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Recensione di Chronos: Before the Ashes

Titolo: Chronos: Before the Ashes
Genere: Action-RPG
Piattaforma: Xbox One / PlayStation 4 (Testata) / Nintendo Switch / PC / Stadia
Sviluppatore: Gunfire Games
Produttore: THQ Nordic
Data di uscita: 1 dicembre 2020

Dal VR al piccolo schermo

Lo scorso anno, Gunfire Games ha pubblicato, tramite Perfect World Entertainment, Remnant: From the Ashes, un souls-like di discreta fattura con diverse meccaniche interessanti e apprezzate tanto dalla critica, quanto dall’utenza. La generazione procedurale degli ambienti, la possibilità di impiegare fino a due bocche da fuoco, la modalità cooperativa online e diversi altri elementi caratteristici del titolo ne hanno determinato un discreto successo, con oltre un milione di copie vendute a poco più di quattro mesi dal lancio. Va da sé che un titolo del genere, con una nutrita schiera di fan al seguito, debba vedersi riconosciuto almeno un sequel. Ed è esattamente quello che Gunfire Games ha provveduto a rilasciare in questi giorni… o quasi.

Chronos: Before the Ashes, come il titolo stesso suggerisce, è un prequel. Ma non è neppure questo l’elemento di particolarità intrinseco del titolo in questione, anzi. Ciò che desta curiosità è la natura stessa del titolo, rilasciato per la prima volta nel 2016 (prima ancora che la serie Ashes, a cui è stato ora ricondotto, venisse alla luce) per Oculus Rift VR, con il semplice nome di “Chronos”. Il gioco prometteva ai pochi e fortunati utenti degni di impiegare il visore al massimo del proprio potenziale (il VR, all’epoca, era decisamente meno accessibile e più esoso) un’esperienza quanto più vicina possibile a quella offerta dai titoli From Software, ma con alcuni elementi di specialità, primo fra tutti quello relativo alla telecamera in-game. Non potendo impiegare una visuale in prima persona, non volendo impiegare una telecamera mobile over the shoulder, Gunfire Games optò per un sistema a telecamere fisse (à la Resident Evil) per ovviare al problema del motion sickness.

Il titolo, neanche a dirlo, fu un piccolo successo, tanto da spingere Gunfire Games a riproporlo, in versione riveduta e corretta, anche sugli schermi degli utenti PC e console sprovvisti di visore VR, con THQ Nordic a fornire supporto per quanto concerne la pubblicazione di Chronos: Before the Ashes. Come si comporta la versione console e PC del titolo? Scopriamolo insieme.

Non sei morto, sei solo più vicino alla morte.

Il mondo è in rovina. Un disastroso esperimento ha squarciato il diaframma fra due mondi, un Dragone ha attraversato il varco e causato la distruzione del mondo moderno, così come lo conosciamo. Ma c’è un barlume di speranza: un giovane predestinato, più forte, più intelligente, più scaltro e più abile del Dragone, è in grado di attraversare la faglia con l’aiuto di un misterioso artefatto, che si attiva solamente una volta l’anno. E, se anche dovesse fallire, il Dragone non potrà fare altro che rispedire il predestinato alla sua dimensione di appartenenza, non potendolo uccidere dall’altro lato della faglia. Il giovane è dunque destinato ad affrontare ogni pericolo che si cela al di là del varco e tentare ancora, ancora e ancora, finchè il Dragone non perirà o non sarà il giovane eroe, ormai vecchio e stanco dopo anni e anni di tentativi, a farlo.

La premesssa di Chronos: Before the Ashes è intrigante, sebbene la trama sia inizialmente molto stringata, apparentemente poco più di una scusa per far impugnare al giocatore scudo e spada e inviarlo in missione attraverso il Labirinto, il mondo parallelo creato dal misterioso esperimento all’interno del Ward 17. Progredendo nell’avventura, però, la trama si infittisce e presenta diversi risvolti intriganti, oltre che numerosi rinvii al prequel-sequel, Remnant: From the Ashes. Non sarà necessario aver giocato Remnant per poter fruire senza troppe domande della trama proposta da Chronos (soprattutto perché buona parte della trama segue ancora la struttura concepita nel 2016, ben prima che Remnant fosse in sviluppo), ma i numerosi rimandi e le diverse citazioni rendono ovviamente preferibile giocare il primo capitolo della nuova serie Ashes prima di avventurarsi nel secondo.

Honey, we have Demon’s Souls at home  

Il gameplay di Chronos: Before the Ashes è forse l’elemento del titolo che maggiormente risente delle sue particolari origini come titolo per Oculus Rift VR. E non per motivi prettamente tecnici, come ad esempio quelli legati alla visuale di gioco: la telecamera fissa del titolo originale è stata abbandonata in favore di una normale visuale centrata in terza persona, la classica telecamera impiegata in qualsiasi gioco action-adventure votato all’esplorazione. Gli elementi che tradiscono la natura di Chronos, piuttosto, attengono all’interazione con l’ambiente e al puzzle solving. Ma andiamo con ordine.

Il giocatore, all’inizio della propria avventura, sarà chiamato a scegliere tra un personaggio di sesso maschile e uno di sesso femminile, senza alcuna possibilità di personalizzarne i connotati o l’equipaggiamento, eccezion fatta per l’arma impugnata (che influenza lo stile di combattimento). Sarà possibile infatti scegliere tra una spada (per combattimenti votati all’agilità e incentrati sulle schivate), un’ascia (per combattimenti votati all’uso della forza, incentrati sulle parate). Seguirà poi una breve sezione ambientata all’interno del Ward 17, in cui il giocatore sarà chiamato ad interagire con dei vecchi computer militari per poter riattivare l’artefatto in grado di fargli attraversare la faglia tra le due dimensioni. Questa fase di gameplay è forse la prima a lasciar trapelare la natura originaria del titolo: il giocatore dovrà (rinvenendo e impiegando un dato oggetto) interagire in prima persona con i computer, potendo selezionare le diverse voci presenti a schermo, leggere i diversi log (che, tra l’altro, forniscono un buon apporto alla narrazione del titolo), persino inserire e attivare determinate chiavette di sicurezza allo scopo di sbloccare l’accesso ad un determinato PC. Non è difficile immaginare come, in VR, questo tipo di attività potesse essere molto più interessante, data la possibilità di ruotare la telecamera in prima persona.

Proseguendo nel titolo, una volta attivato l’artefatto, il giocatore potrà impiegarlo per entrare nella dimensione alternativa e viaggiare rapidamente attraverso determinati check-point. Una volta fatto ingresso nel primo (ed unico) check-point disponibile, sarà possibile prendere dimestichezza con il sistema di combattimento, votato al genere Souls-like, apparentemente piuttosto semplicistico all’inizio del titolo. Si tratta di un’apparenza che, purtroppo, si traduce parzialmente in realtà anche per il resto dell’avventura, complici anche delle animazioni legnose e dallo scarso peso. Nonostante la presenza del classico parry, la possibilità di parare o schivare i colpi nemici e di attacchi pesanti e leggeri, il giocatore non ha molte opzioni a disposizione e il semplice avvicinarsi al nemico, parare (o in alternativa effettuare un parry) e colpire ripetutamente l’avversario è un metodo estremamente efficace per liberarsi di molti dei primi nemici di gioco. In momenti successivi del gameplay, al giocatore saranno donate delle particolari abilità che conferiscono poteri elementali. Schivando, parando o effettuando parry sui colpi nemici, il protagonista potrà scagliare un attacco elementale con l’arma. Sarà sufficiente impiegare questi attacchi nel sistema di combattimento per sbarazzarsi, a difficoltà Normale (non Facile, Normale) della stragrande maggioranza dei nemici, eccezion fatta per i Boss. L’eroe potrà curarsi attraverso l’impiego delle Pietre del Drago (e solo con esse: non esistono altri oggetti per le cure), rinvenute nel mondo di gioco e ricaricate ogni volta che accede ad un checkpoint o torna nella dimensione alternativa dopo essere morto.

La semplificazione si estende a tratti anche alla meccanica principe di Chronos, quella che più di ogni altra dovrebbe spingere all’acquisto del titolo: ogni morte del protagonista nel mondo parallelo ne comporta l’invecchiamento di un anno. Il giocatore inizierà la partita controllando un diciottenne, potrà contare su Forza e Agilità tra i 18 e i 40 anni, mentre dovrà affidarsi all’impiego della magia Arcana dai 40 anni in su. Superata questa soglia d’età, il personaggio comincerà ad essere meno agile, più guardingo, ma anche più saggio, potendo contare sull’utilizzo di magie che, spesso, si riducono ad effetti simili a quelli garantiti dal potere elementale. Altra peculiarità del sistema di avanzamento dell’età sarà lo sblocco di determinati perk passivi al raggiungimento di ogni decade di età, dai 20 anni in su. Si tratta di un sistema, su carta, interessante, che però non riesce da solo a rendere questo titolo un must buy per via della scarsa profondità con cui il sistema stesso è implementato. Fortunatamente, la semplificazione non sembra tangere la componente puzzle solving del titolo, che si è rivelata spesso intrigante.

Una transizione complessa

Premessa necessaria: nonostante il titolo sia stato testato su PlayStation 5, quest’ultimo non gode comunque di particolari rifiniture per l’ultima arrivata di casa Sony e, dunque, è stato eseguito in modalità Legacy PS4 Pro. Anche dal punto di vista tecnico, dunque, il titolo è perfettamente identico sia sulle console di corrente generazione, sia sulla scorsa console mid-gen targata PlayStation.

Non che il titolo fosse particolarmente esoso sulla vecchia generazione di console: complice anche la pesante eredità dettata dalle origini di Chronos: Before the Ashes, il titolo si presenta in una veste grafica a metà tra il cel-shaded e il grounded. Il colpo d’occhio è ottimo, ma le ambientazioni, vaste ed evocative, finiscono per apparire spoglie nelle aree più dispersive e leggermente più ricche di dettagli in quelle più contenute. I nemici sono pochi e sparsi nel mondo di gioco, scelte probabilmente dettate, quattro anni fa, dalla necessità di rendere il titolo fluido e nitido su una vasta gamma di PC adottivi di visori VR. L’atmosfera restituita dal titolo è votata alla desolazione, ma la palette cromatica accesa e vibrante in determinati momenti finisce per cozzare con l’atmosfera restituita.

Complice un comparto tecnico votato al compromesso, il titolo non fa fatica a raggiungere un frame-rate più che stabile anche sulle versioni base e slim di PlayStation 4 e non ha dato alcun problema in fase di esecuzione. Lo spazio occupato su disco pari a 6 GB ed un prezzo di lancio di 29,99 €, unito ad una narrazione che, tutto sommato, ha del mordente, ad alcuni sistemi di gioco interessanti, ma poco approfonditi, e ad un comparto tecnico un po’ povero, ma che comunque svolge il proprio dovere, non può far altro che spingerci a consigliare (molto) tiepidamente questo titolo, soprattutto a prezzo scontato.

In Sintesi:

Chronos: Before the Ashes è l’ultimo, curioso ritrovato di Gunfire Games. Pubblicato da THQ Nordic il primo dicembre di quest’anno, il titolo vede protagonista un giovane eroe senza nome, chiamato a viaggiare attraverso una dimensione alternativa per uccidere il Dragone, creatura mitologica che, apparsa a seguito di un esperimento all’interno del Ward 17, ha portato alla rovina il mondo moderno.

Il gameplay segue la falsariga del più classico dei souls-like, ma con diversi elementi di specialità, primo fra tutti quello legato all’età del protagonista, che avanza di un anno ad ogni morte nel corso dell’avventura, portando con sé determinati perk passivi e determinati effetti sul progredire e sull’effettività delle statistiche. Il gameplay del titolo nel suo complesso, però, risulta essere eccessivamente semplificato, fornendo poche opzioni al giocatore.

Il comparto grafico, così come diverse parti del gameplay, paga il pegno dovuto dalle origini VR del titolo. Le atmosfere evocative del titolo sono minate alle fondamenta da un senso di vuoto e di desolazione che, purtroppo, non è restituito dalla palette cromatica impiegata in più di un’occasione. Chronos: Before the Ashes è un titolo nato dal compromesso e che ne mostra tutti i segni. Al prezzo di lancio di 29,99 €, però, è veramente difficile non consigliarlo almeno tiepidamente, per lo meno in sconto, considerati i pregi del titolo.

Pregi:

  • Narrazione intrigante, nonostante le lente fasi iniziali.
  • Alcune meccaniche, tra cui il progredire dell’età del protagonista, trainano quasi da sole il titolo.
  • Il mondo di gioco è variegato ed evocativo. 

Difetti:

  • Gameplay eccessivamente semplificato.
  • Comparto grafico inadeguato in alcuni punti.
  • I quattro anni sulle spalle si sentono tutti.

VALUTAZIONE COMPLESSIVA: 6,8

La recensione di Chronos: Before the Ashes è stata scritta e curata da KentuckyFriedG per GameStorm.it, pubblicata il 20-12-2020

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