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Recensione di The Witch and the Hundred Knight

Titolo: The Witch and the Houndred Knight
Genere: action RPG
Piattaforma: PS3
Sviluppatore: Nippon Ichi
Data di pubblicazione: 21 Marzo 2014

Gli sviluppatori di Nippon Ichi, dopo essersi dilettati per circa un decennio sulla serie Disgaea che, per chi avesse vissuto l’ultimo periodo su Marte o pianeti limitrofi, rappresenta uno dei più famosi esponenti degli RPG a turni di stampo giapponese, hanno finalmente deciso di intraprendere nuove avventure con titoli come il già recensito the Guided Fate Paradox e questo The Witch and the Houndred Knight (da qui in avanti, per gli amici più stretti, TWATHK) il quale ha l’ulteriore ambizione di tentare di portare in alto il nome del proprio team di sviluppo all’interno di un nuovo genere, quello degli action RPG.

Il passaggio al nuovo genere, come vedremo, ha tuttavia portato a un prodotto che soffre di difetti di inesperienza degli ideatori che, forti della capacità accumulata sul campo amico dei titoli tattici, non sono stato altrettanto capaci nel ribaltare il tutto all’interno del nuovo ambito.  Ma andiamo con ordine.

Noioso

La prima caratteristica che emerge da questo TWATHK è la trama: nonostante non ci sia tutta questa necessità di un filo conduttore che amalgami tra di loro le fasi di combattimento, nonostante il gioco sia piacevolmente giocabile anche senza narrazione, nonostante sia addirittura il gioco a reclamare una narrativa snella e sbrigativa per fare posto all'azione, è proprio qui che Nippon Ichi ha commesso il primo errore riproponendo in toto lo stesso approccio che era stato utilizzato con Disgaea, ovvero inserendo una trama prolissa e tremendamente invasiva, una estrema caratterizzazione dei personaggi (anche se a causa di una caratterizzazione superficiale dei personaggi il risultato è qualche gradino sotto rispetto alla produzione sorella tattica). Il problema, in questo caso, è che è il gameplay in primis a reclamare azione, combattimenti frenetici e ritmo forsennato, mentre il tutto è bloccato da una ventina di minuti di testo in cui gli autori tentano in ogni modo di strappare un sorriso stentato con un dialogo tanto improbabile quanto surreale, dialogo che tuttavia sarebbe tranquillamente sintetizzabile in un paio di minuti al massimo di efficace dialogo.

Ad aggravare ulteriormente la situazione ci pensa la visuale durante le scene d’intermezzo, incapace di cogliere alcuna espressione facciale e quindi mancando l'obiettivo di dare maggiore spessore alla narrativa.

Combo

Archiviato il primo momento di sconforto, eccoci ad assaggiare finalmente il gameplay che, come ogni creazione targata Nippon Ichi, riesce sempre a regalare soddisfazioni.

Nei panni del vostro personaggio vi vedrete girovagare allegramente per le ambientazioni tra cui foreste, paludi, villaggi e castelli, alla caccia di nemici da abbattere tra cui figurano mostri, cavalieri, fantasmi, animali, persone, streghe e così via. Ogni cadavere lascerà al suolo oggetti che potrete raccogliere, e ovviamente tanto grossi e cattivi saranno i caduti, tanto remunerative saranno le loro resta.

A vostro supporto avrete un sistema di combo che vi consentirà di combinare fino a 5 attacchi diversi, anche composti di altrettante armi. Tra queste figurano martelli, lance, bastoni magici, spade e così via. Ciascuna ha caratteristiche uniche per raggio di azione e propensione ad infliggere danno a talune tipologie di nemici, per cui la loro selezione è fondamentale per essere efficaci. 

La scelta delle armi, quindi, sarà fondamentale per ricreare combinazioni particolarmente indicate a quella data tipologia di nemico piuttosto che un versatile attacco universale, donando un minimo di spessore tattico al gioco.

Calo di zucchero

Un altro aspetto peculiare di questo TWATHK è dato dalle GigaCal: ad inizio schermata il vostro personaggio fruirà del riempimento della barra dedicata, che tenderà a svuotarsi man mano che compirete qualsiasi azione, come ad indicare l'avvicinarsi della sensazione di calo di zuccheri del vostro personaggio, a meno di non utilizzare porzioni di cibo utili per ripristinare tale indicatore, pena la morte praticamente certa.

Tale caratteristica, sembrerebbe quindi essere una sorta di limite di tempo per portare a termine la missione. Evitare gli scontri e correre verso il boss di fine livello tuttavia non è la soluzione ottimale per portare a termine la quest in quanto il gioco stesso promuove la raccolta di punti per arrivare di fronte al boss finale con quel tot di esperienza in più che vi consentirà di avere facilmente ragione dell’energumeno di turno. Quindi il metodo più efficace per procedere è  perseguire un’attenta gestione delle risorse evitando di vagare inutilmente laddove sia possibile, anche se va detto, tristemente, che esiste un trucco che vi eviterà qualsiasi forma di mal di pancia: uscendo dall’area poco prima di rimanere senza risorse e ritornarvi vi farà magicamente riapparire in toto la barra dell’indicatore incriminato.

Visivamente mediocre

Bisogna inoltre dire che il gioco è afflitto da altre aggiunte inutili che non solo non sono in grado di fornire alcun valore aggiunto, ma causano inoltre un ulteriore senso di disorientamento: tra questi figurano il sistema di conquista degli edifici e il sistema di karma, davvero poco incisivi nell’economia generale del gioco. Una razionalizzazione delle funzionalità meno utilizzate e degli indicatori presenti sullo schermo (davvero troppi) avrebbe giovato non poco al gioco.

Una nota negativa se la merita anche il comparto grafico: nonostante siamo all’inizio dell’era della PS4, ci troviamo in forte imbarazzo di fronte alla grafica di questo TWATHK che sembra essere appena uscito dalla DeLorean di Ritorno al Futuro, provenendo da almeno 10 anni fa: sprite tridimensionali spigolosi e ridicoli, aliasing estremo e una palette quasi del tutto limitata ai colori giallo, verde e arancione sono i principali difetti visibili sullo schermo. Se a tutto ciò aggiungiamo una gestione delle telecamere che di tanto in tanto fa le bizze, specialmente con i boss di fine livello e telecamere che si incartano sulle cime degli alberi, si capisce come il lavoro sul comparto tecnico  sia decisamente insufficiente.

Mitiga un tantino lo scenario una colonna sonora ben realizzata, capace di ricreare opportunamente l’atmosfera che ci si attende da un titolo di questo genere.

The Witch and the Houndred Knight è un titolo che si discosta dal sentiero solcato con sicurezza da Nippon Ichi per affrontare timidamente un nuovo genere, quello degli action RPG. 

Il gameplay è tutto sommato capace di proporre alcuni spunti interessanti ma il gioco soffre per una narrativa eccessivamente lenta, per alcune aggiunte inutili sulle meccaniche di gioco, per un’eccessiva confusione dell’interfaccia utente e per un comparto tecnico da scorsa generazione di console (PS2). 

In conclusione, come primo approccio si poteva fare decisamente di meglio, ci aspettiamo che Nippon Ichi convinca con un eventuale sequel.

Pregi

  • Alcuni spunti interessanti nel gameplay

Difetti

  • narrativa terribile
  • tecnicamente scarso
  • gameplay da rivedere

VALUTAZIONE COMPLESSIVA: 6

La recensione di The Witch and the Hundred Knight è stata scritta e curata da monsteruno per GameStorm.it, pubblicata il 23-03-2014

Commenti sulla recensione (1)

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Commenti
avatar di Jhonny Cooper
19-04-2014
Jhonny Cooper

Pensavo fosse un bel gioco prima di leggere questa recensione, in particolare la parte "Calo di Zucchero" mi ha demoralizzato... peccato

1
Messaggio non inserito o troppo corto.
 
 

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The Witch and the Hundred Knight

  • Immagine della copertina del gioco The Witch and the Hundred Knight per PlayStation 3

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Valutazione del gioco 5.5

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