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Recensione di Journey to the Savage Planet

Titolo: Journey to the Savane Planet
Genere: Avventura in prima persona
Piattaforma: PS4
Sviluppatore: Typhoon Studios
Data di uscita: 28 gennaio 2020

“Diario di bordo della nave esploratrice Javelin ai confini dell’universo, anno terrestre… da determinare, effettuato l’atterraggio sul pianeta AR-Y-26 con l’obiettivo di determinare se si tratta di un pianeta colonizzabile da una specie umana alla ricerca di una alternativa alla sovraffollata Terra. Peccato solo che la Javelin si sia guastata durante l’atterraggio e che non ci sia combustibile per tentare un ritorno sulla Terra. Mi appresto ad esplorare la superficie del pianeta alla ricerca di una soluzione.”

Quello riportato qua sopra potrebbe essere il resoconto del diario di bordo della piccola astronave che ci ha portato a qualche anno luce di distanza da casa, impresa sponsorizzata dalla Kindred Aerospace, azienda che ci tiene a sottolineare come sia la quarta migliore al mondo, probabilmente su un totale di quattro aziende, convinzione che si concretizza analizzando con senso critico l’approccio improvvisato alla missione, la mancanza di equipaggiamento degno di tal nome, un interno dell’astronave tipicamente anni ‘80, la mancanza di combustibile per ritornare, e soprattutto i video di Martin Tweed, CEO dell’azienda, mostrati sui tubi catodici che non mancheranno di strappare qualche risata. Unica eccezione capace di contestualizzare il tutto ai giorni nostri è l’ormai immancabile stampante 3D, sogno di ogni nerd che si rispetti.

All’esplorazione

Si comincia con la selezione del viso del vostro avatar, volto che non vedrete mai in quanto si tratta di un gioco in soggettiva, azione che rivela immediatamente la natura irriverente del gioco, in quanto tra le poche selezioni non ce n’è nessuna “normale”, tra cui anche il muso di un cane.

Poi si viene proiettati all’interno dell’astronave, da cui dovrete immediatamente uscire per diagnosticare i danni al nostro velivolo e quindi per esplorare i dintorni.

Qui assaporerete la prima sfaccettatura del gioco, rappresentata dall’esplorazione, dalla scansione di forme animali e vegetali al fine di ottenere informazioni aggiuntive, nonché raccogliere le risorse (alluminio, silicio e carbonio) fondamentali per realizzare oggetti con la stampante 3D.

Incontrerete man mano dei piccoli pennuti dagli occhi enormi, galline aliene, piovre svolazzanti e così via. Alcuni di loro si riveleranno docili e si difenderanno solo se attaccati, altri si mostreranno aggressivi e sferreranno loro per primi un attacco una volta che entrerete nel loro campo visivo.

Inizialmente potrete difendervi solo con schiaffoni e calci, poi ovviamente avrete modo di sbloccare la prima pistola che potrete quindi potenziare man mano, migliorandone la velocità di ricarica, potenza di fuoco e così via. Dovrete tuttavia abituarvi a un sistema di puntamento “vecchio stile”, che non vi aiuterà più di tanto a prendere la mira, ma va detto che si riesce facilmente a chiudere un occhio in quanto i combattimenti non rappresentano l’anima del gioco.

Mobilità superiore

Allo stesso modo avrete modo di potenziare le capacità di mobilità del vostro personaggio che potrà sfoggiare salti doppi, tripli e quadrupli, potrà destreggiarsi con il rampino e infine potrà ottenere un visore più efficace nelle scansioni. Il tutto a supporto di quella che si rivela essere la vera anima del gioco, la risoluzione di enigmi ambientali di cui il gioco è intriso, che data la natura aliena dell’ambientazione vi costringerà a pensare fuori dagli schemi terrestri classici. Ad esempio potrete sfruttare il tanto decantato (dalla propaganda della vostra azienda) cibo per astronauti per richiamare alcune specie di animali, sfruttare una sostanza gelatinosa per effettuare salti più alti, lanciare dei pennuti alieni verso una sorta di modulo di condizionatore al fine di sbloccare l’accesso a una area precedentemente sbloccata e così via. Questi sono solo alcuni degli esempi di enigmi che sarete chiamati a risolvere, coadiuvati dall’intelligenza artificiale che non mancherà di darvi piccoli suggerimenti con la consueta irriverenza che contraddistingue l’intera produzione.

Va detto tuttavia che il gioco spesso e volentieri vi farà sentire la sensazione di esservi persi, nonostante la costante presenza dell’indicatore dell’obiettivo della missione principale (indicazione spesso utile ma non del tutto esaustiva, in quanto potrebbe omettere la necessità di aggirare ostacoli). Va inoltre detto che il gioco fa un uso smodato di tecniche di grinding e backtracking (specialmente una volta aver sbloccato power-up capaci di rendere accessibili le piattaforme precedentemente irraggiungibili), cosa che potrebbe in qualche modo rendere il gioco un tantino poco digeribile ai giocatori in cerca di un titolo dall’anima più dinamica.

Coloratissimo

Il level design si rivela coloratissimo, ispirato e fantasiosissimo. Tutto ciò che è presente sullo schermo ha una sua funzione e se è visibile, prima o poi diventerà raggiungibile, è solo questione di tempo, il tempo che vi servirà a sfornare dalla stampante 3D quel determinato power up, rappresentando un tassello importante nel raggiungimento di un obiettivo principale o secondario.

Non dovrete, però, aspettarvi effetti speciali degni delle produzioni che rappresentano lo stato dell’arte: il budget limitato degli sviluppatori canadesi di Typhoon Studios (che peraltro si riflette nel prezzo di acquisto di soli 30 euro) si intravede in effetti particellari, textures ed animazioni che non riescono a sbalordire, ma si fanno comunque apprezzare per la loro semplicità e l’aspetto tutto sommato gradevole.

Discorso diverso per il sonoro, che si rivela sottotono e ripetitivo, con anche un doppiaggio disponibile nelle sole lingue inglese e francese (come per ogni produzione canadese che si rispetti), anche se i sottotitoli mettono una toppa nel localizzare in italiano la trama.

Il multiplayer, infine permette di farvi affiancare da amici online nell’esplorazione, che però tende ad abbattere un tantino il livello di difficoltà del gioco.

In conclusione

Journey to the Savane Planet è una bella scoperta, uno di quei giochi da cui si fa fatica a staccarsi, anche se ormai è tarda notte e domattina ci aspetta la solita levataccia.

Una struttura di gioco convincente, basata su esplorazione, risoluzione di enigmi e pochi combattimenti, una trama non particolarmente ispirata ma capace comunque di invogliare il giocatore a procedere, il tutto strappando continuamente sorrisi grazie a battute e gag irriverenti, un comparto tecnico all’altezza del prezzo contenuto della produzione (30 euro) e un multiplayer co-op convincente rendono questa produzione un raccomandabilissimo titolo.

Pregi

  • Divertente, spensierato
  • Gameplay convincente
  • Grafica coloratissima e gradevole

Difetti

  • Sonoro non del tutto convincente
  • Trama forse non memorabile, ma comunque scanzonata

VALUTAZIONE COMPLESSIVA: 7.5

La recensione di Journey to the Savage Planet è stata scritta e curata da monsteruno per GameStorm.it, pubblicata il 09-02-2020

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Journey to the Savage Planet

  • Immagine della copertina del gioco Journey to the Savage Planet per PlayStation 4
  • Data di uscita:
    31-01-2020
  • Categoria:
    avventura
  • Disponibilità per:
    PS4 XONE
  • Popolarità:
    0 %

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Valutazione del gioco 8

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