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Recensione di Mega Man 11

Titolo: Mega Man 11
Genere: Platform
Piattaforma: PlayStation 4, Xbox One, PC, Nintendo Switch
Sviluppatore: Capcom
Produttore: Capcom
Data di uscita: 2 ottobre 2018

Ritorno in grande stile

La serie Mega Man nasce nel 1987 per Nintendo Entertainment System e rappresenta, assieme a Super Mario e Sonic, uno degli esponenti principali e più duraturi nel mondo di videogiochi platform. In breve tempo, infatti, il robottino blu si è imposto nel panorama videoludico ed è diventato uno dei pilastri di Capcom.

La formula vincente del titolo risiede nell’elevata difficoltà e, principalmente, in una progressione non lineare. Grazie a questo escamotage, i giocatori possono riaffrontare quando vogliono i livelli preferiti, servendosene per testare le armi speciali.

Nel corso degli ultimi anni, però, la serie ha perso il suo fascino non riuscendo a replicare il successo dei primi capitoli. Inoltre, dopo Mega Man 10, in molti hanno ipotizzato una parziale chiusura della saga. Capcom, infatti, ha aspettato ben sette anni per presentare Mega Man 11, che si è mostrato per la prima volta in occasione del trentesimo anniversario del franchise, nel dicembre 2017. Sin dai primi momenti, però, il nuovo capitolo è apparso come rinato, catturando immediatamente l’attenzione di fan e degli addetti ai lavori.

L’obiettivo dell’undicesimo episodio è quello di riportare la serie ai fasti di un tempo, mantenendone le meccaniche cardine ma modernizzando la formula. Senza cascare in troppe anticipazioni, possiamo dirvi che Mega Man 11, pur avendo qualche problemino, ha fatto centro. Se volete sapere ogni dettaglio, non vi rimane che proseguire la lettura.

Rivalità decennale

Il gioco si apre diversi anni indietro rispetto al periodo in cui effettivamente si svolge l’avventura. Ai tempi dell’università, infatti, gli scienziati Light e Wily erano già in competizione. Il primo è riuscito a impedire la nascita del progetto Double Gear System di Wily, un particolare meccanismo che potenzia i robot, ma, allo stesso tempo, li mette in serio pericolo. La storia quindi ritorna nel presente, quando lo scienziato malvagio decide di rimettere in piedi il suo piano di conquista, rapendo i robot del Dr. Light e sfruttando il Double Gear. Tocca quindi a Mega Man, con l’aiuto di un vecchio prototipo del congegno, salvare il mondo dalla nuova minaccia.

A differenza dei capitoli precedenti, questa volta il team di sviluppo ha deciso di rimuovere le numerose cutscenes animate, prediligendo un approccio più immediato grazie a dei brevi dialoghi. Per gli amanti delle storie e delle trame estremamente elaborate questo può essere un punto a sfavore ma, in realtà, secondo il nostro umile parere, rappresenta il giusto equilibrio per questo genere di giochi.

La storia principale si può completare in poche ore e, in questo senso, ci sarebbe piaciuto vedere qualche livello in più per aumentare il divertimento. In ogni caso, è possibile affrontare delle sfide extra come Time Trial, etc. che, fortunatamente, vanno in parte a colmare la lacuna della durata ridotta. Grazie alla difficoltà elevata, però, le ore di gioco potrebbero comunque aumentare esponenzialmente in base all’abilità (o meno) del giocatore.

 

Double Gear in azione!

Seguendo la tradizione della serie, anche Mega Man 11 ha il proprio cuore pulsante nel gameplay. Come accennato in sede d’introduzione, il titolo mantiene il suo fascino storico, adottando una nuova soluzione per aggiungere un pizzico di modernità.

La formula di base rimane sempre la stessa: avanzare lungo i livelli che si sviluppano in orizzontale e verticale, cercando di arrivare alla fine per affrontare il boss di turno. Il tutto è condito da azione, sparatorie, nemici agguerriti e un level-design ostico ma funzionale.

Le azioni di base sono classiche e consistono nel movimento avanti e indietro, il salto, lo sparo, il pulsante per richiamare il fido Rush e la scivolata. La novità vera, quindi, risiede nel già citato Double Gear System. Grazie a questo particolare sistema è possibile aumentare la velocità di Mega Man (con conseguente rallentamento del mondo circostante) e incrementarne la potenza d’attacco. Inoltre, è possibile mescolare entrambe le funzioni per ottenere un bonus maggiore. Naturalmente lo si può accoppiare anche con le armi speciali che si ottengono durante l’avventura, in modo da creare combinazioni ancora più particolari e devastanti. I boost, però, durano solamente pochi secondi e sarà necessario aspettare il tempo di cool-down prima di riutilizzarli, proprio per ricollegarsi al fatto che si tratta di un dispositivo altamente pericoloso.

Se il sistema di gioco risulta essere decisamente appagante e divertente, qualche piccola crepa si nota nella poca varietà dei nemici e in alcune scelte effettuate in merito al livello di sfida. Grazie alla possibilità di selezione della difficoltà, infatti, il titolo è adatto sia ai neofiti che ai veterani del genere. Il problema dei nemici però è che sono troppo pochi, e in breve tempo è possibile memorizzare facilmente i vari pattern. La sconfitta di alcuni boss finali, inoltre, è meno soddisfacente dell’affrontare alcuni mini boss, una scelta alquanto discutibile. In termini di gameplay e strutturali, alcuni livelli presentano design più ostici di altri e, sotto quest’ottica, sarebbe stato più interessante avere un equilibrio maggiore tra i vari stage.

In generale, però, l’intento di unire tradizione e innovazione è riuscito appieno, e alla difficoltà più alta i più coraggiosi avranno pane per i loro denti.

Addio, Pixel

Per quanto riguarda il lato tecnico, i passi in avanti sono molteplici, con delle “riserve”.

L’undicesimo capitolo, infatti, propone una qualità visiva superiore a quella precedenti, con personaggi poligonali su sfondi bidimensionali. Il risultato si può tranquillamente definire un buonissimo 2,5D e di certo non può che essere apprezzato.

Per quanto la grafica pixellosa in media di tal genere risulti ancora interessante per via del fattore nostalgia, la serie necessitava di uno svecchiamento praticamente radicale. Non si tratta di un capolavoro grafico, è vero, ma il risultato rimane comunque molto godibile.

Quello che stona su tutto, però, sono i fondali dei livelli, decisamente poco all’altezza rispetto al resto della produzione, e un design dei nemici talvolta troppo ripetitivo. Proprio per questo motivo, visti i mezzi tecnologici presenti oggi, ci si aspettava di più, e la missione rinnovamento si può dire compiuta solamente in parte.

Il comparto sonoro è un altro fattore che desta perplessità. Le musiche mantengono lo stile classico, ma forse un po’ troppo. Alla lunga, infatti, diventano abbastanza ripetitive e frustranti, sarebbe stata più apprezzabile qualche novità più sostanziosa in merito.

In sintesi:

Mega Man 11 rappresenta il ritorno del famoso Robottino Blu di casa Capcom. Un ritorno che, al netto di alcune problematiche e scelte particolari, avviene nel migliore dei modi. Il gioco riesce a divertire e, allo stesso tempo, a proporre un livello di sfida a tratti proibitivo. Accessibile ai nuovi giocatori e pienamente compatibile con i veterani, è adatto a chiunque. Per questo motivo, in virtù anche di un prezzo competitivo, è un gioco che deve assolutamente far parte della raccolta di ogni gamer che si rispetti.

Pregi:

  • Adatto a chiunque.
  • Divertente ma difficile allo stesso tempo.
  • Modernità e classicità vanno a braccetto.

Difetti:

  • Sul fronte tecnico si poteva fare qualcosa in più.
  • Poco equilibrio nel design di alcuni livelli.
  • La trama poteva essere leggermente più lunga.

VALUTAZIONE COMPLESSIVA: 8

La recensione di Mega Man 11 è stata scritta e curata da Albert91 per GameStorm.it, pubblicata il 12-10-2018

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