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Recensione di Catherine: Full Body

Titolo: Catherine Full Body
Genere: Adventure, Puzzle
Piattaforma: PlayStation 4 (testata), PlayStation Vita (solo in Giappone)
Sviluppatore: Studio Zero
Produttore: Atlus
Data di uscita: 3 settembre 2019

 

Hai mai (ri)fatto un sogno in cui... morivi?

Rivivere un’esperienza di gioco sostanzialmente analoga, può offrire emozioni nuove, più forti, a circa otto anni di distanza? Catherine: Full Body, riedizione dell’Anime/Rompicapo di Atlus e Studio Zero è la dimostrazione evidente che la percezione di un media può dipendere dallo status di chi lo “assorbe”, da una serie di elementi che vanno dal vissuto alla condizione mentale e fisiologica in quel preciso momento.

Catherine, nel 2011, si è proposto come un prodotto riuscito e sorprendente da un punto di vista ludico ma, allo stesso tempo, profondo nei contenuti e coinvolgente per il modo in cui li ha proposti.

Parliamo di un’opera in grado di far riflettere su tematiche mai scontate, sui valori di responsabilità, sincerità, sacrificio e fedeltà. Argomenti che, non c’è bisogno che lo evidenziamo noi, hanno un’identità etica oggettiva ma una percezione e una manifestazione assolutamente soggettiva.

Full Body punta a trasmettere le stesse sensazioni ma si propone arricchito a 360° e più bello visivamente; rigiocarlo ad anni di distanza ci ha permesso di viverlo con una maggior consapevolezza.

Si tratta, però, di una semplice percezione diversa di un prodotto già in passato capace di smuovere gli animi o di un’edizione che, anche sul lato contenutistico, merita di essere giocata in questa sua nuova veste?

Superare i blocchi della vita

Catherine è una costante metafora che spazia tra un’ansiogena realtà e una contorta dimensione onirica.

“EDGE” (ripetuto costantemente nelle fasi di gioco) indica quando due blocchi stanno attaccati sorreggendosi l’un l’altro. Cosa accade se, per una causa esterna o per propria volontà manca quel bordo di contatto? Il crollo.

Il protagonista, Vincent Brooks si trova, a 32 anni, al culmine di un percorso di maturazione e di crescita che ha il terrore di accettare: la sua insoddisfazione personale, la paura di perdere la sua routine e le sue zone-comfort.

Con fare accomodante e schivando i rischi galleggia in un’esistenza non soddisfacente che, però, sembra essere ciò che vuole. Il suo mondo crolla improvvisamente quando Katherine McBride, fidanzata storica, esprime la voglia di un futuro concreto che comporta, per Vincent, l’assumersi le responsabilità e le pressioni di una vita “adulta”.

“L’Amore è un momento della vita, un sogno e, a volte, un sogno doloroso.”

Tutto si complica ulteriormente con la comparsa della sensuale Catherine. Debole e confuso, Vincent tradisce la sua compagna, dando il via ad una serie di eventi che portano il giocatore ad avvertire nel profondo sentimenti come il senso di colpa, la mancanza di fiducia, la paura di prendere una posizione e tanta, tantissima confusione mentale su quale atteggiamento, al di là dell’etica, possa essere giusto o sbagliato.

Full Body aggiunge a tutto ciò un nuovo personaggio, l’enigmatica e dolce Rin. La sua story-line è perfettamente integrata fin dall’incipit, al punto da essere introdotta già dalla prima sequenza del gioco.

Rin, in fuga da una figura misteriosa che le dà la caccia, viene casualmente salvata da Vincent ma ha perso completamente la memoria. Ricorda solamente il suo nome e il piacere di suonare il pianoforte. Inizia, così, a lavorare allo Stray Sheep, il bar dove Vincent, i suoi amici e personaggi “secondari” proposti dalla trama trascorrono la maggior parte del tempo. Diventa, inoltre, la “ragazza della porta accanto” del protagonista.

Il dualismo del capitolo originale si trasforma in un trittico: Inferno, Purgatorio, Paradiso.

Catherine, seduttrice dal fare psicotico, affascina… è l’incarnazione del “peccato” o di una rinascita?

Katherine rischia di essere soffocante, un limbo, un processo di espiazione dei peccati, un costante rivivere il senso di colpa per gli errori fatti… o è la continuità da preservare per giungere alla maturazione e alla felicità?

Rin permette di assistere ad un percorso totalmente diverso nel quale Vincent sembra, finalmente, una persona dotata di un cervello: libero dalla frivolezza e dall’ignavia può contare su di lei per un futuro più sereno?

In questo quadrilatero amoroso non esiste una soluzione giusta o sbagliata: il giocatore "subisce" e condiziona attivamente l’evoluzione degli eventi, sentendosi sotto pressione, avvertendo emozioni che dimostrano quanto Catherine, anche con la sua riedizione Full Body, sia un’opera capace di rompere la quarta parete.

“Solo gli uomini migliori tradiscono. Tutte le donne vanno dietro ai maschi di qualità superiore.”

Non esiste veramente un giusto o sbagliato in senso assoluto: Catherine va giocato con coinvolgimento e seguendo il flusso di pensiero personale.

Un consiglio, nella vita reale non tradite, non mentite… fa male subirlo, fa schifo farlo.

In termini narrativi la consapevolezza di Vincent matura attraverso gli incubi che, durante la notte, lo coinvolgono in una “scalata verso la salvezza”: alcune morti misteriose nel mondo reale hanno colpito uomini con un vissuto simile a quello del protagonista.

“Un sogno è qualcosa che scomparirà a prescindere da quanto si desidera credervi.”

Catherine: Full Body, infine, non solo integra con naturalezza e coerenza il filone narrativo di Rin ma aggiunge anche una grande quantità di sequenze alle story-line base, con flashback, dialoghi e nuovi finali alternativi legati a Katherine e Catherine (13 in totale: una buona rigiocabilità per un’avventura di circa 12-15 ore).

Sotto pressione di giorno, un incubo di notte

In merito al comparto ludico Catherine: Full Body salta, a intervalli regolari, tra un’avventura grafica e il puzzle-game. Nella “vita reale” si ha il controllo di Vincent nelle sue ore passate allo Stray Sheep. La maggior parte delle azioni che è possibile fare in questo “simil-hub” funge da pretesto narrativo permettendo alla storia di evolversi, in base alle decisioni del giocatore, e di definire il proprio status all’interno di un Karma-Meter. Dialogare con i presenti (valutando se aiutarli nei loro problemi), rispondere ad alcune domande e ai messaggi che arrivano sullo smartphone, scegliere se accettare una chiamata in arrivo, sbirciare alcune foto più o meno “piccanti”, sono alcune azioni che stabiliscono la posizione dell’ago della bilancia.

È possibile anche ordinare da bere e riempire un apposito indicatore: lo stato di ebbrezza non ha effetti, se non estetici, nelle attività diurne ma incrementa la rapidità delle movenze nell’incubo. Inoltre, una simpatica meccanica permette di conoscere, svuotando il bicchiere, interessanti informazioni e curiosità su drink, cocktail e bevande alcoliche in generale.

Le possibilità offerte durante le giornate al Bar includono il jukebox, che consente di cambiare la musica riprodotta nel locale (ora presenti anche le splendide musiche provenienti da Persona 5) e il cabinato Rapunzel (ora Super Rapunzel), sostanzialmente una riproduzione minimale di quello che è il rompicapo effettivo del gioco: l’Incubo di Vincent.

Il cuore del gameplay è proprio rappresentato dai sogni del protagonista. La tipologia del rompicapo è la medesima immediata e ingegnosa proposta nel 2011: raggiungere il vertice di una torre composta da blocchi cubici prima che crolli, spostandoli e organizzandoli per formare una scala. Rapidità di analisi, pensiero laterale e manualità sono skills che il giocatore migliora stage dopo stage, grazie ad una buona organizzazione della curva di apprendimento. Il livello di sfida, piuttosto blando in “easy”, cresce notevolmente già alla difficoltà normale e, con l’inserimento nelle fasi più avanzate di cubi “speciali” (ghiaccio, trappole, bombe, etc.), la situazione non è delle più semplici. Il tutto risulta di certo stimolante per gli amanti dei puzze-game ma potrebbe scoraggiare chi, invece, è attratto dalla sola componente narrativa di Catherine. Niente paura, c’è la possibilità di facilitare il tutto annullando le ultime azioni fatte (Undo) e, nella nuova “Modalità Sicura”, osservando la scalata che procede in automatico o skippandola totalmente (Autoplay disponibile già alla prima run). Ovviamente, non consigliamo di perdersi una componente ludica tanto geniale… ma è pur sempre una possibilità in più concessa.

“La vita è come un enigma senza soluzione.”

Ogni incubo è composto da più stage, l’ultimo dei quali presenta una boss-fight dove gli ostacoli alla scalata diventano più “crudeli”.

Al termine di ogni livello è presente un “hub” onirico nel quale è possibile conversare con le altre vittime della maledizione, imparare nuove tecniche di arrampicata, salvare i progressi (funzione disponibile anche durante il giorno utilizzando lo smartphone di Vincent), e acquistare utili potenziamenti (sparsi e ottenibili anche negli stage).

L’intrigante meccanica delle domande nel confessionale tra una scalata e la successiva ha subito qualche variazione: in questa riedizione le risposte ai quesiti sembrano maggiormente impostate su “Moralmente Giusto o Sbagliato”. In questo senso, viene penalizzato quell’alone di mistero offerto dall’opera originale e le scelte del giocatore possono essere maggiormente condizionate dalla sua volontà di procedere verso il finale desiderato e non frutto del suo reale pensiero.

Full Body introduce Rin anche nelle meccaniche di gameplay: il suono del suo pianoforte, quando Vincent è in difficoltà, rallenta il crollo della struttura, fornendo al giocatore del tempo aggiuntivo per organizzare la giusta mossa.

Accanto alla modalità Classica è stata inserita la Remix, nella quale si deve generare il percorso per la vetta spostando “composizioni di blocchi” di forme differenti; si tratta di un’alternativa carina ma che in determinate situazioni sembra offrire un numero minore di soluzioni dell’enigma, quasi obbligate e meno “frutto dell’ingegno del giocatore”, rispetto a quanto proposto dai puzzle ordinari.

Il nuovo Catherine espande il numero dei livelli ad oltre 500 (anche il Cabinato evolutosi in “Super Rapunzel” ha nuovi stage e la Remix-Mode), consente ai giocatori di ripassare le strategie di scalata nei punti di salvataggio, rende le vite illimitate e trasforma la funzionalità dei Cuscini, ora utili per accumulare possibilità di Undo.

Sono, infine, disponibili fin da subito le modalità Babel e Colosseum. La prima permette di sbloccare ulteriori dettagli sulla storia completando tutti i livelli; ogni scalata è piuttosto lunga e i blocchi cambiano posizione ad ogni partita. Non è un’esperienza semplice e richiede buona padronanza delle meccaniche e delle tecniche ma rappresenta un’ottima alternativa, soprattutto post end-game, tanto più visto che è giocabile anche in co-op con un altro player. La seconda è la modalità competitiva, utilizzabile in locale e online.

Vino di buona annata

Sul lato puramente estetico Catherine: Full Body non modifica radicalmente quanto visto nell’edizione originale ma lo impreziosisce rifinendo il cel-shading di modelli e texture, per personaggi e ambientazioni. Le già ottime sequenze filmate in stile anime, a cui si aggiungono i flashback del rapporto tra Vincent e Katherine, sono state estese e contestualizzate per rendere armoniosa la presenza di Rin.

Nel complesso non parliamo di un miracolo tecnico ma l’impatto visivo è piacevole, testimonianza di un attento lavoro di rifinitura su un prodotto comunque “invecchiato bene”.

Niente da eccepire in merito al comparto sonoro: i doppiaggi in lingua inglese e nipponica, con testi localizzati in italiano, sono perfetti (sta al giocatore selezionare quale ritiene più piacevole) e le musiche, arricchite dalla bellissima Tomorrow, theme di Rin, e dalle tracce di Persona 5 sono sempre un piacere per l’udito.

Vogliamo chiudere questa recensione con un’informazione di servizio fornita gentilmente dal gioco:

“Avrai sicuramente sentito parlare di "pancia da birra", ma sapevi che in realtà la birra non fa ingrassare? La birra ha un contenuto calorico relativamente basso e favorisce la diuresi, facendo in modo che le calorie non si accumulino e rendendo quindi difficile l'aumento di peso. Però, dato che per scomporre l'alcol sono necessari carboidrati, e che la schiuma della birra aumenta l'appetito... Tutti questi fattori insieme inducono a consumare cibo e di conseguenza... ecco che compare la pancia da birra!”

In sintesi:

Catherine: Full Body parte da un'ottima base. Se l’opera originale non è riuscita a raggiungere il successo che meritava, rimanendo confinata ad un’utenza più di nicchia, questa riedizione gli dà una seconda chance. Non si tratta, però, di una semplice rivisitazione estetica. Full Body è, appunto, “più corposo” soprattutto da un punto di vista narrativo: il team di sviluppo ha inserito la story-line di Rin con un’armonia tale che si potrebbe pensare che fosse presente già nel 2011. Seppur meno criptico sulle scelte morali, l’intreccio si mantiene accattivante e si arricchisce con finali alternativi e sequenze flashback. Il gameplay, pur rivisto in alcune meccaniche e impreziosito della Modalità Remix, è nel complesso il medesimo, e si comporta egregiamente nella sua “apparente” immediatezza. Se proprio non va a genio, inoltre, è possibile evitarlo per godersi solamente la storia. Grazie anche ad un’estetica più “pulità” e ad una colonna sonora che include nuove tracce, Catherine: Full Body offre un degno “replay” a chi aveva già condotto Vincent verso la salvezza ed è il miglior modo di addentrarsi per la prima volta nel suo mix di incubi e intrighi amorosi. In fondo… sarà pure una Pecora, ma di certo non la Pecora Nera.

Pregi:

  • È Catherine ma più corposo.
  • Le vicende di Rin inserite con grande naturalezza…
  • La Modalità Remix è una valida alternativa…

Difetti:

  • È comunque Catherine, a prezzo pieno.
  • … ma le scelte morali risultano meno criptiche.
  • … ma il concept classico rimane superiore.

VALUTAZIONE COMPLESSIVA: 8,5

La recensione di Catherine: Full Body è stata scritta e curata da G-PqV per GameStorm.it, pubblicata il 27-09-2019

Commenti sulla recensione (1)

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Commenti
avatar di urlex
22-10-2019
urlex

Gioco veramente originale e da provare. Hanno fatto bene ad aumentare le modalità di gioco per un pubblico che ama soprattutto la storia.

0
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Catherine: Full Body

  • Immagine della copertina del gioco Catherine: Full Body per PlayStation 4

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Valutazione del gioco 9

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