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Recensione di Project CARS

Titolo: Project Cars
Genere: Racing / Simulazione automobilistica
Piattaforma: PlayStation 4
Sviluppatore: Slightly Mad Studios
Publisher: Namco Bandai
Data di uscita: 7 maggio 2015

Chi va piano va sano e va lontano.

“Project CARS è decisamente il più grande e complesso di tutti i nostri lavori. Anche se ormai il 99,9% del gioco è completato, il restante 0,1% ha ancora alcuni piccoli problemi e bug che era difficile prevedere prima. Siamo totalmente impegnati nel garantire un’esperienza mai provata prima”

Queste erano state le parole con cui Ian Bell, “Head of Studio” di Slightly Mad Studios, aveva motivato l’ennesimo rinvio del day-one di Project Cars. Non possiamo certo dire che il titolo non si sia fatto desiderare: le due date di lancio “saltate” nel corso degli ultimi tre mesi, dal 20 marzo al 2 aprile, dal 2 aprile al 7 maggio, stavano iniziando a far mormorare tutti gli appassionati, soprattutto coloro i quali avevano pre-ordinato sulla fiducia e, in primis, i possessori PlayStation 4. Proprio sulla console di nuova generazione Sony, infatti, in attesa di un nuovo capitolo di Gran Turismo, cominciava a farsi sentire la mancanza di una vera e propria simulazione automobilistica.

Riprendendo il discorso di Bell e una volta avuto tra le mani il gioco, possiamo dire che, in fin dei conti, il risultato giustifica l’attesa e che il semaforo verde è scattato al momento giusto, vediamo perché analizzando i vari aspetti del titolo. 

Ricordiamo a termine di questa premessa che quello che abbiamo tra le mani è un “project” crowd funding in cui si fa sentire notevolmente la collaborazione della community.

Sfreccia e diventa una leggenda o gioca senza pressioni nelle gare singole

Possiamo dirvi fin da subito che il comparto single player di Project Cars è davvero ottimo. Con “ottimo” non ci riferiamo però solamente ad una buona quantità di contenuti. Gli sviluppatori sono stati bravi a creare delle modalità che, pur mantenendosi lineari, di facile accessibilità e dirette, sono in grado di sviluppare nei piloti virtuali un entusiasmo e una tensione videoludica che aumentano di pari passo al livello di sfida proposto. Allo stesso tempo, il gioco permette di intervallare gare e momenti in piena foga “agonistica” a corse in maggiore relax. 

I players possono scegliere inizialmente fra tre possibilità:

Dalle stalle alle stelle – Partendo dai Kart si ha la possibilità, ben figurando nei campionati di categoria, di ricevere offerte di volta in volta più importanti e di mettersi alla prova con competizioni sempre più prestigiose e auto più impegnative, tentando così di arrivare alle vette della Formula A (ovvero la F1).

Campione in carica – Nelle vesti di un pilota già affermato bisogna difendere il proprio prestigio per restare nella leggenda.

Tre Corone – Lo scopo di questa modalità è quello di diventare il miglior tra i driver versatili, vincendo il titolo in tre categorie differenti.

La prima delle suddette, ovvero la carriera che permette di diventare una leggenda, è sicuramente la sezione più interessante per chi ama giocare in singolo, nonché la più dettagliata. Anche in questo caso il team ha però scelto di dare massima libertà ai giocatori: noi consigliamo di partire dai kart per avere una migliore curva di apprendimento dei meccanismi di gioco, ma nulla vieta di iniziare la propria ascesa con veicoli e campionati di rango superiore.

Insomma ogni player ha una possibilità davvero importante di personalizzare la propria esperienza di gioco. Come detto sopra, è però proprio la scalata alla “vetta dei motori” il vero senso del single player: ci si trova davanti a difficoltà crescenti, o comunque “varie”, che aumentano la tensione videoludica, mantenendo alto il livello di sfida, senza mai annoiare. 

Il tutto è guarnito da un contorno altamente plausibile che fa il verso alle situazioni di vita reali e attuali degli sportivi: email, social network, inviti a eventi di categorie differenti dalla propria e così via.

Qualora lo stress poi salisse troppo e si volesse fare una corsa con la massima scioltezza, è presente la una modalità corsa personalizzata, chiamata "Solo", tramite cui è possibile conoscere e sperimentare i vari tracciati (con tutte le auto disponibili), personalizzando ogni aspetto della gare, prima di affrontarli nelle competizioni più “serie”. Non sarà quindi necessario effettuare ore e ore di gioco per riuscire a sbloccare un determinato circuito o una particolare vettura.

Proprio a tal proposito, i “bolidi” utilizzabili sono di buona varietà e, non essendoci una licenza ufficiale, spaziando dai kart ai prototipi passando per le auto storiche, le GT e le monoposto (vi rimandiamo a questo nostro articolo per vedere la lista completa dei veicoli). Tra queste, molte sono riproduzioni fedeli e ufficiali, altre invece sono frutto del minuzioso lavoro della “community di sviluppo”. Nel complesso tuttavia il parco auto non è tra i più vasti, anzi è sicuramente insufficiente. Con molta amarezza vi diciamo che si fa sentire la mancanza delle case automobilistiche italiane e di altri marchi comunque prestigiosi del settore. In un gioco di tale qualità ci sarebbe davvero piaciuto pilotare una Ferrari o una Lamborghini ma anche più semplicemente un’Alfa Romeo o una 500 Abarth. 

Per quanto riguarda i circuiti invece la scelta è ampia con 30 location che danno origine a ben 110 piste differenti. Le possibilità offerte dal meteo variabile e dal ciclo giorno-notte contribuiscono a rendere quasi “unica” ogni gara. Tra le più note SPA, Brno, Monza, Laguna Seca, Nordschleife, Monaco e Suzuka (queste ultime due senza licenza ma altamente riconoscibili).

La modalità multiplayer contribuisce a rendere più ampia l’esperienza di gioco. Il netcode è buono e, anche in competizioni “affollate”, i fenomeni di lag non sono stati troppo “importanti”. Certo avere una buona connessione aiuta: noi l’abbiamo giocato con una 20mega, 10mbps di download effettivi e ping intorno ai 45ms. In ogni caso è possibile vedere lo stato dei vari partecipanti alla sessione ed eventualmente scegliere di cambiare “stanza” per cercarne una più “stabile”. Ovviamente nel multi è possibile creare la propria partita, personalizzando qualsiasi elemento, oppure unirsi ad una già esistente. 

Per concludere non mancheranno gli appuntamenti “sfida” lanciati dal team di sviluppo, che verranno svelati di volta in volta nel corso della “vita video ludica” di Project Cars.

Scala la marcia…E la difficoltà

E’ inutile girarci intorno, Project Cars è un titolo che punta fortissimo sull’aspetto simulativo. Non aspettatevi quindi di avere fin da subito vita facile e di dominare su ogni pista. Come per tutte le simulazioni, il livello di sfida è abbastanza alto, con una difficoltà extra se si decide di gareggiare con il pad e non con il volante. Non c’è nemmeno da disperarsi: è vero che le prime fasi di gioco possono sembrare frustranti ma Slightly Mad Studios ha fatto un sapiente lavoro fornendo ai giocatori una gamma talmente ampia di impostazioni e settaggi da garantire una scalabilità totale della difficoltà. Pur mantenendo infatti il suo carattere distante dallo stile arcade, il gioco si può adattare a tutti. I pro hanno la possibilità di disattivare qualsiasi tipo di aiuto fornito dalla IA e dall’interfaccia grafica per cimentarsi in gare dall’alto tasso tecnico (come fanno i veri piloti). Allo stesso tempo i neofiti possono partire dalla semplicità del “full-assist” con frenata e sterzo assistiti, controllo di trazione e così via. Con il tempo e con l’allenamento si può poi decidere di mettersi alla prova con difficoltà sempre maggiori (e aiuti sempre minori). L’intelligenza artificiale degli avversari è regolabile da Principiante 0% ad Asso 100%, e si mantiene comunque plausibile anche al livello più basso. Ad esempio l’ingresso in una curva al 10% è visivamente credibile come uno all’80% e non si assiste mai a scene ridicole e assurde. 

Degno di nota è quindi il comportamento dei piloti virtuali che, nella maggior parte dei casi, non danno vita all’effetto “serpentone”, ma li si vede sfruttare una scia per compiere un sorpasso, andare lunghi in curva, perdere il controllo del veicolo e tamponarsi tra loro, come succede in una gara vera. Una nota negativa è però proprio relativa ai “fuoripista” fatti dall’IA. Quando capita al player la macchina spesso e volentieri diventa ingovernabile e, nel migliore dei casi, perde tanta velocità, mentre la CPU sfreccia sull’erba e sulla terra quasi con la stessa andatura che aveva sull’asfalto, senza perdere mai il controllo e, magari riesce a completare un sorpasso, ai danni del malcapitato giocatore, con la massima tranquillità.

In conclusione possiamo garantire agli appassionati del settore automobilistico che in Project Cars c’è davvero tutto per comportarsi da veri pro. Dalla regolazione della mescola delle gomme alla pressione degli pneumatici, dal bilanciamento dei freni al sistema anti-slittamento, dalla mappatura del cambio alla distribuzione del carico aerodinamico e così via. Insomma ci sarà davvero da sbizzarrirsi per sviluppare la configurazione ottimale che possa permettere (in quelle condizioni meteo) di realizzare il giro perfetto. 

Ci è altrettanto d’obbligo sottolineare che l’apprendimento richiede pazienza e che i poco pratici potrebbero presto pentirsi dell’acquisto del miglior “simulatore virtuale di testacoda” sul mercato.

Ma quanto è bello il temporale?

No, non siamo amanti del maltempo, ci piace il sole e le temperature miti. E non siamo nemmeno impazziti improvvisamente. Ci riferiamo al meteo dinamico di Project Cars. Facendo un’analisi tecnica generale, esteticamente il titolo raggiunge un livello se non ottimo, quasi. Texture e modelli poligonali sono davvero ben curati con alcune vetture che sfiorano il fotorealismo. Ogni veicolo è “inquadrabile” tramite sei telecamere differenti, senza che mai la resa grafica perda di qualità. Gli effetti d’illuminazione nel ciclo giorno/notte sono più che affascinanti: è uno spettacolo vedere i raggi del sole al tramonto riflettersi sulla nostra livrea che sfreccia ad altissime velocità. A questo si unisce una cura invidiabile del parallax mapping occlusion su ogni tipo di superficie. Come detto sopra, il vero spettacolo lo si ammira quando, nel corso di una gara, dalle nuvole inizia a cadere qualche gocciolina e soprattutto quando si evolve in un vero e proprio temporale. E’ in questo caso, infatti, che il motore grafico sfodera tutti i suoi “cavalli” con una gestione degli elementi particellari che fa restare a bocca aperta.

A tutto ciò si unisce un lavoro minuzioso di campionamento audio: che lo si percepisca come “osservatori esterni” al bolide, o all’interno dell’abitacolo e perché no, attraverso il casco, il rumore delle accelerate, delle frenate, delle scalate di marcia e di tutti i suoni che produce il veicolo è perfetto. Segnaliamo anche di una soundtrack che ben si sposa con i momenti di gioco.

Non è tutto rose e fiori però. Se da un lato la fisica di ciascun’auto, per alcune più per altre meno, è sommariamente ben realizzata, quella degli urti a tratti è decisamente sufficiente: sono pochi i casi che abbiamo sperimentato, in cui sono credibili le conseguenze dinamiche di un urto violento o di una semplice collisione. A volte anche una minima sportellata genera comportamenti fisici non all’altezza con la qualità generale del gioco.

Tra le altre note negative c’è quale effetto “pop-out” con texture che scompaiono improvvisamente dagli specchietti retrovisori, e un filtro anti-aliasing che ogni tanto pecca palesemente con alcune linee dritte, soprattutto delle vetture, troppo “scalettate”. A tratti, in condizioni di bel tempo, l’assenza di effetti particellari fa sembrare il tutto troppo “pulito” e questo riduce il realismo estetico.

Inoltre, la qualità dell’illuminazione quando si gareggia in notturna, assolutamente apprezzabile quando si utilizza la visuale esterna, da invece vita a colori troppo piatti e finti quando la telecamera impostata è quella che mostra l’interno dell’auto.

Il frame rate è piuttosto altalenante ma non scende mai di sotto a valori nettamente percepibili dal nostro occhio.  Nelle condizioni con il massimo numero di macchine in pista, si mantiene su una media di 45-50 fps con un calo a 30-32 quando si attivano gli effetti legati ai fenomeni atmosferici.

In sintesi.

Project Cars è allo stesso tempo un titolo da 9,5 quanto uno da 6,5. Anche se a predominare sono i molteplici aspetti positivi che abbiamo elencato, quelle piccole mancanze e prevalentemente l’assenza di parco auto apprezzabile, ci lasciano un po’ di amarezza. Questo non è da intendere come un parere complessivo negativo, anzi: ci dispiace solo che un possibile capolavoro possa venir ricordato solo come un buon gioco per via di qualche dettaglio, che i puristi del genere “simulazione” tralasceranno senza troppi pensieri ma che faranno storcere il naso al giocatore comune e a coloro i quali volessero avvicinarsi al genere automobilistico proprio con Project Cars. Nel complesso è però assolutamente una simulazione molto ben riuscita e se su altre piattaforme può rappresentare la “concorrenza”, su PlayStation 4 è capace di colmare ottimamente quel vuoto lasciato (per il momento) dalla serie Gran Turismo. Insomma tra 9,5 e 6,5 la media non è difficile. In ultimo vi consigliamo di giocarlo con la periferica adatta, alias il volante, possibilmente di buona qualità.

Pro: 

  • Forte e credibile carattere simulativo…
  • Modalità di gioco accattivanti, varie e ben realizzate.
  • Esteticamente ottimo: l’illuminazione, il meteo dinamico e gli effetti particellari sono incredibili.

Contro:

  • …di difficile accesso per i neofiti del genere.
  • Lista dei veicoli utilizzabili non all’altezza.
  • Fisica delle collisioni da rivedere.

VALUTAZIONE COMPLESSIVA: 8

La recensione di Project CARS è stata scritta e curata da Gabriele.Eltrudis per GameStorm.it, pubblicata il 18-05-2015

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