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Recensione di DiRT Rally 2.0

Titolo: DiRT Rally 2.0
Genere: Racing Simulativo
Piattaforma: PlayStation 4 (testata), Xbox One, PC
Sviluppatore: Codemasters
Produttore: Codemasters
Data di uscita: 26 febbraio 2019

Codemaster garanzia Rally

Dalla fine degli anni ’90 fino ai giorni d’oggi Codemasters è stata sinonimo di simulatore di rally, capace di trasportare sulle nostre console l’essenza di una disciplina motoristica impegnativa ma anche capace di donare tante soddisfazioni quando si riesce a completare una tappa tra i primi. Gli sviluppatori inglesi, attraverso le loro produzioni, hanno saputo cavalcare l’onda del successo sbaragliando inizialmente la concorrenza, per poi ripiegare all’avvento di altre serie (magari associate alle licenze ufficiali WRC) in un’altalena di risultati dettati dall’evoluzione dei gusti di un pubblico sempre meno dedito ai giochi intransigenti, propendendo verso le esperienze mordi e fuggi. Le varie evoluzioni delle produzioni Codemasters, a loro volta, si sono avvicendate in un’alternanza tra gameplay votati più al simul-arcade (come ad esempio Dirt Shodown) e altri di stampo prettamente simulativo (vedi Dirt Rally).

Siamo qui ad accogliere Dirt Rally 2.0, la naturale evoluzione del “prequel” in grado di convincere gli appassionati delle corse Rally nel 2015 proprio vista la sua spiccata natura di simulatore.

AAA cercasi neve

Il primo approccio al gioco mostra un menu chiaro e delineato dal quale potrete scegliere tra la classica carriera (che potrete giocare se collegati alla rete), prova a tempo, campionato rallycross, rally storici e multiplayer. I lettori attenti si saranno accorti della mancanza della modalità hill climb, il che rappresenta un peccato in quanto avrebbe donato ulteriore varietà.

Sempre parlando di contenuti, il gioco si divide in Rally Classico e Rallycross, e quest’ultimo vanta anche la licenza ufficiale della categoria, con tanto della possibilità di scendere in pista con piloti, vetture e 8 sui 14 circuiti della stagione reale.

La modalità Rally Classico, invece, si articola in un giro del mondo attraverso sei ambientazioni tra cui Stati Uniti, Polonia, Argentina, Spagna, Australia e Nuova Zelanda, ciascuna delle quali annovera 12 tappe ben diversificate tra di loro (anche se alcune sono semplicemente lo stesso percorso in senso inverso), fra tracciati corti e altri particolarmente lunghi, tali da impegnare la vostra concentrazione per oltre 10 minuti.

Se le localizzazioni offrono una discreta variabilità di condizioni del terreno tra terra, ghiaia e asfalto, è oggettiva la grave e inspiegabile assenza di un fondo innevato, che da sempre ha contraddistinto i racing-game rallystici. Per fortuna è già pianificata l’introduzione della “tappa” in Svezia (insieme a Montecarlo), che arriverà tramite DLC, ma andava segnalata questa mancanza nel gioco “base”.

Parco auto

Una cinquantina abbondante sono le vetture incluse in questo Dirt Rally 2.0, che comprendono le docili Lancia Fulvia e Mini Cooper, passando dai gloriosi bolidi a trazione posteriore come la 131 Abarth, la Stratos e la Renault 5 Turbo, per poi evolvere con le stratosferiche 4 ruote motrici dei gruppi B che rispondono ai nomi di Lancia Delta S4, Audi Quattro e Ford RS200; non mancano le vetture gruppi A dei comuni mortali come la Delta Integrale, la Lancer e la Impreza, per finire con le contemporanee R5 come Skoda Fabia, Volkswagen Polo e così via.

Data la mancanza della licenza ufficiale della WRC (esclusiva della Kylotonn) non figurano tra le vetture quelle che militano nel campionato mondiale rally, ma poco importa: qui di carne al fuoco ce n’è ugualmente da vendere.

Chiudono il parco auto, le vetture che militano nel campionato Rallycross e alcuni esemplari piuttosto curiosi quanto impegnativi da guidare, come una Mustang, una Corvette e non poteva mancare, vista la nazionalità degli sviluppatori, un’inglesissima Aston Martin.

Carriera

Archiviato il discorso su presenze e mancanze di licenze e contenuti, approcciando finalmente il gioco nella sua modalità principe, la carriera, si capisce finalmente quanto di buono questo Dirt Rally 2.0 sia capace di offrire ai suoi utenti: il gameplay riprende in toto lo splendido modello tanto apprezzato qualche anno fa, ulteriormente affinato da una migliore rappresentazione della fisica delle vetture, dell’aderenza degli pneumatici e della distribuzione dei pesi in funzione dell’aggressività alla guida. L’aderenza sull’asfalto, in particolare, è stata rivista e ora sembra maggiormente in linea con la realtà, con una splendida differenziazione della tenuta della vettura in funzione delle differenti tipologie di fondo.

Ma non solo, ad influire sull’aderenza (e quindi sulle prestazioni) interviene anche l’ordine di partenza: partire per primi significa trovarsi di fronte un terreno pulito, ma leggermente più scivoloso, mentre partendo attorno alla quinta posizione si percorre il tracciato nelle sue condizioni ottimali che poi degraderà ulteriormente a causa del passaggio di una mandria di “cavalli meccanici”.

Chiudiamo con l’introduzione della scelta delle mescole delle gomme da effettuare ogni volta che si passa dall’area di servizio, meccanica che aggiunge una tonalità strategica al titolo: scegliere un treno di gomme morbide aiuterà nel ricercare la prestazione assoluta nella prima tappa, imponendo di tentare di arrivare in fondo alla meno peggio nella seconda frazione. Di contro una mescola dura si rivelerà costante nel rendimento lungo entrambi i tracciati, ma rende più difficile coronare l’ambizione di primeggiare in classifica.

In stile RPG

Lungo la carriera è necessario anche impegnarsi nello spendere opportunamente i crediti guadagnati, acquistando nuove vetture piuttosto che propendendo tra potenziamenti al veicolo, investimenti per migliorare l’efficienza dei membri del team, tra cui il copilota e i meccanici che si occupano di riparare e mettere a punto la vettura. È in questo caso si notano le lievi sfaccettature in stile RPG accennate sopra, ma comunque incapaci di distogliere l’attenzione dalla vera anima del gioco, il gameplay.

Percorrendo le tappe risulta evidente lo splendido lavoro portato a termine dagli sviluppatori, capaci di confezionare un level-design degno delle migliori produzioni, con tanto di sezioni immerse nella vegetazione per poi proseguire con altri tratti caratterizzati da un campo visivo impressionante che mette in mostra un buon livello di dettaglio, senza tralasciare splendidi scorci di panorami, come le zone costiere della Nuova Zelanda e gli splendidi effetti di luce delle tappe spagnole al tramonto.

Tutto ciò riesce nell’intento di far dimenticare i mediocri tracciati costruiti in modo procedurale (come accadeva in DiRT 4), dove l’infinità di percorsi creati dalla fantasia matematica della CPU si è rivelata incapace di avvicinarsi all’estro tipicamente umano nel creare qualcosa di unico e affascinante.

Scalabile

DiRT Rally 2.0 include, come da prassi, tutti gli aiuti alla guida per permettere a chiunque di avvicinarsi al gioco senza troppi patemi, ma ovviamente si mostra in tutta la sua bellezza solo dopo averli disattivati, e magari impugnando tra le vostre mani un buon volante dotato di force-feedback. Va detto, tuttavia, che anche il DualShock 4 (utilizzato in sede di analisi) si comporta in modo egregio, ulteriormente affinato nella sua calibrazione e capace di rendere i piloti virtuali padroni della propria vettura. Peccato per la mancata implementazione dello sterzo per mezzo dei sensori inerziali, che avrebbero donato ulteriore coinvolgimento a chi non possiede il volante.

La curva di apprendimento si rivela docile e ben calibrata, dotandovi inizialmente di due vetture facilmente gestibili come la Fulvia e la Corsa 1600 per affrontare rispettivamente i rally e le gare Rallycross, con un’IA che si adatta alla vostra abilità man mano che apprenderà il vostro livello di prestazioni.

Segnaliamo l’assenza del tasto rewind, che gli sviluppatori hanno deciso di lasciare fuori dal loro perimetro, mentre ci sarà la possibilità di riprovare fino a 5 volte la stessa tappa.

Luci e ombre

Concludiamo con il comparto tecnico: come detto, le ambientazioni godono di un level-design davvero pregevole, spesso contraddistinto da un campo visivo impressionante. Buono nel complesso l’impatto estetico, contraddistinto da alti (gli effetti particellari e luminosi) e da bassi (come le pozzanghere nei tracciati fangosi, l’effetto della pioggia stessa e le vetture parcheggiate a bordo pista), con anche delle textures che di tanto in tanto lasciano l’amaro in bocca e un effetto di contrasto della vegetazione sullo sfondo che si rivela migliorabile.

Il sonoro è una sinfonia di ruggiti dei cavalli delle vetture, con il timbro che rispecchia fedelmente quello delle controparti reali. Sarà possibile riconoscere il 4 cilindri sovralimentato della Impreza rispetto a quello della Delta Integrale, ovviamente per chi ha avuto la fortuna di sentirli sfrecciare dal vivo. Inoltre, i rumori variano in funzione delle avarie del motore, mentre il copilota fa il suo lavoro con, tra l’altro, anche la possibilità di customizzare il tempismo dei suoi interventi.

In sintesi:

DiRT Rally 2.0 riprende quanto di buono proposto dal prequel, lo affina e lo migliora in toto, confezionando così la migliore simulazione di rally presente sulla scena. Non abbiate paura, anche se non siete dei rallisti sfegatati potrete avvicinarvi a un’esperienza di guida davvero convincente: il gioco vi tenderà amichevolmente la mano con la solita serie di aiuti che lo rendono adatto a chiunque.

Peccato solo per l’assenza iniziale di tracciati innevati, che però arriveranno con i primi DLC.

Ci rende un minimo perplessi anche l’eliminazione della modalità Climb Hill, sostituita però da una divertente e adrenalinica modalità Rallycross.

Un comparto tecnico di rilievo chiude il quadro di una produzione davvero al top. DiRT Rally 2.0 è un must have.

Pregi:

  • Simulazione di guida allo stato puro.
  • Comparto tecnico di primissimo ordine.
  • La modalità Rallycross è un valore aggiunto…

Difetti:

  • Alcuni cali di qualità estetica.
  • Mancano tracciati sulla neve, che arriveranno tramite DLC.
  • …ma è stata eliminata la Hill Climb.

VALUTAZIONE COMPLESSIVA: 9

La recensione di DiRT Rally 2.0 è stata scritta e curata da monsteruno per GameStorm.it, pubblicata il 13-03-2019

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