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Recensione di Call of Duty: Black Ops Cold War

Titolo: Call of Duty: Black Ops Cold War
Genere: Sparatutto in prima persona
Piattaforma: Xbox One / PlayStation 4 (Testata) / Xbox Series X|S / Playstation 5 / PC
Sviluppatore: Treyarch – Raven Software
Produttore: Activision
Data di uscita: 13 novembre 2020

He’s back, and he’s Black (Ops)

It’s the most wonderful time of the year. O per lo meno, di questo 2020 decisamente travagliato in moltissimi settori tra cui rientra, ahinoi, anche quello videoludico. Il lancio delle console di nuova generazione di casa Microsoft e Sony porta sulle spalle tutto il peso delle vicende che, dall’inverno 2019, hanno interessato la popolazione mondiale. Le innumerevoli difficoltà sul posto di lavoro, sul piano logistico e sull’organizzazione a livello internazionale ha influito non poco sul lancio di PlayStation 5 e Xbox Series X (ed S), proiettandole fin dal loro reveal in una dimensione nebbiosa fatta di incertezze e tentennamenti. L’incertezza che colpisce persino la possibilità di accaparrarsi uno dei due sistemi next-gen, però, non sembra interessare una delle tradizioni più risalenti del gaming tripla A delle ultime generazioni: le release concentrate nel mese di novembre.

It’s the most wonderful time of the year, al di là dell’inizio di una nuova generazione di console, perché finalmente il giocatore può tastare con mano le promesse fatte dagli sviluppatori all’E3 di ogni anno e mettere a dura prova il pad spendendo ore e ore sugli ultimi videogiochi acquistati. Sebbene, quest’anno, la scelta è leggermente meno nutrita del previsto (con Cyberpunk 2077 che, purtroppo, ha saltato l’appuntamento di novembre), i soliti noti sono comunque sempre presenti all’appello. E così, tra un Assassin’s Creed di qua e un DIRT di là, passando anche per Yakuza e Spiderman, l’imbarazzo della scelta è davvero forte, soprattutto se quest’ultima deve in qualche modo giustificare anche l’acquisto di uno dei due sistemi di nuova generazione.

Considerate le premesse, dunque, non poteva assolutamente mancare all’appello anche Activision, accompagnata dal suo franchise di punta che, di recente, sembra aver toccato le corde giuste per milioni di giocatori. Il recentissimo Modern Warfare ha fatto intraprendere al franchise un percorso più focalizzato rispetto al passato, con il ritorno ad ambientazioni più contemporanee accompagnate dall’abbandono delle meccaniche più fantasiose (come la corsa sui muri o i doppi salti) sperimentate all’inizio dell’ultima generazione di console. Ebbene, l’ultimo capitolo sviluppato da Treyarch (in collaborazione con Raven Software) sembra proseguire sulla falsariga impostata da Infinity Ward proprio lo scorso anno. Call of Duty: Black Ops Cold War si propone come ponte diretto rispetto al primissimo installment dell’omonima parentesi (Black Ops, rilasciato nel videoludicamente lontano 2010) e riporta i giocatori negli anni ’80, sul finire della guerra fredda, nel mezzo di una fitta rete di operazioni clandestine e tentativi di colpi di stato.

It’s the most wonderful time of the year, perché finalmente novembre è arrivato e Call of Duty: Black Ops è di nuovo tra noi. 

Sei Perseus?

Gennaio 1981. Russell Adler, Alex Mason e Frank Woods sono in missione per conto della CIA ad Amsterdam, sulle tracce d un terrorista collegato alla recente Crisi degli ostaggi in Iran, Qasim Javadi. Fatta irruzione nel suo nascondiglio, gli agenti della CIA si ritrovano in uno scontro armato con gli alleati di Javadi, che tentano con ogni mezzo di trovare una via di fuga. Sfortunatamente per lui, al termine di un inseguimento fra i tetti della città olandese, Mason lo raggiunge e riesce ad estorcergli il nome e la location del leader dei terroristi iraniani, Arash Kadivar, impegnato in uno scambio all’aeroporto di Trebisonda in Turchia. 18 ore dopo Mason, Adler e Woods lo rintracciano ed uccidono, facendo esplodere l’aereo cargo con cui Kadvar stava tentando di lasciare il paese.

Kadvar, prima di morire, avverte Adler e compagni: oltre che il leader dei terroristi iraniani, Arash era una semplice pedina nelle mani di Perseus, una leggendaria spia Sovietica che, a detta sua, “vedrà l’Occidente bruciare”. Questa informazione porterà la CIA ad ingaggiare una nuova operazione clandestina. Il Presidente degli Stati Uniti, Ronald Reagan, viene informato della minaccia che Perseus costituisce per l’occidente e consente a Russell Adler e a Jason Hudson di reclutare Mason, Woods, Lawrence Sims, Lazar Azoulay e l’agente dell’MI6 Helen Park, assieme ad un agente specializzato in operazioni clandestine conosciuto semplicemente, attraverso l’unico dettaglio tralasciato nei file secretati, con il nome in codice “Bell”.

Nella campagna proposta da Black Ops Cold War, il giocatore vestirà proprio i panni di Bell, protagonista senza nome, e sarà anzi chiamato a personalizzarne alcuni aspetti. Attraverso una semplice suite di creazione del personaggio, ci sarà chiesto di indicarne nome e cognome, carnagione, genere e tratti della personalità (fino ad un massimo di due, che forniranno diversi bonus sul campo di battaglia, dalla possibilità di portare munizioni extra ad un lieve aumento della velocità in sprint). E così, il nostro Nino “Bell” D’Angelo dal temperamento violento (danno dei proiettili aumentato del 25%) e dal forte spirito di sopravvivenza (salute aumentata del 25%) si unisce al resto della squadra nella Safehouse E9 della CIA, ripercorrendo insieme a loro i passi falsi di Perseus, dalla primissima volta in cui ha intercettato le operazioni clandestine degli agenti americani in Vietnam, dieci anni prima.

La Modalità Campagna di Call of Duty: Black Ops Cold War, curata da Raven Software, riprende quanto di buono già proposto nel precedente capitolo a livello di meccaniche e interazioni e lo ripropone in nuove ambientazioni, con nuove sequenze da film di Michael Bay e una struttura leggermente più aperta. Diverse missioni sono ambientate in mappe con un certo margine di libertà d’esplorazione, prevedendo addirittura delle vere e proprie missioni secondarie una volta ottenuti determinati indizi. Ritornano le scelte di dialogo già intraviste nella campagna di Black Ops II, sebbene con un impatto ben più limitato nei confronti del finale, raggiungibile nel giro di cinque o sei ore di gioco, che cambia in virtù di una scelta completamente binaria. Ciononostante, la campagna fa egregiamente il proprio lavoro: da un lato, intrattiene il giocatore e gli fornisce più di una scusa per avviare il gioco o per restare in partita quando il gioco in multiplayer diventa troppo acceso, dall’altro mostra i muscoli del motore di gioco attraverso dettagli ed ambientazioni.

Spara, Lello, Spara!

Ad ogni modo, in qualsiasi Call of Duty di recentissima memoria la Campagna ha sempre rappresentato un elemento “di background”, un mero pretesto per introdurre il giocatore alle meccaniche di base e al gameplay loop che caratterizzerà (seppur con diverse differenze) anche le diverse modalità multiplayer, che rappresentano ormai l’offerta principale del titolo ed il motivo principale del suo acquisto. Nonostante presenti un’ottima e frenetica modalità campagna, Call of Duty: Black Ops Cold War rispetta i canoni della serie e offre un discretamente variegato comparto multiplayer, vera e propria portata principale di qualsiasi Call of Duty degno di questo nome.

Il moment to moment gameplay proposto da Treyarch quest’anno è profondamente diverso da quello offerto da Infinity Ward nella scorsa iterazione del brand: diversi elementi che conferivano profondità (come, banalmente, la fisica balistica applicata ad ogni singolo colpo) sono stati abbandonati in favore di un ideale “ritorno alle origini”, un vero e proprio salto nel passato che, nel bene o nel male, ci proietta dritti dritti nel 2010 degli FPS in multiplayer online. I match online in Black Ops Cold War sono veloci, frenetici e quasi claustrofobici, decisamente più immediati rispetto a quanto visto e sperimentato in Modern Warfare. Il gameplay è estremamente familiare per chi ormai ha una discreta confidenza con la serie targata Activision (o con gli FPS frenetici in generale), con alcuni elementi di novità (le Killstreak, ad esempio, sono state sostituite dalle Scorestreak: a seconda del punteggio accumulato nel corso del match – non più delle kill accumulate prima di morire – al giocatore sarà concesso l’uso dell’UAV, dell’elicottero d’assalto, del bombardamento al napalm e così via).

Le modalità previste dal gioco sono quelle classiche (Team Deathmatch, Search and Destroy, Kill Confirmed, Domination), accompagnate da alcune novità, come la modalità Fireteam (presente, al  momento, nella sola variante Dirty Bomb) in cui due squadre di giocatori dovranno piazzare e detonare delle cariche all’uranio per accumulare punti, oppure la modalità Combined Arms (già presente in Modern Warfare sotto il nome di Guerra Terrestre), che pone l’accento sulla cattura di obiettivi in mappe molto ampie (in modo non dissimile da quanto accade nella principale modalità multiplayer offerta dai vari Battlefield).

L’offerta multiplayer di Call of Duty: Black Ops Cold War può apparire, in un primo momento, piuttosto ricca, ma ad apparenza non sempre corrisponde sostanza. L’offerta al lancio di Black Ops Cold War, in termini di mappe, risulta essere inferiore alle aspettative: le undici mappe presenti nel momento in cui si scrive questa recensione (inclusa Nuketown ’84, appena rilasciata) si prestano volentieri ad una fruizione “mordi e fuggi”. Nel momento in cui, però, ci si immerge in sessioni in multiplayer più lunghe e consistenti (magari in Party con qualche amico), lo scarso numero di mappe si traduce in un’altrettanto scarsa rotazione delle medesime, il che a sua volta si traduce in una certa ripetitività. Ripetitività che non viene, purtroppo, mitigata a sufficienza dall’inclusione di modalità di gioco più peculiari (come Scorta VIP) o di Warzone, la svolta Battle Royale di Call of Duty che, quest’anno, accompagna il titolo sin dal lancio.

La presenza della modalità Zombie è ovviamente una welcome addiction (anche se, dopo una lunga tradizione Treyarch, si tratti più di semplice aspettativa piuttosto che di gradita sorpresa). L’unica mappa presente al lancio, Die Maschine, presenta un design articolato e profondo, con diversi obiettivi secondari utili all’ottenimento di determinati potenziamenti. La modalità in sé rappresenta un vero e proprio “back to basics”, un ritorno al passato forse eseguito in modo eccessivamente maniacale. La modalità Zombie, oggi come allora, riesce a dare il meglio di sé in compagnia di un gruppo di amici, ma ciononostante conserva lo stesso paradigma osservato dal multiplayer di Black Ops Cold War: scarsità di contenuti al lancio, ritorno alle origini che si traduce in eccessiva semplificazione, necessità urgente di ulteriori contenuti. Publisher e sviluppatori hanno, da questo punto di vista, messo le mani avanti prima ancora della release del gioco: tutti i DLC post lancio saranno gratuiti per i possessori del gioco. La speranza è che, con l’introduzione di una buona mole di contenuto, il titolo possa rimediare a tutti i piccoli difetti elencati in questo paragrafo, la cui somma si traduce in un grave problema in termini di ripetitività.   

Bello su PS4, spettacolare su PS5. Enorme su entrambe.

Se la modalità multiplayer non ha convinto senza remore chi vi scrive, il comparto tecnico di Call of Duty: Black Ops Cold War è indubbiamente uno dei maggiori punti di forza del titolo. L’IW Engine viene impiegato in modo egregio e dona all’ultima iterazione del franchise un look veramente convincente, nonostante la natura cross-gen del titolo avrebbe potuto far presupporre diversamente, sia sulle console di scorsa generazione che su quelle next-gen. Su PlayStation 4 Pro il titolo viene eseguito in risoluzione dinamica (con interfaccia renderizzata in 2160p, con il resto dell’immagine molto più vicino ai 1440p che ai 2160p) e frame-rate cappato a 60 FPS. Il target spesso non viene raggiunto in modalità multiplayer e ancor meno di frequente in modalità campagna, con un frame-rate ballerino che si attesta, il più delle volte, intorno ai 50-55 FPS. Discorso simile per PlayStation 4 Fat e Slim, che riescono ad eseguire il titolo ad una risoluzione (dinamica) di 1080p con risultati molto vicini in termini di frame-rate. Su entrambi gli stop-gap della scorsa generazione, il titolo mostra i muscoli con effetti particellari, ombre e texture di ottima fattura. Chiude il quadro l’impiego degli Screen Space Reflections per sopperire all’impossibilità di impiegare il Ray Tracing sulla linea PlayStation 4.

Ray Tracing che, invece, inizia timidamente a mettersi in mostra sulle console next-gen con risultati da urlo. Il titolo viene eseguito in 2160p dinamici a 60 (o 120, se si rinuncia al Ray Tracing e all'effettistica avanzata) FPS granitici, sia in modalità campagna che nelle diverse modalità multiplayer, e si presenta (ovviamente) nella sua veste migliore proprio su PlayStation 5 e Xbox Series X (oltre che su PC di fascia enthusiast). Le fonti di luce, dirette ed indirette, rimbalzano su ogni superficie in modo verosimile (non necessariamente realistico: spesso e volentieri si forma il classico “effetto bagnato” che ha caratterizzato i primi esperimenti con il Ray Tracing), persino sull’arma da fuoco impugnata dal nostro personaggio. Le texture, gli effetti particellari e le ombre sono presentate ad una risoluzione più alta e, inoltre, il Ray Tracing rende possibile l’elaborazione delle ombre sfumate anche su console. Il tutto, lo ripetiamo, a 60 FPS.

Nota di demerito va allo spazio su disco occupato da Call of Duty: Black Ops Cold War. Mentre su PlayStation 4 il titolo si attesta intorno a valori tutto sommato ragionevoli (80 GB, in linea con diversi altri prodotti Tripla A di fine generazione), che non destano particolari preoccupazioni considerati i tagli di memoria disponibili su console, fino a 1 TB, e la possibilità di impiegare Hard Disk Esterni a costi irrisori, su PlayStation 5 il titolo occupa, alla data di oggi, ben 150 dei 667 GB disponibili sull’SSD interno (e, al momento, ancora non espandibile) della console.

In Sintesi:

Call of Duty: Black Ops Cold War è l’ultima, promettente iterazione dell’ormai storico franchise di casa Activision. Sviluppato in tandem da Raven Software (che cura la modalità campagna) e Treyarch (che si occupa delle diverse modalità multiplayer), il titolo proietta il giocatore negli ultimi anni della Guerra Fredda, con una modalità Campagna che vede il giocatore ingaggiato dalla CIA per scongiurare un complotto ordito ai danni dell’intero mondo occidentale.

Il gameplay del titolo ricalca i dettami classici della serie, pescando a piene mani dall’esperienza online che ha caratterizzato la seconda metà della settima generazione di console. Complice questo “ritorno di forma” ed una selezione di mappe poco nutrita, il gioco potrebbe diventare alla lunga ripetitivo nelle diverse modalità multigiocatore online. Fortunatamente, la promessa di DLC gratuiti da parte di publisher e sviluppatori fa ben sperare circa il futuro del comparto multiplayer di Black Ops Cold War.

Il comparto tecnico spreme a dovere le console di vecchia generazione, restituendo un framerate altalenante (seppur molto vicino ai 60 FPS) a fronte di un risultato grafico davvero convincente, indipendentemente dalla console old-gen posseduta. Ancor più convincente è la resa su PlayStation 5: 2160p (dinamici, ma poco ballerini) a 60 FPS con tanto di Ray Tracing a restituire ancora più dettaglio al mondo di gioco. Neo non trascurabile del prodotto è lo spazio su disco occupato, che su PlayStation 5 raggiunge i 150 GB, prendendo in ostaggio quasi un quarto dello spazio disponibile sulla console.

Pregi:

  • Campagna divertente ed estremamente cinematografica, dalla discreta rigiocabilità…
  • Comparto grafico che non sfigura nemmeno su PlayStation 4 Fat o Slim…
  • Il ritorno del multiplayer “classico” della serie Black Ops…
  • Promessa di DLC gratuiti post-lancio.

Difetti:

  • …ma dalla scarsa durata.
  • … al netto di un Framerate ballerino.
  • …che risulta, però, semplificato e scarno nelle prime settimane dal lancio.
  • Modalità Zombie che comincia a mostrare i segni del tempo.
  • Lo spazio su disco.

VALUTAZIONE COMPLESSIVA: 7,5

La recensione di Call of Duty: Black Ops Cold War è stata scritta e curata da KentuckyFriedG per GameStorm.it, pubblicata il 25-11-2020

Commenti sulla recensione (2)

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Commenti
avatar di strangler
30-08-2021
strangler

Bello bello bello, ma alla lunga ripetitivo

0
avatar di AlessandroFenu
08-02-2021
AlessandroFenu

ok mi sono deciso di giocare gratis giochi costano molto vendite

0
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Call of Duty: Black Ops Cold War

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