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Recensione di Divinity: Original Sin II

Titolo: Divinity: Original Sin 2
Genere: RPG
Piattaforma: Playstation 4
Sviluppatore: Larian Studios
Publisher: Bandai Namco Entertainment
Data di uscita: 31 agosto 2018

L’anno scorso gli appassionati del genere hardcore RPG hanno potuto accogliere Divinity: Original Sin 2 (DOS2 da qui in poi), quello che si è rivelato essere uno dei migliori titoli del genere, grazie a una notevole attenzione ai dettagli, un gameplay capace di convincere forte dell’estrema possibilità di interagire con le ambientazioni, senza contare una narrativa capace di mantenere l’attenzione del giocatore per l’intera durata dell’esperienza, che si aggira attorno alle 100 ore complessive.

Dopo un meritato successo di vendite, conclamato dalla critica, gli sviluppatori di Larian Studios si apprestano ora nell’apparentemente semplice approdo su console, porting che spesso e volentieri ha tuttavia nascosto insidie soprattutto per quei titoli che mostrano caratteristiche tipicamente adatte al PC, come il sistema di controllo pensato per l’accoppiata mouse più tastiera, senza contare la visuale isometrica, atipica per le produzioni per console.

Vediamo se gli sviluppatori belgi saranno riusciti nell’intento di rendere fruibile il titolo anche ai possessori do PS4 e Xbox One.

Selezione dell’avatar

Per chi non lo sapesse, DOS2 è un GDR ambientato nel fantastico mondo di Rivellon, dove un potere magico proibito, la Source, crea non pochi grattacapi alla popolazione intera nel momento in cui Larian, il suo detentore, passa a miglior vita causando di fatto il rilascio di una miriade di creature che intendono invadere il mondo.

Ovviamente a voi e il vostro avatar spetterà l’arduo compito di riprendere il controllo del potere della Source, riportando la pace nel regno.

Si comincia con la scelta di razza, classe, fattezze, e ogni dettaglio che vi permetterà di plasmare a vostro piacimento il personaggio che vi rappresenterà sullo schermo, con un editor piuttosto profondo e dettagliato. Qualora non vogliate districarvi in cotanta profondità, sappiate inoltre che ci sono una dozzina abbondante di personaggi preconfezionati, i quali si distinguono anche per la loro storia precedente, la loro missione, senza dimenticare ideali ed ambizioni.

Strategico

Come ogni GDR che si rispetti, conoscere a fondo le caratteristiche della propria razza è una prerogativa per riuscire a sfruttare appieno le potenzialità del proprio personaggio. Gli elfi, ad esempio, offrono capacità uniche quali profondi conoscitori del mondo e della sua storia, che li rende abili nel districarsi tra mille difficoltà cogliendo sfaccettature alle altre razze impercettibili. Allo stesso modo le altre razze, nani, lucertoloni, non morti e umani, si distinguono per talenti unici, mostrando punti deboli in altre caratteristiche.

Oltre alla splendida caratterizzazione dei personaggi e della loro storia, l’aspetto in cui eccelle questo DOS2 è la possibilità di interagire con le ambientazioni: un semplice barile ripieno di olio combustibile può diventare una formidabile arma per debellare un gruppo di nemici che popolano lo schermo, in quanto spezzare il contenitore e innescare una fiamma potrebbe far pendere l’ago della bilancia della battaglia verso il vostro lato. Ma anche sfruttare una pozza d’acqua, congelandola e facendo scivolare a terra tutti coloro che vi si trovano sopra coi piedi potrebbe essere un’altra utile strategia, così come far evaporare con il calore la stessa pozza potrebbe ridurre la visibilità e quindi l’efficacia degli attacchi di coloro che vi si trovano in mezzo, ma anche un fulmine potrebbe portare a un risultato positivo folgorando tutti.

Complesso

Come accennato la varietà di possibilità è disarmante, anzi è quell’arma in più che dimostra quanto la fantasia del giocatore possa essere il valore aggiunto capace di trasformare una potenziale disfatta in un ribaltamento di fronte con tanto di vittoria finale.

Va detto che l’AI è ostica quel tanto che basta da rendere difficile anche il più abbordabile dei livelli di difficoltà (l’Explorer Mode), tanto da rappresentare un rischio per i giocatori occasionalil, i quali potrebbero essere spaventati da cotanto tatticismo. È vero che è presente anche lo Story Mode, ideale per non rimanere bloccati, anche se tale modalità non consente di apprezzare appieno quanto di buono ha da offrire questo Divinity: Original Sin 2, che invece è ben racchiuso dal Tactican Mode, adatto ai veterani del genere.

Porting successful

Il sistema di controllo è stato trasportato adeguatamente al controller, permettendo quindi di rinnegare l’efficacia dell’abbinamento mouse e tastiera per potersi invece districare con il controller, comodamente seduti sul divano di casa di fronte alla TV, anche se va detto che permangono alcune ombre sulla precisione e sulla sua macchinosità in talune circostanze. Nulla di bloccante per l’esperienza di gioco, che rimane leggermente viziata ma non tanto da penalizzare il gioco.

Va elogiata invece l’esperienza multiplayer, approcciando in qualsiasi momento avendo a disposizione un altro controller, con un vostro amico che vi può affiancare mediante lo schermo condiviso, senza dimenticare l’Hotseat che sfrutta appieno la modalità di combattimento a turni proponendo un gameplay fruibile da numerosi giocatori, pur avendo a disposizione un solo controller.

Ottima l’esperienza online, con gli immancabili Deathmatch e Kill the King, che potrete giocare sulle 13 mappe disponibili.

Tecnicamente migliorabile

Tecnicamente il gioco sicuramente non eccelle, le ambientazioni sono un tantino scarne di dettagli e peccano nella presentazione, ma non possiamo dimenticare come il bello di questo titolo risieda più nella sostanza che nella forma, ovvero nel gusto che si prova a devastare ogni singolo elemento facente parte delle arene per approcciare in modo unico le varie situazioni. La fluidità è solida, ancorata sui 30 fps,

Il sonoro, dal canto suo (concedetemelo), si rivela convincente con un’attenzione rivolta anche agli accenti dei singoli personaggi, anche se va detto che l’intero parlato è in lingua inglese, mentre all’idioma italico non è stato ricavato alcuno spazio. Peccato.

In conclusione

Divinity: Original Sin 2 è il porting su PS4 del titolo che un anno fa ha spopolato su PC, convincendo pubblico e stampa rivelandosi uno dei migliori titoli appartenente al suo genere.

La trasposizione è stata effettuata in modo ottimale, con una buona mappatura del controller, capace di non far rimpiangere (troppo) l’accoppiata mouse e tastiera, che si rivela sicuramente l’abbinamento ideale.

Un gameplay profondo, strategico e capace di regalare soddisfazioni, un’AI quanto meno sfidante e un’attenzione maniacale rivolta ai dettagli degna delle migliori produzioni caratterizza questo titolo, capace di convincere appieno.

Pregi

  • Gameplay profondo e strategico
  • Ottimo porting della splendida versione PC

Difetti

  • Sistema di controllo un po’ macchinoso
  • Tecnicamente migliorabile

VALUTAZOINE COMPLESSIVA: 9

La recensione di Divinity: Original Sin II è stata scritta e curata da monsteruno per GameStorm.it, pubblicata il 09-09-2018

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