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Recensione di Kingdom Come: Deliverance

Titolo: Kingdom Come: Deliverance
Genere: RPG open world in prima persona
Piattaforma: PlayStation 4 (versione testata), Xbox One, PC
Sviluppatore: WarhorseStudios
Publisher: Deep Silver
Data di uscita: 13 febbraio 2018

Storia di un progetto travagliato

Warhorse Studio ha deciso di debuttare col botto, proponendo come primo titolo Kingdom Come: Deliverance, un RPG story-driven davvero ambizioso, che grazie alla sua accuratezza storica vuole portarci nella Boemia del Medioevo per vivere l’avventura di Henry, giovane scansafatiche di Skalica.

Pur essendo al debutto, lo studio ceco non è di certo alle prime armi, visto “l’arsenale” di veterani a sua disposizione, a partire dai due boss Dan Vavra, creatore di Mafia e Mafia 2, e Martin Klima, ex membro del team Altar Interactive, che hanno fondato lo studio in quel di Praga nel 2011.

La storia di Kingdom Come: Deliverance è molto simile a quella di tanti progetti indie che hanno bisogno di una campagna Kickstarter per raccogliere fondi e dare il via ai lavori. Il tutto ha inizio il 22 gennaio 2014 e, in un mese, si arrivò a toccare quota 1,25 milioni di euro, un ottimo inizio ma ancora insufficiente per completare lo sviluppo. Il finanziamento decisivo giunse da Koch Media, azienda che si occuperà poi di pubblicare il gioco.

Si arriva così al 13 febbraio 2018, giorno che segna il debutto di Kingdom Come: Deliverance su console e PC, dov’è stato accompagnato dal lancio di una corposa patch di ben 23 GB.

Nonostante l’ambientazione, dimenticate qualunque elemento fantasy, perché Warhorse Studio ha studiato duramente per renderlo il più storicamente accurato possibile, dai particolari più insignificanti, come avere un fabbro analfabeta, fino ai dettagli più importanti, inclusi luoghi e personaggi reali.

Ha inizio la fine del Sacro Romano Impero

Data l’accuratezza storica del titolo, il gioco si apre con una lezione di storia che ci racconta del rigoglioso regno dell’Imperatore Carlo IV. Questo fino al 1403, quando il caos entra in gioco dopo la sua morte, e il trono passa al figlio, Venceslao detto “il Pigro”, il quale, nonostante fosse stato addestrato al meglio per regnare sul Sacro Romano Impero, ignora tutti gli insegnamenti per vivere all’insegna di vizi, pigrizia e lussuria.

Questo atteggiamento non va giù ai nobili insofferenti: questi invocano l’intervento del fratellastro del neo-re, Sigismondo di Lussemburgo, che non si fa pregare per viaggiare verso i territori della Boemia, rapire Venceslao e dare il via ad una serie di razzie.

Da questa scintilla si innesca una guerra civile che interesserà da vicino anche Henry, figlio del fabbro di Skalica, una cittadina tranquilla che offre il necessario per vivere una vita onesta e senza troppe pretese. Tutto quello che i genitori chiedono al ragazzo, è di aiutare il padre, ormai avanti con gli anni, a forgiare armi e armature, dato che Henry dovrà poi seguirne le orme.

Ma come può un’arte del genere interessare ad Henry, che più di ogni altra cosa desidera viaggiare al fianco della sua amata Bianca e, soprattutto, imparare a tirare di spada? Purtroppo il suo sogno si avvererà a breve, quando un’orda di mercenari inviati da Sigismondo attaccherà l’ignara cittadina, radendo al suolo ogni abitazione e strappando le vite ai poveri cittadini.

Uno dei pochi a sopravvivere è proprio Henry, che con in pugno solamente l’ultima spada creata dal padre, fugge in cerca d’aiuto verso il villaggio più vicino, assistendo, inerme, alle razzie e alle violenze dei mercenari.

Qui ha inizio la storia di vendetta di Henry, che lo porterà ad unirsi alla resistenza nata grazie a Lord Radzig Kobyla, dandogli l’opportunità di prendere parte alla guerra civile e di combattere per il futuro della Boemia.

Dalla forgia, all’arena

Come abbiamo sottolineato all’inizio, una delle caratteristiche principali del gioco è la veridicità storica, cavallo di battaglia di KCD. Questa è presente anche nel gameplay, soprattutto nel combattimento e nello sviluppo delle abilità, che sono forse la parte più ostica da digerire, insieme al “perfido” metodo di salvataggio, di cui parleremo più approfonditamente in seguito.

Siamo nel medioevo, e i duelli con la spada spesso sono al centro delle tante missioni primarie e secondarie che ci ritroveremo ad affrontare (anche se tutte permettono di essere completate liberamente, secondo lo stile di gioco del player). Bisogna sempre ricordare che il nostro personaggio non è un eroe, ma semplicemente il figlio di un fabbro: le spade, più che impugnarle, le sa forgiare; questo si “ritorcerà” contro il giocatore, soprattutto all’inizio, quando gli scontri sembreranno impossibili da vincere.

La prima regola da tenere a mente, è che nei duelli non bisogna mai stare impalati, ma muoversi il più possibile per non dare punti di riferimento al nostro avversario, per cui, pollice sempre sulla levetta analogica a sinistra e muovete quei piedi.

Parare e schivare all’inizio sarà piuttosto arduo, ma grazie a dei tutorial in-game legati alla storia principale, piano piano ci si prenderà la mano, migliorando le abilità vitali per il duello, come l’agilità, la forza e le caratteristiche legate ad ogni arma. Anche andare a segno non è una passeggiata, visto il particolare mirino a cinque punte che corrispondono alle direzioni in cui si possono causare danni agli avversari tramite i fendenti, e un punto centrale che corrisponde all’affondo.

L’agganciamento automatico del nemico (annullabile premendo il cerchio), rende un po’ difficile inquadrare l’ambiente circostante a causa della visuale fissa in prima persona e un po’ statica,con la telecamera che non segue al meglio i movimenti del personaggio, ma è sicuramente molto utile durante gli scontri 1vs1. Altra storia, invece, sono i duelli con più nemici, nei quali è impossibile tenerli tutti d’occhio, rischiando spesso di restare feriti da attacchi provenienti di lato o di spalle, che non vengono segnalati in alcun modo sullo schermo.

Oltre ad essere fisicamente in forma, i combattimenti richiedono l’equipaggiamento adatto, e il giocatore si potrà sbizzarrire a riempire i 20 slot a disposizione con oggetti che aumenteranno sia il bonus di difesa, che quello d’attacco. La visuale in prima persona ha un difetto, che però risulta davvero interessante,ossia la diminuzione del campo visivo del personaggio, e quindi del giocatore, qualora si decida di indossare particolari elmetti che ricoprono la maggior parte del viso del nostro Henry.

Insomma, possiamo descriverlo come un meccanismo che vuole riprodurre l’esperienza di quel periodo, risultando un po’ lento, legnoso e tedioso da apprendere, padroneggiabile dopo parecchia pratica.

La pratica rende perfetti

Le abilità che Henry può imparare sono davvero tantissime e suddivise in parecchie categorie. C’è il livello principale che offre un punto consumabile ogni due level-up, dando la possibilità di scegliere tra tante abilità.

Poi abbiamo le statistiche, che si suddividono in: Forza, Agilità, Vitalità, Dialogo; qui l’assegnazione dei punti consumabili cambia da categoria a categoria, (ad esempio, in quella dell’Agilità si ottiene un punto consumabile ogni 4 livelli).

Tra le varie perk ottenibili, ci sono alcuni che sono “in contrasto” tra loro, e il giocatore si troverà di fronte ad una scelta, dato che selezionarne una, escluderà il suo opposto.

Per tenere sempre sotto controllo queste statistiche, basterà cliccare giù nei tasti direzionali, per avere un’idea chiara dello stato del personaggio.

Tornando all’incipit de “la pratica rende perfetti”, una menzione speciale va sicuramente al borseggio e allo scassinamento, due meccaniche “illegali”, che il team di sviluppo ha voluto rendere ancora più difficili. Partiamo da quella più fattibile, ossia lo scassinamento dei bauli, che è suddiviso in livelli che vanno da “molto facile” a “molto difficile”. Muniti di grimaldello, dobbiamo prima di tutto cercare il punto giusto con l’analogico destro, che sullo schermo si traduce con una sfera che da grigia diventa dorata, mentre con quello sinistro dobbiamo girare fino ad aprire la serratura. La difficoltà sta nel dover girare allo stesso tempo entrambe le levette, senza far mai diventare grigia la sfera, pena la rottura degli attrezzi. Difficile, ma non impossibile, soprattutto quando ci si prende la mano, e a furia di allenarsi si aumenta l’abilità.

Attenti a non rompere i grimaldelli perché le guardie riconoscono bene quel rumore, e rischiate una multa salata o un soggiorno in prigione, ma soprattutto, sono attrezzi davvero cari, forse fin troppo. Occhio anche agli oggetti rubati che portate nell’inventario, dato che le guardie all’interno delle città potrebbero fermarvi per una perquisizione a sorpresa.

Tutt’altra storia per il borseggio, che risulta un’impresa quasi impossibile. Le direttive sono semplici: portarsi alle spalle della vittima, tenere premuto X per iniziare il borseggio, attendere di trovare qualcosa, selezionare l’oggetto desiderato tra le opzioni presenti (più alto il livello dell’abilità, più tempo si avrà a disposizione) e cliccare sull’icona per uscire dal mini-gioco con successo. Decisamente più facile a dirsi, visto che il tempo a disposizione è poco, e la vittima quasi sempre si accorgerà della vostra presenza, gridando “al ladro!”.

Tra gli oggetti che vi capiterà di rubare, ci saranno anche dei tomi che il nostro povero ed analfabeta Henry (è pur sempre il figlio di un fabbro) non riuscirà a decifrare, se non dopo aver imparato come comprendere quelle parole senza senso.

Mangia, prega… lavati

Il protagonista, un semplice umano, deve seguire anche le “regole” della vita quotidiana, come mangiare, pena dei malus alle sue statistiche. Se resta a digiuno per troppo tempo, diventerà debole, e potrebbe perfino morire! Al contrario, se si abbuffa, rischierà l’Indigestione, risultando più lento e goffo, e con un vigore diminuito. In tempi di magra, Henry potrebbe mangiare perfino del cibo avariato, che causerà un avvelenamento.

Stesso discorso vale per il riposo, dato che dovrà sempre essere fresco, e, fortunatamente, le città sono piene di giacigli (scomodi, ma pur sempre funzionali) che lo attendono per chiudere gli occhi. La stanchezza non ha effetto solo sulle statistiche, ma anche sullo schermo, poiché il personaggio tenderà ad avere la vista offuscata e chiudere gli occhi sempre più spesso.

E dato che anche il naso vuole la sua parte, e i trogoli sparsi per i villaggi non possono fare miracoli, la soluzione è una visita ai (costosi) bagni dove sarà possibile lavarsi, ottenendo alcuni bonus utili nei dialoghi coi nobili, che per quanto abbiano la puzza sotto il naso, non ci tengono di certo a sentire la vostra.

Da non sottovalutare anche l’abbigliamento e l’equipaggiamento del giovane, soprattutto dopo i combattimenti, quando ci si dovrà occupare non solo della manutenzione, ma anche delle ferite riportate nello scontro che non sempre sono viste di buon occhio. Tra i nobili e gli NPC in generale, l’aspetto di Henry potrebbe sì risultare uno svantaggio, ma una macchia di sangue su abbigliamento ed armi potrebbe aiutare ad intimidire l’interlocutore durante i dialoghi a scelta multipla.

Il sistema di dialogo è molto semplice, con varie opzioni a disposizione del giocatore, che potrà decidere come approcciarsi sperando in un Successo e non in un Fallimento. Per evitare quest’ultimo, bisogna sempre tenere d’occhio sullo schermo i valori di ogni scelta legati all’abilità oratoria di Henry.

Tornando all’equipaggiamento usurato, può il figlio di un fabbro non voler rimettere in sesto il proprio arsenale? Questo dipende da voi, poiché le armi potranno essere affilate presso i fabbri (e senza spendere un Groschen!), ricorrendo alla mole, una pesante ruota in pietra. Se la fatica non fa per voi, ci sono sempre i mercanti che vi offriranno (a caro prezzo) il loro inventario, ma anche i loro servigi di riparazione, qualora non vogliate perder tempo dietro ai kit fai-da-te.

Per le ferite, invece, la soluzione è un sonnellino ristoratore, che farà recuperare Energia e Condizione al nostro sprovveduto cavaliere in erba. Per eliminare i malus più gravi (segnalati con delle icone specifiche di fianco alla barra presente nella parte bassa dello schermo) sarà necessario utilizzare unguenti e bendaggi per fermare eventuali emorragie.

Alto impatto visivo e sonoro, sporcato dai troppi bug

Come capita per molti open-world, anche Kingdom Come: Deliverance non ci va giù leggero coi bug, nonostante la corposa patch lanciata al day-one, che è andata a risolvere alcuni dei problemi che affliggevano il titolo di Warhorse Studio. Purtroppo, molti sono rimasti, e se qualcuno risulta innocuo, come il personaggio che “pattina” sulle scale senza salirle (facilmente aggirabile saltando), altri sono più incisivi e, talvolta, causano l’impossibilità di completare una determinata missione.

Uno di quelli più difficili da digerire è legato all’articolato metodo di salvataggio, che permette di salvare la partita solamente dormendo su un letto di proprietà (alloggiando in una taverna regolarmente pagata, o in uno dei luoghi dove Henry viene ospitato dagli NPC) o ricorrendo alla Grappa del Salvatore, una bevanda acquistabile o distillabile usando i banchi riservati all’alchimia (qualora si possa leggere la ricetta e si abbia l’abilità richiesta), che crea pure uno stato di ubriachezza in Henry.

Durante la nostra run, l’utilizzo di questo spirito ha sì salvato la partita, rendendoci poi però impossibile sedersi sulle panchine o coricarsi sui letti, non permettendoci di far riposare il protagonista, ripristinare la sua energia e, di conseguenza, salvare nuovamente.

Un altro problema, inerente al comparto visivo, è individuabile nella costante presenza di compenetrazioni tra oggetti e personaggi, comica sia durante le cutscene che durante le fasi concitate di combattimento. Legnose anche le animazioni di alcuni animali (soprattutto del proprio destriero, o della selvaggina nei boschi).

Inoltre, texture di personaggi e location soffrono spesso di effetti pop-in.

A proposito di caricamenti, armatevi di pazienza poiché sono ovunque e sono lunghissimi. Perfino il menù principale è preceduto sempre da un riassunto sulla situazione della Boemia (il lato positivo sono i disegni, il cui stile ricorda alla perfezione i quadri del tempo). Le schermate nere, che presentano a destra una ruota che informa il giocatore del tempo rimanente, appaiono anche prima e dopo i dialoghi, spezzettando l’azione e influendo sul ritmo.

Il punto forte a livello estetico, anche in questo caso, è la grande fedeltà nella riproduzione dei luoghi, studiati e realizzati in modo certosino dallo studio ceco e fruitori di ottimi panorami sia nelle campagne che all’interno delle cittadine e delle roccaforti visitate.

D’impatto è sicuramente la visuale della mappa, dove i disegni ispirati all’arte del tempo si alternano con delle nuvole grigie presenti sui luoghi non ancora esplorati. Molto utile anche la possibilità del viaggio rapido tra i punti di trasporto scoperti, indicati con delle riconoscibili icone blu, che potranno essere interrotti qualora si verifichino alcuni avvenimenti durante il tragitto (ad esempio un’imboscata di banditi).

Ottimo anche il comparto sonoro, con musiche che ricordano bardi e menestrelli del tempo, regalando un ottimo sottofondo durante l’esplorazione della vastissima mappa. Come già visto in altri titoli, le sonorità tendono a cambiare quando si entra in un duello, segnalando al giocatore la presenza di avversari.

Il doppiaggio è nella norma, niente di memorabile, con molti attori che presentano il tipico accento anglosassone nell’audio esclusivamente inglese a disposizione. Niente paura, però, visto che il titolo è localizzato sia nei sottotitoli che nelle scritte a video del menù, con una traduzione davvero ottima e fedele al parlato, in linea coi vocaboli del tempo.

In sintesi:

Warhorse Studio ha creato un RPG open-world davvero memorabile, realizzando il sogno dei due creatori, che da tempo lavoravano al progetto di un titolo medievale e storicamente accurato poi diventato realtà con Kingdom Come: Deliverance.

Il titolo con protagonista Henry, figlio di un fabbro che ha visto fare a pezzi la propria famiglia, gli amici e la sua cittadina, non è per tutti, vista la complessità del gameplay che si vede fin dai primi minuti di gioco, con il prologo che, da solo, dura circa 2-3 ore. Segnaliamo soprattutto la difficoltà del combat system e la particolarità del metodo di salvataggio, che i neofiti del genere potrebbero non digerire.

Il giocatore impara a “vivere” insieme al protagonista, migliorando ogni abilità utilizzandola il più possibile, partendo dalle basi di ogni skill, per accrescerne il livello. Il gioco non permette la personalizzazione di classe e personaggio, ma offre una simulazione di vita medievale come mai prima d’ora.

Ha una mappa vasta e parecchi bug, alcuni davvero fastidiosi, ma recupera sicuramente a livello visivo e sonoro, con panorami accurati grazie allo studio storico minuzioso, e alle melodie del tempo.

 Kingdom Come: Deliverance è un titolo corposo, quasi ingombrante, vista la miriade di missioni primarie e secondarie a disposizione. Richiede pazienza e calma ma, una volta automatizzate le meccaniche, offre una storia importante e permette di immedesimarsi nella vita di “uno qualunque”, e non del solito eroe senza macchia e senza paura.

Pregi

  • Accuratezza storica curata nel dettaglio.
  • Tantissime abilità apprendibili.
  • Ottima traduzione.
  • Libertà nello scegliere come completare una quest.

Difetti

  • Molti bug, soprattutto quello del salvataggio.
  • Borseggio e scassinamento troppo macchinosi.
  • Sistema di salvataggio a dir poco ostico.

VALUTAZIONE COMPLESSIVA: 8,5

La recensione di Kingdom Come: Deliverance è stata scritta e curata da dryily per GameStorm.it, pubblicata il 23-02-2018

Commenti sulla recensione (4)

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Commenti
avatar di Hunter101
14-10-2019
Hunter101

Escludendo alcuni bug fastidiosi, rimane un ottimo titolo da giocare. Consigliato.

0
avatar di Freezer Supremo
26-03-2018
Freezer Supremo

Ragazzi, parliamo di un gioco terrificante tecnicamente e noioso come pochi. Il sistema di combattimento fa pena, scassinare è (a tratti) IMPOSSIBILE. Per non parlare dei bug... Si vede che nel team di sviluppo ci sta gente che ha lavorato ad Arma... E di certo non è una bella cosa.

1
avatar di ozzo
13-03-2018
ozzo

Ops... Scusa Milan non volevo darti il voto negativo! ... Comunque, il gioco mi sembra molto interessante e non vedo l'ora di giocarci... Attendo ancora qualche patch e poi procedo!

1
avatar di Milan98
07-03-2018
Milan98

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Messaggio non inserito o troppo corto.
 
 

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  • Immagine della copertina del gioco Kingdom Come: Deliverance per PlayStation 4

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Valutazione del gioco 6.8

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