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Recensione di Project CARS 2

Titolo: Project Cars 2
Genere: Racing / Simulazione Automobilistica
Piattaforme: Playstation 4, Xbox One, PC
Sviluppatore: Slightly Mad Studios
Publisher: Bandai Namco
Data di uscita: 22 Settembre 2017

Altro giro, altra corsa!

Sono passati ormai due anni dalla pubblicazione del primo capitolo di Project Cars, lavoro curioso ed unico nel suo genere dato che, dopo ben quattro anni di sviluppo non convenzionale, il tutto risultava finanziato interamente dalla community.

Quest’ultima, inoltre, è stata utilizzata come beta tester, permettendo ai developer di ottenere una quantità di feedback superiore rispetto a quella ottenuta attraverso gli approcci tradizionali.

Dopo svariati rinvii il gioco ha visto la luce, nella sua forma completa, il 7 maggio del 2015, portando nel panorama videoludico una notevole componente simulativa, caratteristica unica di quel periodo, anche in considerazione del fatto che il titolo “rivale” (dello stesso genere), “Assetto Corsa”, verrà rilasciato solo un anno più tardi.

All’epoca i racing-game su cui si poteva contare, almeno su console, erano di natura arcade (come l’ottimo “Driveclub”) o simularcade (come il solido “Forza Motorsport 6”). Ottime produzioni, non c’è che dire, ma non avevano quello che i giocatori pro amanti del genere ricercavano con tanta passione, la pura simulazione automobilistica: con l’avvento di Project Cars, finalmente, l’avevano trovata.

Certo, l’amaro in bocca l’ha comunque lasciato per una certa mancanza di contenuti (solo 76 vetture e appena 30 tracciati) e per qualche altro difetto di forma e di natura tecnica, ma nel complesso restava quanto di meglio ci si potesse aspettare da un simulatore racing.

Casco in testa ben allacciato, luci accese anche di giorno e prudenza: SEMPRE!

Le modalità presenti in Project Cars 2 sono essenzialmente quattro: Partita Personalizzata, Test Privato, Multiplayer ed infine la Carriera.

Partita Personalizzata consente di vivere l’esperienza di gioco in totale libertà, scegliendo poi le seguenti caratteristiche: regole, categoria, circuito, condizioni meteorologiche, numero di giri e via dicendo.

Test Privato si differenzia dalla modalità precedente poiché non sono presenti avversari. Si tratta quindi, di una sfida con se stessi finalizzata al miglioramento di prestazioni, manualità e settings.

In Multiplayer ci si imbatte in eventi settimanali e in gare personalizzabili: svolgono un ruolo particolarmente competitivo i Time Trial in cui è possibile scalare le classifiche a livello mondiale. Online, inoltre, sono presenti i piloti virtuali raggruppati in base a un sistema che tiene conto delle varie scorrettezze immesse dai singoli giocatori, in modo da farli rivaleggiare tra loro nel rispetto della sportività di gara. Tale scelta nasce dal bisogno di arricchire gli ormai affermati eSport, con tanto di live streaming per le corse e opzioni di visualizzazione che consentono al giocatore di personalizzare i tagli d’inquadratura.

La Carriera (come nel primo capitolo) è lottizzata in sei diverse sezioni, chiamate “Tier”, che rappresentano l’avanzamento professionale. Le auto, poi, sono suddivise in varie macro categorie tra cui: Indy car, Muscle car, Go kart, Touring, Rallycross, Endurance e Stradali. Questo da luogo a molteplici tipologie di gare, stabilite ad hoc dagli sviluppatori. Ogni stagione è ricca di molti eventi anche se c’è da dire che gli accordi lavorativi con i vari team sono piuttosto brevi e circoscritti alla singola competizione. Una volta firmato il contratto con un team, dovremo affrontare una serie di sfide. In base al risultato della nostra gara, riceveremo dei punti che determineranno il vincitore a fine campionato.

Per spezzare la routine dei circuiti della modalità Carriera si potrà (opzionalmente) ammorbidire il tutto con prove speciali a tema, avendo anche la possibilità di guidare prototipi, partecipare ad eventi monomarca o di auto d’epoca, in modo da sbloccare anche vari achievement. Prima della sfida ufficiale, è possibile studiare i vari tracciati con prove libere e qualifiche che consentono di definire il giusto setting del veicolo. Una volta iniziata la coppa non è possibile abbandonarla, quindi, una volta intrapresa bisognerà per forza ultimarla. È permesso saltare le prove libere e le qualifiche e, volendo, si possono stabilire in totale autonomia i numeri di giri complessivi da compiere. Se la gestione tecnica dell’auto non è il vostro punto forte, non preoccupatevi: grazie ai dialoghi con l’ingegnere, il quale farà delle domande specifiche a seconda del problema da risolvere, si riuscirà ad ottenere (quasi) sempre un assetto ottimale. Al contrario di quanto accade nella serie “Forza Motorsport”, il rewind, utile a cambiare azioni e gestione dei comandi “in tempo reale”, in Project Cars 2 non sarà presente.

Stupido è chi lo stupido fa

L’intelligenza artificiale e la fisica, nel complesso, si attestano tra il buono e l’ottimo ma non mancano alcune sbavature evidenti. Se da un lato ci si trova davanti ad una IA più lenta di quanto dovrebbe (come nel caso di traiettorie percorse sotto la pioggia o in presenza di neve) dall’altra si trovano categorie di veicoli intenzionalmente più aggressive da padroneggiare rispetto alle controparti reali. Il valore dell'IA è settabile su una scala che va da 0 a 100, adattandola alle esigenze e all’abilità del giocatore. Ad esempio, impostando un valore tra 70 e 100, ci si imbatte in avversari tosti che sbagliano di poco o nulla, con una bassa prevedibilità di gioco. Se invece si seleziona un valore tra 30 e 0, è normale assistere ai cosiddetti “trenini” già visti nei primi “Gran Turismo”.  

È possibile modificare anche l’aggressività dei piloti virtuali, favorendo o meno episodi di speronamento in gara. Ancora una volta però, come già riscontrato nel primo capitolo, c’è un eccesivo zelo nel mettere in pratica le penalità delle bandiere, soprattutto per i tagli di pista che non sempre vengono causati dal player. Capita, infatti, nei momenti in cui, tentando di schivare una manovra aggressiva di un avversario guidato dalla GPU per non compromettere l’integrità del mezzo e finendo fuori pista, di essere sanzionati. Su questo punto occorre intervenire per non rendere troppo snervanti le situazioni in gara, anche perché l’unica alternativa, in caso di incidente,  rimane quella  di riavviare l’intera sfida.

Diamo i numeri qui dentro?

Dopo aver dato retta alla sua vasta community, Slighlty Mad Studios ha aumentato la quantità di auto, dei tracciati, delle competizioni e delle licenze.

Il parco auto conta ben 186 vetture fedelmente riprodotte per 9 diverse serie, successivamente ampliate in svariate categorie per oltre 140 circuiti, più o meno noti, estratti da oltre 60 location.

Si può partire con i kart, con la docile ma divertente Ginetta, o provare il brivido della Formula Rookie e, in caso di vincita, avanzare verso competizioni più performanti e variegate. La scelta di proseguire o di saltare di categoria rimane, comunque, sempre in mano al giocatore, che può decidere per un improvviso cambio di rotta o di mantenere una carriera più omogenea.

L’unico vincolo in Project Cars 2 è il seguente: nei circuiti dedicati ai kart, possono gareggiare esclusivamente i kart.

Volante o Pad? Questo è il dilemma

Partiamo subito col dire che, a differenza del primo capitolo, Project Cars 2 è fruibile anche se giocato interamente con il pad.  Quest’ultimo difatti, non fa invidiare per nulla l’assenza di un volante. La sensazione di guida è ben realizzata con un feedback  tale da renderla più che soddisfacente, anche se incompleta. Se si vuole ottenere il massimo della resa in termini strettamente simulativi, e si hanno le possibilità economiche, è consigliabile giocarlo con il volante… e qui le cose cambiano.

La prova effettuata dalla nostra redazione è avvenuta con entrambi (per i volanti sono supportati ancor più modelli, tra cui: Logitech G29 e Thrustmaster T300) e sono innegabili le differenze di questo confronto: il force feedback proposto dal volante aumenta a dismisura l’esperienza simulativa e, grazie alla diversificazione dei vari modelli di guida, il risultato finale sarà sbalorditivo.

Il lavoro svolto in termini di fisica di ogni singolo mezzo è a dir poco eccezionale. Dalla sensibilità nello sterzo dei divertentissimi kart, alla pesantezza dei bolidi della Gran Turismo. La sensazione di guidare la stessa vettura non capiterà mai se giocato prediligendo il volante, a discapito del pad che, per alcune auto, a volte tende a dare sensazioni “appiattite”, seppure in modo lieve.

Un altro punto molto importante è il feeling che si deve ricercare con i vari tracciati e le condizioni meteorologiche proposte dal titolo. Guidando su un circuito con temperature calde, si può notare come possa essere spontaneo prediligere un modello di guida più aggressivo, che induca a spingere al limite le staccate e ad essere sempre pronti e agguerriti in fase di sorpasso.

Completamente diverso è l’approccio alla corsa quando si è sotto la pioggia. La sensazione costante è quella di poter sbagliare alla minima imprecisione commessa in staccata o calcolando male le misure di un sorpasso; non arrendetevi o non fatevi sopraffare dall’ansia: se c’è un vero pilota in voi, queste sono le condizioni migliori per godersi al meglio una gara complessa.

Anche lo sterrato richiede una ricercata e giusta sensibilità nella guida. Dosare l’acceleratore è un punto chiave per ottenere la vittoria.

E sulla neve? È divertentissimo e, come per lo sterrato, la sensibilità da sfoggiare nel tracciato deve essere più precisa e calcolata. In particolare, a differenza delle corse su “terra”, risulta fondamentale dosare la frenata: farlo bruscamente o quando non c’è il bisogno fa pattinare il veicolo, impedendo di recuperarlo in qualsiasi modo.

I tracciati sulla neve oltre ad essere ben realizzati, sono apparsi estremamente divertenti (anche in base al gusto personale di chi vi scrive -NdR-). Mettono a dura prova il pilota forgiandolo perché possa comportarsi nel modo più tecnico e preciso possibile.  

Il lavoro svolto nel complesso è comunque ottimo, è sufficiente un primo giro di pista per capire quanto si siano avvicinati al cuore della simulazione, alle mani sul volante e al feeling del player che finisce per sentirsi con il corpo all’interno di una vettura soggetta a determinate sollecitazioni. Anche con il controller, infatti, si può scendere nel dettaglio di ogni singola leva, grilletto e input analogico e digitale in modo da rendere i comandi il più possibile affini al nostro proprio di guida. Il numero di opzioni è davvero notevole in termini di quantità e coinvolge tutti le più svariate tipologie di controllo.

Project Cars 2 nasce per garantire un livello d’esperienza unica, più ricca e frizzante del predecessore, per permettere ai piloti virtuali di spingere al massimo l’acceleratore sulle variabili fisiche proposte dai vari modelli di guida.

Anche l'occhio vuole la sua parte

Sono molteplici le migliorie tecniche rispetto al primo capitolo. Ovviamente, non siamo di fronte all’altezza dei Turn 10 con il loro “Forza Motorsport” o con i Pholiphnony di “Gran Turismo”, ma è inutile negarlo: anche Project Cars 2 è una gioia per gli occhi.

Prima di passare ai classici “numerini” che tanto fanno scalpore tra noi gamers in un’epoca la quale la resolution war la fa da padrona, volevamo spendere due parole in merito ai momenti di guida sotto la pioggia: Divini (ok, è una sola parola ma ci siamo capiti…). Il risultato è ai livelli di “Driveclub” che, da arcade, è riuscito a farlo molto più agevolmente. Dall’effetto realistico della pioggia (l’acqua che scorre sul nostro parabrezza è fantastica), alle vetture riflesse nelle pozzanghere, abbiamo notato dettagli così ben curati da lasciarci a bocca aperta.

A rendere il più reale possibile queste condizioni ci pensa un’ottima visuale interna che, con il tergicristalli attivo, permette al pilota d’immedesimarsi totalmente nell’esperienza di guida, offrendo la sensazione di trovarsi per davvero lì, seduti nell’abitacolo, a concorrere insieme ad altri bolidi in una grigia, ma nel contempo meravigliosa, giornata di pioggia.

Il gioco utilizza una risoluzione dinamica su tutte le console: si varia dai 1080p ai 864p nelle situazioni più complesse e concitate, come ad esempio quando si gareggia in condizioni di pioggia con molte autovetture presenti sullo schermo.

Il frame rate su console standard e soprattutto su One, invece, non è granitico sui 60fps, anzi: con la pioggia intensa subisce cali piuttosto vistosi con tanto di fenomeni di tearing pesanti e invasivi

Si ripete, insomma una situazione simile a quella del primo capitolo con problemi che verranno sicuramente risolti con patch future ma che, per ora, minano il titolo sotto questo aspetto tecnico, “arricchendolo” con delle grosse lacune difficili da accettare su un titolo racing.

Su Playstation 4 Pro (versione testata più a lungo), invece, sono nettamente migliori i responsi dal punto di vista delle performance. I 60 frame, qui, sono costanti e nelle stesse situazioni delle due console normali (sequenze più impegnative quando sullo schermo ci saranno tante vetture con condizioni meteo estreme), si verificano piccoli cali accompagnati da un tearing meno incisivo rispetto a quanto accade con le “sorelle minori”. Come risoluzione, sempre dinamica, su Pro si passa dai 1440p ai 1360p.

In attesa di patch correttive che ottimizzeranno il prodotto al meglio su tutte le piattaforme, possiamo tranquillamente dire che Project Cars 2 è dannatamente bello da vedere nonostante le sue imperfezioni.

Su PC la situazione è ancora più rosea. Con configurazioni di alto profilo, il titolo gira con 4k nativi a 60 frame stabili. Senza contare il pieno supporto per i visori della realtà virtuale (HTC e Valve).

Per il visore di casa Sony, il PSVR, ancora non ci sono notizie inerenti un eventuale supporto.

La poca potenza di hardware renderebbe il carico di lavoro molto più complesso e lungo del previsto, senza contare poi eventuali riadattamenti in termini grafici. Gli sviluppatori non hanno però ancora escluso questa possibilità.

Con l’uscita imminente della nuova console di casa Microsoft, Xbox One X, ci aspettiamo di trovare il meglio sotto il lato tecnico, anche su tale piattaforma.

In sintesi:

Ci troviamo di fronte ad un ottimo titolo che punta tutto sulla pura simulazione automobilistica e strizza l’occhio anche alla parte più arcade per la gioia degli utenti più casual. Vero, soffermandosi dal punto di vista tecnico-simulativo, bisogna comunque dire che si potrebbe trovare di meglio con l’ormai affermato “Assetto Corsa” o come l’eccellente “Iracing”, che ad oggi domina come miglior titolo nel mondo PC, grazie al suo realismo; ciò non toglie che la passione del team di sviluppo è stata tale da rendere questo secondo capitolo un vero gioiellino per tutti gli amanti del mondo delle corse, per cui riteniamo impossibile che non lo si possa desiderare nella propria collezione.Inutile negare il grande salto fatto rispetto al predecessore in termini di contenuti e di natura estetica/prestazioni, nonostante i problemi elencati sopra. Insomma, Project Cars 2 è un ottimo gioco di corse. Se è la pura simulazione che state cercando (senza nulla togliere alle altre grandi produzioni) Project Cars 2 è proprio quello che fa per voi.

Pregi:

  • Fisica convincente.
  • Gameplay appagante e profondo, anche con il pad.
  • Contenuti e Licenze.
  • Audio ben riprodotto.
  • Tecnicamente ben realizzato…

Difetti:

  • IA non sempre perfetta.
  • Le collisioni risultano a volte imprecise e poco reali.
  • Non è un gioco per tutti.
  • ...ma con troppe incertezze di fluidità.

VALUTAZIONE COMPLESSIVA 8,8

CONTENUTI 8,5

GAMEPLAY 9,5

COMPARTO TECNICO 8,5

La recensione di Project CARS 2 è stata scritta e curata da Biofa85 per GameStorm.it, pubblicata il 25-09-2017

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