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Recensione di RICO

Titolo: RICO
Genere: First Person Shooter
Piattaforma: PlayStation 4 (Testata) / Xbox One / Nintendo Switch / PC
Sviluppatore: Ground Shatter
Produttore: Rising Star Games
Data di uscita: 12 marzo 2019

Il crimine non paga. O almeno, non nel lungo periodo...

Benvenuti nella squadra RICO: Racket Influenced & Corrupt Organisations. Nella cittadina di San Amaro, espressione della più distorta interpretazione del sogno americano, persino un teppistello qualunque può diventare un pericoloso boss della malavita. E, a quanto pare, non si tratta di un evento affatto raro, anzi: come membri della forza speciale dal nome curiosamente e (si spera) in via del tutto coincidenziale condiviso col famoso protagonista della fortunata serie videoludica Just Cause (che con questo titolo, purtroppo, non ha nulla a che spartire), saremo chiamati a farci carico di innumerevoli casi, al fine di sgominare le più o meno sgangherate bande criminali di San Amaro.

RICO, in uscita il 12 marzo 2019 per PlayStation 4, pone alcune premesse interessanti che possono stuzzicare l’attenzione di diversi videogiocatori: il titolo presenta, infatti, infinite campagne proceduralmente generate, affrontabili sia in giocatore singolo che in cooperativa, una selezione di armi e oggetti di supporto piuttosto vasta e tipologie di missioni dalla varietà discreta. Si tratta di elementi che, chiaramente, potrebbero spingere all’acquisto diversi giocatori in cerca di un titolo a basso budget che possa intrattenerli abbastanza a lungo. Dunque, non indugiamo oltre: sfondiamo la porta d’ingresso e gettiamoci in slow-motion in un’analisi a tutto tondo di RICO.

“Dexter! Come Agiamo?”

All’avvio del gioco, una cut-scene di apertura informa il giocatore in merito alla storia di San Amaro, cittadina americana dal lungo passato criminale che si ritrova ora impegnata in una sanguinosa lotta tra le locali associazioni a delinquere e la task force RICO, composta principalmente da quattro talentuosi agenti con un unico obiettivo: risalire, un’operazione alla volta, al leader della gang criminale attualmente ricercata, reperendo tutte le prove necessarie al suo arresto, distruggendo le eventuali scorte di armi, sostanze stupefacenti e munizioni rilevate nel corso delle indagini, disinnescando ordigni trappola lasciati nelle zone operative dai delinquenti a cui si sta dando la caccia e, ovviamente, riportare a casa la pellaccia.

Si tratta di una premessa piuttosto interessante, a cui però non fa seguito un vero e proprio canovaccio narrativo: RICO è, per ammissione degli stessi sviluppatori, uno sparatutto “arcade”, costruito intorno a brevi sessioni in giocatore singolo o in cooperativa. Un titolo mordi e fuggi, dunque, che non fa della narrativa il suo punto forte e che, anzi, di narrativa è proprio sprovvisto. L’unica cut-scene fornita dal gioco è infatti quella che precede la schermata del titolo: da questo momento in poi, l’essenza di RICO, la vera e propria carne sul fuoco, è messa a disposizione senza troppi orpelli davanti al giocatore, che può scegliere tra tre modalità: Operazione Rapida (permette di affrontare una singola missione), Caso (presenta al giocatore una vera e propria campagna proceduralmente generata) e Lockdown (una modalità “orda”, che chiede al giocatore di sopravvivere ad un numero predefinito o indefinito di ondate nemiche).

È immediatamente chiaro che, delle tre proposte quella più interessante è sicuramente la modalità Caso, che dà ai giocatori sole 24 ore di tempo per avanzare, operazione dopo operazione, in direzione del leader di una determinata organizzazione criminale. La campagna sarà ogni volta impostata in modo alternativo, con missioni diversamente connesse tra loro e dagli obiettivi sempre differenti. Peccato però per un solo, assolutamente non aggirabile, problema di fondo, che accomuna tutte le campagne che RICO ci proporrà: la prima missione sarà sempre ambientata nel campo di addestramento e ci richiederà di affrontare solo dei manichini da tiro a segno per poter raccogliere le prove necessarie all’avvio delle missioni vere e proprie. Ed è solo una volta portata a termine questa blanda operazione preliminare che il gameplay vero e proprio di RICO si presenta in tutte le sue sfaccettature.

“Oh! Oh! Qui le cose peggioreranno prima che miglioreranno!”

Come abbiamo avuto modo di sottolineare poco fa, le modalità proposte da RICO sono affrontabili sia in giocatore singolo che in modalità cooperativa, in locale e online. Ebbene, a meno che non vogliate limitarvi a giocare alla difficoltà più bassa o non siate in cerca di una sfida piuttosto ostica, un primo consiglio nell’affrontare RICO vuole essere proprio questo: avvaletevi quanto più possibile della modalità cooperativa, per una serie di motivi. Innanzitutto, la difficoltà del titolo sembra essere tarata leggermente verso l’alto, il che non è, di per sé, un male, anzi: molti giocatori potrebbero apprezzare il grado di sfida offerto dal titolo. Sono presenti, però, alcune (più o meno) piccole sviste che potrebbero, dopo alcuni game-over, ingenerare non poca frustrazione nel giocatore.

Innanzitutto, e qui dobbiamo ripetere quanto già affermato nel paragrafo precedente, ogni Caso avviato dal giocatore presenta la necessità di affrontare una missione preliminare, di “addestramento”, che non offre alcun grado di sfida e che, anzi, si lascia giocare passivamente in vista dell campagna vera e propria. Ciò non sarebbe di per sé un problema, non fosse che in due delle tre difficoltà offerte dal gioco, non è esattamente un caso raro morire, in giocatore singolo, già nel corso della seconda operazione. Sia perché un gruppo di nemici particolarmente tenace ci ha appena riempito di piombo, sia perché non siamo riusciti a disinnescare in tempo tutti gli ordigni piazzati dalla gang, il risultato di fondo è sempre lo stesso: ricominciare dal livello di addestramento, privati di tutto l’equipaggiamento faticosamente acquisito operazione dopo operazione e in compagnia della sola pistola di base e del manganello telescopico.

Ed è un vero peccato perché, nelle sezioni successive a quest’ultimo, il gameplay di RICO è piuttosto serrato, fluido, ricco di momenti esaltanti: procedere di stanza in stanza alla ricerca di prove da mettere al sicuro o di ordigni da disinnescare ha un ritmo tutto particolare, merito dello slow-motion che accompagna l’azione ogni volta che, tramite la pressione del tasto X (A su Xbox One, B su Nintendo Switch), ci accingiamo a sfondare una porta per irrompere in un ambiente pieno di criminali. Per ciò che riguarda il resto del gameplay, tolta la necessità di sfondare una porta dietro l’altra per farsi strada tra i vari livelli, RICO è il classico FPS “arcade” di stampo moderno: si passa alla visuale ironsight tenendo premuto il grilletto sinistro, si fa fuoco col grilletto destro, si utilizza l’attacco corpo a corpo tramite la pressione dell’analogico destro e così via. Il layout dei controlli è quello classico, a cui qualsiasi assiduo giocatore di sparatutto non faticherà affatto ad adattarsi. Una piccola nota di demerito va però alla mira vera e propria: il titolo è stato sviluppato con Unity e, col forte sospetto che RICO sia stato sviluppato principalmente per PC e successivamente adattato per le altre piattaforme, abbiamo trovato il sistema di mira, interamente manuale, spesso poco affidabile: un elemento che aggiunge un pizzico di difficoltà ad un titolo che, se giocato in solitaria, ne offre già una buona dose.

Un fumetto dalle tinte un po’ spente

Sul piano delle performance, nulla quaestio: RICO è un titolo dal framerate solido, che non vacilla vistosamente nemmeno nei momenti più concitati, il tutto alla risoluzione nativa di 1920x1080, sebbene non ci è stato possibile scorgere nessuna particolare forma di anti-aliasing in uso. Fortunatamente, la relativa semplicità di forma che contraddistingue le scene riproposte dal gioco, che principalmente si snoda in stanze rettangolari e che fa scarsamente ricorso a superfici oblique o curve, renderebbe quasi superflua qualsiasi implementazione di un filtro anti-scalettatura. Sfortunatamente, però, la stessa semplicità di forma è ciò che maggiormente impatta sul colpo d’occhio generale: il susseguirsi di stanze rettangolari o quadrate e di stretti corridoi, piuttosto che di rampe di scale, ambienti tutti forniti di texture piuttosto blande, povere in dettaglio o comunque poco interessanti da osservare, risulta ben presto monotono e poco appagante.

Lo stile in cel-shading adottato dagli sviluppatori, che dovrebbe fornire carattere e particolarità all’impianto visivo, sembra, in RICO, una semplice scusa per abbassare leggermente il livello di dettaglio. Il risultato è un titolo che, dal punto di vista meramente grafico, non avrebbe sfigurato sulle piattaforme della scorsa generazione, ma che appare visibilmente vetusto e poco intrigante per l’attuale gen. In realtà non abbiamo particolari dubbi sull’impatto visivo che RICO potrebbe presentare su Nintendo Switch, magari in modalità portatile, con un risultato senz’altro più convincente. Ma la versione da noi testata del titolo, quella per PlayStation 4, è piuttosto difficile da digerire dal punto di vista grafico.

In Sintesi:

RICO è un titolo indie piuttosto interessante, che mescola il tipoco gameplay da FPS moderno con alcune idee innovative in grado di garantirne una buona rigiocabilità. Tutte le modalità offerte sono affrontabili sia in giocatore singolo che in modalità cooperativa, locale o online. Tra queste, la più interessante è senz’ombra di dubbio la modalità Caso, che permette ai giocatori di mettersi sulle tracce di un pericoloso criminale, sgominandone la banda pezzo dopo pezzo, in un tempo limite di 24 ore.

Alcune problematiche relative a quest’ultima modalità di gioco (principalmente, la necessità di riaffrontare il livello di addestramento ad ogni nuovo avvio) possono ingenerare una dose di frustrazione non indifferente nel giocatore. Nelle fasi di gameplay relative alle operazioni successive, il gameplay di RICO risulta decisamente più convincente, pur non proponendo nulla di assolutamente innovativo e restando, piuttosto, nel terreno già battuto da saghe più blasonate.

Dal punto di vista tecnico, ad un framerate solido e ad una risoluzione relativamente alta si accompagnano una pochezza poligonale piuttosto evidente e delle texture poco definite. Graficamente parlando, RICO è un titolo da vecchia generazione di console, che potrebbe dare molto di più su console attuali. Chiaramente, al prezzo di soli 19,99€, sarebbe sciocco aspettarsi un comparto grafico più convincente. Non resta dunque che promuovere, seppure con una sufficienza, un titolo dalle idee interessanti ma dalla realizzazione piuttosto pasticciata.

Pregi:

  • Premesse interessanti, soprattutto in relazione alla modalità campagna, di volta in volta proceduralmente generata.
  • Ogni modalità presente è giocabile sia in giocatore singolo che in modalità cooperativa, online o in split-screen locale.
  • Buona gestione della difficoltà e alto livello di sfida…

Difetti:

  • Trama praticamente assente.
  • Alcune piccole imperfezioni di design (relativamente soprattutto alla modalità caso) e nel gameplay.
  • … che però potrebbero risultare nella necessità di affrontare la campagna in due giocatori, pena la sconfitta praticamente assicurata.

VALUTAZIONE COMPLESSIVA: 6,3

La recensione di RICO è stata scritta e curata da KentuckyFriedG per GameStorm.it, pubblicata il 10-03-2019

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RICO

  • Versione ps4 in esclusiva digitale
  • Data di uscita:
    12-03-2019
  • Categoria:
    sparatutto
  • Disponibilità per:
    PS4 XONE SWITCH
  • Popolarità:
    0.81 %
  • ps4

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Valutazione del gioco 4.5

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