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Recensione di My Hero One's Justice

Titolo: My Hero One’s Justice
Genere: Picchiaduro a incontri
Piattaforma: PlayStation 4 (testata), Xbox One, Nintendo Switch, PC
Sviluppatore: Byking
Produttore: Bandai Namco
Data di uscita: 26 ottobre 2018

 

Vi-deku-gioco

Il panorama videoludico ha sempre ospitato una grande quantità di prodotti nati dalla trasposizione di opere di successo del settore Anime/Manga. Il motivo fondamentale, inutile girarci attorno, è il marketing; lo sfruttare la meritata popolarità di un brand al fine di cavalcarne l’onda “altrove”, però, spesso non si è tradotto in media di effettiva qualità, anzi. La storia dimostra quanto sia alto il rischio di trovarsi tra le mani un gioco superficiale, quasi sbrigativo, creato ad hoc per saziare l’hype degli appassionati alle controparti cartacee o animate. Era fisiologico, però, che l’enorme seguito di My Hero Academia, manga scritto e disegnato da Kōhei Horikoshi, fosse destinato a ripercorrere la suddetta dinamica di mercato.

Bandai Namco che negli anni ci ha abituato “più o meno bene” con la produzione di simili lavori, ad esempio i vari videogame di Dragon Ball, Cavalieri dello Zodiaco, One Piece e Naruto, ha affidato al team nipponico Byking la realizzazione di un picchiaduro ad incontri basato sul tanto appassionante quanto sorprendente shōnen di Horikoshi.

Saranno riusciti i ragazzi della software house di Tokyo, noti principalmente per i lavori sul franchise TPS "Gunslinger", a scongiurare il suddetto rischio “flop tie-in”? Saranno stati in grado, per stare in tema, di conferire al proprio prodotto il “Quirk della Qualità” per renderlo il “Vi-deku-gioco che tenta di fare del suo meglio”?

Vi diamo la nostra risposta a queste domande nelle parole che seguono, analizzando in dettaglio i diversi aspetti del game.

One for All

“In questo mondo, l’80% della popolazione possiede una capacità sovraumana, chiamata ‘Unicità’.
Una professione che prima tutti sognavano di intraprendere si è ritrovata sotto le luci della ribalta!
Con l’arrivo delle Unicità, per fronteggiare l’aumento esplosivo di crimini e incidenti, persone coraggiose hanno iniziato a ergersi: gli Eroi. Difensori dei superpoteri, guardiani contro i malvagi! Essi sono coloro che ci proteggono dai malvagi che minacciano le vite dei cittadini.

E poi… Il suo nome è All Might. L’Eroe Numero Uno, di nome e di fatto. Un simbolo della pace riconosciuto da tutti. Qualunque sia la situazione, lui salva le persone senza smettere di sorridere.
Io aspiravo a diventare proprio come lui, dal profondo del mio cuore.”

Questa è la premessa delle vicende che vedono come protagonista Izuku Midoriya, un giovane nato senza predisposizione all’Unicità o Quirk (stranezza) ma destinato a diventare il più grande degli Eroi.

La Modalità Storia di My Hero One’s Justice copre solo una parte, la più movimentata,  delle tre stagioni dell’anime, scelta necessaria data la natura di picchiaduro ad incontri del game. Trattandosi di un prodotto dedicato principalmente ai fan, questi non sentiranno la mancanza di una dettagliata componente narrativa che viene proposta attraverso tante slide in stile fumetto e pochissime cut-scenes. È altresì vero che, Boku No Hero è ben più di un battle-shōnen: è un’opera, vedere/leggere per credere, capace di dare il meglio di se nel veicolare emozioni che, invece, non si avvertono nella trasposizione in videogame.

Si procede, così, senza particolare entusiasmo lungo un percorso a step che include tutti i principali scontri dell’arco narrativo trattato (con alcuni bivi “opzionali”). Al completamento di ogni duello vi è un sistema di valutazione, in base al quale vengono assegnati in premio elementi cosmetici con cui personalizzare il proprio Aspirante Eroe nelle altre game-mode.

La “campagna” non finisce al “primo giro” ma la si può ripercorrere altre due volte, nei panni dei nemici e sotto forma di scenari alternativi.

Il single-player può contare anche su una Modalità Missioni, grazie alla quale, per via dei vari e differenti requisiti di completamento delle tappe, è possibile “forgiarsi” nelle varie sfaccettature del combat-system. Anche in questo caso, si ottengono elementi e accessori per modificare e “ibridare” i costumi degli eroi.

Il multiplayer, che consigliamo di affrontare una volta completato tutto il possibile nelle funzionalità in giocatore singolo, non differisce a quello degli altri esponenti del settore. Tuttavia, nonostante una buona connessione, abbiamo riscontrato momenti di input-lag che minano la qualità già di per sé non eccelsa del sistema di combattimento.

Caos Ultra?

L’aspetto puramente ludico del titolo di Byking è quello di un fighter-arena ibrido: semplice e accessibile ma, allo stesso tempo, con situazioni “forzate” che tendono al tecnicismo. Il risultato è una via di mezzo che non riesce ad essere mai pienamente godibile, né per gli esperti dei picchiaduro né per chi vuole “tirare due cazzotti” con piacevole spensieratezza.

I comandi base si eseguono attraverso la combinazione dei tasti frontali con l’analogico sinistro: quadrato/X per gli attacchi ordinari e simil-proiezione (premendo anche R1/RB), triangolo/Y e cerchio/B per utilizzare i Quirk (in tre varianti) e X/A per il salto (e doppio salto). Ogni offensiva base ha una sua “variante” che non può essere interrotta dal nemico (salvo particolari circostanze), eseguibile utilizzando contemporaneamente la leva sinistra del pad più quadrato/X.

I dorsali destro e sinistro sono adibiti rispettivamente alla parata e allo scatto mentre per eseguire le super-mosse, disponibili al caricamento della barra relativa (su tre step), è necessario premere allo stesso tempo R1/RB e uno tra triangolo (primo livello) e cerchio (secondo livello). Sono questi gli attacchi più efficaci nonché quelli visivamente più spettacolari, i Plus Ultra basati sulle Unicità. Il terzo livello richiede, invece, la presenza di due lottatori di supporto, che possono essere “evocati” (anche in questo caso in funzione del riempimento di un indicatore) con i trigger oppure, preservati proprio per eseguire il Plus Ultra “definitivo” assieme al personaggio principale.

Raccontato così, il tutto sembra funzionare in modo chiaro e ordinato: in realtà, gli incontri non enfatizzano il Plus Ultra ma il Caos Ultra. Determinate mosse sono over-power contro alcune e bloccabili da altre in un sistema in stile “morra-cinese” che, spesso confusionario, finisce per generare scontri “impazziti”, randomici e poco spettacolari da osservare, soprattutto contro una CPU che d’intelligenza artificiale ha ben poco: ci siamo trovati di frequente davanti ad un nemico che correva contro i limiti della mappa, saltando qua e là in modo buffo, o concatenando attacchi verso il nulla.

I personaggi, per quanto ben caratterizzati e differenziati in modo fedele alla controparte cartacea/animata, hanno spazi di offensiva, concatenazione di combo, e rapidità eccessivamente distinti. Questo è certamente un pregio ma solo quando il combat-system funziona e verte sul tecnico e non sul button-mashing. Come abbiamo detto all’inizio di questo paragrafo, però, My Hero One’s Justice è un ibrido: la confusione, dovuta anche ad una gestione dell’inquadratura non ottimale e alla distruttibilità dell’ambiente che talvolta occulta la visuale, non agevola un approccio studiato di tempistiche e modalità d’attacco. Si tende così a privilegiare gli Eroi più forti nelle combo “casuali” e nei Quirk veloci o quelli con offensive ad ampio range: All Might e Dabi su tutti.

La conseguenza è il non essere incentivati a utilizzare la totalità di un roster già di suo piuttosto ristretto: solo 20 Eroi (o aspiranti tali), che diventano 21 con Endeavor ottenibile come bonus in caso di pre-order o  a pagamento sotto forma di DLC.

Il divertimento, soprattutto in locale con amici (in attesa di un net-code più efficiente), non manca, soprattutto se si è dei fan di Deku & Co. ma c’è il rischio di stancarsi presto per via dell’eccessiva confusione di scontri in cui si ha raramente la percezione di cosa sia più opportuno fare per avere la meglio sull’avversario.

Cell-Shading Full Cowl, forse troppo

Il primo impatto l’estetica di My Hero One's Justice è spettacolare, grazie a modelli poligonali texturizzati in modo ottimale, mossi da animazioni che riprendono le gestualità della serie animata. Lo stile “fumetto” viene utilizzato dal team di sviluppo anche nell’effettistica e negli elementi “extra” che compaiono sullo schermo, ad esempio tramite i suoni onomatopeici dei colpi inferti e ricevuti.

Le ambientazioni, di qualità nettamente inferiore (come da prassi), hanno una buona distruttibilità, non semplicemente estetica ma correlata al gameplay.

Tutto molto carino e coerente con il tipo di opera, se non fosse per l’eccessivo disordine che scaturisce nelle fasi di lotta: tra scritte, particellari e inquadratura talvolta mal posizionata, si fa ancora più fatica a gestire il suddetto caos dei combattimenti.

Lascia qualche perplessità anche la scelta di utilizzare sequenze pre-renderizzate per le cutscenes degli attacchi Plus Ultra; per fare un esempio, non importa che voi combattiate all’interno del bar/sede dei Villains o tra le mura dell’accademia, quando partono alcune sequenze filmate vi troverete comunque in un’ambientazione aperta, ampia e prevalentemente desertica, per poi ritornare all’interno dello stage una volta conclusasi l’animazione.

Il sonoro vanta il supporto dei doppiatori dell’anime originale, di pregevole fattura, mentre la soundtrack, pur buona, non si attesta sugli stessi alti livelli offerti dalla controparte animata.

Buona la gestione del frame-rate, piuttosto stabile sui 60fps nella versione per PlayStation 4 da noi testata.

In sintesi:

My Hero One Justice è un buon prodotto che, tuttavia, non rappresenta assolutamente un “Plus Ultra” del genere ma si attesta sui livelli di tanti altri picchiaduro dedicati ai manga o alle serie animate “del momento”. La piacevole campagna single-player permette ai fan di rivivere alcune sequenze dell’opera di Horikoshi ma non trasmette le stesse emozioni (non era un’impresa semplice). Il combat-system ibrido non convince e, per fare un parallelismo, “ragiona come Deku ma agisce come Kacchan”. Avremmo gradito, inoltre, un roster più corposo. Acquisto imprescindibile per chi ama alla follia My Hero Academia, di certo trascurabile per chi non se n’è mai interessato.

 Pregi:

  • È il gioco di My Hero Academia …
  • Offerta single-player valida.
  • Combat-System divertente …
  • Modelli in Cell-Shading dei personaggi di ottima qualità.
  • Comparto Audio promosso in tutte le sue sfaccettature.

Difetti:

  • … poco attraente per chi non ha mai avuto interesse per la serie e il manga.
  • Net-code da perfezionare.
  • … che danza però in modo disordinato tra tecnicismi e button-mashing.
  • Troppo “caos visivo” e ambientazioni appena sufficienti.
  • Roster piuttosto povero.

VALUTAZIONE COMPLESSIVA: 7

La recensione di My Hero One's Justice è stata scritta e curata da G-PqV per GameStorm.it, pubblicata il 29-10-2018

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