Titolo: Daylight
Genere: Horror
Piattaforma: PS4 (solo online)
Sviluppatore: Zombie Studios
Publisher: Atlus
Data di uscita: 30 aprile 2014
Sulla scia del successo riscosso da Outlast, i ragazzi di Zombie Studios, lanciano sul mercato videoludico un horror in prima persona (disponibile per PC e PS4) che richiama in parte alcuni elementi del titolo sviluppato da Red Barrels. Le notizie sull’utilizzo di Unreal Engine 4, un leggero ritardo nei lavori, qualche teasing trailer ben realizzato e, come già detto, l’effetto Outlast, avevano contribuito ad accrescere l’attesa per quei gamers di nicchia amanti del genere, ma anche per chi desiderasse avvicinarsi a questo tipo di giochi per la prima volta. Chiariamo fin da subito un dato di fatto: Daylight, pur con qualche pregio (e complessivamente sopra la sufficienza), è campione di limbo e riesce agevolmente a passare sotto l’asticella delle aspettative. Vediamo perché analizzandone i vari elementi.
La protagonista, Sarah Gwynn, riprende conoscenza all’interno di un ospedale abbandonato, completamente inconsapevole del perché si trovi li. Si tratta della struttura Mid Island Bay Hospital, avvolta nel mistero e nell’oscuro, e ormai in disuso da una trentina d’anni. Le vicende enigmatiche di questo edificio, costituiranno il filo conduttore del titolo e dovranno di volta in volta essere svelate dalla protagonista che, raccogliendo testimonianze chiamate reminescenze, avrà il compito di “far luce” sul quadro complessivo della situazione. Ovviamente non si tratta di una semplice missione investigativa, ma saranno protagonisti l’occulto ed il soprannaturale, in un incubo dal quale Sarah dovrà difendersi, o meglio, scappare. Nel suo complesso la trama non convince, non tanto per tematiche già viste ma più che altro per il modo in cui vengono proposte, con una sceneggiatura debole e, tralasciando i sussulti “horror”, talmente ripetitiva da essere quasi soporifera e con forte rischio “skip senza lettura” quando ci si imbatte in un documento.
La longevità è davvero scarsa e si può completare il gioco in un massimo di tre ore.
Il gameplay di Daylight si basa su punti forte già visti in titoli come Outlast e Slender Man (Parsec Productions), in particolare su quel senso di pseudo impotenza derivante dall’impossibilità di combattere il male in modo diretto. E’ infatti possibile evitare la morte allontanandosi dalle presenze, ma, in questo caso, si può far affidamento anche sui bengala capaci di “bruciare” gli spettri. L’equipaggiamento comprende inoltre delle barre LED luminose, fondamentali per scovare le reminescenze e gli oggetti interattivi, ed uno smartphone con funzione di “navigatore”, di “rilevatore entità” e di torcia. Raccogliere tutti i documenti permetterà di ottenere una chiave (sigillo) e di poter procedere nell’area successiva.
Le ambientazioni di gioco sono tre: l'ospedale vero e proprio, i sotterranei (fogne) e il bosco. La prima, a nostro giudizio, è la più inquietante, la più claustrofobica e quella che richiede la maggiore attenzione nell’individuazione delle reminescenze. Questo è reso ancora più complesso dal lavoro di “randomizzazione” dell’Unreal Engine 4, che di volta in volta varia conformazione degli scenari, la posizione degli oggetti interattivi e quella degli spettri, creando partite sempre differenti. In realtà gli sforzi profusi dal team di sviluppo in questo settore, vengono in parte annullati da un’eccessiva semplicità degli enigmi proposti (se tali possono essere considerati) e del gioco in genere.
Se il motore grafico si comporta ottimamente come creatore di sequenze di gioco casuali, analizzando il colpo d’occhio e più profondamente il comparto tecnico, ci troviamo su standard ben lontani da quelli che ci si aspetta da una console di nuova generazione. La gestione luci/ombre, che dovrebbe essere fondamentale in un gioco horror, è appena sufficiente e a risentirne è ovviamente l’atmosfera. Gli scenari sono creati in modo buono, soprattutto quando ci si trova in ambienti esterni (bosco), ma alcune texture, “troppo pixellate”, sono davvero brutte da vedere. Le novità dell’Unreal Engine 4 si fanno apprezzare nella gestione particellare e negli effetti, ma non si raggiungono mai livelli di realismo sbalorditivi. Bisogna inoltre segnalare un netto calo di frame rate/lag nei momenti in cui si passa da una zona all’altra.
E' possibile giocare il titolo in 3D selezionando l’opzione RealD 3D.
I nostri complimenti vanno invece al comparto audio che si dimostra perfettamente adatto alle tematiche proposte, sia per quanto riguarda musiche ed effetti sonori, che per i doppiaggi in inglese.
Daylight ha un grande pregio: il prezzo di circa 14€. Partendo da questo, vengono visti sotto un’altra luce tutti i contro che ha da offrire. Non si tratta certamente del miglior horror mai visto, è vero, soprattutto sul lato tecnico, però porta a termine il suo compito principale ovvero quello di generare spaventi e salti improvvisi sulla sedia. Un titolo che consigliamo ad un amante del genere ma che, vista la spesa abbordabile e la sua semplicità, potrebbe avvicinare all’horror gaming anche i giocatori occasionali.
La recensione di Daylight è stata scritta e curata da Gabriele.Eltrudis per GameStorm.it, pubblicata il 12-05-2014
A leggere la recensione questo gioco pare una copia un po' migliorata di Slender man
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anddbgt
Uhmmm...credevo fosse un titolone,dalla recensione sia solo un bel gioco comunque io lo acquisterò e proverò dato il prezzo così basso.