo gioco diverte e fa sognare, in un mondo fantasy popolato da draghi ed eroi pronti a salvare il mondo.

Pregi:

  • Character design e atmosfera davvero particolare.
  • Trama articolata ed interessante.
  • Stile di combattimento dinamico e scenografico.

Difetti:

  • Cali di frame in certi momenti della battaglia.
  • Non è esattamente la fiera dell’originalità.
  • Alcuni soliti stereotipi.

VALUTAZIONE COMPLESSIVA: 8,2

La recensione di Shining Resonance Refrain è stata scritta e curata da Morgana90 per GameStorm.it, pubblicata il 16-07-2018

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