Titolo: Grand kingdom
Genere: RPG
Piattaforma: PlayStation 4
Sviluppatore: Monocrome Corporation
Publisher: NIS America
Data di uscita: 17 giugno 2016
C’era una volta l’impero di Uldein. C’era una volta, in quanto a seguito di una guerra intestina, l’impero è collassato in quattro regni (di Landerth, di Valkyr, di Fiel e di Magion) che si danno battaglia da un centinaio di anni per conquistare i pochi territori rimasti terre di nessuno e, ovviamente, per tentare di sopraffare gli altri contendenti.
Come si può facilmente immaginare, un centinaio di anni di guerra ha logorato le risorse dei singoli regni, i quali sono rimasti senza eserciti regolari al seguito, costringendoli a ricorrere all’impiego di mercenari che, al caro prezzo di fama, notorietà e soldi, si vendono per portare a termine le missioni richieste.
C’era una volta, infine, un mercenario impersonato da un giocatore, il quale durante le prime missioni portate a termine con successo viene affiancato da figlia del capo della sua fazione, il grande Godfrey, il quale insegnerà utili nozioni di tattica militare. Con l’evolvere della storia, inoltre, scoprirete come una apparentemente semplice offerta di lavoro si trasformerà praticamente in un intrigo.
Quanto raccontato è la trama di questo Graand Kingdm, la quale non spicca certo per originalità e, a dirla tutta, non viene nemmeno approfondita durante l’evoluzione dei fatti narrati, il quale evidentemente preferisce andare immediatamente al soldo, ovvero al gameplay. Peccato, in quanto una maggiore caratterizzazione dei personaggi che prendono parte alle vostre scorribande avrebbe giovato all’immedesimazione del giocatore. Se volete trovare un pregio in tutto ciò, va detto che non dovrete aspettarvi di essere tediati da venti minuti di dialoghi prima di brandire le vostre armi come succede spesso in titoli simili.
Quindi, come suggerisce il gioco stesso, andiamo al sodo. Grand Kingdom è un misto tra i classici JPRG e gli strategici a turni. Si parte dalla selezione dei combattenti da mandare in battaglia, senza dimenticare ovviamente il rispettivo equipaggiamento. Queste fasi preliminari assumono un ruolo particolarmente importante nella strategia del gioco, al pari del posizionamento delle vostre “pedine” sul campo di battaglia, che appunto assume la forma di scacchiera.
Quindi dovrete selezionare una quest, la quale spesso e volentieri consisterà nel completare un determinato obiettivo, come ad esempio proteggere un luogo dall’arrivo di nemici, raccogliere oggetti piuttosto che eliminare tutti i nemici dalla mappa, il tutto da completare entro un certo numero di turni.
Noterete subito come apparentemente i turni a disposizione siano sovrabbondanti, in realtà il gioco invoglia ad esplorare in lungo e in largo le mappe disponibili al fine di riesumare forzieri colmi di tesori e materie prime utili per aumentare di livello il proprio gruppo. Ovviamente non mancheranno nemici visibili sulla mappa (identificati con pallini gialli, rossi o blu in funzione della loro forza) così come quelli invisibili, ad ostacolare la raccolta indisturbata di oggetti preziosi.
Ma veniamo al sistema di combattimento: una volta intrapreso uno scontro con un nemico, la visuale si sposta di lato come un vecchio platform bidimensionale, con compagni e nemici dislocati su tre piani di profondità tra i quali ci si può spostare liberamente, anche se consumando punti spostamento. Allo stesso modo gli attacchi avverranno al prezzo degli omonimi punti.
Dovrete are attenzione al momento in cui comanderete l’attacco, in quanto i vostri combattenti colpiranno chiunque risulti nel loro raggio d’azione. E se i maghi evidenzieranno con precisione l’area in cui verrà inferto il danno, per le altre classi (tra cui menzioniamo arcieri, ladri, guerrieri, per un totale di 17 categorie di mercenari piuttosto ben diversificate) sarà spesso e volentieri difficile prevedere con precisione se l’attacco andrà ad intaccare la salute dei nostri commilitoni.
Nonostante questi difetti, ne risulta un gameplay interessante, equilibrato e piuttosto ben congeniato, il tutto condito da un comparto tecnico piuttosto curato, contraddistinto da una palette di colori vivace e una certa cura nell’estetica di personaggi, ambienti e quanto altro, anche se di tanto in tanto noterete animazioni non troppo fluide. Da menzionare, infine, la buona caratterizzazione dello stile di combattimento dei vari personaggi, che risulterà ben differenziata in funzione della classe di appartenenza.
Anche il sonoro fa egregiamente la sua parte, con una colonna sonora capace di dare ritmo alle vostre scorribande e un doppiaggio in inglese riuscito.
Chiude la nostra analisi ai raggi x il multiplayer, che sfrutta l’asincronia per la creazione di sessioni di combattimento globali.
Grand Kingdom si rivela un titolo piuttosto bello da giocare, con un sistema di combattimento profondo e ben organizzato, anche se non mancano le pecche, come l’imprevedibilità dei danni collaterali.
La narrativa, quasi assente, si rivela un pregio (non verrete tediati da decine di minuti di dialoghi insulsi, come spesso e volentieri accade in produzioni simili), ma anche un difetto in quanto un minimo di caratterizzazione dei personaggi avrebbe elevato i commilitoni dall’anonimato.
Un comparto tecnico buono chiude il quadro di un titolo indicato ai cultori del genere.
La recensione di Grand Kingdom è stata scritta e curata da monsteruno per GameStorm.it, pubblicata il 01-07-2016
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