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Recensione di Knack 2

Titolo: Knack 2
Genere: Action / Platform
Piattaforma: PlayStation 4
Sviluppatore: SIE Japan Studio
Produttore: Sony
Data di uscita: 6 settembre 2017

Vite PSommerse: il ritorno dell’Accumulatore Seriale

Il lancio di PlayStation 4, nel 2013, portava con sé un parco titoli limitato, un mix tra cross-gen, capitoli annuali delle simulazioni sportive, free-to-play e indie, con le eccezioni delle due esclusive Killzone: Shadow Fall e Knack. Se il primo è riuscito a guadagnarsi il buon responso da parte della critica e dei giocatori, lo stesso non si può dire dell’originale Knack. Nato con l’evidente ambizione di erigersi a nuova mascotte Sony, per stile e caratteristiche, il platform di Mark Cerny e Japan Studio ha deluso un po’ su tutti i campi: né carne, né pesce, ma, soprattutto, come dire… non ci viene il termine… insomma… BRUTTINO.

Tecnicamente sotto la sufficienza, non dava la minima idea delle potenzialità del nuovo hardware; dotato di una trama adatta quasi esclusivamente ad un pubblico giovane, e colpevole di un gameplay ripetitivo, poco bilanciato (a tratti, punitivo e frustrante), non soddisfaceva le esigenze di nessuna fascia di età.

Quattro anni dopo, in un periodo ricco di titoli ed esclusive di spessore, basti pensare ai vari Horizon: Zero Dawn, Persona 5, e Uncharted: The Lost Legacy, ecco ricomparire il piccolo "Agglomeratore Seriale di Reliquie". La scelta di Sony è stata quella di non abbandonare un’IP sulla quale aveva puntato alle origini di PS4, sperando, questa volta, che il protagonista potesse accumulare più consensi che critiche.

Il Giro del Mondo tra Goblin e Robot

La trama di Knack è semplice: i Goblin non si arrendono, anzi l’umanità è minacciata da una loro nuova offensiva, resa più temibile a causa della presenza di “misteriosi” Robot di tutte le dimensioni. Non c’è da aspettarsi un plot condito da sequenze ad alto pathos: Lucas, convinto di aver scatenato tale situazione potenzialmente apocalittica, decide così di tornare in azione assieme al suo amico Knack e a una serie di personaggi secondari dal carisma variabile e mai capaci di guadagnarsi realmente l’affetto del giocatore. La missione dei due protagonisti diventa così un mero pretesto utilizzato dal team per proporre il districarsi di un level-design settato su ambientazioni differenti.

A dir la verità, qualche retroscena da svelare ci sarebbe: chi sono e cosa vogliono realmente i Robot? Evitiamo, però, di approfondire questo passaggio, consentendovi di vivere, senza spoiler, i pochi elementi a sorpresa presenti in Knack II.

La sceneggiatura, pur più artiolata di quella del suo predecessore, rimane comunque maggiormente orientata verso un pubblico di giovanissimi.

In merito alla longevità, i titoli di coda possono essere raggiunti in 8-10 ore (in base alla voglia personale di esplorazione e di collezionabili), sicuramente la lunghezza ideale per un’avventura di questo tipo. È, inoltre, possibile rigiocare il tutto attraverso un New Game +, mantenendo i progressi e le abilità guadagnati nella prima run.

Ogni problema è un dono: senza problemi non sapremmo crescere

Knack cresceva, diventava grande già nel primo capitolo ma è il sequel che, effettivamente, rappresenta la maturazione dell’IP di Japan Studio.

“Se non cambiamo, non cresciamo. Se non cresciamo, non viviamo davvero” disse il Premio Nobel per la letteratura Anatole France.

A testimoniare il cambiamento, e la conseguente crescita di Knack, è il gameplay. Niente è stato stravolto: quello che veniva proposto, in modo ossessivo, nel predecessore è presente, perfezionato, alternato in modo più funzionale e con scelte che lo rendono decisamente più variegato e piacevole.

Le meccaniche action estenuanti sono diventate intriganti e seguono una curva di difficoltà molto più coerente con l’avanzamento della trama e con il potenziamento delle abilità del “piccolo/grande” Knack. La difficoltà, ora, dipende molto di più dal tipo (e dalla quantità) di nemici affrontati e dall’abilità del giocatore nello sfruttare tutti i comandi a disposizione e non più dal tanto semplice quanto frustrante button mashing.

Anche l’albero delle abilità, chiaro grazie ai semplicissimi tutorial, aggiunge, gradualmente, un buon numero di inedite movenze, alcune utili per superare determinati fasi di gioco, altre finalizzate al puro divertimento nel combattimento.

I miglioramenti si avvertono, leggermente meno, anche in merito al level-design: la possibilità di variare le dimensioni di Knack, per permettergli di tornare alla “piccolezza” originale, è un pretesto platform interessante e funzionale che, tuttavia, viene ripetuto troppo frequentemente finendo per apparire quasi scontato.

Il risultato è per certi versi controproducente: le ambientazioni sono ampie da un punto di vista meramente estetico ma vengono proposte con estrema linearità, conferendo un parziale déjà vu dell’effetto “corridoio”, poco apprezzabile, del primo Knack.

Non mancano i quick time event e gli enigmi ambientali: questi ultimi, quasi immediati e di rapida realizzazione, non ci hanno mai causato difficoltà d’interpretazione. Del resto, come ha dichiarato lo stesso Mark Cerny, si tratta di un media destinato ad abbracciare un bacino di utenza vario che include anche i più piccoli. Nel caso aveste un QI di 130-139 potreste non apprezzare il livello di sfida proposto (non è di certo una “colpa” da attribuire al gioco).

Infine, è doveroso segnalare l’interessante modalità co-op locale che consente piacevoli interazioni tra i giocatori, i quali possono ora sbizzarrirsi, contro i malcapitati di turno, con una serie di attacchi combinati.

Più stabile che bello

Il carattere easy di Knack II si avverte anche nel comparto tecnico. Il lavoro di Japan Studio non è certo indirizzato verso il realismo di un The Order: 1886, o l’arte di un The Last Guardian: le strutture sono semplici e, escludendo l’articolato Knack, la mole poligonale è quasi old gen, con texuture di qualità variabile e una pattern cromatica a tratti piatta. Ciò nonostante, la sua genuina elementarità è abbastanza affascinante e il colpo d’occhio risulta complessivamente buono.

In merito alla fluidità, la versione testata, per PlayStation 4 Standard, si mantiene sui 45-50 fps con cali mai evidenti e comunque sporadici, relegati a circostanze di esagerato sovraffollamento di elementi sullo schermo.

Niente da obiettare per quanto concerne la soundtrack e il doppiaggio: in entrambi gli ambiti “l’offerta” proposta dagli sviluppatori è più che positiva.

In sintesi:

Knack II è la trasposizione videoludica del coraggio di Sony, di Japan Studio e di Mark Cerny. Dopo il fallimentare primo episodio, l’idea di non abbandonare l’IP e di proporne un sequel, in un 2017 così ricco di prodotti validi, avrebbe terrorizzato chiunque. In fin dei conti, il suddetto trittico, ha fatto la scelta giusta con una nuova avventura tanto autoconclusiva quanto versatile in vista di un possibile terzo capitolo. Tutto dipenderà dall’accoglienza del pubblico. Knack II non è, di certo, l’esponente più carismatico del suo genere, ma se amate i platform e l’azione, merita sicuramente la vostra attenzione.

Pregi:

  • Più che un semplice passo avanti rispetto al primo Knack…
  • Gameplay tanto immediato quanto dinamico e divertente…
  • Buona gestione del frame-rate ma…
  • La modalità Co-Op locale è un godibilissimo extra.

Difetti:

  • … non ci voleva molto.
  • … che ricade in alcune “linearità” già viste in passato.
  • … esteticamente “vecchio”.

VALUTAZIONE COMPLESSIVA 7,2

TRAMA: 7 / 10

GAMEPLAY: 7,5 / 10

COMPARTO TECNICO-SONORO 7 / 10

La recensione di Knack 2 è stata scritta e curata da G-PqV per GameStorm.it, pubblicata il 20-10-2017

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