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Recensione di Outlast 2

Titolo: Outlast II
Genere: Horror
Piattaforma: PlayStation 4
Sviluppatore: Red Barrels
Produttore: Red Barrels
Data di uscita: 25 aprile 2017

Dal Canada all’Arizona, passando per il Colorado: la “rete” di Red Barrels

I ragazzi del piccolo team canadese Red Barrels, ci avevano turbato con le avventure all’interno dell’ospedale psichiatrico di Mount Massive (Colorado) in compagnia del giornalista Miles Upshur, la cui dedizione professionale (o più semplicemente curiosità) lo condusse ad un epilogo non esattamente “lieto fine”.

Il successo di Outlast è stato il frutto, oltre che del buon lavoro del team, di una serie di fortunati eventi, tra cui lo spopolare delle playlist ad esso dedicate nei canali YouTube più conosciuti e la possibilità, per gli utenti Sony Playstation 4, di poterlo giocare gratuitamente se iscritti al servizio in abbonamento PlayStation Plus. Una mossa intelligente quella di Red Barrels, saggia e lungimirante, vista anche la concorrenza dei titoli scare-jump presenti sul mercato free-to-play.

Probabilmente, nonostante la bontà genuina del media, oggi forse non saremo qui a parlare di un sequel se i pezzi del suddetto puzzle non si fossero incastrati così alla perfezione. 

Questo non vuol togliere nulla al lavoro dei canadesi, anzi gli conferisce il merito di aver saputo giocar bene le proprie carte permettendogli in seguito di potersi dedicare all’altrettanto macabra (e più violenta) espansione Outlast: Whistleblower e, appunto, a Outlast 2.

L’altro lato della medaglia, in ottica di un seguito, era il rischio che l’hype generato potesse alzare l’asticella delle aspettative, fatto che, per un team indipendente (e in generale nel mondo video ludico) può talvolta essere deleterio.

Così non è stato. Outlast 2, a nostro parere, eguaglia e, a tratti, supera il predecessore. Vi spieghiamo il perché, analizzandone i singoli aspetti.

Tra sette sataniche e ricordi inquietanti… Outlast 2 fa stringere il Cul...to

La trama narrata in Outlast 2 è quasi totalmente sconnessa dagli avvenimenti del primo capitolo, salvo minimi easter-eggs che, nella frenesia e nel buio dell’avventura passano sicuramente inosservati. L’incipit vede il protagonista Blake Langermann e la moglie Lynn, in viaggio “di lavoro”. Lui come cameraman e lei come voce e presenza, sono alla ricerca d’indizi riguardanti un misterioso omicidio di una donna incinta dal code-name Jane Doe (nome usato nel gergo statunitense per indicare una donna la cui identità è sconosciuta). Questo li porta in Arizona, a visitare un villaggio isolato (ovvio no?) che i due tentano di raggiungere in elicottero. Forse, per i più sensibili e ottimisti, sarebbe stato bello chiudere qua il discorso riguardante la trama, con un "vissero felici e contenti", con il mistero risolto e la loro telecamera utilizzata per scopi decisamente meno angoscianti. 

Ragazzi, ricordatevi che si parla comunque di Outlast. Arriverà il giorno in cui i Barili Rossi ci parleranno di tematiche più allegre, ma non è questo il caso, anzi (non è vero, non arriverà mai).

L’elicottero precipita, Blake e Lynn si trovano, così, separati in una terra oscura, sconosciuta e soprattutto “malata”. Un inizio, tanto prevedibile e diretto quanto coerente e plausibile, a seguito del quale i players si trovano nei panni di Blake, alla ricerca della moglie scomparsa e con ancora l’idea di svelare il segreto di Jane Doe. 

La location che fa da sfondo alle vicende è Temple Gate, luogo tetro e fatiscente, sede perversa in ugual misura di vita psicotica e morte macabra.

Qui, vige la follia di Papa Knoth, il “nuovo Ezechiele”, santone di un culto turpe e depravato. Il credo con cui deve combattere (o meglio da cui deve fuggire) Blake, punisce con la morte le donne gravide, portatrici in grembo dell’anticristo. Il problema, è che, tra “sifilitici”, esaltati e bifolchi, è proprio Knoth l’artefice della fecondazione: l’espiazione dei peccati passa attraverso una “confessione sessuale”. Si genera così un iniquo circolo vizioso, in parte combattuto da alcuni abitanti, per tale motivo considerati Eretici.

Ben presto si scopre che la stessa Lynn aspetta un figlio e, per tale motivo, è contesa tra i cultisti, che la vogliono uccidere, e gli eretici che, in modo molto discutibile, tentano di proteggerla.

Il protagonista si trova così a dover fronteggiare la follia dilagante di due fazioni.

Come se non bastasse, Blake è in preda a terrificanti visioni, su una tragedia passata, relative a una Scuola Cattolica, anch’essa maledetta, non da demoni o spettri, ma da raccapriccianti atti di pedofilia. Nell’istituto perse la vita l’amica d’infanzia della coppia Langermann, Jessica.

I flashback, estremamente funzionali e intriganti dal punto di vista narrativo, sono perfettamente inseriti nel contesto presente, grazie ad una regia ottima.

Nel complesso, dal punto di vista della storia, riteniamo Outlast 2 un netto passo avanti rispetto al suo predecessore.

Solitamente ci saremmo fermati qua con l’analisi della trama per non rovinare importanti elementi della narrazione ai nostri lettori. In questo caso, vogliamo aggiungere qua sotto la nostra interpretazione sugli avvenimenti. Per evitare che incappiate nello spoiler vi consigliamo di passare direttamente al paragrafo dedicato al gameplay.

ATTENZIONE ! SPOILER – INTERPRETAZIONE

Si tratta di poche righe contenenti dettagli sulla storia che rappresentano uno SPOILER. Continuate la lettura a vostro rischio e pericolo.

Abbiamo apprezzato particolarmente le scelte narrative di Red Barrels. Un pregio dell’opera risiede nelle possibili interpretazioni offerte dal media. 

Parlo in prima persona, adesso, perché si tratta di un’opinione assolutamente soggettiva, condivisibile o meno. 

E se il viaggio verso Temple Gate di Blake e Lynn non fosse mai andato a termine? Potrebbero i due giornalisti essere effettivamente morti durante lo schianto dell’elicottero? Vedendola sotto quest’ottica, la follia vissuta dal protagonista, condita da creature inquietanti e avvenimenti poco naturali (come la gravidanza “fulminea” di Lynn, l’Apocalisse Finale etc.), potrebbe rappresentare uno stato di coma, prima della definitiva morte. 

Durante questa fase, Blake, rivive il peso della colpa per non aver salvato l’amica Jessica dagli abusi sessuali e dalla morte. Papa Knoth, il Culto, le gravidanze, gli omicidi e tutto il macabro corollario di eventi del “presente” possono essere considerati, così, l’inquietante trasposizione di una mancanza passata. 

Il cameraman, durante il presunto coma, rivive, con la moglie Lynn, il disperato tentativo di salvare una persona cara, ma viene costantemente e terribilmente schiacciato da un’enorme impotenza.

La fine del mondo con cui termina l’avventura nell’Arizona potrebbe essere intesa come il raggiungimento della luce in fondo al tunnel, la morte di Blake. La sequenza finale con Jessica è invece concepibile come l’espiazione del peccato, il perdono da parte della fanciulla.

Corri Forest, emh… volevo dire Blake

Se da un punto di vista della trama il lavoro di Red Barrels è quasi sorprendente in positivo, il gameplay invece si mantiene, con minime variazioni, sugli standard delle avventure di Miles.

Ancora una volta le uniche “armi” a disposizione del protagonista sono la telecamera, le batterie per alimentarla, le bende per curarsi e la corsa. L’unica differenza sostanziale è quella concernente gli spazi, notevolmente più ampi, offerti dalla location principale di Outlast 2. 

La successione delle dinamiche proposte dal sistema di gioco rimane, però, ancorata su binari evidenti ed è questo il vero problema, la contraddizione del titolo. Immersi in ambientazioni spesso buie, aiutati solamente dall’infrarosso, si è costretti a vivere diverse sezioni di trial and error per trovare la via di fuga ideale. In determinati frangenti, complice una gestione legnosa dei comandi, ci si trova a ripetere la medesima sequenza tante volte. Inutile dire che questo significa la morte del sentimento “ansioso” che dovrebbe caratterizzare l’atmosfera. Non si ha più paura e gli scare-jump diventano una rarità.

Diversamente, nei flashback ambientati nella scuola, le meccaniche ritornano più dirette e le manovre più chiare e anguste. I colpi di scena terrorizzanti tornano prepotentemente e il pathos ne beneficia.

Nel corso dell’avventura sono offerte anche delle possibilità stealth che, tuttavia, raramente ci si trova a utilizzare se non spinti dallo script: i tantissimi bidoni, barili, letti, armadi e quant’altro in cui nascondersi finiscono per diventare un mero elemento decorativo della scena.

Il giocatore deve anche affrontare dei minimi puzzle ambientali, ma di facile risoluzione e che, spesso, consistono nel trovare l’oggetto X per attivare il meccanismo Y.

Sappiamo benissimo che Outlast 2 fa parte di quella categoria di giochi in cui si affronta il mondo proposto totalmente privi della capacità di difendersi ma ci siamo chiesti più volte, nel corso della run, il perché non consentire almeno un minimo d’interazione con gli oggetti che si vedono sparsi nella mappa: è vero, Blake deve vedersela con creature disumane, ma in quale situazione reale un uomo non utilizzerebbe una torcia per illuminare il cammino e, in preda alla disperazione, perfino gli svariati utensili contundenti e/o laceranti?

Ci sentiamo di fare, infine, una menzione particolare per gli interessanti collezionabili, dalle pagine del Vangelo di Knoth, alle lettere psicotiche che si trovano sparse per il villaggio, passando per la possibilità di registrare, con la telecamera, le situazioni più inquietanti che si manifestano davanti all’obbiettivo e agli occhi di Blake.

Le luci, ormai fievoli, dell’Unreal Engine 3

Outlast 2, come il predecessore sfrutta le potenzialità dell’Unreal Engine 3. Si tratta della penultima versione del motore di Epic Games e, per quanto sfruttato adeguatamente da Red Barrels, inizia a mostrare i primi sintomi dell’anzianità.

Sicuramente frutto di un lavoro certosino è la realizzazione delle ambientazioni, sia dal punto di vista artistico che tecnicamente, grazie anche a un intrigante gioco di luci e ombre, supportato da una fisica realistica dei riflessi e dello shading. Questo evita all’occhio umano di focalizzarsi invece su ciò che non è altrettanto ottimale: superfici troppo “plasticose”, strutture che tendono a ripetersi e modelli di umani/mostri sicuramente non all’altezza di altre produzioni di questa generazione.

La versione digitale su PlayStation 4, da noi testata, non ha risentito di apprezzabili problemi legati al frame-rate, pressoché stabile sui 30fps, e non è afflitta da particolari bug.

Il sonoro, ben realizzato, permette di vivere profondamente le atmosfere ansiose del gioco, soprattutto se si utilizzano cuffie/auricolari. Per quanto riguarda il doppiaggio non possiamo dire altrettanto, a causa di un’altalenante enfasi offerta dal doppiatore di Blake e da quelli dei comprimari.

In sintesi

Red Barrels è riuscita a proporre un valido sequel del primo e acclamato Outlast. Il secondo capitolo sorprende per una storia più articolata e meglio raccontata grazie ad un ottimo lavoro di regia. Il coraggio di scegliere tematiche più delicate, perverse e a tratti struggenti è, di certo, da premiare. 

Al contrario, il team canadese ha mostrato di non voler osare con il gameplay, senza stravolgerlo, migliorandolo solo in parte e adattandolo a un level design che non si sposa perfettamente con le meccaniche e il clima del gioco.  

Il risultato è un’avventura che si attesta intorno alla 10-12 ore, cruda, malata e, nonostante alcuni problemi, portatrice d’ansia. Le frecce di Red Barrels, pur non centrandolo perfettamente, colpiscono abbastanza bene il bersaglio.

Pregi

  • Storia intrigante che mischia presente e passato coinvolgendo il giocatore.
  • Mappe più ampie e complesse anche se…
  • I pregi dell’Unreal Engine 3…
  • Buona realizzazione sonora dell’effettistica ma…

Difetti

  • Il gameplay necessiterebbe di nuove, credibili e varie meccaniche.
  • … Talvolta ammazzano il ritmo e lo scopo terrorizzante del game.
  • … I limiti dell’Unreal Engine 3.
  • … la qualità del doppiaggio è altalenante.

VALUTAZIONE COMPLESSIVA: 7,7

TRAMA 8 / 10

GAMEPLAY 6,5 / 10

COMPARTO TECNICO 7,5 / 10

La recensione di Outlast 2 è stata scritta e curata da G-PqV per GameStorm.it, pubblicata il 09-05-2017

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Outlast 2

  • Versione ps4 in esclusiva digitale
  • Data di uscita:
    25-04-2017
  • Categoria:
    survival / horror
  • Disponibilità per:
    XONE PS4
  • Popolarità:
    0.81 %
  • ps4

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